Ritorno alla politica dello scontro

Salim Lamrani  www.cubadebate.cu

Nel 2014 l’amministrazione Obama ha adottato misure senza precedenti a favore di una normalizzazione delle relazioni tra USA e Cuba e così ha risposto alla unanime richiesta della comunità internazionale, che ha sempre sostenuto una soluzione pacifica al conflitto asimmetrico che oppone Washington all’Avana da circa sei decenni. Nel marzo 2016, il presidente democratico ha persino realizzato un viaggio storico a Cuba, per la prima volta dalla visita di Calvin Coolidge nel 1928, suggellando così la volontà ufficiale della Casa Bianca di trovare un’uscita positiva.

Così, nel giro di due anni Barack Obama ha riaperto un’ambasciata all’Avana, ha soppresso Cuba dalla lista dei paesi che sponsorizzano il terrorismo, alleggerendo un poco le sanzioni economiche, ha ristabilito i voli commerciali diretti tra i due paesi, ampliato le categorie (12 in totale) di cittadini statunitensi autorizzati a recarsi sull’isola ed ha dato il suo consenso per alcuni investimenti a Cuba. Il mondo intero ha applaudito l’abbandono di una politica di anacronistica ostilità che risale alla Guerra Fredda, crudele in quanto colpisce le categorie più vulnerabili della popolazione cubana ed illegale poiché contravviene ai principi elementari del diritto internazionale pubblico.

Qual è stata la politica di Donald Trump verso Cuba dalla sua ascesa al potere nel 2017? Quali decisioni ha preso dopo essersi mostrato molto critico con le misure adottate del suo predecessore, che ha considerato concessioni al “regime cubano”?

Senza sorpresa, la presa di possesso di Donald Trump ha segnato una svolta di 180° nella politica estera USA verso Cuba. Lungi dal proseguire con la politica di riavvicinamento avviata da Obama, al contrario, ha proceduto ad un indurimento delle sanzioni contro l’isola attaccando le tre principali fonti di reddito del paese: la cooperazione medica internazionale, i trasferimenti di rimesse provenienti dalla comunità cubana negli USA ed il turismo.

Inoltre, l’amministrazione Trump ha deciso applicare il Titolo III della legge Helms-Burton, che consente che le società straniere con interessi a Cuba siano perseguite dinanzi ai tribunali USA, con l’obiettivo di privare l’Avana di qualsiasi investimento straniero. La Casa Bianca ha inoltre adottato misure per privare Cuba delle risorse energetiche sanzionando le società petrolifere e le navi che intrattengono rapporti commerciali con la nazione caraibica, generando gravi penurie per la popolazione.

Pressioni sulla cooperazione medica cubana

Cooperazione medica cubana: un pilastro della politica estera

Dal 1969 e l’invio della prima brigata medica in Cile dopo un terremoto, Cuba ha fatto della solidarietà internazionale con i popoli del Sud un pilastro della sua politica estera. Da quella data 407000 professionisti della salute hanno lavorato in 164 paesi in tutti i continenti. Nel 2019, oltre 29000 di loro erano in 66 nazioni. La solidarietà ed il mutuo vantaggio sono i due principi che regolano questa cooperazione. Così, il servizio è gratuito per i paesi con risorse limitate, in particolare alcuni paesi dell’Africa.

Invece, ha un costo per le nazioni che dispongono dei mezzi per retribuire questa cooperazione, come ad esempio il Brasile. Col tempo, la cooperazione internazionale cubana, principalmente medica, si è convertita nella prima fonte di ingressi dell’isola, per un importo di circa 7000 milioni di dollari.

Oltre a questa cooperazione basata sull’invio di personale medico, Cuba ha sviluppato, dal 1988, il Programma Integrale di Salute per i paesi dell’America Centrale e dei Caraibi, dopo l’uragano Mitch che ha distrutto la regione, e poi si è esteso ad altri continenti. Con il sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Cuba ha lanciato campagne di vaccinazione in tutto il mondo per proteggere le popolazioni più vulnerabili. In totale, 44 paesi hanno beneficiato di questo programma che ha offerto una copertura medica completa a decine di milioni di persone.

Sempre nel 1998 Cuba ha creato la Scuola Latinoamericana di Medicina (ELAM), il cui ruolo è formare studenti di medicina provenienti dai paesi del Terzo Mondo e persino dagli USA. Così, nel 2019, Cuba ha formato nelle sue diverse università, nell’area della salute, più di 35000 persone di 136 nazioni del mondo. Secondo le Nazioni Unite, “l’ELAM è la scuola di medicina più avanzata del mondo”.

Margaret Chan, direttrice generale dell’OMS, ha sottolineato il lavoro svolto dall’ELAM ed ha elogiato la politica cubana ed il suo impegno nella cooperazione Sud-Sud: “Non conosco nessun’altra scuola di medicina con una politica di ammissione che dia priorità ai candidati provenienti dalle comunità povere e che sappiano, in prima persona, cosa significhi vivere senza accesso alle cure mediche di base. Per la prima volta se sei povero, se sei una donna o se provieni da una popolazione indigena, disponi di un preciso vantaggio. È un’etica istituzionale che fa di questa scuola un’entità unica”.

Nel 2004, Cuba ha lanciato con il Venezuela l’Operazione Miracolo, che consiste nell’operare persone vittime di cataratta ed altre malattie agli occhi e che non hanno le risorse per farsi operare. Da quella data oltre sei milioni di persone provenienti da 34 paesi hanno potuto recuperare la vista grazie ai medici cubani. Nessun altro paese al mondo ha avviato un’operazione umanitaria di tale portata con risultati così tangibili.

Nel 2014 i medici cubani hanno svolto un ruolo fondamentale nella lotta contro l’epidemia di Ebola nell’Africa occidentale, in particolare in Liberia, Guinea e Sierra Leone. A seguito dell’appello dell’OMS, l’Avana ha inviato 168 medici della Brigata Henry Reeve, creata nel 2005 dopo l’uragano Katrina che ha devastato gli USA, per aiutare le vittime di catastrofi naturali. L’isola dei Caraibi ha inviato tanti dottori quanti la somma di quelli inviati da tutti gli altri paesi messi insieme.

Gli USA, attraverso la voce del presidente Barack Obama, ha sottolineato l’impegno umanitario di Cuba nella lotta contro l’Ebola: “Voglio esprimere la mia gratitudine ai medici cubani che si sono offerti volontari e sono stati coinvolti in missioni molto difficili per salvare vite umane nell’Africa occidentale insieme a noi e ad altri paesi. Apprezziamo molto il lavoro svolto. Nessuno può negare il servizio che migliaia di medici cubani hanno fornito ai poveri ed alle popolazioni sofferenti”.

Nel 2017, l’OMS ha consegnato a Cuba il Premio per la Salute Pubblica, la più alta distinzione assegnata dall’istituzione, per la sua opera contro l’Ebola. Ha spiegato le ragioni: “L’esperienza internazionale di Cuba in materia di emergenze mediche è iniziata più di 50 anni prima della creazione del contingente Henry Reeve […]. Ciò ha segnato l’inizio della prospettiva internazionalista e della cooperazione sanitaria di Cuba. Dalla sua creazione […] 24 contingenti costituiti da 7000 squadre hanno fornito volontariamente il loro supporto in 21 paesi […].

Più di recente, nel 2014, Il Contingente Henry Reeve ha risposto al virus Ebola in Africa occidentale, dove oltre 250 professionisti della salute hanno lavorato con le comunità colpite della Sierra Leone, Liberia e Guinea.

Il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon e la Direttrice Generale dell’OMS, la dott.ssa Margaret Chan, hanno chiesto al Generale Raúl Castro Ruz, Presidente di Cuba, che dispiegasse il suo personale medico per combattere l’epidemia di Ebola. La risposta positiva di Cuba è stata immediata.

L’assistenza internazionale fornita da Cuba non diminuisce l’attenzione offerta dal paese alla propria popolazione, che gode di un sistema nazionale di salute universale e gratuito […] che conta su un totale di 493368 operatori sanitari ed un rapporto di 80,2 medici, 15 dentisti e 79,3 infermieri per 10000 abitanti”.

Il Contingente Henry Reeve è intervenuto anche durante il terremoto in Ecuador nel 2016, le inondazioni in Perù nel 2017, l’uragano Maria nei Caraibi ed il terremoto in Messico nel 2017, tra le molteplici emergenze in tutto il mondo.

Le misure ostili dell’amministrazione Trump

Dal suo arrivo al potere, Donald Trump ha deciso di tornare ad una politica aggressiva contro Cuba ed ha puntato alla sua principale fonte di ingresso, la cooperazione medica internazionale. Il 20 luglio 2019, Washington ha deciso di includere l’isola nella lista dei paesi responsabili della tratta di esseri umani. Secondo la Casa Bianca, la cooperazione medica cubana nel mondo equivale alla tratta di esseri umani ed al “lavoro forzato”.

Il 26 settembre 2019, il Dipartimento di Stato ha lanciato un appello pubblico a tutti i paesi chiedendo loro che interrompessero la loro cooperazione medica con Cuba, accusando l’isola di “tratta di medici” e di “moderna schiavitù”.

Gli USA non hanno nascosto il loro vero obiettivo, che è attentare contro l’economia del paese facendo pressione sulle nazioni che beneficiano di questi servizi: “Questi programmi impiegano fino a 50000 professionisti della salute in oltre 60 paesi e sono la principale fonte di ingressi per il regime cubano. […] Il Governo ha raccolto 7,2 miliardi di $ in un anno”.

