Discorso Miguel M. Díaz-Canel Bermúdez (XXV FSP)

Discorso pronunciato da Miguel M. Díaz-Canel Bermúdez, Presidente dei Condigli di Stato e dei Ministri in chiusura del XXV Foro de Sao Paulo, Venezuela,  28 luglio 2019, «Anno 61 della Rivoluzione»

Compagno  Nicolás Maduro Moros, fratello Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela;

Compagne e compagni della Direzione della Rivoluzione Bolivariana;

Compagna Mónica Valente;

Leaders latino americani, caraibici e di altre parti del mondo che ci accompagnano;

Compagne e compagni:

Permettetemi di dedicare le mie prime parole al Comandante Hugo Chávez Frías, il grande amico di Cuba, il figlio dell’America che oggi compie 65 anni nell’eternità.

Il nostro Comandante in Capo Fidel Castro, che gli volle molto bene, e che fu uno dei primi a riconoscere le sue qualità come leader, riferendosi all’apparizione di un politico straordinario come Chávez nella nostra sofferente regione, lo pose con Bolívar e Martí nella battaglia per il destino della Patria Grande.

Fidel disse:«Da molto tempo sento in me […] la più profonda convinzione che qaundo giunge la crisi , sorgono i leaders. Così sorse Bolívar quando l’occupazione della Spagna  di Napoleone e l’imposizione di un re straniero crearono le condizioni migliori per l’indipendenza delle colonie spagnole in questo emisfero.

Così sorse Martí, quando giunse l’ora propizia per lo scoppio della Rivoluzione indipendentista in Cuba.

Così sorse  Chávez, quando la terribile situazione sociale e umana in Venezuela e in America Latina determinò che il momento di lottare per la seconda e vera indipendenza era arrivato».

Bolívar, Martí, Fidel, Chávez, che cos’hanno in comune questi uomini che noi convochiamo sempre a pensare, ci sentiamo obbligati a citarli e a bere dai loro rispettivi legati? Uomini che convochiamo a pensare, che ci sentiamo obbligati a citare e a bere dai loro rispettivi legati?

Nuestra América, risponderebbe Martí, che la chiamò così per distinguerla chiaramente dall’America imperiale che ci disprezzava e ci disprezza di più oggi, come lo provano il muro incredibile che si progetta nella frontiera a sud, l’atroce maltrattamento dei migranti, la Helms-Burton, la Nica Act, la persecuzione finanziaria e l’imposizione arbitraria di imposte ai paesi della regione, la sospensione di aiuti per lo sviluppo, il blocco e la guerra sporca contro Cuba e il Venezuela, tra le altre azioni di cattiveria senza limiti.

Ma questa malvagità si rimpiccolisce quando Nuestra America si riunisce, cioè il diverso, plurale e apportatore mondo dei leaders progressisti e degli attivisti sociali latinoamericani e caraibici che dagli oscuri anni novanta del secolo scorso decisero di costruire questo spazio unitario della sinistra viva e attuante.

Allora il sogno di Bolívar sembra più vicino, quando disse: «Io desidero più di tutti vedere l’America Latina formata come la più grande nazione del mondo,  non tanto per la sua estensione e le sue ricchezze, quanto per la libertà e la sua gloria».

Il Libertador ci ha trasmesso anche un’altra idea fondamentale, e lo cito di nuovo: «L’unità fa tutto e per questo dobbiamo conservare questo prezioso principio».

José Martí,che ebbe il Libertador come ispiratore e guida, fu il grande architetto e costruttore dell’unità che mancava nella lotta cubana per la sua indipendenza; anche se morì senza vedere il trionfo, sino alla sua ultima lettera, mai terminata, difese con passione l’idea  «d’impedire a tempo con l’indipendenza di Cuba che gli Stati Uniti s’estendano per le Antille e ricadano con questa maggior forza sulle nostre terre d’America».

