Le tensioni manifestate nel 2019, che hanno avuto come principale detonante il malato incremento del blocco contro l’Isola, hanno comportato un acuto sguardo all’interno ed una forte scossa ai nostri modi di fare, come unico modo possibile per superare gli ostacoli
Leidys María Labrador Herrera www.granma.cu
Resilienza, proattività, flessibilità e articolazione dei processi, creatività, potrebbero essere alcuni termini che definiscono l’economia cubana nel calendario che abbiamo appena salutato. Le tensioni manifestate nel 2019, che hanno avuto come principale detonante il malato incremento del blocco contro l’Isola, hanno comportato un acuto sguardo all’interno ed una forte scossa al nostro modo di fare, come unico modo possibile per superare gli ostacoli.
Logicamente, sebbene alcune misure abbiano risposto a complesse e specifiche problematiche, va detto che ciò che è stato raggiunto fa anche parte del graduale ed imprescindibile aggiornamento del Modello Economico e Sociale che è, in definitiva, la garanzia di sostenibilità del socialismo cubano.
Ecco perché dalla stessa elaborazione ed approvazione del Piano 2019, abbiamo optato per l’obiettività, per legarlo alla realtà, senza mancare di proteggere i settori prioritari, garantendo loro un maggior protagonismo nella pianificazione alle entità dalla base, ma chiaramente che gli inadempimenti non potevano caricarsi sulle spalle dello Stato, come spesso si era solito fare.
Lo scorso anno è stata combattuta una lotta senza quartiere contro la mentalità importatrice, che al di là dei significativi e quasi insostenibili costi per il paese, costituisce un ostacolo allo sviluppo dell’industria nazionale, al massimo utilizzo delle sue capacità ed alla scoperta di un potenziale ancora non sfruttato in tutta la sua capacità ed in cui riposano innumerevoli riserve essenziali per dare dinamismo alla nostra economia.
È innegabile che si è anche lavorato duramente nel riordinamento del lavoro autonomo, dalla prospettiva che costituisce un settore i cui contributi sono essenziali per lo sviluppo del paese, che generano beni e servizi per il popolo e costituiscono una notevole fonte di impiego. Tuttavia, è chiaro che l’impresa statale socialista è e continuerà ad essere il principale sostegno del Modello Economico Cubano, benché esista una volontà di facilitare l’instaurazione di relazioni di queste, con forme di gestione non statale.
Tra le strategie economiche di impatto del recente concluso calendario c’era l’approvazione di 28 misure, volte al miglioramento delle imprese statali. Alcune di esse dirette, ad esempio, alla configurazione di schemi di filiere produttive, a dare priorità con risorse finanziarie e materiali a quelle industrie le cui produzioni sono destinate all’esportazione, garantire i prodotti di prima necessità per il popolo, dare priorità al turismo per il suo alto impatto per lo sviluppo del paese, tra altri di pari valore e pertinenza.
Nel caso del turismo, è necessario una digressione, poiché risulta imprescindibile menzionare che tra le linee direttrici che governano oggi l’economia cubana, si persegue precisamente che ogni volta sia minore la componente importata, destinata al funzionamento del settore, per cui si necessita una maggiore risposta dell’industria e dei produttori nazionali, per detenere la valuta immessa senza necessità di reimpiegarla in importazioni.
Questa immersione nella profondità dei processi implica un’analisi che comprende i tre sistemi che compongono la pianificazione economica: la macro, la media e la micro, come segno che tutti gli attori che si integrano a quei livelli e tra di loro, svolgono un ruolo fondamentale. Quindi, la pianificazione all’interno dell’economia passa ad essere un processo dialettico, collegiale, che apre spazio anche alla creatività.
Non sorprende quindi che si crei un ambiente favorevole alle iniziative di sviluppo locale, che si fomenti dalla base l’identificazione di possibili elementi esportabili e che si proteggano e rafforzino quelli esistenti. Sebbene valga la pena sottolineare con trasparenza che ancora non sono stati compiuti progressi significativi nell’individuazione di prodotti esportabili, capaci di generare le entrate che, in definitiva, costituiscono la dimostrazione tangibile della crescita economica.
Tuttavia, vale la pena notare che Cuba si consolida come una destinazione sicura per gli investimenti stranieri, con un attraente e vario portafoglio di opportunità poiché è questo un modo imprescindibile per l’ottenimento di finanziamenti, in vari settori come l’industria, il turismo o le fonti rinnovabili di energia. Tuttavia, costituisce una sfida, nella misura in cui i beni ed i servizi necessari a sostenere le produzioni, risultato di quei processi di investimento, possano essere acquisiti all’interno del paese e non importati ciò che favorisce inoltre la concatenazione con l’industria nazionale.
