Economisti USA: togliere le misure coercitive

 imposte a Venezuela, Cuba e Iran

 

Per l’economista Dean Baker le misure hanno ridotto al minimo le possibilità per l’ottenimento di finanziamento, gli acquisti di strumenti medici e alimenti per assistere la maggioranza dei venezuelani.

Un gruppo d’economisti statunitensi hanno chiesto al Governo USA di togliere immediatamente le misure coercitive unilaterali imposte a paesi come Venezuela, Cuba e Iran, tra gli altri, ha informato Telesur.

Gli economisti segnalano che la domanda tenta d’evitare l’aumento del numero delle vittime nelle nazioni  di fronte alla situazione dell’espansione del coronavirus (Covid-19), che già ha colpito più di  200.000 persone a scala mondiale.


«Questa politica è smisurata e flagrante contro il diritto internazionale. E anche peggio, ora sta alimentando l’epidemia del coronavirus. È imperativo che gli Stati Uniti tolgano queste sanzioni immorali e illegali per permettere che Iran e Venezuela affrontino  l’epidemia nella maniera più effettiva e rapida possibile», ha detto il professore e direttore del Centro per lo Sviluppo Sostenibile della Columbia Universidad, Jeffrey Sachs.

Sachs ha segnalato che l’unica funzione delle misure coercitive degli USA contro queste tre nazioni è quella di fare pressioni su questi governi per indurre una sofferenza generalizzata.

Il cancelliere del Venezuela, Jorge Arreaza, attraverso il suo account in Twitter ha espresso il suo appoggio al lavoro speciale sul tema della pandemia del Coronavirus del Centro d’Investigazione Economica e Politica (CEPR).

Economisti statunitensi si sommano al clamore mondiale per la cancellazione immediata delle misure coercitive unilaterali degli USA.

Sono illegali, sono criminali e provocano difficoltà e morte nel mezzo della pandemia. #LasSancionesSonUnCrimen

Altri economisti avvertono che le misure unilaterali frenano le capacità delle nazioni per seguire la situazione della pandemia che ha tolto la vita a più di 9000 persone.

«Non ci sono dubbi che le sanzioni hanno colpito la capacità dell’Iran per contenere il focolaio e questo ha provocato più infezioni e possibilmente la propagazione del virus al di là delle frontiere dell’Iran”, ha indicato uno dei direttori del CEPR, Mark Weisbrot.

Per Dean Baker, l’economista principale del CEPR, il miglior aiuto umanitario che Washington può prestare a questi paesi è l’eliminazione delle misure coercitive che in Venezuela, per esempio, hanno generato perdite milionarie per più di 140.000 milioni di dollari.

Inoltre hanno ridotto al minimo la capacità per l’ottenimento di finanziamenti, e degli acquisti di strumenti medici e alimenti, per assistere  la maggioranza dei venezuelani,  ha aggiunto Baker.

«In un’epoca di crisi, con decine di milioni di persone nei paesi colpiti che corrono il rischio di contrarre la malattia e anche di morire per questa, l’unica risposta umanitaria ragionevole è sospendere le sanzioni sino a che passi la minaccia», ha indicato ancora l’economista.

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