Bolívar e Martí, tutti e due,  nutrono Fidel e Chávez e le idee delle nostre rivoluzioni: unità e integrazione furono le loro grandi ossessioni. E devono essere anche le nostre.

Conosco che queste sono anche le ossessioni del Forum di Sao Paulo nato dalla necessità d’unità e articolazione dei partiti politici e dei movimenti popolari di sinistra della nostra regione per affrontare l’imperialismo e la destra neoliberale, abili nell’agire ben coordinati con il fine distruggere con metodi anti democratici, colpi di stato, la criminalizzazione dei leaders progressisti, frode e manipolazione di dati, tutto quanto costruiamo a favore della vera democrazia e della giustizia sociale.

Il Consenso di Nuestra América e tutti i documenti nati dal Forum di Sao Paulo danno fede di queste preoccupazioni. La valutazione degli scenari, la critica e l’autocritica, indispensabili per avanzare, si sono cristallizzate nella dinamizzazione sperimentata dal Forum negli ultimi anni di fronte alla crescente offensiva neoliberale e alle  grandi aggressioni imperiali.

Compagne e compagni:

Luglio ha singolari coincidenze nella storia che condividiamo. È il mese in cui è nato Simón Bolívar, Libertador dell’ America (Applausi); è il mese in cui si firma la Dichiarazione dell’Indipendenza del Venezuela (Applausi), è il mese in cui la Generazione del Centenario di José Martí, guidata da Fidel Castro, assalta le caserme di Santiago di Cuba e Bayamo per iniziare di nuovo la Rivoluzione cubana (Applausi). È il mese in cui trionfa la Rivoluzione sandinista, che ha appena compiuto 40 anni (Applausi). Ed  è il mese in cui nasce, un giorno come oggi, Hugo Chávez (Applausi ed esclamazioni di: «Chávez vive, la lotta segue!» e : «Chávez non è morto!  Chávez fatto milioni, Chávez è tornato!».

Ci convoca il Forum di Sao Paulo in un luglio estremamente sfidante e siamo qui: per accompagnare l’eroica resistenza venezuelana e reclamare la fine del brutale assedio che le hanno imposto.

Il Venezuela oggi è la prima trincea della lotta  antimperialista. Ci convoca a condannare e reclamare l’eliminazione del blocco a Cuba.

Il Forum ci convoca ad appoggiare la ribellione del popolo di Puerto Rico, che più di cento anni di colonia yankee non sono riusciti a sgominare (Applausi). Ed anche ci unisce per respingere le scandalose azioni del imperio contra

I familiari dei migranti e particolarmente contro le bambine e i bambini maltrattati, abusati in una sorta di gabbie, per quanto privano l’essere umano della sua dignità e dei suoi più elementari diritti.

Con queste nuove provocazioni scandite nell’indignazione accumulata, il Foum di Sao Paulo è chiamato a svolgere un ruolo di protagonismo molto forte  nel complesso scenario politico attuale  considerando anche l’attacco ai processi progressisti in quei paesi dove la sinistra aveva conquistato spazi di potere e dai quali aveva fomentato cambi e notevoli passi avanti sociali.

La controffensiva dell’imperialismo yankee e dell’oligarchia con i falchi che letteralmente si sono appropriati  della politica estera statunitense verso l’America Latina e i Caraibi, stanno diradando pericolosamente lo spazio geografico che la Celac aveva dichiarato Zona di Pace.

I popoli si vergognano dei loro politici lacchè, quelli che l’impero usa a convenienza e poi scarta con totale disprezzo.

In questo contesto s’inseriscono anche i passi indietro delle forze progressiste in alcuni paesi e quello che è peggio la divisione che persiste tra queste frammentando e debilitando la dichiarata volontà di agire uniti.

Carenti di programmi politici strategici e distanziando quelli  dei movimenti sociali, ci sono formule della sinistra che si auto scartano come alternativa.

