Per una comunicazione propositiva e legalmente garantita

Abel Reyes Montero

L’analisi del controllo interno e dei documenti politici e giuridici che decidono l’esercizio del gruppo, sono stati i temi dibattuti nella giornata di chiusura del Consiglio Nazionale dell’Associazione Cubana dei Comunicatori Sociali (ACCS), che si è svolto il 4 e 5 marzo nel Palazzo delle Convenzioni a L’Avana.

Rosa María Pérez Gutiérrez, presidente dell’organizzazione, si è riferita come primo punto del giorno ai risultati dei controlli interni sviluppati in ogni territorio, che hanno apportato risultati come il poco dominio dell’appoggio legale su cui conta l’esercizio della comunicazione in Cuba; la mancata gestione della comunicazione commerciale tra le funzioni dello specialista in comunicazione istituzionale, così come la mancata attualizzazione delle diagnosi di comunicazione interna ed esterna, tra l’altro.

Humberto Fabián Suárez, primo vicepresidente della ACCS, e Rebeca Jara Colón, membro della presidenza dell’organizzazione e professoressa dell’Università de L’Avana, hanno segnalato l’esistenza di un portafogli di documenti politici e giuridici che s’incaricano di tracciare le decisioni per l’esercizio della comunicazione nell’Isola.

Yoel Suárez Pellé, vice capo del dipartimento ideologico del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba (PCC), ha segnalato l’importanza delle scienze sociali, soprattutto la storica, nella costruzione e nel mantenimento del nostro progetto rivoluzionario.

Il funzionario ha risaltato la presenza nella giunta di Jorge Luis Aneiros Alonso, presidente dell’Unione degli Storiografi di Cuba, ed ha segnalato, tra vari aspetti, l’importanza che il Presidente della Repubblica Miguel Dìaz Canel concede alla comunicazione sociale, che definisce come uno dei pilastri di gestione del Governo.

«La sfida della nazione cubana oggi è culturale (…), e non è possibile comunicare senza conoscere il metodo storico. Se non usiamo l’etica e la morale che ci sostengono come paese, è molto difficile trascendere», ha concluso Suárez Pellé.

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