Forze navali USA schierate al largo delle coste del Venezuela

 sotto il “Comando Sur” con sede in Miami

In piena crisi da Covid-19, il regime di Trump ha schierato una forza navale vicino alle coste del Venezuela per “combattere il traffico di droga” ed impedire che Caracas “tragga profitto dal traffico di droga”. Caracas ha immediatamente risposto denunciando la provocazione USA. Le truppe di terra statunitensi, presenti nella basi USA in Colombia, sono in stato di allerta.

Le forza navale, composta da cacciatorpediniere, navi da combattimento, aerei ed elicotteri è stata inviata per svolgere compiti di “sorveglianza” vicino al territorio venezuelano.

L’operazione militare, di notevole portata, secondo Trump, si realizza a distanza di una settimana dall’accusa di narcoterrorismo contro Maduro, ed altri esponenti del legittimo governo di Caracas, accusa lanciata del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Il vice presidente del Venezuela, Jorge Rodríguez, ha denunciato l’operazione militare come “il tentativo di sviare l’attenzione (da parte di Trump) su quanto sta accadendo negli USA con la crisi sanitaria da Covid-19”.

Già in passato l’imperialismo USA ha utilizzato la scusa della droga per arrestare presidenti di altri stati, ad esempio Noriega Panama, già ex agente CIA. Fatta la debita contestualizzazione storica, questa volta gli USA hanno messo in campo una notevole forza militare con l’obiettivo, non nascosto, di eliminare l’anomalia politica venezuelana già in grave difficoltà a seguito delle illegali sanzioni USA.

Intanto in Venezuela ci si prepara, nei prossimi mesi, alle elezioni parlamentari e alla battaglia contro il Covid-19, ciò nel pieno delle difficoltà economiche dovute alle illegali sanzioni che Washington rafforza nonostante gli organismi internazionali ne abbiano chiesta l’immediata revoca.

Ci auguriamo che questa provocazione non sfoci in un confronto militare, ma è chiaro che Trump sta agendo contro il Venezuela in violazione di qualsiasi diritto internazionale, umano e civile.

www.bbc.com

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