Chiediamo perdono al popolo di Cuba per quello che fa il nostro governo

Una delegazione formata da 50 statunitensi e convocati dall’organizzazione Code Pink (codice rosa), hanno realizzato un fitto programma di visite nelle comunità con il proposito di conversare con il popolo cubano.

Una delle fondatrici del gruppo solidale, Medea Benjamin, ha detto, nella sede dell’Istituto Cubano d’Amicizia con i Popoli, che prova dolore per i passi indietro nelle relazioni bilaterali tra gli Stati Uniti e l’Isola, per le azioni dell’amministrazione di Donald Trump, principalmente per indurimento dell’ingiusto blocco e per l’attivazione del III Titolo della legge Helms – Burton.

«Siamo di fronte a una guerra economica che si pratica contro vari paesi: Venezuela, Nicaragua, Iran, e altri, che non sono di gradimento alla Casa Bianca. Questa è una forma di pressione dell’amministrazione di Trump per cambiare i governi. Questo presidente deve obbedire alle leggi internazionali e rispettare la sovranità dei popoli», ha avvertito l’attivista pacifista.

Poi ha definito “sporca” la politica estera implementata dall’attuale presidenza di Washington.

«Siamo in un anno elettorale. Loro (la destra) desiderano impadronirsi della maggioranza dei voti della Florida e per questo applicano misure che non hanno nulla a che vedere con il benessere dei cubani», ha precisato e ha citato i congressisti Marco Rubio e Mario Rafael Díaz Balart, come i personaggio più sinistri in questo tipo di gioco politico.

Medea Benjamin ha raccontato d’aver fatto parte del gruppo d’occupazione della sede diplomatica del Venezuela negli USA, per salvarla dai rappresentanti nominati dall’auto proclamato presidente Juan Guaidó.

«Abbiamo vissuto per diverse settimane dentro l’ambasciata lottando contro persone molto aggressive, soprattutto venezuelani dell’estrema destra residenti negli USA. Poi ci hanno portato in carcere, ci hanno minacciato, ma siamo rimasti fermi proclamando che il nostro governo non può riconoscere un presidente che non è stato eletto dal popolo. Non si può dare un’installazione a persone che non hanno potere reale per realizzare documentazioni consolari. E nemmeno hanno il diritto di decidere per il popolo venezuelano e d’eleggere un presidente a loro piacimento», ha segnalato ancora la Benjamin.

Nelle ultime settimane, i membri del gruppo Code Pink hanno visitato la Bolivia, perché provano molto dolore nel vedere quello che accade in questo paese dopo il colpo di Stato realizzato da fascisti che privatizzano le risorse e vendono i beni del popolo.

«Dobbiamo difendere Evo Morales, perché è stato il primo presidente indigeno simbolo non solo per la Bolivia, ma per le persone degne di tutto il mondo, anche degli Stati Uniti», ha dichiarato l’attivista in difesa dei diritti umani.

Il lavoro principale di Code Pink in questi temi, è informare sugli avvenimenti e mostrare le prove della partecipazione della Casa Bianca al crollo dei governi legittimi in America Latina.

L’organizzazione è nata il 17 novembre del 2002 e lavora per la fine delle guerre e contro le occupazioni del governo statunitense, sfidando il militarismo globale e per orientare le risorse destinate a finanziare armi e vettovagliamenti degli eserciti verso i programmi di salute, educazione e lavoro.

Ann Weight, una colonnella ritirata, ex diplomatica, che ha lottato contro la guerra in Iraq nel 2001 e contro altri conflitti auspicati dal suo paese, è venuta a Cuba con la Benjamin.

Oggi realizza un lavoro come pacifista e partecipa alle manifestazioni contro la politica estera del governo degli USA.

Lei considera che la relazione con Cuba è cambiata in peggio e si sente molto preoccupata per le decisione dell’ amministrazione di Trump.

«Abbiamo parlato con molte persone nelle comunità, con membri di varie organizzazioni non governative ed anche con i lavoratori indipendenti, del peso delle sanzioni sulle loro vite. Ci sentiamo molto tristi e chiediamo perdono al popolo di Cuba per quello che i nostro governo realizza ancora una volta».

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