In precedenza, Washington aveva esercitato pressioni su diversi paesi dell’America Latina per porre fine agli accordi di cooperazione. Il primo paese a piegarsi a questi ordini è stato il Brasile del presidente d’estrema destra Jair Bolsonaro, che ha deciso rompere unilateralmente, a novembre 2018, l’accordo tripartito firmato, nel 2013, dalla sua predecessora Dilma Roussef, Cuba e dalla Organizzazione Panamericana della Salute (OPS).

In cinque anni, 20000 professionisti della salute cubani hanno realizzato oltre 112 milioni di visite in oltre 3600 comuni ed hanno offerto una copertura medica permanente a 60 milioni di brasiliani. D’altra parte, Cuba ha formato un totale di 1214 medici brasiliani. La decisione presa da Brasilia, sotto l’influenza di Washington, priva Cuba di significative entrate ma, soprattutto, priva di assistenza medica decine di milioni di persone.

Nel maggio 2019, gli USA hanno richiesto all’Ecuador che gli fornisse una lista completa degli accordi firmati con Cuba. Pochi mesi dopo, nell’ottobre 2019, il governo di Lenin Moreno ha deciso di porre fine agli accordi di cooperazione medica con Cuba alcuni giorni prima della data di scadenza.

Dall’inizio della collaborazione avviata sotto il governo di Rafael Correa, 3565 medici cubani hanno lavorato nel paese andino ed hanno realizzato 6,7 milioni di visite mediche, offrendo copertura medica a diverse centinaia di migliaia di persone provenienti dai ceti popolari. D’altra parte, 2093 ecuadoriani hanno ottenuto le loro lauree come medici a Cuba.

In Bolivia, dopo il colpo di stato orchestrato contro Evo Morales, nel novembre 2019, il regime golpista ha ordinato a tutti i cooperatori cubani di lasciare il paese il prima possibile. Cuba ha denunciato un totale di 26 gravi incidenti contro il suo personale medico, atti di violenza contro due di loro e l’arresto di 50 collaboratori. Cuba si è vista costretta a rimpatriare urgentemente il proprio personale medico per motivi di sicurezza.

La brigata medica cubana in Bolivia era composta dal 54% di donne su un totale di 406 medici e 208 professionisti della salute. Dal loro arrivo in territorio boliviano, i medici cubani hanno condotto 73 milioni di visite mediche e 1,5 milioni di interventi chirurgici. D’altra parte, 5184 medici hanno ottenuto la laurea presso le università cubane. Il segretario di stato USA Mike Pompeo non ha smesso di congratularsi con la giunta militare boliviana: “Il governo della Bolivia ha annunciato, venerdì, l’espulsione di centinaia di funzionari cubani dal suo paese. È stata una buona decisione. Brava Bolivia! La Bolivia si unisce al Brasile ed all’Ecuador”.

L’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID) ha anche dedicato un budget di tre milioni di dollari per realizzare una campagna internazionale con i governi delle nazioni che hanno firmato accordi con Cuba nel campo della cooperazione medica. L’obiettivo è “promuovere a Cuba, in America Latina e nelle organizzazioni regionali ed internazionali, come la Commissione Interamericana per i Diritti Umani e nel Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU [una politica volta a] far pressione sul regime cubano affinché migliori le condizioni di vita dei medici e di altri lavoratori”.

Nell’ottobre 2019, Washington ha rifiutato di concedere i visti alla delegazione cubana, guidata dal Ministro della sanità pubblica José Ángel Porta, invitata al 57° Consiglio Direttivo dell’OPS. Questa decisione, in violazione delle convenzioni internazionali, ha impedito a Cuba di partecipare al più importante congresso regionale in materia di salute e di presentare il suo punto di vista sulla cooperazione medica.

Nel dicembre 2019, l’Organizzazione degli Stati Americani, entità notoriamente sotto l’influenza USA la cui sede si trova a Washington e di cui Cuba non è membro dalla sua espulsione nel 1962, ha organizzato un forum intitolato “La oscura realtà dietro le missioni mediche cubane”, promuovendo così la campagna diffamatoria lanciata dalla Casa Bianca. L’Avana ha condannato questo nuovo attacco orchestrato dall’amministrazione Trump.

Washington prevede ripristinare il Cuban Medical Professional Parole Program (CMPP), in vigore dal 2006 al 2017, il cui obiettivo è incitare i medici cubani in servizio all’estero a disertare offrendo loro la possibilità di esercitare la propria professione negli USA e privare così Cuba di un prezioso capitale umano. Secondo le autorità USA, “in virtù del programma CPPP, i medici e gli altri professionisti del settore della salute inviati dal Governo di Cuba a lavorare o studiare nei paesi del Terzo Mondo potranno chiedere asilo negli USA”. Pertanto, dal 2006 al 2017, circa 8000 professionisti cubani hanno scelto di beneficiare di questo programma -che includeva il pagamento dei biglietti aerei, le spese legali e la consegna di un visto di viaggio- ed emigrare negli USA.

Reazione dell’Avana

Il Ministero cubano degli esteri ha denunciato la politica interventista e la campagna diffamatoria condotta dagli USA. Secondo L’Avana, Washington ha esercitato pressioni sul Guatemala affinché il paese mettesse fine alla sua cooperazione medica con Cuba. “La persecuzione e la ricerca di informazioni ha incluso tentativi di interrogare il personale cubano, da parte di “diplomatici” USA, negli stessi centri sanitari in cui questo lavora all’estero, anche in Nord Africa e Medio Oriente”, hanno dichiarato le autorità dell’isola.

La diplomazia ha respinto tutte le accuse della Casa Bianca: A Cuba, sono stati formati, gratuitamente, 35613 professionisti della salute provenienti da 138 paesi. Nel caso di nazioni con condizioni economiche più sfavorevoli, Cuba si assume praticamente le spese della collaborazione. Analogamente ed in linea con le concezioni delle Nazioni Unite sulla cooperazione tra paesi in via di sviluppo, questa si offre in altre nazioni sulla base della complementarità e della compensazione parziale per i servizi forniti.

I tecnici ed i professionisti cubani che partecipano a questi programmi lo fanno in modo assolutamente libero e volontario. Durante l’adempimento della loro missione continuano a ricevere integralmente il loro stipendio a Cuba e dispongono, inoltre, di uno stipendio nel paese di destinazione, insieme ad altre prestazioni. Quando Cuba riceve compensazione per la cooperazione prestata, questi collaboratori hanno il merito di fornire un giusto contributo e totalmente legittimo al finanziamento, sostenibilità e sviluppo del sistema sanitario di massa e gratuito, accessibile a tutti i cubani, così come per i programmi di cooperazione che si svolgono, senza alcun pagamento al nostro paese, in molte parti del mondo.

Una cooperazione medica sottolineata dalle istituzioni internazionali

I vari organismi internazionali hanno messo in rilievo la cooperazione internazionale di Cuba. “Salvare vite: questo è ciò che Cuba fa qui e nel mondo”, segnalano le Nazioni Unite, aggiungendo che l’isola “ha una lunga storia di cooperazione” con i paesi del Terzo Mondo. “I medici cubani sono i primi ad arrivare e gli ultimi a ritirarsi” durante le catastrofi naturali, ha dichiarato Ban Ki-moon, allora segretario generale dell’ONU.

Secondo José Di Fabio, rappresentante dell’OMS, “Cuba è un caso separato per la sua capacità di risposta rapida, per la sua volontà politica e per l’esperienza dei medici. Ciò che Cuba è in grado di fare è incredibile. C’è sia la volontà politica [dei dirigenti] e la volontà umana della popolazione. Quando c’è stato un terremoto in Pakistan, 2000 medici sono lì giunti in 48 ore. Sono stati i primi ad arrivare in Pakistan e gli ultimi a lasciare il paese. Sono rimasti presenti sei mesi. Lo stesso è successo ad Haiti”.

Il Programma ONU per lo Sviluppo segnala in un rapporto: La cooperazione offerta da Cuba s’inquadra nel contesto della cooperazione Sud-Sud. Non persegue il profitto, ma si offre come espressione di un principio di solidarietà e, per quanto possibile, basato sulla condivisione dei costi. Per anni, tuttavia, Cuba ha fornito assistenza come donazione ai paesi più poveri ed è stata molto flessibile rispetto alle forme o strutture che la collaborazione può assumere.

In quasi tutti i casi, gli aiuti cubani sono stati gratuiti, sebbene a partire dal 1977, con alcuni paesi ad alto reddito, principalmente petroliferi, si è sviluppata la cooperazione in forma compensata.

L’elevato sviluppo raggiunto da Cuba nel campo della salute, istruzione e sport ha determinato che il maggior peso della cooperazione fosse concentrato in questi servizi, sebbene vi sia stata partecipazione in altri settori come, ad esempio, l’edilizia, la pesca e l’agricoltura.

Attaccando la principale fonte di ingresso dell’isola, l’amministrazione Trump attenta gravemente al benessere della popolazione cubana, la cui economia dipende in gran parte dalla cooperazione medica. Allo stesso modo, Washington priva milioni di persone nel mondo del solo accesso alla salute che disponevano, mettendo così in pericolo la loro vita.