L’esperienza della Rivoluzione Cubana parte dalla precoce comprensione del ruolo strategico dell’unità attorno agli obiettivi fondamentali di giustizia sociale, in stretta alleanza con il popolo , le sue necessità e i suoi problemi, e alla quale deve la sua vittoriosa resistenza.

Consideriamo che a tutti noi tocca dare e ricevere esperienze senza pretendere che si ripeta l’errore del calco e la copia che è risultata tanto costosa nei periodi storici precedenti.

Giustamente per salvare i sogni e le speranze, al crollo dell’esperienza socialista europea è stato creato da Fidel e da Lula questo Forum d’articolazione delle forze progressiste che basa la sua azione in quello che ci unisce e non in quello che ci separa (Applausi).

I due leader ci hanno lasciato un prezioso strumento di concertazione e unità nelle diversità. Fide non c’è più fisicamente, ma la sua straordinaria opera gli sopravvive e con lei possiamo nutrirci senza limiti.

Lula, recluso per false accuse e scandalose trappole giuridiche è l’esempio di sino a dove possono giungere i nemici della sinistra. È la più forte espressione della paura imperialista e oligarchica della sinistra al potere.

Hanno fatto tutto per evitare il ritorno di Lula alla presidenza del paese che solo con il PT era riuscito a ridistribuire nella misura del possibile, l’enorme ricchezza nazionale.

Oggi la liberazione di Lula è una delle grandi sfide per le forze di sinistra nella regione ( Applausi).  Le mobilitazioni non si possono interrompere. Uno dei nostri fondatori resta ingiustamente recluso e dobbiamo far finire questo abuso.

Il Forum è un prezioso legato dei nostri leaders e un meccanismo possibile per far arrestare gli attacchi delle forze che vorrebbero implosione della nostra preziosa alleanza

Non  dimentichiamo nemmeno per un istante che siamo nell’assediata Caracas, nella mille volte attaccata e assediata Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Per le strade di Caracas ieri camminavano in difesa dell’eroica Rivoluzione Bolivariana, leader e attivisti sociali dei cinque continenti a lato dei legittimi rappresentanti del popolo venezuelano.

Questa marcia non l’hanno ripresa e tanto meno diffusa le numerose telecamere delle TV Multinazionali che hanno fatto credere al pianeta che lo Stato venezuelano non ha potere né seguaci nella sua terra.

Ratifichiamo davanti al mondo il nostro appoggio e la solidarietà con il legittimo Presidente Nicolás Maduro Moros e l’unione civico militare che ha fatto falire tante volte i peggiori piani del nemico (Applausi ed esclamazioni di: «Abbasso…!»).

Dobbiamo tener presente che assicurare la pace in Venezuela è equivalente a difenderla per tutta la regione.

Appoggiare e difendere il Venezuela significa affrontare decisamente il ritorno della Dottrina Monroe e la scalata imperialista contro i nostri popoli.

Oggi è contro Venezuela, Cuba e Nicaragua, ma domani sarà contro altri e alla fine andranno contro tutti.

Gli Stati Uniti minacciano e calunniano Cuba e il Venezuela per non riconoscere il loro fallimento nel tentativo di far cadere la Rivoluzione Bolivariana e tergiversano l’altruista cooperazione che il nostro paese offre qui e in altre 80 nazioni.

Nessuna miglior tribuna di questo Forum per ratificare che Cuba non rinuncerà né tradirà mai i sui principi né il Venezuela (Applausi ed esclamazioni di: «Cuba e Venezuela, una sola bandiera!)».

Qui ratifico quello che ho detto il recente 26 di luglio a Bayamo, due giorni fa: «L’assedio si chiude maggiormente sul nostro paese come attorno al Venezuela, Nicaragua e qualsiasi altra nazionale che rifiuta d’accettare il piano imperiale per il suo destino.

«[…] L’amministrazione degli Stati Uniti ha cominciato ad agire con maggior aggressività per impedire l’arrivo di combustibile a Cuba […]
«Ci vogliono tagliare la luce, l’acqua e anche l’aria, per strapparci concessioni politiche. Non si nascondono per farlo. Dichiarano pubblicamente i fondi destinati alla sovversione dentro a Cuba, inventano falsi pretesti, con ipocrisia, per incorporarci nuovamente alle loro liste spurie e giustificare l’indurimento del blocco.

