Cuba denuncia: campagna di menzogne USA a favore di un controrivoluzionario

Cuba ha rivelato le prove del suoi reati con fatti e i testimoni che sono stato pubblicati nelle reti sociali

Da quando è stato arrestato il controrivoluzionario e delinquente José Daniel Ferrer García, il governo degli USA e i suoi lacchè hanno scatenato una campagna per screditare il sistema giudiziario cubano.

I fatti e i testimoni che sono stato pubblicati nelle reti sociali, dopo la denuncia pubblica realizzata, confermano la colpevolezza di Ferrer nei reati che gli si imputano e in altri.

La verità di Cuba ancora una volta ha distrutto la campagna di discredito contro il sistema giudiziario del nostro paese, scatenata dal governo degli Stati Uniti e dai suoi seguaci, da quando è stato arrestato il contro rivoluzionario e delinquente José Daniel Ferrer García.

Prove indiscutibili sono state mostrate in un reportage della NTV con fatti e testimoni, pubblicati nelle reti sociali dopo la denuncia pubblica realizzata il 27 novembre del 2019 e che confermano la colpevolezza di Ferrer García nei reati a lui imputati e in altri.

La bugie contro Cuba hanno le gambe corte

Nel materiale televisivo si mostra nuovamente il video nel momento dell’auto aggressione di Ferrer contro un tavolo, che dimostra che le lesioni che aveva denunciato se le era procurate da solo dopo l’arresto.

Dopo una pubblica denuncia, i nemici della Rivoluzione hanno detto che era un montaggio e tra questi la mal chiamata Televisione Martí.

Ma da tempo appaiono prove e testimoni che ancora una volta smascherano il contro rivoluzionario e non solo residenti in Cuba, ma anche negli Stati Uniti.

I video con le dichiarazioni di Abel López Pérez, cubano residente negli USA sono stati rivelatori. Questi denuncia a condotta di Ferrer perché porta armi.

«Non mi dire che è un giocattolo, non cercare di giustificare che è un giocattolo. Ti ripeto, punta un’arma giocattolo davanti a un ufficiale di polizia qui negli USA e vedrai quale sarà la sua risposta», ha dichiarato.

Inoltre nel materiale televisivo sono state pubblicate immagini dello stesso José Daniel Ferrer con un fucile.

Alejandro Hernández Real, anche lui residente negli Stati Uniti ha dichiarato: «Davvero che ha abusato di alcune persone. È vero che ha uno spirito di dittatore. È vero che si è messo in problemi, delitti comuni, con gente della sua organizzazione, gente che esigeva denaro che lui non pagava. Non è un segreto per nessuno.

Torno e chiedo dov’è la gente di Unpacu.

«Voi sapete perché non lo seguono, tra le altre cose, perchè in quale modo lui mi può giustificare i 10000 dollari che gli inviano tutti i mesi», ha chiesto Hernández Real.

Nel momento in cui si diffonde la registrazione di una delle riunioni del delinquente José Daniel Ferrer García con membri di una presunta organizzazione – questi ultimi smascherati. Si segnala un membro del gruppo inqustao incontro e si pubblica la forte testimonianza di sua madre Solange Claramut, vicina di José Daniel Ferrer:

«José Daniel, tu sai bene che uno degli incappucciati che si sono visti alla televisione è mio figlio Enmanuel, che tu hai pagato perché dicesse, attraverso Aurora Sancho, alla Sicurezza di Stato che gli avevano dato del denaro, che lo avevano pagato perché ti picchiassero,cosa falsa perché tu non avevi notizie in assoluto e poi lo hai ingannato e non gli hai dato il denaro».

Abel López Pérez ha aggiunto che: «quando mandava a fare un video di uno o due minuti in ogni provincia del paese, mandava i coordinatori a girare un video di un minuto, mostrando rapidamente un cartello, gridando da un angolo e nascondendosi rapidamente, per poi pubblicarlo e venderlo come una manifestazione dell’Unione Patriottica di Cuba in tutta Cuba –Unpacu-».

Gli argomenti di Roberto García Cabrejas, residente negli Stati Uniti, mettono in dubbio la stessa condotta di Ferrer per realizzare i suoi propositi contro rivoluzionari: «La Rivoluzione non si distrugge dando colpi in modo pazzo a una tavola, anche se è una tavola rivoluzionaria».

Abel López Pérez ha considerato che José Daniel Ferrer potrebbe ricevere un Premio. «Io gli darei il premio per la recitazione. Tremenda interpretazione, degna di un Oscar». Il giovane Alejandro Hernández Real ha fatto ironia con l’idea che lui pensava che avrebbero incontrato un cadavere nella cella.

«Una menzogna, io sapevo che non sarebbe accaduto. Molti di voi sì. Molti lo pensavano: poverino, è scomparso, questo e quest’altro. E il tipo intanto riceveva visite egli portavano la marmellata e tutta questa storia… devono smetterla, devono finirla».

Da dove viene il montaggio?

Chiaro, il vero montaggio è diretto dagli Stati Uniti nel più bruto stile di rappresentazione di un’opera teatrale. I burattini, ossia i principali personaggi nello show sono sempre Luis Almagro, segretario generale della OSA; Marcos Rubio, senatore degli Stati Uniti; Mara Tekach, incaricata degli Aaffari dell’Amabscita delgi Stati Uniti a l’Avana;Lincoln e Mario Díaz-Balart, congressisti e membri della comunità anticubana in Miami.

