La Serie dei Caraibi è cominciata senza Cuba

Prese misure per far sì che nessun portoricano protesti per la situazione del suo paese durante la realizzazione della Serie, con la scusa che si tratta di un incontro sportivo, culturale, amichevole e non politico.

Sabato  1  febbraio è cominciata a Portorico la serie dei Caraibi di baseball, la stessa da cui, per le pressioni degli Stati Uniti, Cuba è stata esclusa con una riprovevole esclusione politica.

Cuba nel 1949 offerse L’Avana come sede della prima edizione del classico ed oggi è stata messa fuori dalla Serie, che si gioca nello stadio Hiram Bithorn.

Non va dimenticato che nel 1966 il governo statunitense negò i visti a Cuba per partecipare ai Giochi Centroamericani e dei Caraibi in Portorico, ingiustizia che originò la storica prodezza della nave Cerro Pelado, quando gli sportivi sbarcarono in terra portoricana per competere in franca amicizia mentre erano assediati dagli aerei degli USA.

Sabato 1 febbraio è cominciata la serie dei Caraibi.

Di fronte alla  decisione d’escludere Cuba, è vergognoso il reclamo «trattiamo con la maggior volontà che non divenga (la serie dei Caraibi) un fatto politico»,  reclamo espresso da Anaymir Muñoz, vicepresidente del MB Sports, impresa promotrice della competenza.

Per timore che gli sportivi manifestino contro i maltrattamenti sofferti da Portorico con le amministrazioni del precedente governatore Roberto Roselló e ora con Wanda Vázquez, «non si permetterà l’entrata nello stadio a persone che insistano nell’introdurre cartelli che violino questo codice di condotta e  quei fanatici che li esibiscono nelle installazioni e rifiutino di toglierli potranno essere espulsi dallo stadio se non obbediranno alla primo avviso».

Il popolo di Portorico non dimentica che nel mezzo della distruzione provocata dall’uragano Maria, con un saldo di circa 300 persone scomparse, il presidente statunitense Donald Trump  in visita nell’isola tirò  rotoli di carta igienica ai danneggiati, mentre imperavano la distruzione e la disperazione.

Anaymir Muñoz ha cercato di convincere che questo codice di condotta nella Serie dei Caraibi non è relazionato alle manifestazioni che “alcuni portoricani” avevano organizzato l’anno scorso  contro Roselló e Wanda.

Che cosa preoccupa la Muñoz?

«Se vengono paesi stranieri cercheremo di evitarlo. Cerchiamo di far sì che l’evento sia sportivo, culturale, amichevole e non politico», ha specificato.

Le crederà forse il popolo di Portorico?

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