II parte

Nuovi ostacoli migratori e restrizioni alle rimesse verso Cuba

 

Nel marzo 2019, l’ambasciata USA all’Avana ha annunciato che la validità dei visti B2 concessi ai cubani con parenti negli USA sarebbe passata da 5 anni a 3 mesi con un solo ingresso possibile nel territorio. Questa misura rende difficile la possibilità per gli abitanti dell’isola visitare i loro parenti in Florida o altrove. Questa decisione si aggiunge al fatto che Washington ha chiuso i servizi consolari a Cuba, costringendo i candidati ad una visita sul suolo USA a recarsi in Colombia per richiedere un visto, senza alcuna garanzia di ottenere il documento. I costi estremamente elevati associati a questo tipo di procedura fanno sì che questo servizio risulti inaccessibile alla stragrande maggioranza dei cubani, il che crea un nuovo ostacolo alle visite della famiglia e viola gli accordi migratori bilaterali. [1]

La difficoltà di ottenere un visto ha degradato in modo significativo la cooperazione universitaria, scientifica e medica promossa dall’Amministrazione di Obama. Ora gli interscambi hanno raggiunto il livello più basso e molti accordi firmati sotto il mandato democratico sono ora senza effetto. [2]

I trasferimenti di rimesse da parte della comunità cubana installata all’estero costituiscono la seconda fonte d’ingresso dell’isola. L’amministrazione Trump ha deciso di limitare l’importo che un emigrato cubano può inviare alla sua famiglia a $ 1000 al trimestre, il che colpisce gravemente le condizioni di vita della popolazione dell’isola. Questa restrizione è in contrasto con il principio della parità dei diritti riconosciuti dalla Costituzione USA e che riguarda solo i cittadini di origine cubana. In effetti, tutte le altre minoranze negli USA hanno la libertà di trasferire somme senza limiti di importo. D’altra parte, la comunità cubana degli USA non potrà più utilizzare il sistema U-Turn che consente il trasferimento di denaro attraverso una banca USA, anche se l’emittente ed il destinatario del trasferimento finanziario siano cittadini del paese. [3] Secondo le stime del Dipartimento di Stato, i trasferimenti di denaro della comunità cubana rappresentano 3,5 miliardi di $ all’anno. [4]

Nuove restrizioni contro il settore turistico

 

Da giugno 2019, il Dipartimento del Tesoro, attraverso l’Office of Foreign Assets Control (OFAC), proibisce a tutti i tipi di aeromobili o navi privati ​​di recarsi a Cuba. “Agli aerei privati ​​ed aziendali, le navi da crociera, le barche a vela, i pescherecci e altri simili velivoli e imbarcazioni in ​​generale non saranno autorizzati a viaggiare a Cuba”, ondica il documento ufficiale. [5]

Questa decisione colpisce notevolmente il settore turistico, che è la terza fonte di introito per l’isola. Le quattro compagnie di crociera USA hanno dovuto annullare tutte le visite programmate all’Avana a pena di pesanti sanzioni, privando così gli abitanti della capitale di un importante contributo turistico e privando i cittadini USA della possibilità di scoprire l’isola più grande nei Caraibi. [6]

Nello stesso mese di giugno 2019, l’OFAC ha annunciato l’imposizione di sanzioni per diverse centinaia di migliaia di dollari contro gruppi specializzati nel turismo internazionale Expedia, Hotelbeds USA e Cubasphere per violazione delle norme sulle sanzioni economiche contro Cuba. [7]

D’altra parte, dal 10 dicembre 2019, il Dipartimento di Stato ha vietato tutti i voli commerciali regolari tra USA e Cuba, ad eccezione dell’Avana. Tutti i voli commerciali che collegavano gli USA alle città di Santa Clara, Holguin e Camaguey sono stati cancellati. [8] Un mese dopo, il 10 gennaio 2020, questo divieto è stato esteso ai voli charter. [9] L’obiettivo è limitare al massimo le possibilità di viaggio a Cuba sia per la comunità cubana degli USA che per i cittadini di quel paese.

A seguito delle pressioni esercitate da Washington e delle minacce di giudizio dinanzi ai tribunali USA [10], la società turistica tedesca Trivago ha eliminato Cuba dal suo sistema di prenotazione. Pertanto, uno dei principali siti turistici online del mondo non fa più riferimento all’isola dei Caraibi, ciò che avrà inevitabilmente un impatto su questo settore vitale per l’economia cubana. [11]

Dal 2017, il Dipartimento di Stato ha stabilito una lista nera in cui si trovano 211 aziende cubane, tra le quali molte sono collegate al settore turistico, principalmente alberghi. Pertanto, la Compagnia Turistica Habaguanex, il Gruppo Turistico Gaviota – i principali gruppi turistici cubani -, le agenzie turistiche, i principali porti turistici, una decina di negozi di souvenir, nonché i 118 hotel più importanti del paese, sono in questo elenco. La conseguenza è che i cittadini USA hanno un divieto formale di usarli a pena di pesanti multe. [12]

Allo stesso modo, nell’ottobre 2019, diverse compagnie aeree straniere hanno deciso di annullare il contratto di noleggio di aeromobili alla società Cubana de Aviacion dopo le minacce di sanzioni da parte USA. Molti voli internazionali hanno dovuto essere cancellati, il che ha colpito circa 40000 passeggeri e ha causato una perdita economica di circa 10 milioni di dollari nello spazio di due mesi per la compagnia cubana, poiché ha ridotto la sua capacità di trasporto di turisti. [13]

Queste nuove misure restrittive logicamente hanno un impatto negativo sul settore turistico cubano. Pertanto, da gennaio a novembre 2019, il turismo è diminuito dell’8,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ovvero circa 360000 visitatori in meno. Il numero di cittadini USA è diminuito del 20% con oltre 100000 visitatori in meno. [14] Nel 2018, il numero totale di turisti era di 4,7 milioni e ha raggiunto solo i 4,3 milioni nel 2019. Le previsioni ufficiali prevedevano un totale di 5,1 milioni di viaggiatori ed un ingresso di 3000 milioni di dollari. [15]

Applicazione del Titolo III della legge Helms Burton

L’amministrazione Trump ha deciso di attivare il Titolo III della legge Helms-Burton del 1996 che consente di denunciare davanti a tribunali USA le società che realizzano investimenti a Cuba in proprietà nazionalizzate negli anni ’60 e che appartenevano a cittadini USA o a persone che hanno ottenuto la cittadinanza più tardi. L’obiettivo è dissuadere le società straniere dal farsi coinvolgere negli affari con Cuba. Dall’adozione di questa legge con carattere retroattivo – si applica ad eventi verificatisi più di sessant’anni fa – ed extraterritoriale – riguarda tutti i paesi del mondo – vale a dire illegale ai sensi del diritto internazionale pubblico, i vari governi dall’amministrazione Clinton hanno sistematicamente sospeso l’applicazione del Titolo III. A partire dal 2 maggio 2019, la legge Helms-Burton si applica nella sua interezza. [16]

L’Unione Europea ha espresso la sua opposizione alla nuova politica USA ed ha ricordato che violava gli gli accordi firmati nel 1997 e 1998 tra Bruxelles e Washington: “Questa decisione provocherà frizioni inutili e minerà la fiducia verso il socio transatlantico, nonché la prevedibilità di questo”.

L’UE ritiene che l’applicazione extraterritoriale di misure restrittive unilaterali sia contraria al diritto internazionale e farà affidamento su tutte le misure appropriate per reagire agli effetti della legge Helms-Burton, anche per quanto riguarda i suoi diritti nel quadroi dell’OMC e utilizzando la legge di blocco dell’UE. L’UE continuerà a lavorare con i suoi partner internazionali che hanno anche espresso le loro preoccupazioni al riguardo”. [17]

Il Canada, attraverso la sua ministra degli esteri, Chrystia Freeland, ha condannato l’applicazione del Titolo III della legge Helms-Burton ed ha espresso la sua intenzione di difendere gli interessi dei suoi investitori presenti a Cuba:

“Il Canada è profondamente deluso dalla dichiarazione di oggi. Analizzeremo tutte le opzioni per rispondere a questa decisione USA.

“Ho contattato le società canadesi per ribadire che difenderemo pienamente gli interessi dei canadesi che commerciano e svolgono attività di investimento legittime con Cuba.

“La legge Helms-Burton […] ha come obiettivo proibire a tutti i paesi stranieri di impegnarsi nel commercio internazionale con Cuba; sottopone anche i cittadini stranieri a restrizioni di viaggio e li espone a sanzioni finanziarie negli USA”.[18]

In una dichiarazione ufficiale, il Regno Unito ha anche respinto l’applicazione extraterritoriale delle sanzioni economiche:

“Il Regno Unito condivide le preoccupazioni espresse dall’Unione Europea in merito alla dichiarazione USA di applicare il Titolo III della Legge Helms-Burton.

“L’applicazione extraterritoriale delle sanzioni del Titolo III, che riteniamo illegali ai sensi del diritto internazionale, minaccia le società britanniche ed europee che fanno affari legittimi con Cuba in quanto le espone a sanzioni dinanzi ai tribunali USA. Collaboreremo con l’Unione Europea per proteggere gli interessi delle nostre aziende.

