Il silenzio della stampa italiana sui medici cubani

 Beatrice Bardelli  www.toscanatoday.it

Ma la storia non si cancella, un grande esempio di umanità nel nome di Fidel Castro, i 53 cubani tra medici e infermieri giunti in Italia

 

I 53 cubani, tra medici ed infermieri, arrivati recentemente in Italia, stanno lavorando da circa dieci giorni, a fianco dei colleghi italiani, nell’ospedale da campo che hanno attrezzato a Crema.

Dopo il loro arrivo, domenica 22 marzo, che ha suscitato l’interesse dei media nazionali, su di loro e sul loro lavoro di specialisti dell’emergenza Coronavirus è calato il silenzio stampa.

Nessun giornale, nessuna rete radiofonica o televisiva a grande diffusione nazionale sta dando loro visibilità. Ci domandiamo perché. Perché sono bravi, anzi, bravissimi, e sono considerati tra i più preparati ed i più bravi del mondo?

Perché dipendono dal Ministero della Salute di Cuba che, come è noto, è un paese social-comunista che, per scelta politica, li ha fatti laureare e li ha fatti specializzare senza che loro pagassero un peso per la propria formazione professionale?

Perché portano addosso e trasmettono, con competenza e semplicità, non solo la propria professionalità ma anche quello spirito di umanità, fratellanza e solidarietà che, a Cuba, è considerato un pilastro dello spirito rivoluzionario così come inteso e fatto intendere a todo el mundo dal mai dimenticato e, da loro, amatissimo Comandante en Jefe (comandante in capo, n.d.r.) Fidel Castro?

Dà fastidio che siano stati chiamati in Italia (fedele alleata degli Stati Uniti tanto da avergli concesso di occupare parte del nostro territorio patrio con le attuali 114 basi militari USA e Nato) questi uomini di scienza che hanno una formazione professionale e politica da social-comunisti ed uno spirito umanitario che noi ci sogniamo?

Fa paura la figura di Fidel Castro che i 53 medici cubani hanno omaggiato presentandosi all’arrivo in Italia con una sua gigantografica? Ebbene, solo chi non conosce ed apprezza lo spirito che sostanzia l’umanità solidale con cui ha potuto vincere a Cuba, nel 1959, la Revolución di Fidel Castro, può avere dubbi o peggio timori.

Perché anche questo era Fidel. Negli anni ’90, al politico della destra cilena, Andrés Allamand, capitò un dramma familiare. Suo figlio di quattro anni, dopo una caduta in piscina, aveva riportato gravi danni neurologici. Come ha raccontato lo stesso Allamand, un giorno, inaspettatamente, ricevette una telefonata da parte di Fidel Castro che gli offriva aiuto per il trattamento sanitario ed il recupero di suo figlio in uno degli ospedali specializzati di Cuba. Secondo quanto riporta Desde Abajo MX : “La prima volta che ho parlato con lui gli ho chiesto se sapeva chi fossi, gli ho detto che ero un dirigente dell’opposizione e lui mi ha risposto: ne sono assolutamente consapevole e questo non ha nulla a che fare con quello. Fidel prese la guarigione di mio figlio come qualcosa di personale e gli ha sempre dedicato tutto il tempo per molti anni. Io e mia moglie abbiamo (per lui) la più grande gratitudine umana”. Così, quando nel 2003 il figlio di Allamand morì, la famiglia decise di portare le sue ceneri a Cuba. E quando morì Fidel Castro il 25 novembre 2016, Andrés Allamand, intervistato il giorno seguente sulla figura di Fidel Castro, disse: “Para nuestra familia fue un verdadero ángel” (“Per la nostra famiglia è stato un vero angelo”). Si può ascoltare su You Tube (www.youtube.com/watch?v=TY2nW_Oz1aM) la testimonianza commossa dell’avvocato e senatore Andrés Allamand Zavala: uno dei fondatori del Movimiento de Unión Nacional, il partito politico che aveva appoggiato il generale Augusto Pinochet, e del partito di destra Renovación Nacional (RN), di cui è stato presidente. Ogni altro commento risulta superfluo.

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