«E al colmo del cinismo, ricorrono al ricatto».

«Ignoranti della storia e dei principi  della politica estera della Rivoluzione Cubana, ci propongono di negoziare una possibile riconciliazione, chiedendo in cambio di abbandonare il corso scelto e difeso dal nostro popolo, adesso come prima. Ci suggeriscono di tradire gli amici e di gettare nella spazzatura 60 anni di dignità».

Cuba dice:«No, signori imperialisti, no, non intendiamo!»

Partititi politici e movimenti popolari:

meno di una settimana fa i rappresentanti di un piccolo gruppo di paesi di questa regione hanno offeso il Forum di Sao Paulo e a costoro noi diciamo che il Forum è qui e qui resterà, ed ha molto da fare, perchè è un’altra volta «l’ora dei forni in cui non si deve vedere altro che luce».

Questa luce è l’unità, il grande legato che ci hanno lasciato i nostri patrioti da  Bolívar a Martí, Fidel e Chávez.

È  insultante e molto cinica la reazione di questa destra “cipaya” di fronte all’Incontro del Forum di Sao Paulo. Hanno inventato ogni tipo di leggende e d’insulti.

Loro, i re della cospirazione accusano i partecipanti al Forum di quello che loro praticano ogni giorno contro i nostri popoli. Deve fargli male che questi leaders della sinistra di tutto il mondo, diffamati, perseguitati, imbavagliati, con tanti compagni e compagne assassinati e scomparsi, osino a sfidare il mandato imperiale di tacere e avere timore.

Non ci sono misteri nè cospirazioni, né piani di aggressione o ingerenza e non ci sono mai stati in quasi 30 anni dei Forum di Sao Paulo.

In questo è esperto l’imperialismo e sono esperti gli oligarchi nazionali tanto timorosi del popolo, che inventano cause false per imprigionare i leaders popolari con processi spurii.

Nessuno si nasconde per venire a questo appuntamento per la pace, la sovranità e la prosperità dei popoli, perchè non c’è opera più nobile e che domandi più sacrifici che la battaglia per questi ideali che hanno sempre mosso le sinistre del mondo .

Come hanno documentato e dibattuto i partecipanti al Forum, è necessario articolare la resistenza al neo liberalismo e all’imperialismo nelle nostre rispettive strategie della comunicazione, creare e alimentare le reti della verità di fronte all’offensiva della menzogna.

Le nuove generazioni agiscono in modo naturale e dinamico in questi ambiti, che oggi sono controllati e usati con perverse intenzioni dalle forze che ci sono avverse.

Nel 65º  compleanno di  Chávez, questo straordinario comunicatore uscito dal cuore della  Patria di Bolívar per ridarci, rinata, la parola e il sogno del Libertador, non può ricevere un miglior omaggio alla sua memoria viva che un movimento progressista di sinistra democratico e diverso, come i partiti e i gruppi sociali i che lo formarono, sviluppando  creatività senza limiti del popolo per fare il loro proprio percorso della storia e la storia stessa, nella lotta comune per la giustizia.

Felice compleanno, Comandante!

I popoli dell’America Latina e del mondo siamo venuti a celebrare la tua nascita dove riposano i tuoi resti. Il tuo poderoso ideale rivoluzionario è più vivo che mai nella tua amata patria e in tutti gli angoli del mondo toccati dalla tua appassionata parola.

«Per la Pace, la Sovranità e la Prosperità dei popoli… Unità, Lotta, Battaglia e Vittoria», dice la consegna di questo incontro, il numero 25 da quando si fondò il Forum.  La sfida  è trasformata nella realtà di questa bella alleanza di forze.