“Il Regno Unito, così come l’Unione Europea, è convinto che il modo migliore d’ incoraggiare Cuba a rispettare le libertà democratiche ed i diritti umani, ad attuare una riforma politica o a svolgere un ruolo meno controproducente in Venezuela sia attraverso il dialogo e la cooperazione e non per l’isolamento”. [19]

Il resto della comunità internazionale, Cina, Russia, India, Sudafrica, Messico, Indonesia, il Gruppo dei 77, l’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico o l’Organizzazione della Cooperazione Islamica, hanno unanimemente condannato questa intensificazione delle sanzioni economiche contro Cuba. [20] Nel novembre 2019, per il ventottesimo anno consecutivo, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha condannato lo stato di assedio economico unilaterale degli USA contro Cuba con una schiacciante maggioranza di 187 voti contro 3 (USA, Israele e Brasile). [21]

Sanzioni contro le compagnie petrolifere straniere legate a Cuba

 

Con l’obiettivo di creare una penuria energetica, gli USA hanno deciso di imporre sanzioni alle compagnie petrolifere che prospettano a Cuba o trasportano combustibile all’isola. Pertanto, il Dipartimento del Tesoro ha condannato la società britannica Acteon a pagare una multa di diverse centinaia di migliaia di dollari nell’aprile 2019. [22] Nel settembre 2019 l’OFAC ha imposto sanzioni a diverse entità petrolifere di Cipro e Panama responsabili della fornitura di combustibile all’isola. [23] Nel dicembre 2019, altre sei navi petroliere straniere sono state inserite nella lista nera USA per trasportare petrolio a Cuba. [24]

Bloccando le forniture di petrolio, gli USA hanno generato una penuria di energia a Cuba, che ha dovuto elaborare un piano di razionamento della benzina. L’impatto sull’economia, l’agricoltura e la produzione alimentare, i trasporti pubblici ed il trasferimento dei cubani è stato importante. La popolazione cubana, già vittima delle sanzioni economiche imposte dalle precedenti amministrazioni, ha dovuto affrontare difficoltà che ricordavano, ad alcuni, il Periodo Speciale. [25]

Conclusione

 

Mentre Barack Obama aveva iniziato un processo di normalizzazione con Cuba con applausi della comunità internazionale, illustrando la sua volontà di porre fine ad una politica che aveva isolato Washington sulla scena internazionale, Donald Trump, al contrario, ha deciso di ritornare ad una politica ostile basata sulle sanzioni economiche. Questa politica è condannata al fallimento poiché, come dimostra la storia delle relazioni bilaterali dal 1959, le autorità dell’Avana non hanno mai accettato di negoziare sotto minaccia o coercizione. Invece, nel giro di due anni, dal 2014 al 2016, basando la sua politica sul dialogo e sul rispetto reciproco, Washington ha compiuto progressi senza precedenti negli ultimi sei decenni.

Cuba ha sempre affermato la sua disposizione a risolvere pacificamente la disputa che l’oppone a Washington, nonostante la natura asimmetrica del conflitto in cui la prima potenza economica del mondo impone uno stato d’assedio ad una piccola nazione del Terzo mondo. Il dialogo dovrà tuttavia basarsi su una serie di principi indiscutibili: uguaglianza sovrana, reciprocità e non ingerenza negli affari interni. L’Avana ha ripetutamente affermato che il suo sistema politico ed il suo modello socio-economico non sono negoziabili poiché appartengono alla esclusiva competenza del popolo sovrano di Cuba.


Regreso a la política de la confrontación

Por: Salim Lamrani

En 2014 la Administración de Obama tomó medidas inauditas a favor de una normalización de las relaciones entre Estados Unidos y Cuba y respondió así al reclamo unánime de la comunidad internacional, que siempre ha abogado a favor de una solución pacífica al conflicto asimétrico que opone Washington a La Habana desde hace cerca de seis décadas. En marzo de 2016 el presidente demócrata incluso realizó un viaje histórico a Cuba, por primera vez desde la visita de Calvin Coolidge en 1928, sellando así la voluntad oficial de la Casa Blanca de encontrar una salida positiva.

Así, en el espacio de dos años Barack Obama reabrió una embajada en La Habana, suprimió a Cuba de la lista de los países patrocinadores del terrorismo, alivió un poco las sanciones económicas, restableció los vuelos comerciales directos entre ambos países, amplió las categorías (12 en total) de los ciudadanos estadounidenses autorizados a viajar a la isla y dio su acuerdo para algunas inversiones en Cuba. El mundo entero aplaudió el abandono de una política de hostilidad anacrónica que se remonta a la Guerra Fría, cruel ya que afecta a las categorías más vulnerables de la población cubana, e ilegal pues contraviene los principios elementales del derecho internacional público.

¿Cuál ha sido la política de Donald Trump hacia a Cuba desde su llegada al poder en 2017? ¿Qué decisiones ha tomado después de haberse mostrado muy crítico con las medidas adoptadas por su predecesor, las cuales consideró concesiones al “régimen cubano”?

Sin sorpresa, la toma de posesión de Donald Trump ha marcado un viraje de 180° en la política exterior de Estados Unidos hacia Cuba. Lejos de proseguir con la política de acercamiento iniciada por Obama, al contrario, ha procedido a un recrudecimiento de las sanciones contra la isla atacando las tres principales fuentes de ingresos del país: la cooperación médica internacional, las transferencias de remesas procedentes de la comunidad cubana en Estados Unidos y el turismo.

Además la Administración de Trump ha decidido aplicar el Título III de la ley Helms-Burton, que permite que las empresas extranjeras con intereses en Cuba sean perseguidas ante los tribunales estadounidenses, con el objetivo de privar a La Habana de toda inversión extranjera. La Casa Blanca también ha tomado medidas para privar a Cuba de recursos energéticos sancionando las empresas petroleras y los buques que tienen relaciones comerciales con la nación caribeña, engendrando importantes penurias para la población.

Presiones sobre la cooperación médica cubana

La cooperación médica cubana: un pilar de la política exterior

Desde 1969 y el envío de la primera brigada médica a Chile tras un terremoto, Cuba ha hecho de la solidaridad internacional con los pueblos del Sur un pilar de su política exterior. Desde esa fecha 407.000 profesionales de la salud han trabajado en 164 países de todos los continentes. En 2019 más de 29.000 de ellos se encontraban en 66 naciones. La solidaridad y el beneficio mutuo son los dos principios que rigen esta cooperación. Así, el servicio es gratuito para los países con recursos limitados, particularmente algunos países de África.

En cambio, tiene un costo para las naciones que disponen de los medios de retribuir esta cooperación, como Brasil, por ejemplo. Con el tiempo la cooperación internacional cubana, principalmente médica, se ha convertido en la primera fuente de ingresos de la isla, a la altura de 7.000 millones de dólares.

Además de esta cooperación basada en el envío de personal médico, Cuba ha elaborado desde 1988 el Programa Integral de Salud para los países de América Central y del Caribe, tras el huracán Mitch que destruyó la región, y se extendió luego a los otros continentes. Con el apoyo de la Organización Mundial de la Salud, Cuba lanzó campañas de vacunación en el mundo entero para proteger a las poblaciones más vulnerables. En total, 44 países se han beneficiado de este programa que ha ofrecido una cobertura médica integral a decenas de millones de personas.

También en 1998 Cuba creó la Escuela Latinoamericana de Medicina (ELAM), cuyo papel es formar a estudiantes de medicina procedentes de los países del Tercer Mundo e incluso de Estados Unidos. Así, en 2019 Cuba formó en sus distintas universidades, en el área de la salud, a más de 35.000 personas de 136 naciones del mundo. Según las Naciones Unidas “la ELAM es la escuela médica más avanzada del mundo”.

Margaret Chan, directora general de la Organización Mundial de la Salud, destacó el trabajo realizado por la ELAM y elogió la política cubana y su compromiso en la cooperación Sur-Sur: “No conozco ninguna otra escuela de medicina con una política de admisión que da la prioridad a los candidatos procedentes de las comunidades pobres y que saben, de primera mano, lo que significa vivir sin acceso a una atención médica de base. Por primera vez si usted es pobre, si usted es una mujer o si procede de una población indígena, usted dispone de una ventaja precisa. Es una ética institucional que hace de esta escuela una entidad única”.

En 2004 Cuba lanzó con Venezuela la Operación Milagro, que consiste en operar a personas víctimas de cataratas y otras enfermedades oculares y que no tienen los recursos para operarse. Desde esa fecha más de seis millones de personas procedentes de 34 países han podido recobrar la vista gracias a los médicos cubanos. Ningún otro país en el mundo ha lanzado una operación humanitaria de semejante envergadura con resultados tan tangibles.

En 2014 los médicos cubanos desempeñaron un papel fundamental en la lucha contra la epidemia de ébola en el oeste de África, particularmente en Liberia, Guinea y Sierra Leona. Tras el llamado de la Organización Mundial de la Salud, La Habana mandó a 168 médicos de la Brigada Henry Reeve, creada en 2005 después del huracán Katrina que asoló Estados Unidos, para ayudar a las víctimas de catástrofes naturales. La isla del Caribe mandó tantos médicos como la suma de los enviados por todos los demás países juntos.

Estados Unidos, mediante la voz del Presidente Barack Obama, destacó el compromiso humanitario de Cuba en la lucha contra el ébola: “Quiero expresar mi gratitud a los médicos cubanos que fueron voluntarios y que se involucraron en misiones muy difíciles para salvar vidas en el oeste de África junto con nosotros y otros países. Apreciamos mucho el trabajo hecho. Nadie puede negar el servicio que miles de médicos cubanos brindaron a los pobres y a las poblaciones sufrientes”.

En 2017 la OMS entregó a Cuba el Premio de Salud Pública, la más alta distinción otorgada por la institución, por su obra contra el ébola. Explicó las razones: “La experiencia internacional de Cuba en materia de emergencias médicas empezó más de 50 años antes de la creación del contingente Henry Reeve […]. Ello marcó el inicio de la perspectiva internacionalista y de la cooperación sanitaria de Cuba. Desde su creación […] 24 contingentes integrados por 7.000 equipos brindaron voluntariamente su apoyo en 21 países […].

