Gli USA dal Soft Power allo Sharp Power

Arthur González

L’attuale politica che sviluppano gli USA verso Cuba è passata bruscamente dal Soft Power -Potere Morbido o Intelligente-, applicato dal presidente Barack Obama, al Sharp Power -Potere Acuto o Penetrante- che viene attuata dall’attuale presidente Donald Trump.

Queste classificazioni di potere descritte dagli ideologi yankee, tra cui si trovano alcuni legati alla National Endowment Foundation, NED, è questa definita da Joseph Nye, che ha affermato chiaramente:

“Il Potere Intelligente è la capacità di combinare il Potere Duro ed il Morbido, per realizzare una strategia di successo”, un concetto che è diventato popolare tra i membri dell’amministrazione Clinton e quella di Obama.

Il Potere Morbido o Intelligente è definito come “la capacità di dominare, ad esempio, l’attrazione culturale e la diffusione dei propri valori”, e sebbene questo concetto sia nato secondo gli yankee in Cina e Russia, in realtà è la stessa strategia egemonica utilizzata dagli USA nelle sue relazioni internazionali di dominazione mondiale.

Ricordiamo le dichiarazioni di Obama nell’annunciare le relazioni con Cuba, dove ha spiegato in dettaglio i suoi scopi con un’intelligenza molto sottile:

“Continueremo affrontando i temi relazionati alla democrazia ed ai diritti umani a Cuba … possiamo fare di più per sostenere il popolo cubano e promuovere i nostri valori attraverso l’impegno”.

“Gli USA ritengono che nessun cubano dovrebbe essere vittima di vessazione, arresto o pestaggi, solo per, esercitare il diritto universale di far che la sua voce si ascolti. Continueremo sostenendo lì la società civile”.

“Con la nostra ambasciata potremo aumentare significativamente i nostri contatti con il popolo cubano. Avremo più personale ed i nostri diplomatici potranno partecipare più ampiamente in tutta l’isola … compresa la società civile, e con i cubani che cercano di ottenere una vita migliore … Nessuno si aspetta che Cuba si trasformi dall’oggi al domani ma penso che l’impegno USA, attraverso la nostra ambasciata, aziende e, soprattutto, il nostro popolo, sia la miglior maniera per rappresentare i nostri interessi e sostenere la democrazia ed i diritti umani”.

Ideologi di tale linea di azione, come Joseph Nye, considerano che: “La seduzione è sempre più efficace della coercizione e molti valori come la democrazia, i diritti umani e le opportunità individuali sono profondamente seducenti. Il potere morbido è semplicemente una forma di potere, un modo per ottenere i risultati desiderati”.

Ma la politica “morbida” di Obama era combinata con il Potere Duro, poiché non ha permesso l’uso del dollaro, ha mantenuto Radio e Tv Martí, ha finanziato ancora più la controrivoluzione e l’intero sistema di sovversione politica, ha accanitamente perseguito il sistema bancario internazionale per le sue relazioni finanziarie con Cuba, non ha revocato il divieto del turismo USA, ha prorogato, ogni anno, La Legge del Commercio con il Nemico, ha mantenuto il divieto di concedere crediti agli acquisti cubani di alimenti e si è rifiutato di discutere il tema della base navale di Guantanamo, tra le altre misure che erano alla sua portata.

Con l’arrivo di Donald Trump, il Soft Power è stato cambiato con lo Sharp Power, consigliato da falchi che non accettavano l’abbraccio dato da Obama, benché fosse per ficcare il pugnale nella schiena. Trump desidera distruggere la Rivoluzione per via accelerata e sogna che, insieme a Venezuela e Nicaragua, sradichi il socialismo che tanto odia.

Quel Sharp Power (Potere Duro, Pungente o Affilato), usa mezzi militari ed economici come formula per influenzare nell’agire e negli interessi di altri Stati. La sua ricetta per il dominio politico è aggressiva e basata sulla coercizione, considerando che ha effetti immediati, specialmente contro paesi con minor capacità economica e militare, o quando parte del suo commercio dipende dagli USA.

Proprio l’amministrazione Trump si basa su questi principi e osserviamo come usa le promesse di aiuti economici come ricatto, mentre usa la diplomazia coercitiva, la minaccia di intervento militare e/o l’attuazione di sanzioni economiche, come armi politiche affinché gli altri eseguano i loro ordini e desideri.