Tutti hanno alle spalle un arsenale di azioni contro Cuba e difendono la tesi che Ferrer è innocente.

L’esempio più recente è Morgan Ortagus, portavoce del Dipartimento di Stato degli USA: «Oggi mi unisco alle voci di tutto il mondo che chiedono la liberazione del cubano difensore dei diritti umani, José Daniel Ferrer, quando si compiono cento giorni».

Il materiale televisivo ha precisato che per dirigere il gruppuscolo controrivoluzionario manca un finanziamento. Ed è qui che interviene un canale, una produzione «magica» che crede che Cuba non è capace di decidire il suo stesso cammino: Rosa María Paya Acevedo, fabbricata come una presunta leader dei Diritti Umani.

Non è casuale che in un percorso realizzato di recente in Bolivia, abbia ricevuto la simpatia del Governo di fatto guidato dall’autoproclamata mandataria Jeanine Áñez, che ha annunciato, poche ore dopo la visita, la sospensione delle relazioni diplomatiche con l’Isola.

«Un piccolo giro, solo in Bolivia e in Uruguay, ma che ha avuto molti effetti – si è vantata la Payá Acevedo– e il primo, il più importante è stato che il governo costituzione della Bolvia il governo della presidente Jeanine Áñez, ha annunciato che rompe le relazioni (con Cuba)».

Con una campagna basata nella pressione per ottenere l’impunità nel caso di Ferrer, si alimentano le tasche della OSA, parlamentari senza scrupoli, altre organizzazioni internazionali e i servi che continuano a vivere del denaro del contribuente statunitense. Nonostante questo ci sono sempre le voci che difendono la verità in questi stessi scenari.

Nel reportage del Telegiornale cubano della sera, è stato mostrato il video con le dichiarazioni di Manuel Pineda Marín, eurodeputato,che ha riconosciuto: «Oggi ci portano un testo nel quale si strumentalizzano la detenzione e il processo giudiziario con tutte le garanzie, di un delinquente accusato di sequestro, e con una lunga storia di reati…, includendo le botte alla sua ex moglie incinta di 36 settimane».

Aurora Sancho Gutiérrez, vicina di José Daniel Ferrer, ha offerto la sua testimonianza nel reportage della Televisione Cubana: «Ferrer picchiava e rinchiudeva Belkis Cantillo in una stanza e lì le portava da mangiare come in una selva. L’ho saputo dalla stessa Belkis Cantillo e da altre persone che stavano lì e commentavano tutto quello».

Prove indiscutibili

Il colpevole di azioni così atroci sarà giudicato e condannato,non abbiamo alcun dubbio. Siamo stati educati seguendo i principi di umanesimo e giustizia che sono essenziali in Cuba.

Ci sono le prove, i testimoni e attualmente José Daniel Ferrer García è sotto processo con tutte le garanzie legali, accusato per i reati di lesioni e privazione illegittima della libertà, per aver attentato contro il cittadino Sergio García González.

Il reportage della Televisione ha smontato anche un’altra campagna mediatica realizzata nello stile del gruppuscolo controrivoluzionario che si fa definire (nome più che mai bugiardo) Unione Patriottica di Cuba.

Il cittadino Domingo Duvalón Hurtado, ha simulato d’essere stato picchiato dalla Polizia Nazionale Rivoluzionaria in una falsa trama tessuta da Ferrer García, che aveva comprato i presunti servizi di Duvalón Hurtado per dieci CUC.

Duvalón Hurtado ha segnalato su questo: «Tu vedi, tutto questo che c’è qui – ed ha segnalato ( togliendoselo)un grande bendaggio che gli copriva la parte superiore del tronco e un braccio( sani) – è stato una farsa per dimostrare che José Daniel è un bugiardo», ed ha mostrato davanti alle telecamere il biglietto di dieci CUC che gli ha dato il mercenario José Daniel per comprarlo.

Il reportage ha mostrato un’altra faccia nota, quella di Ana Olema Hernández, che ha detto di non aver niente a che spartire con i vandalismi associati ai busti di Martí, dopo la denuncia dei finanziamenti che aveva ricevuto

Il telegiornale ha però mostrato un video che circola nelle reti sociali dove si vedono assieme Ana Olema e Panter, uno dei vandali che hanno profanato i busti dell’Apostolo.

È stato denunciato che Ana Olema è legata a Ferrer, perché sono lupi dello stesso branco ed ha definito quest’ultimo come un delinquente che non può sostenere i suoi stessi racconti e al quale si sta offrendo un adattamento umano senza montaggi.

Il giornalista della TV ha precisato che mentre continua il processo contro questi elementi della delinquenza, alcuni ricevono maggiori benefici e altri ricevono solo le briciole.

«Ogni azione si maschera con falsità della lotta per i diritti umani e le presunte libertà di un popolo. Gli Stati Uniti, la potenza più aggressiva del mondo, hanno già provato tutto con Cuba. Le causa delle figure come José Daniel Ferrer García resta senza argomenti contro fatti e verità molto serie, ha concluso.

«La verità non può restare senza parole», ha dichiarato José Martí.

Cuba presenta al mondo la sua verità con prove indiscutibili che smontano la campagna di menzogne del Governo degli Stati Uniti e dei suoi salariati.

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