Más recientemente, en 2014, en Contingente Henry Reeve respondió al virus del ébola en África Occidental, donde más de 250 profesionales de la salud obraron con las comunidades afectadas de Sierra Leona, Liberia y Guinea.

El Secretario General de Naciones Unidas Ban Ki-moon y la Directora General de la OMS, la doctora Margaret Chan, pidieron al General Raúl Castro Ruz, Presidente de Cuba, que desplegara a su personal médico para luchar contra la epidemia del ébola. La respuesta positiva de Cuba fue inmediata.

La asistencia internacional brindada por Cuba no disminuye la atención ofrecida por el país a su propia población, que disfruta de un sistema nacional de salud universal y gratuito […] que cuenta con un total de 493.368 agentes de salud y una ratio de 80,2 médicos, 15 dentistas y 79,3 enfermeras por 10.000 habitantes”.

El Contingente Henry Reeve también intervino durante el terremoto en Ecuador en 2016, las inundaciones en Perú en 2017, el huracán María en el Caribe y el terremoto en México en 2017, entre múltiples emergencias en todo el mundo.

Las medidas hostiles de la Administración de Trump

Desde su llegada al poder Donald Trump decidió volver a una política agresiva contra Cuba y apuntó a su principal fuente de ingresos, la cooperación médica internacional. El 20 de julio de 2019 Washington decidió incluir a la isla en la lista de países responsables de tráfico de seres humanos. Según la Casa Blanca, la cooperación médica cubana en el mundo equivale a un tráfico de seres humanos y a “trabajos forzados”.

El 26 de septiembre de 2019 el Departamento de Estado lanzó un llamado público a todos los países pidiéndoles que pusieran término a su cooperación médica con Cuba, acusando a la isla de “tráfico de médicos” y de “esclavitud moderna”.

Estados Unidos no ocultó su verdadero objetivo que es atentar contra la economía del país presionando a las naciones que se benefician de estos servicios: “Estos programas emplean hasta 50.000 profesionales de la salud en más de 60 países y son una fuente principal de ingresos para el régimen cubano. […] El Gobierno recogió 7.200 millones de dólares en un año”.

Antes Washington ejerció presión sobre varios países de América Latina para poner fin a los acuerdos de cooperación. El primer país en plegarse a estas órdenes fue el Brasil del Presidente de extrema derecha Jair Bolsonaro, quien decidió romper en noviembre de 2018 de modo unilateral el acuerdo tripartito firmado en 2013 por su predecesora Dilma Roussef, Cuba y la Organización Panamericana de la Salud.

En cinco años los 20.000 profesionales de la salud cubanos realizaron más de 112 millones de consultas en más de 3.600 municipios y ofrecieron una cobertura médica permanente a 60 millones de brasileños. Por otra parte, Cuba formó un total de 1.214 médicos brasileños. La decisión tomada por Brasilia bajo influencia de Washington priva a Cuba de importantes ingresos, pero priva sobre todo a decenas de millones de personas de asistencia médica.

En mayo de 2019 Estados Unidos exigió a Ecuador que le proporcionara una lista completa de los acuerdos firmados con Cuba. Unos meses más tarde, en octubre de 2019, el Gobierno de Lenin Moreno decidió poner fin a los acuerdos de cooperación médica con Cuba unos días antes de su fecha de expiración.

Desde el inicio de la colaboración empezada bajo el gobierno de Rafael Correa, 3.565 médicos cubanos trabajaron en el país andino y realizaron 6,7 millones de consultas médicas, ofreciendo una cobertura médica a varias centenas de miles de personas procedentes de las capas populares. Por otra parte, 2.093 ecuatorianos consiguieron sus diplomas de médicos en Cuba.

En Bolivia, tras el golpe de Estado orquestado contra Evo Morales en noviembre de 2019, el régimen golpista ordenó a todos los cooperantes cubanos que abandonaran el país a la mayor brevedad. Cuba denunció un total de 26 incidentes graves contra su personal médico, actos de violencia contra dos de ellos y la detención de 50 colaboradores. Cuba se vio en la obligación de repatriar de urgencia a su personal médico por razones de seguridad.

La brigada médica cubana en Bolivia se componía de un 54% de mujeres sobre un total de 406 médicos y 208 profesionales de la salud. Desde su llegada al territorio boliviano los médicos cubanos realizaron 73 millones de consultas médicas y 1,5 millones de intervenciones quirúrgicas. Por otra parte, 5.184 médicos consiguieron su diploma en las universidades cubanas. El Secretario de Estado estadounidense Mike Pompeo no dejó de felicitar a la junta militar boliviana: “El Gobierno de Bolivia anunció el viernes la expulsión de centenas de funcionarios cubanos de su país. Fue una buena decisión. ¡Bravo Bolivia! Bolivia se suma a Brasil y Ecuador”.

La Agencia de Estados Unidos para el Desarrollo Internacional (USAID) también ha dedicado un presupuesto de tres millones de dólares para llevar una campaña internacional con los gobiernos de las naciones que han firmado acuerdos con Cuba en el campo de la cooperación médica. El objetivo es “promover en Cuba, en América Latina y en los organismos regionales e internacionales, tales como la Comisión Interamericana de Derechos Humanos y el Consejo de Derechos Humanos de Naciones Unidas [una política destinada] a presionar al régimen cubano para que mejore las condiciones de vida de los doctores y otros trabajadores”.

En octubre de 2019 Washington se negó a conceder visas a la delegación cubana, dirigida por el Ministro de Salud Pública José Ángel Porta, invitada al 57 Consejo Director de la Organización Panamericana de la Salud. Esta decisión, en violación de los convenios internacionales, impidió que Cuba participara en el más importante congreso regional en materia de salud y presentara su punto de vista sobre la cooperación médica.

En diciembre de 2019 la Organización de Estados Americanos, entidad notoriamente bajo influencia de Estados Unidos cuya sede se encuentra en Washington y de la cual Cuba no es miembro desde su expulsión en 1962, organizó un foro titulado “La oscura realidad detrás de las misiones médicas cubanas”, promoviendo así la campaña de desprestigio lanzada por la Casa Blanca. La Habana condenó este nuevo ataque orquestado por la Administración de Trump.

Washington contempla restablecer el Cuban Medical Professional Parole Program (CMPP), en vigor de 2006 a 2017, cuyo objetivo es incitar a los médicos cubanos en servicio en el exterior a desertar ofreciéndoles la posibilidad de ir a ejercer su profesión en Estados Unidos y privar así a Cuba de un precioso capital humano. Según las autoridades estadounidenses, “en virtud del programa CPPP, los médicos y otros profesionales del sector de la salud enviados por el Gobierno de Cuba para trabajar o estudiar en los países del Tercer Mundo podrán pedir asilo en Estados Unidos”. Así, de 2006 a 2017, cerca de 8.000 profesionales cubanos optaron por beneficiarse de este programa –que incluía el pago de los boletos aéreos, los gastos de abogado y la entrega de una visa de viaje– y emigrar a Estados Unidos.

Reacción de La Habana

El Ministerio cubano de Relaciones Exteriores denunció la política intervencionista y la campaña de desprestigio llevadas a cabo por Estados Unidos. Según La Habana, Washington ejerció presiones sobre Guatemala para el país pusiera término a su cooperación médica con Cuba. “La persecución y búsqueda de información ha incluido intentos de interrogar al personal cubano por ‘diplomáticos’ de Estados Unidos en los propios centros de salud donde este labora

en el exterior, incluso en el norte de África y Medio Oriente”, declararon las autoridades de la isla.

La diplomacia rechazó todas las acusaciones de la Casa Blanca: En Cuba se han formado de manera gratuita 35.613 profesionales de la salud de 138 países. En el caso de las naciones con condiciones económicas más desfavorables, Cuba asume prácticamente los gastos de la colaboración. De igual modo y en línea con las concepciones de las Naciones Unidas sobre la cooperación entre países en desarrollo, esta se ofrece en otras naciones sobre la base de la complementariedad y la compensación parcial por los servicios prestados.

Los técnicos y profesionales cubanos que participan en esos programas lo hacen absolutamente de manera libre y voluntaria. Durante el cumplimiento de su misión continúan recibiendo íntegramente su salario en Cuba y disponen, además, de un estipendio en el país de destino, junto a otras prestaciones. Cuando Cuba recibe compensación por la cooperación prestada, esos colaboradores tienen el mérito de brindar un aporte justo y totalmente legítimo para el financiamiento, la sostenibilidad y el desarrollo del sistema de salud masivo y gratuito, accesible a todos los cubanos, así como para los programas de cooperación que se despliegan, sin ningún pago a nuestro país, en muchas partes del mundo.

Una cooperación médica destacada por las instituciones internacionales

Los distintos organismos internacionales destacaron la cooperación internacional de Cuba. “Salvar vidas: eso es lo que hace Cuba aquí y en el mundo”, señalan las Naciones Unidas que agregan que la isla “tiene una larga historia de cooperación” con los países del Tercer Mundo. “Los médicos cubanos son los primeros en llegar y los últimos en retirarse” durante las catástrofes naturales, señaló Ban Ki-moon, entonces Secretario General de la ONU.

Según José Di Fabio, representante de la OMS, “Cuba es un caso aparte por su capacidad de respuesta rápida, su voluntad política y por la experiencia de los médicos. Lo que Cuba es capaz de hacer es increíble. Hay a la vez la voluntad política [de los dirigentes] y la voluntad humana de la población. Cuando hubo un terremoto en Pakistán, 2.000 médicos llegaron allí en 48 horas. Fueron los primeros en llegar a Pakistán y los últimos en retirarse del país. Estuvieron presentes seis meses. Ocurrió lo mismo en Haití”.