Può anche qualificarsi come una misura di grande impatto l’inizio delle vendite in valuta estera. L’apertura in tutto il paese, di negozi per l’offerta di prodotti in Moneta Liberamente Convertibile (MLC), favorisce la necessaria captazione di valute fresche che in precedenza lasciavano il paese, a fini di importazione e vendita irregolare di attrezzature che non erano disponibili sul mercato nazionale. Allo stesso modo, può vedersi come una significativa opportunità affinché l’industria nazionale anche produca, in modo efficiente e competitiva, avendo come destinazione detto commercio interno in divise.
Quello che ci ha segnato
Indubbiamente, un evento verificatosi a metà anno ha segnato, in maniera significativa, oltre 1400000 cubani. Mentre gli increduli e malintenzionati critici della Rivoluzione parlavano di un ritorno al periodo speciale, lo Stato cubano ha risposto con l’auspicato e necessario aumento salariale del settore finanziato.
La misura ha indubbiamente influenzato l’interno di migliaia di famiglie ed ha dimostrato, ancora una volta, il carattere profondamente umanistico della nostra opera. Per la sua reale efficacia, è stato necessario uno sforzo che consentisse stabilità nella offerta e garanzia di beni e servizi, al fine di evitare eccessi di liquidità e la conseguente inflazione. Tradotto per il buon cubano, in modo che ci fosse denaro ed in cosa spenderlo.
Nel frattempo, gli USA imperversano con la loro ostilità: sospensione delle crociere, dei voli a praticamente l’intera isola, in breve, una misura dopo l’altra, ci sopravvennero a valanga ma, senza dubbio, la situazione più complessa è stata data dalla caccia alle streghe per impedire l’entrata di combustibile a Cuba.
Descrivere i momenti difficili vissuti a causa di questa situazione, sarebbe un più, date le esperienze personali che ogni cubano può apertamente narrare. Tuttavia, la migliore di tutte è stata che si è consolidata la nostra solidarietà, il nostro sostegno alla direzione del paese, il nostro spirito di resistenza e la conferma che solo uniti possiamo affrontare gli ostacoli.
Al di là degli apprendimenti soggettivi, abbiamo oggettivamente imparato ad essere più efficienti, ad utilizzare le risorse in modo più razionale senza che ciò implicasse rinunciare agli obiettivi prefissati.
Le innegabili sfide
Tutto quanto esposto porta necessariamente a che nel piano dell’economia previsto per questo 2020, si ergano come priorità, ad esempio:
Aumento e diversificazione delle esportazioni.
Efficienza del processo di investimento.
Sostituzione delle importazioni, concentrandosi sui prodotti che oggi vengono importati.
Mantenere ed aumentare le misure di risparmio.
Ridurre le importazioni per il turismo ed aumentare la partecipazione dell’industria nazionale.
Promuovere progetti di sviluppo locale.
Avanzare nell’ordinamento monetario del paese e nel miglioramento dell’impresa statale.
Promuovere i legami tra tutti gli attori economici: settore statale, settore non statale ed investimenti esteri.
Assicurare il rispetto degli ingressi in valuta estera e della circolazione delle merci al dettaglio.
Approfittare del contributo dell’Accademia, del potenziale scientifico e del legame università-impresa.
Tali bilanci non sono altro che la manifesta volontà di Cuba di non rinunciare alle sue aspettative di sviluppo e di ottenere che un’economia sempre più solida possa sostenere tutta la grandezza di questa opera, che tanto bene ha fatto a favore del suo popolo e dell’umanità.
Con o senza blocco, qualunque sia la figura che sia a capo dell’amministrazione imperiale, e al di là delle continue sfide imposte dalle variabili dell’economia mondiale e dai suoi centri di potere, dobbiamo capire che il modello economico cubano deve continuare a migliorarsi e riordinare i suoi processi, con il conseguente protagonismo del fattore umano.
La storia, il contesto attuale, 2019 e gli anni a venire ci danno la convinzione che sia possibile e che, come ha ripetutamente affermato il presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez, le formule neoliberali non saranno mai un’opzione per il nostro paese. Cuba è e continuerà ad essere un territorio libero dal neoliberalismo.