Ogni volta che avanziamo un pezzetto, per quanto piccolo possa apparire nella conquista dei nostri progetti di sviluppo, in Cuba diciamo:

«Andiamo più avanti !»

Un uguale sentimento ci anima valutando le potenzialità di questa magnifica forza che siamo, agendo uniti e articolati. Andiamo sempre più avanti!

Sino alla vittoria, sempre!


Discurso pronunciado por Miguel M. Díaz-Canel Bermúdez, Presidente de los Consejos de Estado y de Ministros, en la clausura del XXV Foro de Sao Paulo, Venezuela, el 28 de julio de 2019, «Año 61 de la Revolución»

Compañero Nicolás Maduro Moros, hermano Presidente de la República Bolivariana de Venezuela;

Compañeras y compañeros de la Dirección de la Revolución Bolivariana;

Compañera Mónica Valente;

Líderes latinoamericanos y caribeños y de otras partes del mundo que nos acompañan;

Compañeras y compañeros:

Permítanme dedicar mis primeras palabras al Comandante Hugo Chávez Frías, el gran amigo de Cuba, el hijo de América que cumple hoy 65 años en la eternidad (Aplausos).

Nuestro Comandante en Jefe Fidel Castro, quien lo quiso entrañablemente y quien fue de los primeros en reconocer sus cualidades como líder, al referirse a la aparición de un político extraordinario como Chávez en nuestra dolida región, lo ubicó junto a Bolívar y Martí en la batalla por el destino de la Patria Grande.  Dijo Fidel:

«Hace mucho tiempo albergo […] la más profunda convicción de que, cuando la crisis llega, los líderes surgen. Así surgió Bolívar cuando la ocupación de España por Napoleón y la imposición de un rey extranjero crearon las condiciones propicias para la independencia de las colonias españolas en este hemisferio. Así surgió Martí, cuando llegó la hora propicia para el estallido de la Revolución independentista en Cuba. Así surgió Chávez, cuando la terrible situación social y humana en Venezuela y América Latina determinaba que el momento de luchar por la segunda y verdadera independencia había llegado».

Bolívar, Martí, Fidel, Chávez, ¿qué tienen en común estos hombres que, siempre que nos convocamos a pensar, nos sentimos obligados a citarlos y a beber de sus respectivos legados?  Nuestra América, respondería Martí, quien la nombró así para distinguirla claramente de la América imperial que nos despreció y que nos desprecia más ahora, como lo prueban el muro descomunal que se proyecta en la frontera sur, el maltrato atroz a los migrantes, la Helms-Burton, la Nica Act, la persecución financiera y la imposición arbitraria de aranceles a países de la región, la suspensión de ayudas al desarrollo, el bloqueo y la guerra sucia contra Cuba y Venezuela, entre otros actos de maldad sin límites.

Pero hasta esa maldad se empequeñece cuando se reúne Nuestra América, es decir, el diverso, plural y aportador mundo de los líderes partidistas progresistas y de los activistas sociales latinoamericanos y caribeños que, desde los oscuros años noventa del siglo pasado, decidieron construir este espacio unitario de la izquierda viva y actuante.

Entonces parece más cercano el sueño de Bolívar cuando dijo: «Yo deseo más que otro alguno ver formar en América Latina la más grande nación del mundo, menos por su extensión y riquezas que por su libertad y gloria».

El Libertador también nos legó otra idea fundamental, y vuelvo a citarlo: «La unidad lo hace todo y, por lo mismo, debemos conservar este precioso principio».

José Martí, quien tuvo al Libertador como inspiración y guía, fue el gran arquitecto y constructor de la unidad que faltaba en la pelea cubana por su independencia; aunque murió sin ver el triunfo, hasta en su última carta, inconclusa, defendió apasionadamente la idea de «impedir a tiempo con la independencia de Cuba que se extiendan por las Antillas los Estados Unidos y caigan, con esa fuerza más, sobre nuestras tierras de América».

