10 domande e risposte sull’ordinamento giuridico

 del processo d’informatizzazione in Cuba

 

Lo scorso 4 luglio sono state emesse alcune normative per ordinare il processo d’informatizzazione della società attraverso un Decreto Legge, due decreti,  un accordo del Consiglio dei Ministri e sei risoluzioni.


Granma ha parlato con Miguel Gutiérrez Rodríguez, direttore generale d’Informatica del Ministero delle Comunicazioni di alcuni dubbi della popolazione attorno a quste disposizioni

/–Una delle questioni che suscita più aspettative sono i certificati digitali. Cosa sono esattamente e come vi si accede?/

–I certificati digitali sono mezzi che permettono di garantire l’identità di una persona in internet, dal  punto di vista tecnico e dal legale. In linea generale, costituiscono elementi importanti per offrire servizi sicuri attraverso internet.

«La disponibilità per il loro uso è in processo d’implementazione e questo si farà conoscere opportunamente. Il Decreto Legge 370 abilita la loro accettazione e  uso, e adesso corrisponde implementarlo adeguatamente».

/–Sarà obbligatorio l’uso dei documenti in formato digitale firmati elettronicamente con l’uso dei certificati digitali dell’Infrastruttura Nazionale della Chiave Pubblica?/

–Questo necessita un’implementazione progressiva, per cui si devono creare le condizioni di legalizzazione e assimilazione del documento elettronico e le norme emesse non stabiliscono l’obbligo del suo uso. «Per i casi nei quali si stabilisce il suo uso obbligatorio si dovranno applicare gli standard dell’Infrastruttura Nazionale di Chiave Pubblica».

/–A che tappa di sviluppo si trova la piattaforma nazionale che incentiva la generazione dei contenuti e garantisce la possibilità di socializzarli?  Il Mincom ha definito d’usarne una già esistente ?/

–Non si tratta di sviluppare  una piattaforma nazionale informatica come applicazione, ma  di creare le condizioni necessarie per questa attività, organizzate, di formazione del capitale umano, con possibilità d’accesso a questi contenuti, etc.«Nonostante, esiste un’espressione di questa idea nelle applicazioni che permettono di socializzare i contenuti in forma pratica, come le piattaforme di Blogs dei Joven Club e quelle della UCI: Todus, apklis e Picta».

/–Una delle scommesse del processo d’informatizzazione che si riflette nelle  normative, è la migrazione verso il software libero, ma cosa accadrà con gli strumenti e il hardware in generale?/

–La migrazione è realizzata dal principio della razionalità, in accordo con la Guida per la migrazione a Codice Aperto. Ogni caso sarà valutato puntualmente per applicare la soluzione più adeguata. Le norme permettono l’autorizzazione eccezionale dell’estensione dei tempi per la migrazione sino a che non esistano le condizioni oggettive per la sua realizzazione.
«La migrazione è un processo lento che dobbiamo realizzare nel paese in accordo con le condizioni. Per ora è stato fissato un periodo di tre anni per la migrazione delle applicazioni che s’incontrano negli organi e organismi dell’ Amministrazione Centrale dello Stato e del Banco Centrale di Cuba.
Nella norma si stabiliscono eccezioni se è necessario».

/–Si svilupperanno azioni di formazione e abilitazione dell’uso del software libero?/

–Sia nel Decreto Legge 370 come nei decreti 359 e 360 si dichiara la volontà dello Stato d’avanzare nel processo d’assimilazione dei prodotti informatici di fabbricazione nazionale e preferibilmente in software libero. Per realizzare questa aspirazione si realizzano azioni che contribuiscono alla sua accettazione e uso e saranno abilitate le persone che lo richiederanno e in questo senso si stanno prendendo misure con vari attori. Per esempio i Joven Club hanno capacità per la formazione e il loro personale è addestrato per offrire questo tipo di corsi, così come la UCI e altre entità.
«Attualmente questi temi uniti ad altri come il Governo elettronico, si applicano nelle carriere affini alle specialità e deve cominciare un processo d’assimilazione e formazione del disegno curriculare delle carriere in cui s’includa l’apprendimento di queste materie.  L’implementazione sarà ugualmente progressiva, perchè si deve preparare il personale per imparare questo tipo di contenuti».

/–Le imprese dedicate alla produzione dei dispositivi informatici nel paese garantiscono che questi strumenti incorporino programmi e applicazioni informatiche di produzione nazionale. Questo include anche i dispositivi per la vendita alla popolazione?

–Sì, include dispositivi per la vendita alla popolazione per cui quando si produrranno, questi incorporeranno produzioni nazionali ed è una forma adeguata d’estendere l’uso delle applicazioni proprie, come sono Todus, apklis e altre  che hanno avuto accettazione tra i clienti.
Nonostante, questo è un processo d’apprendimento con il quale tutti dobbiamo elevare la nostra cultura sul tema.
«La popolazione cubana conta con una formazione di base d’alta qualità che facilita l’assimilazione dei cambi  tecnologici.  Inoltre le imprese hanno una responsabilità nell’adozione della tecnologia dei loro prodotti e devono essere creative in questo senso. Ugualmente i Joven Club de Computación dispongono  di un potenziale d’insegnanti distribuito in tutta la geografia nazionale».

/–Nel caso dell’obbligo del antivirus nazionale, esiste un periodo di tempo per questo ?/

–L’obbligo del’uso del antivirus nazionale,  da parte delle persone giuridiche è di compimento immediato.

/– Rispetto alla registrazione e a commercio di software, riguarda solo quelli prodotti dall’impresa statale ?/

–L’iscrizione per il commercio delle applicazioni informatiche è per le persone naturali e giuridiche.  Nel  caso delle naturali, l’iscrizione non abilita l’autorizzazione per il commercio, dato che questo si può sviluppare solamente con il lavoro indipendente che sia stato autorizzato per questo.

/–Come si manterrà il controllo sulle sanzioni impugnate alle persone naturali o giuridiche che violano quanto stabilito in reazione alla sicurezza delle TIC?/

–Esistono controlli amministrativi che garantiscono questo seguimento e non è un tema che si tratta in maniera isolata, ma in coordinamento con altri organismi.

/–L’Articolo 68 del Decreto Legge 370 ha generato inquietudini, soprattutto attorno  all’utilizzo di siti in servitori ubicati all’estero, che non sono specchi o repliche del sito principale in servitori ubicati nel territorio nazionale.
In quel momento il Ministero ha chiarito che nel caso delle persone naturali si riferiva alle piattaforme e alle applicazioni nazionali dei servizi che si offrono in internet e di uso per i cittadini, non dei blogs, dei siti personali o informativi. Alla luce di questa decisione si modificherà il testo del Decreto Legge?

–Il Decreto Legge è chiaro nella sua redazione e non sarà attualizzato, almeno per il momento. È nella sua implementazione  dove si applicano le questioni sulle quali sono stati realizzati i chiarimenti.

 

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