La destra boliviana e la sua «giocata cantata»

Per mercoledì 23 ottobre le organizzazioni sociali della Bolivia hanno convocato il popolo a una mobilitazione di massa per difendere il trionfo elettorale del suo presidente Evo Morales

Elson Concepción Pérez

La sola cosa precisa che la destra boliviana ha espresso è stata la sua assicurazione che «non avrebbe riconosciuto il risultato elettorale, se Evo Morales avesse vinto».

Questa è senza dubbio la filosofia della canterellata democrazia neoliberale nemica dei popoli e con doti dittatoriali, quando i suoi rappresentanti non sono beneficati dall’appoggio del popolo.

Dato che raccoglie l’espressione popolare, è una “giocata cantata”, un indice appoggiato da coloro che aiutano sino in fondo questa destra per trasformare la Bolivia di Evo, il paese con la maggior crescita in tutta la regione, con passi avanti sociali e rispetto internazionale, in un simbolo dell’instabilità, sulle stile di Ecuador, Cile, Brasile e Argentina.

Ci sono media della stampa internazionale come BBC Mundo, che intitolano «Mesa denuncia una frode scandalosa nel conteggio dei voti e la OSA mostra la sua profonda preoccupazione».

Intanto, elementi dell’estrema destra hanno cominciato a realizzare azioni violente. Nel caso della OSA di Luis Almagro, specializzata nella sviolinata e nella semina di dubbi,lui ha detto d’essere sorpreso per il cambio drastico e difficile da giustificare nella tendenza dei risultati preliminari I dati offerti dal TSE dopo l’indice di 24 ore, secondo la OSA presentano un cambio inesplicabile di tendenza che modifica drasticamente il destino dell’ elezione e genera una perdita di fiducia nel processo elettorale.

Dando per certa la seconda tornata, che Carlos Mesa di destra aveva già festeggiato, il rappresentante della OSA ha segnalato in anticipo che:

«Opportunamente, la missione che presiedo darà una relazione con raccomandazioni prima della seconda votazione».

Morales invece ha affermato che: « Abbiamo vinto di nuovo e sono quattro elezioni consecutive che vinciamo: è storico e inedito».

«Lo sforzo e l’impegno con la Bolivia non sono stati invano, abbiamo affrontato tante menzogne, ma il popolo boliviano ugualmente si è imposto per continuare con il processo di cambio», ha detto Evo.

Per mercoledì 23 ottobre le organizzazioni sociali della Bolivia hanno convocato il popolo a una mobilitazione di massa per difendere il trionfo elettorale del suo presidente Evo Morales.

Ancora una volta si tratta di salvaguardare un progetto il cui unico beneficato è il popolo, ben differente dal progetto dell’aspirante Carlos Mesa che avrebbe favorito un ritorno al neoliberalismo, la consegna del paese al FMI e la rinuncia ai programmi sociali. La destra deve convincersi che il popolo ha votato per Evo e se è intelligente deve risolvere le differenze con il dialogo e non con la violenza.


Díaz-Canel ha felicitato Evo Morales per il suo trionfo elettorale

 

Telesur  ha informato che il Presidente della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha inviato un messaggio di felicitazioni al suo omologo della Bolivia, Evo Morales, per la vittoria nelle elezioni generali di domenica 20.

Il dignitario cubano, che sta realizzando un giro per vari paesi europei, ha segnalato che la vittoria di Evo e del Partito Movimento al Socialismo (MAS) è la «vittoria di una Bolivia plurinazionale e della sua opera di giustizia sociale, ampia, profonda e progressiva. È una vittoria dell’America Latina».

Nel suo account ufficiale di Twitter, Díaz-Canel ha segnalato che la Bolivia è sempre a sinistra nella mappa politica latinoamericana.

«Nonostante la guerra mediatica della destra continentale, Evo ha vinto per la quarta volta. Tanti auguri fratello Presidente», ha aggiunto.

Evo Morales ha vinto le elezioni di domenica 20 con il 46.86 per cento dei voti cioè con una differenza di dieci punti su Carlos Mesa, che ha permesso di non dover realizzare la seconda tornata, stando ai conteggi preliminari.

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