De ambos, de Bolívar y de Martí, nutren Fidel y Chávez el ideario de nuestras revoluciones: unidad e integración fueron sus grandes obsesiones. Y deben ser también las nuestras (Aplausos).

Conozco que también son esas las obsesiones del Foro de Sao Paulo, nacido de la necesidad de unidad y articulación de los partidos políticos y movimientos populares de izquierda de nuestra región para confrontar al imperialismo y a la derecha neoliberal hábiles en actuar bien coordinados a fin de destruir, mediante métodos antidemocráticos, golpes de Estado, criminalización de líderes progresistas, fraude y manipulación de datos, todo cuanto construyamos en favor de la verdadera democracia y la justicia social.

El Consenso de Nuestra América y todos los documentos nacidos del Foro de Sao Paulo dan fe de esas preocupaciones. La evaluación de los escenarios, la crítica y la autocrítica, indispensables para avanzar, han cristalizado en la dinamización que ha experimentado el Foro en los últimos años frente a la creciente ofensiva neoliberal y las grandes arremetidas imperiales.

Compañeras y compañeros:

Julio tiene singulares coincidencias en la historia que compartimos. Es el mes en que nace Simón Bolívar, Libertador de América (Aplausos); es el mes en que se firma el acta de Independencia de Venezuela (Aplausos), es el mes en que la Generación del Centenario de José Martí, encabezada por Fidel Castro, asalta los cuarteles de Santiago de Cuba y Bayamo para reiniciar la Revolución cubana (Aplausos). Es el mes en que triunfa la Revolución sandinista, que acaba de cumplir 40 años (Aplausos). Y es el mes en que nace, un día como hoy, Hugo Chávez (Aplausos y exclamaciones de: «¡Chávez vive, la lucha sigue!» y de: «¡Chávez no se murió!  ¡Chávez hecho millones, Chávez volvió!».

Nos convoca el Foro de Sao Paulo en un julio extremadamente desafiante y aquí estamos: para acompañar la heroica resistencia venezolana y reclamar el fin del cerco brutal que le han impuesto. Venezuela es hoy la primera trinchera de la lucha antimperialista (Aplausos). Nos convoca a condenar y demandar el levantamiento del bloqueo a Cuba (Aplausos).

Nos convoca el Foro a apoyar la rebeldía del pueblo boricua, que más de cien años de colonia yanqui no han podido enterrar (Aplausos). También nos une para rechazar los escandalosos actos del imperio contra  familiares de migrantes y particularmente contra sus niñas y niños, maltratados, abusados en una suerte de jaulas, por cuanto privan al ser humano de su dignidad y sus más elementales derechos.

Con esas nuevas provocaciones latiendo en la indignación acumulada, el Foro de Sao Paulo está llamado a desempeñar un rol mucho más protagónico en el complejo escenario político actual. Más aún si se considera el ataque a los procesos progresistas en aquellos países donde la izquierda había conquistado espacios de poder y desde los cuales impulsó cambios y notables avances sociales.

La contraofensiva del imperialismo yanqui y la oligarquía, junto a los halcones que literalmente se han apropiado de la política exterior estadounidense hacia América Latina y el Caribe, están enrareciendo peligrosamente el espacio geográfico que la Celac declaró Zona de Paz.

Los pueblos se avergüenzan de los políticos lacayos, a los que el imperio usa a conveniencia y luego desecha con total desprecio.

En ese contexto se insertan también los retrocesos de las fuerzas progresistas en algunos países y lo que es peor: la división que persiste entre ellas, fragmentando y debilitando la declarada voluntad de actuar unidos.

Carentes de programas políticos estratégicos y distanciados de los movimientos sociales, hay fórmulas de la izquierda que se autodescartan como alternativa.

La experiencia de la Revolución Cubana parte de la temprana comprensión del papel estratégico de la unidad en torno a los objetivos fundamentales de justicia social en estrecha alianza con el pueblo, sus necesidades y problemas, a la que debe su victoriosa resistencia.