Fonti: Rapporto del Ministro dell’Economia e Pianificazione nella più recente sessione dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare; sito web del Ministero dell’Economia e della Pianificazione e sito web della Commissione Permanente per l’Implementazione e Sviluppo, Cuba Cresce.
Cuba, territorio libre de neoliberalismo
Las tensiones manifestadas en 2019, que tuvieron como detonante principal el enfermizo recrudecimiento del bloqueo contra la Isla, implicaron una aguda mirada a lo interno y una fuerte sacudida de nuestros modos de hacer, como único modo posible de sobreponernos a los obstáculos
Autor: Leidys María Labrador Herrera
Resiliencia, proactividad, flexibilización y articulación de los procesos, creatividad, pudieran ser algunos términos que definan a la economía cubana en el calendario que recién despedimos. Las tensiones manifestadas en 2019, que tuvieron como detonante principal el enfermizo recrudecimiento del bloqueo contra la Isla, implicaron una aguda mirada a lo interno y una fuerte sacudida de nuestros modos de hacer, como único modo posible de sobreponernos a los obstáculos.
Lógicamente, aunque algunas medidas respondieron a complejas y puntuales problemáticas, hay que decir que lo logrado forma parte también de la paulatina e imprescindible actualización del Modelo Económico y Social que es, en definitiva, la garantía de sostenibilidad del socialismo cubano.
Fue por ello que desde la propia elaboración y aprobación del Plan 2019, se apostó por la objetividad, por aterrizarlo a la realidad, sin desproteger a los sectores priorizados, otorgándole un mayor protagonismo en la planificación a las entidades desde la base, pero con claridad meridiana de que los incumplimientos no podían cargarse a las espaldas del Estado, como muchas veces se acostumbraba a hacer.
Una lucha sin cuartel ha sido el pasado año contra la mentalidad importadora, que más allá de los significativos y casi insostenibles costos al país, constituye un obstáculo al desarrollo de la industria nacional, al máximo aprovechamiento de sus capacidades, y al descubrimiento de un potencial aún sin explotar en toda su capacidad, y en el que descansan innumerables reservas imprescindibles para dinamizar nuestra economía.
Es innegable que se trabajó también con fuerza en el reordenamiento del trabajo por cuenta propia, desde la perspectiva de que constituye un sector cuyos aportes son imprescindibles para el desarrollo del país, de que generan bienes y servicios para el pueblo, y constituyen, además, una notable fuente de empleos. No obstante, queda claro que es y seguirá siendo la empresa estatal socialista el principal sostén del Modelo Económico Cubano, aunque existe una voluntad para facilitar el establecimiento de relaciones de estas, con formas de gestión no estatal.
Entre las estrategias económicas de impacto del recién concluido calendario estuvo la aprobación de 28 medidas, destinadas al perfeccionamiento de las empresas estatales. Algunas de ellas dirigidas, por ejemplo, a la configuración de esquemas de encadenamientos productivos, a priorizar con recursos financieros y materiales a aquellas industrias cuyas producciones están destinadas a la exportación, garantizar los productos de primera necesidad para el pueblo, dar prioridad al turismo por su alto impacto para el desarrollo del país, entre otras de igual valor y pertinencia.
En el caso del turismo es necesario un aparte, pues resulta imprescindible mencionar que entre las líneas directrices que rigen hoy la economía cubana, se persigue precisamente que cada vez sea menor el componente importado, destinado al funcionamiento del sector, por lo que se necesita una mayor respuesta de la industria y los productores nacionales, para retener la divisa ingresada sin necesidad de emplearla nuevamente en importaciones.
Esta inmersión a lo profundo de los procesos trae implícito un análisis que abarca los tres sistemas que componen la planificación económica: el macro, el meso y el micro, como muestra de que todos los actores que se integran a esos niveles y entre ellos, desempeñan un papel fundamental. De ahí que la planificación dentro de la economía pase a ser un proceso dialéctico, colegiado, que abra espacio también a la creatividad.
No es de extrañar entonces que se cree un ambiente propicio para las iniciativas de desarrollo local, que se fomente desde la base la identificación de posibles renglones exportables y que se protejan y fortalezcan los ya existentes. Aunque vale destacar con transparencia que aún no se ha logrado un avance significativo en la identificación de rubros exportables, capaces de generar los ingresos que, en definitiva, constituyen la muestra tangible del crecimiento económico.