El Programa de Naciones Unidas para el Desarrollo señala en un informe: La cooperación ofrecida por Cuba se enmarca en el contexto de la cooperación Sur-Sur. No persigue el lucro, sino que se otorga como expresión de un principio de solidaridad y, en la medida de lo posible, a partir de costos compartidos. Durante años, sin embargo, Cuba ha proporcionado ayuda en calidad de donación a los países más pobres, y ha sido muy flexible con respecto a las formas o estructuras que pueda adoptar la colaboración.

En la casi totalidad de los casos la ayuda cubana fue gratuita, aunque a partir de 1977, con algunos países de altos ingresos, básicamente petroleros, se desarrolló la cooperación de forma compensada.

El elevado desarrollo alcanzado por Cuba en salud, educación y deportes determinó que el mayor peso de la cooperación estuviera concentrado en estos servicios, aunque hubo participación en otras ramas como, por ejemplo, la construcción, la pesca y la agricultura.

Al atacar la principal fuente de ingresos de la isla, la Administración de Trump atenta gravemente contra el bienestar de la población cubana, cuya economía depende ampliamente de la cooperación médica. Del mismo modo, Washington priva a millones de personas en el mundo del único acceso a la salud del cual disponían, poniendo así en peligro sus vidas.

1. Laydis Milanés, «Claves para entender la colaboración médica cubana”, Cubahora, 8 de octubre de 2019. https://www.cubahora.cu/politica/claves-para-entender-la-colaboracion-medica-cubana(sitio consultado el 31 de diciembre de  2019).

2. Fidel Castro, “Programa Integral de Salud”, 29 de marzo de 2014. http://www.fidelcastro.cu/es/internacionalismo/programa-integral-de-salud(sitio consultado el 2 de enero de 2020).

3. Salim Lamrani, “Cuba’s Health Care System: A Model for the World”, The Huffington Post, 8 de agosto de 2014. http://www.huffingtonpost.com/salim-lamrani/cubas-health-care-system-_b_5649968.html(sitio consultado el 1 de abril de 2016).

4. Dr. Margaret Chan, “Remarks at the Latin American School of Medicine”, World Health Organization, 27 de octubre de 2009. http://www.who.int/dg/speeches/2009/cuba_medical_20091027/en/(sitio consultado el 30 de abril de 2016).

5. Prensa Latina, “Venezuela potencia programa asistencial de salud oftalmológica”, 3 de octubre de 2019.

6. Cuba Debate, «Apoyo de Cuba a la lucha contra el ébola responde a la solidaridad de su Revolución», 13 de septiembre de 2014. http://www.cubadebate.cu/noticias/2014/09/13/apoyo-de-cuba-a-la-lucha-contra-el-ebola-responde-a-la-solidaridad-de-su-revolucion/#.VBSAxVd42So(sitio consultado el 14 de septiembre de 2014).

7. Barack Obama, “Remarks by President Obama and President Raul Castro of Cuba in a Joint Press Conference”, The White House, 21 de marzo de 2016. https://obamawhitehouse.archives.gov/the-press-office/2016/03/21/remarks-president-obama-and-president-raul-castro-cuba-joint-press(sitio consultado el 3 de enero de 2020).

8. Barack Obama, “Remarks by President Obama to the People of Cuba”, The White House, 22 de marzo de 2016. https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2016/03/22/remarks-president-obama-people-cuba(sitio consultado el 4 de abril de 2016).

9. Organisation mondiale de la santé, «Premio de Salud Pública en memoria del Dr. Lee-JonkWook 2017 – Contigente Henry Reeve (Cuba)”, 26 de mayo de 2017. https://www.who.int/mediacentre/events/2017/wha70/lee-jong-wook-prize/es/(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).

10. Organización Panamericana de la Salud & Organización Mundial de la Salud, “Estrategia de cooperación País OPS/OMS. Cuba 2018-2022”, 2018, p. 1. https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/275329/ccs-cub-2018-2022-spa.pdf?ua=1(sitio consultado el 2 de enero de 2020).

11. U.S. Department of State, “Trafficking in Persons Report”, junio de 2019, p. 162. https://www.state.gov/wp-content/uploads/2019/06/2019-Trafficking-in-Persons-Report.pdf(sitio consultado el 2 de enero de 2020).

12. U.S. Department of State, “A Call to Action: First-Hand Accounts of Abuses in Cuba’s Overseas Medical Missions”, 26 de septiembre de 2019. https://www.state.gov/a-call-to-action-first-hand-accounts-of-abuses-in-cubas-overseas-medical-missions/(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).

13. Ministerio de Relaciones Exteriores de la República de Cuba, “Minrex: La cruzada de Estados Unidos contra la cooperación médica internacional de Cuba”, 5 de diciembre de 2019. http://www.minrex.gob.cu/es/la-cruzada-de-estados-unidos-contra-la-cooperacion-medica-internacional-de-cuba(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).

14. Ministerio de Salud Pública de la República de Cuba, “Firman Cuba y Ecuador acta de terminación de los convenios de cooperación”, 19 de noviembre de 2019. https://salud.msp.gob.cu/?p=2882(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).

15. Ministerio de Relaciones Exteriores de la República de Cuba, “Minrex: La cruzada de Estados Unidos contra la cooperación médica internacional de Cuba”, op. cit.

16. Jim Wyss & Nora Gámez Torres, “’Bravo Bolivia,’ Washington Says, But Violence Persists Amid Elections Worries”, The Miami Herald, 20 de noviembre de 2019. https://www.miamiherald.com/news/nation-world/world/americas/article237547904.html(sitio consultado el 2 de enero de 2020).

17. Lise Alves, “Cuba’s Doctors-Abroad Program Comes Under Fire”, The Lancet, 28 de septiembre de 2019. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(19)32214-7/fulltext(sitio consultado el 4 de enero de 2020).

18. Tracey Eaton, “USAID Plansto Spend Up to $3 Million to Investigate Cuban Doctors”, Cuba Money Project, 6 de agosto de 2019. http://cubamoneyproject.com/2019/08/06/doctors/(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).

19. France 24, « EEUU niega visa a ministro de Salud de Cuba para reunión de OPS”, 1 de octubre de 2019. https://www.france24.com/es/20191001-eeuu-niega-visa-a-ministro-de-salud-de-cuba-para-reuni%C3%B3n-de-ops(sitio consultado el 2 de enero de 2020).

20. Organización de Estados Americanos, “OEA acogerá conferencia ‘La oscura realidad detrás de las misiones médicas cubanas”, 16 de diciembre de 2019. https://www.oas.org/es/centro_noticias/comunicado_prensa.asp?sCodigo=AVI-265/19(sitio consultado el 2 de enero de 2020).

21. Marion Smith, “Communist Cuba Enslaves Physicians”, The Wall Street Journal, 25 de diciembre de 2019.

22. U.S. Citizenship and Immigration Services, “Cuban Medical Professional Parole (CMPP) Program”, 12 de enero de 2017. https://www.uscis.gov/humanitarian/humanitarian-parole/cuban-medical-professional-parole-cmpp-program(sitio consultado el 31 de diciembre de 2019).

23. Mario J. Pentón, « Cuban Physicians Still Abandoning Missions Abroad Despite End to U.S. Parole Program”, The Miami Herald, 12 de marzo de 2018.

24. Ministerio de Relaciones Exteriores de la República de Cuba, “Minrex: La cruzada de Estados Unidos contra la cooperación médica internacional de Cuba”, op. cit.

25. Ricardo López Hevia, “En fotos, Ban Ki-moon visita la Escuela Latinoamericana de Medicina (ELAM)”, Cubadebate, 28 de enero de 2014.

26. Diario do Centro de Mundo, “Entrevista: ‘é incrível o que Cuba pode fazer’, diz OMS sobre ajuda contra ebola”, 23 de octubre de 2014. http://www.diariodocentrodomundo.com.br/entrevista-e-incrivel-o-que-cuba-pode-fazer-diz-oms-sobre-ajuda-contra-ebola/(sitio consultado el 4 de enero de 2020).

27. Programme des Nations unies pour le Développement, Investigación sobre ciencia, tecnología y desarrollo humano en Cuba, 2003, p.117-119. Investigación sobre Ciencia, Tecnología y Desarrollo Humano en Cuba 2003 | Human Development Reports(sitio consultado el 4 de enero de 2020).