Consideramos que a todos nos toca dar y recibir experiencias sin pretender que se repita el error del calco y la copia que tan costoso resultó en periodos históricos anteriores.

Justamente para salvar los sueños y esperanzas, al derrumbarse la experiencia socialista europea, fue creado por Fidel y Lula este Foro de articulación de fuerzas progresistas que basa su acción en lo que nos une y no en lo que nos separa (Aplausos).

Ambos líderes nos dejaron un valioso instrumento de concertación y unidad en la diversidad. Fidel no está físicamente, pero su extraordinaria obra lo ha sobrevivido y de ella podemos nutrirnos sin límites.

Lula, preso bajo falsos cargos y escandalosas trampas jurídicas, es el ejemplo de hasta dónde pueden llegar los enemigos de la izquierda. Es la mayor expresión del miedo imperialista y oligárquico a la izquierda en el poder. Lo hicieron todo para evitar el regreso de Lula a la presidencia de un país, que solo con el PT alcanzó a redistribuir en la medida posible la enorme riqueza nacional.

Hoy la liberación de Lula es también uno de los grandes desafíos para las fuerzas de izquierda en la región (Aplausos). Las movilizaciones no pueden cesar.  Uno de nuestros fundadores permanece injustamente encarcelado y hay que poner fin a ese abuso (Aplausos y exclamaciones de: «¡Lula libre!, ¡Lula libre!»)

El Foro es un precioso legado de nuestros líderes y un mecanismo viable para contrarrestar los ataques de las fuerzas que quisieran implosionar nuestra valiosísima alianza.

No olvidemos por un instante que estamos en la asediada Caracas, en la mil veces atacada y cercada República Bolivariana de Venezuela.

Por las calles de Caracas ayer caminaron, en defensa de la heroica Revolución Bolivariana, líderes y activistas sociales de los cinco continentes al lado de los legítimos representantes del pueblo venezolano (Aplausos). Esa marcha no la captaron ni la difundieron las numerosas cámaras de las televisoras transnacionales que han hecho creer al planeta que el Estado venezolano no tiene poder ni seguidores en su tierra.

Ratifiquemos ante el mundo nuestro respaldo y solidaridad con el legítimo Presidente Nicolás Maduro Moros y la unión cívico militar que ha hecho fracasar tantas veces los peores planes del enemigo (Aplausos y exclamaciones de: «¡Abajo…!»).

Debe tenerse presente que asegurar la paz en Venezuela es equivalente a defenderla para toda la región.

Respaldar y defender a Venezuela es enfrentar decididamente el retorno de la Doctrina Monroe y la escalada imperialista contra nuestros pueblos. Hoy es contra Venezuela, Cuba y Nicaragua, mañana será contra otros y al final irán contra todos.

Estados Unidos amenaza y calumnia a Cuba y a Venezuela para no reconocer su fracaso en el intento por derrocar la Revolución Bolivariana y tergiversa la altruista cooperación que aquí y en más de 80 naciones nuestro país ofrece. Ninguna mejor tribuna que este Foro para ratificar que Cuba no renunciará ni traicionará jamás a sus principios ni a Venezuela (Aplausos y exclamaciones de: «¡Cuba y Venezuela, una sola bandera!)».

Aquí ratifico lo expresado el reciente 26 de julio en Bayamo, hace solo dos días: «El cerco se cierra cada vez más sobre nuestro país como en torno a Venezuela, Nicaragua y cualquier otra nación que se niegue a aceptar el plan imperial para su destino.

«[…] la administración de los Estados Unidos ha comenzado a actuar con mayor agresividad para impedir la llegada de combustible a Cuba […]

«Nos quieren cortar la luz, el agua y hasta el aire para arrancarnos concesiones políticas. No se esconden para hacerlo. Declaran públicamente los fondos destinados a la subversión dentro de Cuba, inventan pretextos falsos e hipócritas para reincorporarnos a sus listas espurias y justificar el recrudecimiento del bloqueo.

«En el colmo del cinismo, apelan al chantaje.

