Fascisti e razzisti hanno effettuato il golpe del litio in Bolivia

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Il leader socialista boliviano Evo Morales affermava che il suo “peccato” fu nazionalizzare le risorse naturali e distribuire ricchezza.

Durante la prima conferenza stampa dopo l’arrivo in Argentina, il presidente deposto della Bolivia Evo Morales analizzava le circostanze del colpo di Stato e ricordava i risultati della sua presidenza, dal 22 gennaio 2006 al 10 novembre 2019.


“Sfortunatamente, né l’intelligence della polizia né l’intelligence dell’esercito ci avvertirono che si avvicina il colpo di Stato”, aveva detto Morales.

Il leader del Movimento al Socialismo (MAS) osservò che il colpo di Stato fu la risposta reazionaria dei settori fascisti e razzisti ai cambiamenti strutturali che guidava in Bolivia.

“Il nostro peccato, il nostro crimine, è di essere un indigeno e di aver iniziato i cambiamenti con la partecipazione del popolo boliviano”, osservava. L’ex-presidente della Bolivia difese i risultati del suo mandato, che non erano basati sulle politiche solitamente raccomandate dal Fondo monetario internazionale (FMI).

“Abbiamo nazionalizzato l’energia e l’acqua, che in precedenza erano state privatizzate. Abbiamo detto che un altro mondo è possibile senza il FMI”.

Il leader del MAS spiegava che la risposta violenta delle classi alte boliviane è legata alla costruzione di uno Stato inclusivo, alla difesa delle risorse collettive e alla ridistribuzione della ricchezza.

“Abbiamo fatto tre cose importanti: nel campo politico, rifondato la Bolivia. Ci siamo lasciati alle spalle uno Stato coloniale e creato uno plurinazionale. Nel campo economico, promosso le nazionalizzazioni. E, soprattutto, nel campo sociale raggiunto la ridistribuzione della ricchezza”. “Sebbene il sistema capitalista proclami la pace, sono convinto che non ci sarà pace se non ci sarà giustizia sociale, se ci sarà il saccheggio delle risorse naturali e se ci saranno basi militari”. Su quest’ultimo, Morales spiegava che il colpo di Stato contro di lui era proprio “il golpe del litio”.

I beneficiari della distruzione della democrazia in Bolivia cercano di appropriarsi di un minerale il cui “valore è aumentato notevolmente nei mercati internazionali negli ultimi anni perché materia prima fondamentale” nella produzione di tecnologie ecologiche e batterie elettriche. Il leader socialista ricordava che il suo governo è riuscito a ridurre la povertà estrema dal 38,2% nel 2006 al 15% nel 2018.

Sulle elezioni presidenziali di ottobre, Morales ribadiva la sua vittoria al primo turno, nonostante le accuse di brogli, incoraggiate dall’Organizzazione degli Stati americani (OSA).

“Abbiamo vinto al primo turno. Secondo l’OSA, tuttavia, vincere con un ampio margine è broglio elettorale… l’OSA affermava che c’era stato il broglio perché in 225 seggi il MAS ottenne tra il 70 e il 90 percento dei voti. Nelle campagne, abbiamo persino ottenuto di più… La vera frode è il rapporto dell’OSA”.

Sulla base di questa esperienza storica, Morales avvertiva i progressisti latinoamericani che non ci si può fidare dell’OSA e chiesto la formazione di una missione internazionale per garantire elezioni trasparenti nel suo Paese. “Abbiamo bisogno di una missione elettorale delle Nazioni Unite, degli inviati di Papa Francesco e dei rappresentanti dei Paesi amici per garantire che ci siano elezioni libere e trasparenti e che i risultati vengano rispettati”, affermava Morales. Il presidente boliviano deposto era arrivato in Argentina dal Messico, dopo aver ricevuto l’asilo dal governo Alberto Fernandez, che aveva assunto la presidenza il 10 dicembre.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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