Sin embargo, vale destacar que Cuba se consolida como un destino seguro para la inversión extranjera, con una atractiva y variada cartera de oportunidades, ya que es esta una vía imprescindible para la obtención de financiamientos, en diversos renglones como por ejemplo la industria, el turismo o las fuentes renovables de energía. No obstante, constituye un reto, en la medida en que los bienes y servicios necesarios para respaldar las producciones, fruto de esos procesos inversionistas, puedan ser adquiridos dentro del país, y no importados lo cual favorece además el encadenamiento con la industria nacional.
También puede calificarse como una medida de gran impacto el inicio de las ventas en divisas. La apertura en todo el país de establecimientos para la oferta de productos en Moneda Libremente Convertible (mlc), propicia una necesaria captación de divisas frescas que antes salían del país, con fines de importación y venta irregular de equipos que no estaban disponibles en el mercado nacional. De igual manera, puede verse como una significativa oportunidad para que la industria nacional también produzca, de forma eficiente y competitiva, teniendo como destino dicho comercio interno en divisas.
Lo que nos marcó
Sin duda un acontecimiento acaecido a mitad de año marcó significativamente a más de un millón 400 000 cubanos. Mientras los incrédulos y malintencionados críticos de la Revolución hablaban de un retorno al periodo especial, el Estado cubano respondió con el ansiado y necesario aumento salarial al sector presupuestado.
La medida impactó sin duda alguna a lo interno de miles de familias, y demostró una vez más el carácter profundamente humanista de nuestra obra. Para su real efectividad, fue necesario un esfuerzo que permitiera estabilidad en la oferta y garantía de bienes y servicios, con el fin de evitar excesos de liquidez y la consiguiente inflación. Traducido al buen cubano, para que hubiera dinero y en qué gastarlo.
En tanto, Estados Unidos arreciaba con su hostilidad: suspensión de viajes de cruceros, de vuelos a prácticamente toda la Isla, en fin, una medida tras otra, se nos sobrevinieron en avalancha pero, sin duda, la situación más compleja estuvo dada por la cacería de brujas para impedir la entrada de combustible a Cuba.
Describir los momentos difíciles vividos a causa de esta coyuntura, estaría de más, dadas las experiencias personales que cada cubano puede abiertamente narrar. No obstante, la mejor de todas fue que se consolidó nuestra solidaridad, nuestro apoyo a la dirección del país, nuestro espíritu de resistencia y la confirmación de que solo unidos podemos enfrentar los obstáculos.
Más allá de los aprendizajes subjetivos, aprendimos objetivamente a ser más eficientes, a utilizar de modo más racional los recursos sin que ello implicara renunciar a las metas trazadas.
Los retos innegables
Todo lo antes expuesto conduce necesariamente a que en el plan de la economía previsto para este 2020, se erijan como prioridades, por ejemplo:
Incremento y diversificación de las exportaciones.
Eficiencia del proceso inversionista.
Sustitución de importaciones, concentrándose en los productos que hoy se importan.
Mantener e incrementar las medidas de ahorro.
Disminuir la importación para el turismo y aumentar la participación de la industria nacional.
Potenciar los proyectos de desarrollo local.
Avanzar en el ordenamiento monetario del país y el perfeccionamiento de la empresa estatal.
Fomentar los vínculos entre todos los actores económicos: sector estatal, sector no estatal e inversión extranjera.
Asegurar el cumplimiento de los ingresos en divisas y de la circulación mercantil minorista.
Aprovechar el aporte de la academia, el potencial científico y el vínculo universidad-empresa.
Tales presupuestos no son más que la voluntad manifiesta de Cuba de no renunciar a sus expectativas de desarrollo, y de lograr que una economía cada vez más sólida pueda sustentar toda la grandeza de esta obra, que tanto bien ha hecho en favor de su pueblo y de la humanidad.
Con bloqueo o sin él, sea cual sea la figura que esté al frente de la administración imperial, y más allá de los retos constantes que imponen las variables de la economía mundial y sus centros de poder, nos toca comprender que el modelo económico cubano debe seguir perfeccionándose, y reordenar sus procesos, con el consiguiente protagonismo del factor humano.
La historia, el contexto actual, 2019 y los años por venir nos dan la convicción de que es posible, y de que, como ha expresado en reiteradas ocasiones el Presidente cubano, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, las fórmulas neoliberales nunca serán para nuestro país una opción. Cuba es, y seguirá siendo, territorio libre de neoliberalismo.
Fuentes: Informe del Ministro de Economía y Planificación en la más reciente sesión de la Asamblea Nacional del Poder Popular; sitio web del Ministerio de Economía y Planificación, y sitio web de la Comisión Permanente para la Implementación y Desarrollo, Cuba Crece.
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