Dottore in Studi iberici e latinoamericani presso l’Université Paris Sorbonne-Paris IV, Salim Lamrani è professore all’Université de La Réunion e specialista in relazioni USA-Cuba. Il suo ultimo libro si intitola Cuba, parola alla difesa, Hondarribia, Editorial Hiru, 2016. 

http://www.tiendaeditorialhiru.com/informe/336-cuba-palabra-a-la-defensa.html Facebook: https://www.facebook.com/SalimLamraniOfficiel

Regreso a la política de confrontación II

Por: Salim Lamrani

En marzo de 2019 la embajada de Estados Unidos en La Habana anunció que la validez de las visas B2 otorgadas a los cubanos con familiares en Estados Unidos pasaría de cinco años a tres meses con una sola entrada posible en el territorio. Esta medida dificulta la posibilidad para los habitantes de la isla de visitar a sus cercanos instalados en la Florida u otra parte. Esta decisión se agrega al hecho de que Washington cerró los servicios consulares en Cuba, obligando a los candidatos a una visita en suelo estadounidense a ir a Colombia para solicitar una visa, sin ninguna garantía de conseguir el documento. Los costos sumamente elevados vinculados a este tipo de trámite hacen que este servicio se vuelve inaccesible para la inmensa mayoría de los cubanos, lo que crea un nuevo obstáculo a las visitas familiares y viola los acuerdos migratorios bilaterales. [1]

La dificultad de conseguir una visa degradó considerablemente la cooperación universitaria, científica y médica promovida por la Administración de Obama. Ahora los intercambios han alcanzado su nivel más bajo y muchos acuerdos firmados bajo el mandato demócrata están ahora sin efecto. [2]

Las transferencias de remesas por parte de la comunidad cubana instalada en el exterior constituyen la segunda fuente de ingresos de la isla. La Administración de Trump decidió limitar el importe que un emigrado cubano puede enviar a su familia a 1.000 dólares por trimestre, lo que afecta gravemente las condiciones de vida de la población de la isla. Esta restricción contraviene el principio de igualdad de derechos reconocidos por la Constitución de Estados Unidos y que afecta únicamente a los ciudadanos de origen cubano. En efecto, todas las demás minorías de Estados Unidos disponen de la libertad de transferir sumas sin ningún límite de importe. Por otra parte la comunidad cubana de Estados Unidos no podrá usar más el sistema U-Turn que permite al dinero transitar por un banco estadounidense, aunque el emisor y el receptor de la transferencia financiera sean ciudadanos del país. [3] Según las estimaciones del Departamento de Estado, las transferencias de dinero procedentes de la comunidad cubana representan 3.500 millones de dólares al año. [4]

Nuevas restricciones contra el sector turístico

Desde junio de 2019 el Departamento del Tesoro, mediante la Oficina de Control de Bienes Extranjeros (OFAC), prohíbe a todo tipo avión o barco privado ir a Cuba. “Los aviones privados y de corporación, los cruceros, los veleros, los barcos de pesca y otros aviones y embarcaciones similares en general no serán autorizados a viajar a Cuba”, indica el documento oficial. [5]

Esta decisión afecta mucho al sector turístico, que constituye la tercera fuente de ingresos de la isla. Las cuatro compañías de cruceros estadounidenses tuvieron que cancelar todas las visitas previstas a La Habana so pena de fuertes sanciones, privando así a los habitantes de la capital de un aporte turístico importante y privando a los ciudadanos de Estados Unidos de la posibilidad de descubrir la isla más grande del Caribe. [6]

El mismo mes de junio de 2019 la OFAC anunció la imposición de sanciones de varios cientos de miles de dólares contra los grupos especializados en el turismo internacional Expedia, Hotelbeds USA y Cubasphere por violar la reglamentación sobre las sanciones económicas contra Cuba. [7]

Por otra parte, desde el 10 de diciembre de 2019, el Departamento de Estado prohibió todos los vuelos comerciales regulares entre Estados Unidos y Cuba, con la excepción de La Habana. Se cancelaron todos los vuelos comerciales que vinculaban Estados Unidos a las ciudades de Santa Clara, Holguín y Camagüey. [8] Un mes después, el 10 de enero de 2020, se extendió esta prohibición a los vuelos chárter. [9] El objetivo es limitar al máximo las posibilidades de viaje a Cuba tanto para la comunidad cubana de Estados Unidos como para los ciudadanos de ese país.

Tras las presiones ejercidas por Washington y las amenazas de juico ante los tribunales estadounidenses [10] , la empresa turística alemana Trivago eliminó a Cuba de su sistema de reservas. Así, uno de los principales sitios turísticos en línea del mundo ya no referencia a la isla del Caribe, lo que tendrá inevitablemente un impacto sobre este sector vital para la economía cubana. [11]

El Departamento de Estado estableció desde 2017 una lista negra en la cual se encuentran 211 empresas cubanas, entre las cuales muchas están ligadas al sector turístico, principalmente hoteles. Así, la Compañía Turística Habaguanex, el Grupo de Turismo Gaviota –principales grupos turísticos cubanos–, las agencias de turismo, las principales marinas, una decena de tiendas de recuerdos, así como los 118 hoteles más importantes del país, están en esta lista. La consecuencia es que los ciudadanos estadounidenses tienen la prohibición formal de usarlos so pena de fuertes multas. [12]

Del mismo modo, en octubre de 2019, varias compañías aéreas extranjeras decidieron cancelar su contrato de arrendamiento de aviones a la empresa Cubana de Aviación después de las amenazas de sanciones por parte de Estados Unidos. Muchos vuelos internacionales tuvieron que ser anulados, lo que afectó a cerca de 40.000 pasajeros y ocasionó una pérdida económica de alrededor de 10 millones de dólares en el espacio de dos meses para la compañía cubana, pues redujo su capacidad a transportar turistas. [13]

Estas nuevas medidas restrictivas tienen lógicamente un impacto negativo en el sector turístico cubano. Así, de enero a noviembre de 2019, el turismo cayó un 8,5% con respecto al mismo periodo del año anterior, o sea cerca de 360.000 visitantes menos. El número de ciudadanos procedentes de Estados Unidos cayó en un 20% con más de 100.000 visitantes menos. [14] En 2018, el número total de turistas era de 4,7 millones y sólo alcanzó la cifra de 4,3 millones en 2019. Las previsiones oficiales contemplaban un total de 5,1 millones de viajeros e ingresos a la altura de 3.000 millones de dólares. [15]

Aplicación del Título III de la ley Helms Burton

La Administración de Trump decidió activar el Título III de la ley Helms-Burton de 1996 que permite denunciar ante los tribunales estadounidenses a las empresas que realicen inversiones en Cuba en propiedades nacionalizas en los años 1960 y que pertenecieron a ciudadanos estadounidenses o a personas que consiguieron la ciudadanía después. El objetivo es disuadir las empresas extranjeras de involucrarse en negocios con Cuba. Desde la adopción de esta ley con carácter retroactivo –se aplica para hechos ocurridos hace más de sesenta años– y extraterritorial –concierne a todos los países del mundo– es decir, ilegal según el derecho internacional público, los distintos gobiernos desde la Administración de Clinton suspendieron sistemáticamente la aplicación del Título III. Desde el 2 de mayo de 2019 la ley Helms-Burton se aplica en su integridad. [16]

La Unión Europea expresó su oposición a la nueva política de Estados Unidos y recordó que violaba los acuerdos firmados en 1997 y 1998 entre Bruselas y Washington: “Esta decisión provocará fricciones inútiles y mina la confianza hacia el socio transatlántico, así como la previsibilidad de éste”.

La UE considera que la aplicación extraterritorial de medidas restrictivas unilaterales es contraria al derecho internacional y se apoyará en todas las medidas apropiadas para reaccionar a los efectos de la ley Helms-Burton, incluso en lo que se refiere a sus derechos en el marco de la OMC y recurriendo a la ley de bloqueo de la UE. La UE seguirá trabajando con sus socios internacionales que también han expresado sus preocupaciones al respecto”. [17]

Canadá, por medio de su ministra de Relaciones Exteriores Chrystia Freeland, condenó la aplicación del Título III de la ley Helms-Burton y expresó su intención de defender los intereses de sus inversionistas presentes en Cuba:

“Canadá está profundamente decepcionado por la declaración de hoy. Analizaremos todas las opciones para responder a esta decisión estadounidense.

“Contacté con las empresas canadienses para reafirmar que defenderemos plenamente los intereses de los canadienses que comercian y llevan actividades de inversión legítimas con Cuba.

“La ley Helms-Burton […] tiene como objetivo prohibir a todos los países extranjeros implicarse en el comercio internacional con Cuba; somete también a los ciudadanos extranjeros a restricciones de viaje y los expone a sanciones financieras en Estados Unidos”. [18]

En una declaración oficial, el Reino Unido también rechazó la aplicación extraterritorial de las sanciones económicas:

“El Reino Unido comparte las preocupaciones expresadas por la Unión Europea respecto a la declaración de Estados Unidos de aplicar el Título III de la ley Helms-Burton.

“La aplicación extraterritorial de las sanciones del Título III, que consideramos ilegales según el derecho internacional, amenaza las empresas británicas y europeas que hacen negocios legítimos con Cuba pues las expone a sanciones ante los tribunales estadounidenses. Trabajaremos junto con la Unión Europea para proteger los intereses de nuestras empresas.