All’anteriore si sommano strumenti informatici e campagne mediatiche, al fine di manipolare ed influire sull’opinione pubblica, sulla base dello spionaggio fatto da grandi società come Google, Facebook e altri che forniscono dati dei loro utenti, preferenze ed amicizie, permettendogli di esercitare, successivamente, influenze politiche e diffondere notizie false per confondere.

Tutte le azioni eseguite da Trump sono inquadrate nello Sharp Power, principalmente contro quei paesi che non accettano inginocchiarsi davanti alle sue richieste, ma ad oggi non ha ottenuto i risultati desiderati.

Cuba, Venezuela e Nicaragua resistono ai suoi attacchi con il sostegno della maggioranza dei loro popoli. Il rifiuto mondiale alla Guerra Economica, Commerciale e Finanziaria, imposta a Cuba da 60 anni e intensificata a sfare, è totale, a cui si aggiungono le manovre coercitive per rovesciare Nicolás Maduro e Daniel Ortega.

La Corea del Nord non cede alle pressioni yankee e risponde alle sue minacce senza escludere il dialogo. L’Iran sfida le intimidazioni di Trump e dimostra fiducia nel suo potere militare ed economico, senza accettare il ricatti. Cina e Russia agiscono con fermezza ed intelligenza di fronte alle sanzioni commerciali, adottando importanti contromisure.

La guerra in Afghanistan continua, non possono piegare il suo popolo e le spese che causano il mantenimento di centinaia di migliaia di soldati USA, crescono ed influenzano l’economia USA, lo stesso accade in Iraq, dove l’instabilità, instaurata da una guerra ingiustificata, non si riesce a fermare.

Alla fine, Trump non ottiene i risultati desiderati, ma mette il mondo in pericolo di una nuova guerra di dimensioni incalcolabili e gli ideologi di queste politiche fasciste si arricchiscono, mentre i popoli rifiutano sempre più gli USA, che non hanno vinto alcuna guerra.

Cuba, insieme a Venezuela e Nicaragua, continuano senza paura, lavorando per migliorare i propri popoli, perché come diceva José Martí: “La rabbia è dei vinti, e della vera forza, il riposo e la serenità”.


Estados Unidos del Soft Power al Sharp Power

Por: Arthur González

La actual política que desarrolla Estados Unidos hacia Cuba pasó bruscamente del Soft Power —Poder Suave o Inteligente—, aplicado por el presidente Barack Obama, al Sharp Power —Poder Agudo o Penetrante—, que lleva a cabo el actual presidente Donald Trump.

Esas clasificaciones de poder descritas por ideólogos yanquis, entre los que se encuentran algunos vinculados a la National Endowment Foundation, NED, está la definida por Joseph Nye, quien expuso claramente:

“El Poder Inteligente es la capacidad de combinar el Poder Duro y el Blando, para alcanzar una estrategia exitosa”, concepto que se hizo popular entre los miembros de la Administración Clinton y la de Obama.

El Poder Blando o Inteligente está definido como “la capacidad de dominar, por el ejemplo, la atracción cultural y la difusión de los valores propios”, y aunque este concepto surgió según los yanquis en China y Rusia, en realidad es la propia estrategia hegemonista empleada por los Estados Unidos en sus relaciones internacionales de dominación mundial.

Recordemos las declaraciones de Obama al anunciar las relaciones con Cuba, donde explicó en detalles sus propósitos con una inteligencia muy sutil:

“Continuaremos abordando los temas relacionados con la democracia y los derechos humanos en Cuba (…) podemos hacer más para apoyar al pueblo cubano y promover nuestros valores a través del compromiso”.

“Los Estados Unidos consideran que ningún cubano debe ser víctima de acoso, arresto o golpizas, solo por ejercer el derecho universal de hacer que su voz se escuche. Continuaremos apoyando a la sociedad civil allí”.

“Con nuestra embajada podremos aumentar considerablemente nuestro contacto con el pueblo cubano. Tendremos más personal, y nuestros diplomáticos podrán participar de manera más extensa en toda la Isla…incluida la sociedad civil, y con los cubanos que buscan alcanzar una vida mejor…Nadie espera que Cuba se transforme de la noche a la mañana, pero creo que el compromiso estadounidense, mediante nuestra embajada, empresas y ante todo nuestro pueblo, es la mejor manera de representar nuestros intereses, y apoyar la democracia y los derechos humanos”.