«Ignorantes de la historia y los principios de la política exterior de la Revolución Cubana nos proponen negociar una posible reconciliación a cambio de que abandonemos el curso escogido y defendido por nuestro pueblo, ahora como antes. Nos sugieren traicionar a los amigos, echar al cesto de la basura 60 años de dignidad».

Cuba dice: «¡No, señores imperialistas, no nos entendemos!» (Aplausos y exclamaciones de: «¡Patria o Muerte!, ¡Cuba sí, yanquis no!»).

Partidos políticos y movimientos populares:

Hace menos de una semana representantes de un pequeño grupo de países de esta región ofendieron al Foro de Sao Paulo, a esos les decimos que el Foro está aquí y estará y tiene mucho que hacer porque es otra vez «la hora de los hornos, en que no se ha de ver más que la luz». Esa luz es la unidad, el gran legado que nos dejaron nuestros próceres, de Bolívar a Martí, Fidel y Chávez (Aplausos).

Resulta insultante y muy cínica la reacción de esa derecha cipaya frente al Encuentro del Foro de Sao Paulo, han inventado todo tipo de leyendas e insultos.  Ellos, reyes de la conspiración, acusan a los participantes en el Foro de lo que ellos practican a diario contra nuestros pueblos. Les debe doler mucho que estos líderes de la izquierda de todo el mundo: difamados, perseguidos, amordazados, con tantos compañeros y compañeras asesinados y desaparecidos, se atrevan a desafiar el mandato imperial de callar y tener miedo.

No hay misterios ni conspiración, ni planes de agresión e injerencia, ni nunca los ha habido en los casi 30 años del Foro de Sao Paulo. En eso es experto el imperialismo y son expertas las oligarquías nacionales, tan temerosas del pueblo, que inventan causas falsas para encarcelar a los líderes populares en proceso espurios.

Nadie se esconde para venir a esta cita por la paz, la soberanía y la prosperidad de los pueblos, porque no hay obra más noble ni que demande más sacrificios que la batalla por esos ideales que siempre han movido a las izquierdas del mundo.

Como han documentado y debatido los asistentes al Foro, es preciso articular la resistencia al neoliberalismo y al imperialismo en nuestras respectivas estrategias comunicacionales: crear y alimentar las redes de la verdad frente a la ofensiva de la mentira.

Las nuevas generaciones interactúan de modo natural y dinámico en esos ámbitos, que hoy controlan y usan con las perversas intenciones las fuerzas que nos adversan.

En el cumpleaños 65 de Chávez, ese extraordinario comunicador que salió del corazón de la Patria de Bolívar para devolvernos renacida la palabra y el sueño del Libertador, no puede haber mejor homenaje a su memoria viva que un movimiento progresista de izquierda, democrático y diverso como los partidos y grupos sociales que lo integran, desatando la creatividad sin límites del pueblo para hacer su propio relato de la historia y la historia misma en la lucha común por la justicia.

¡Feliz cumpleaños, Comandante! (Aplausos.)

Los pueblos de Latinoamérica y del mundo hemos venido a celebrar tu nacimiento donde reposan tus restos. Tu poderoso ideal revolucionario está más vivo que siempre en tu querida patria y en todos los rincones del mundo que tocó tu apasionada palabra (Aplausos).

«Por la Paz, la Soberanía y la Prosperidad de los pueblos… ¡Unidad, Lucha, Batalla y Victoria», dice la consigna de esta cita, la número 25 desde que se fundó el Foro. El desafío es convertirla por fin en la realidad de esta hermosa alianza de fuerzas.

Cada vez que avanzamos un tramo, por pequeño que parezca, en la conquista de nuestros proyectos de desarrollo en Cuba, decimos: ¡Y vamos por más!

Igual sentimiento nos anima al valorar las potencialidades de esta magnífica fuerza que somos, actuando unidos y articulados. ¡Marchemos siempre por más!

¡Hasta la victoria siempre! 

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