“El Reino Unido, así como la Unión Europea, está convencido de que la mejor manera de alentar a Cuba a respetar las libertades democráticas y los derechos humanos, a aplicar una reforma política o a jugar un papel menos contraproducente en Venezuela pasa por el diálogo y la cooperación y no por el aislamiento”. [19]

El resto de la comunidad internacional, China, Rusia, India, Sudáfrica, México, Indonesia, el Grupo de los 77, la Asociación de las Naciones de Asia del Sureste o la Organización de la Cooperación Islámica, condenaron unánimemente este recrudecimiento de las sanciones económicas contra Cuba. [20] En noviembre de 2019, por vigesimoctavo año consecutivo, la Asamblea General de las Naciones Unidas condenó el estado de sitio económico unilateral de Estados Unidos contra Cuba con una aplastante mayoría de 187 votos contra 3 (Estados Unidos, Israel y Brasil). [21]

5. Sanciones contra las empresas petroleras extranjeras vinculadas a Cuba

Con el objetivo de crear una penuria energética, Estados Unidos decidió imponer sanciones a las empresas petroleras que prospectan en Cuba o transportan combustible a la isla. Así, el Departamento del Tesoro condenó a la compañía británica Acteon a pagar una multa de varios cientos de miles de dólares en abril de 2019. [22] En septiembre de 2019 la OFAC impuso sanciones a varias entidades petroleras de Chipre y Panamá encargadas de suministrar combustible a la isla. [23] En diciembre de 2019 otros seis barcos petroleros extranjeros fueron colocados en la lista negra de Estados Unidos por transportar petróleo a Cuba. [24]

Al bloquear los suministros de petróleo Estados Unidos generó una penuria de energía en Cuba, que tuvo que elaborar un plan de racionamiento de la gasolina. El impacto sobre la economía, la agricultura y la producción de alimentos, los transportes públicos y los desplazamientos de los cubanos, fue importante. La población cubana, ya víctima de las sanciones económicas impuestas por las precedentes administraciones, tuvo que hacer frente a dificultades que recordaban, para algunos, el Periodo Especial. [25]

Conclusión

Mientras Barack Obama había iniciado un proceso de normalización con Cuba con aplausos de la comunidad internacional, ilustrando su voluntad de poner fin a una política que había aislado a Washington en la escena internacional, Donald Trump, al contrario, decidió regresar a una política hostil basada en las sanciones económicas. Esta política está condenada al fracaso pues, como ha demostrado la historia de las relaciones bilaterales desde 1959, las autoridades de La Habana nunca han aceptado negociar bajo la amenaza o la coacción. En cambio en el espacio de dos años, de 2014 a 2016, basando su política en el diálogo y el respeto mutuo, Washington realizó progresos inauditos en las últimas seis décadas.

Cuba siempre ha afirmado su disposición a resolver pacíficamente el diferendo que lo opone a Washington, a pesar del carácter asimétrico del conflicto donde la primera potencia económica mundial impone un estado de sitio a una pequeña nación del Tercer Mundo. El diálogo tendrá sin embargo que basarse en una serie de principios no discutibles: la igualdad soberana, la reciprocidad y la no injerencia en los asuntos internos. La Habana ha reafirmada en reiteradas ocasiones que su sistema político y su modelo socioeconómico no son negociables pues pertenecen a la competencia exclusiva del pueblo soberano de Cuba.

[1] U.S. Embassy in Cuba , “Decreasing B2 Visa Validity for Cuban Nationals”, 15 de marzo de 2019.https://cu.usembassy.gov/decreasing-b2-visa-validity-for-cuban-nationals/ (sitio consultado el 3 de enero de 2019).

[2] Nora Gámez Torres, “Trump Readies New Sanctions on Cuba; Immigration Policies Likely to Remain Same in 2020”,The Miami Herald, 30 de diciembre de 2019.

[3] U.S. Department of the Treasury, “Treasury Issues Changes to Strenghten Cuba Sanctions Rules”, 6 de septiembre de 2019.https://home.treasury.gov/news/press-releases/sm770 (sitio consultado el 3 de enero de 2020).

[4] U.S. Department of State, “U.S. Relations with Cuba”, 22 de noviembre de 2019.https://www.state.gov/u-s-relations-with-cuba/ (sitio consultado el 3 de enero de 2020).

[5] U.S. Department of the Treasury, “Treasury and Commerce Implement Changes to Cuba Sanctions Rules”, 4 de junio de 2019.https://www.treasury.gov/resource-center/sanctions/Programs/Documents/cuba_fact_sheet_20190604.pdf (sitio consultado el 3 de enero de 2020).

[6] TariroMzezewa, “Cruises to Cuba Are Abruptly Canceled, After New Travel Ban”, The New York Times, 5de junio de 2019.https://www.nytimes.com/2019/06/05/travel/cuba-cruise-travel-ban.html (sitio consultado el 3 de enero de 2020).

[7] U.S. Department of the Treasury, “Settlement Agreements between the U.S. Department of the Treasury’s Office of Foreign Assets Control and Expedia Group, Inc.; Hotelbeds USA, Inc.; and Cubasphere, Inc. and an Individual”, 13 de junio de 2019.https://www.treasury.gov/resource-center/sanctions/OFAC-Enforcement/Pages/20190613.aspx (sitio consultado el 3 de enero de 2020).

[8] U.S. Department of State, “United States Restricts Scheduled Air Service to Cuban Airports”, 25 de octubre de 2019.https://www.state.gov/united-states-restricts-scheduled-air-service-to-cuban-airports/ ( sitio consultado el 3 de enero de 2020).

[9] Mike Pompeo, “United States Further Restricts Air Travel to Cuba”, U.S Department of State, 10 de enero de 2020.https://www.state.gov/united-states-further-restricts-air-travel-to-cuba/ (sitio consultado el 11 de enero de 2020).

[10] Bloomberg , “Exiles Sue Expedia’s Trivago for ‘Trafficking’ In Cuban Property”, 20 de junio de 2019.https://www.bloomberg.com/news/articles/2019-06-19/exiles-sue-expedia-s-trivago-for-trafficking-in-cuban-property (sitio consultado el 3 de enero de 2020).

[11] Hotelsur , “Trivago elimina los hoteles de Cuba de su plataforma”, 14 de noviembre de 2019.https://www.hosteltur.com/132683_trivago-elimina-los-hoteles-de-cuba-de-su-plataforma.html (sitio consultado el 3 de enero de 2020).

[12] U.S. Department of State, “List of Restricted Entities and Subentities Associated With Cuba Effective as of November 19, 2019”, 19 de noviembre de 2019.https://www.state.gov/cuba-sanctions/cuba-restricted-list/list-of-restricted-entities-and-subentities-associated-with-cuba-effective-as-of-november-19-2019/ (sitio consultado el3 de enero de 2020).

[13] La Tribune , «Cuba: Les sanctions américaines entraînent la suspension de liaisons aériennes», 24 de octubre de 2019.https://www.latribune.fr/economie/international/cuba-les-sanctions-americaines-entrainent-la-suspension-de-liaisons-aeriennes-831458.html (sitio consultado el 3 de enero de 2020).

[14] Oficina Nacional de Estadística e Información , “Turismo. Llegadas de visitantes internacionales 2019”, diciembre de 2019.http://www.one.cu/publicaciones/06turismoycomercio/llegadadevisitantes/Servicios%20informativos%20No.11%20turismo%20%20Noviembre%202019.pdf (sitio consultado el 1 de enero de 2020).

[15] Hotelstur , «Cuba cerrará el año con 4,3 millones de turistas, un 8,5% menos”, 16 de agosto de 2019.https://www.hosteltur.com/130649_cuba-cerrara-el-ano-con-43-millones-de-turistas-un-85-menos.html (sitio consultado el 1 de enero de 2020)

[16] U.S Department of State, “Senior State Department Official on Title III of LIBERTAD Act”, 2 de mayo de 2019.https://www.state.gov/senior-state-department-official-on-title-iii-of-the-libertad-act/ (sitio consultado el 2 de enero de 2020).

[17] Conseil de l’Union européenne , «Déclaration de la haute représentante au nom de l’UE sur la pleine activation de la loi Helms-Burton (LIBERTAD) par les États-Unis», 2 de mayo de 2019.https://www.consilium.europa.eu/fr/press/press-releases/2019/05/02/declaration-by-the-high-representative-on-behalf-of-the-eu-on-the-full-activation-of-the-helms-burton-libertad-act-by-the-united-states/ ( sitio consultado el 1 de enero de 2020).

[18] Gouvernement du Canada , «Le gouvernement du Canada défendra les intérêts des Canadiens qui font des affaires à Cuba», 17 de abril de 2019.https://www.canada.ca/fr/affaires-mondiales/nouvelles/2019/04/le-gouvernement-du-canada-defendra-les-interets-des-canadiens-qui-font-des-affaires-a-cuba.html ( sitio consultado el 1 de enero de 2020).

[19] Foreign Office , «Foreign Office Statement on Title III of the Helms-Burton Act”, 18 de abril de 2019.https://www.gov.uk/government/news/foreign-office-statement-on-title-iii-of-the-helms-burton-act(sitio consultado el 2 de enero de 2020)

[20] Nations unies, « Assemblée générale : Les délégations fustigent l’application du titre III de la loi « Helms-Burton » sur le blocus imposé à Cuba », 6 de noviembre de 2019.https://www.un.org/press/fr/2019/ag12211.doc.htm (sitio consultado el 1 de enero de 2020).

[21] Nations unies, «Assemblée générale: La levée immédiate du blocus imposé à Cuba réclamée, à la même majorité écrasante, pour la vingt-huitième année consécutive», 7 de noviembre de 2019.https://www.un.org/press/fr/2019/ag12212.doc.htm ( sitio consultado el 1 de enero de 2020).

[22] U.S. Department of the Treasury , “Enforcement Information for April 11, 2019”.https://www.treasury.gov/resource-center/sanctions/CivPen/Documents/20190411_acteon_webpost.pdf (sitio consultado el 2 de enero de 2020).

[23] U.S. Department of the Treasury , “Treasury Further Targets Entities and Vessels Moving Venezuelan Oil to Cuba”, 24 de septiembre de 2019.https://home.treasury.gov/news/press-releases/sm784 (sitio consultado el 2 de enero de 2020).

[24] U.S. Department of the Treasury , “Treasury Applies Further Pressure on Movement of Venezuelan Oil to Cuba”, 3 de diciembre de 2019.https://home.treasury.gov/news/press-releases/sm841 (sitio consultado el 2 de enero de 2020).

[25] Reuters , « Explainer: What Is Causing Cuba’s Acute Shortage of Fuel”, 24 de septiembre de 2019.

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