Ideólogos de esa línea de acción, como Joseph Nye, consideran que: “La seducción siempre es más efectiva que la coerción, y muchos valores como la democracia, los derechos humanos y las oportunidades individuales son profundamente seductores. El poder blando es simplemente una forma de poder, una forma de obtener los resultados deseados”.

Pero la política “blanda” de Obama estuvo combinada con el Poder Duro, pues no permitió el uso del dólar, mantuvo la Radio y Tv Martí, financió aún más a la contrarrevolución y todo el sistema de subversión política, persiguió encarnizadamente a la banca internacional por sus relaciones financieras con Cuba, no levantó la prohibición del turismo estadounidense, prorrogó cada año la Ley de Comercio con el Enemigo, mantuvo la prohibición de otorgar créditos a las compras cubanas de alimentos y se negó a discutir el tema de la Base Naval en Guantánamo, entre otras medidas que estaban a su alcance.

Con la llegada de Donald Trump, el Soft Power fue cambiado por el Sharp Power, asesorado por halcones que no aceptaban el abrazo dado por Obama, aunque fuese para clavar el puñal por la espalda. Trump desea destruir a la Revolución por la vía rápida y sueña que, junto a Venezuela y Nicaragua, erradicar de raíz el socialismo que tanto odia.

Ese Sharp Power (Poder Duro, Poder Punzante o Afilado), emplea los medios militares y económicos como fórmula para influir en la actuación y en los intereses de otros Estados. Su receta de dominio político es agresiva y basada en la coerción, al considerar que tiene efectos inmediatos, especialmente contra países de menor capacidad económica y militar, o cuando parte de su comercio depende de los Estados Unidos.

Precisamente el gobierno de Trump se sustenta en esos principios y observamos como emplea las promesas de ayudas económicas como chantaje, a la par que usa la diplomacia coercitiva, la amenaza de intervención militar y/o la implementación de sanciones económicas, como armas políticas para que los demás cumplan sus órdenes y deseos.

A lo anterior se suman las herramientas cibernéticas y campañas mediáticas, con el fin manipular e influir en la opinión pública, basado en el espionaje que hacen las grandes corporaciones como Google, Facebook y otras que entregan los datos de sus usuarios, preferencias y amistades, permitiéndole posteriormente ejercer influencias políticas y emitir noticias falsas para confundir.

Todas las acciones ejecutadas por Trump están enmarcadas en el Sharp Power, principalmente contra aquellos países que no aceptan arrodillarse ante sus exigencias, pero hasta la fecha no ha obtenido los resultados ambicionados.

Cuba, Venezuela y Nicaragua resisten sus embates con el apoyo mayoritario de sus pueblos. El rechazo mundial a la a la Guerra Económica, Comercial y Financiera, impuesta a Cuba desde hace 60 años y recrudecida hasta la saciedad, es total, a lo que suman las maniobras coercitivas para derrocar a Nicolás Maduro y a Daniel Ortega.

Corea del Norte no cede ante las presiones yanquis y responde a sus amenazas sin descartar el diálogo. Irán desafía las intimidaciones de Trump y demuestra confianza en su poderío militar y económico, sin aceptar chantajes. China y Rusia actúan con firmeza e inteligencia ante las sanciones comerciales, tomando contramedidas importantes.

La guerra en Afganistán continúa, no pueden doblegar a su pueblo y los gastos que ocasiona mantener a cientos de miles de soldados norteamericanos, crecen y afectan la economía estadounidense, lo mismo sucede en Irak, donde la inestabilidad establecida por una guerra injustificada no se logra detener.

Al final Trump no obtiene los resultados ambicionados, pero pone al mundo en peligro de una nueva guerra de dimensiones incalculables y los ideólogos de esas políticas fascistas se enriquecen, mientras los pueblos rechazan cada día más a los Estados Unidos, quienes no han ganado ninguna guerra.

Cuba junto a Venezuela y Nicaragua continúan sin miedo, trabajando por mejorar a sus pueblos, porque como afirmó José Martí: “Es de vencidos la ira, y de la fuerza verdadera, el reposo y la serenidad”.

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