Gli USA mantengono il blocco ed escludono Cuba dagli aiuti umanitari

Orlando Oramas Leon

Sordo al reclamo internazionale, il governo degli Stati Uniti mantiene la sua politica di blocco economico, finanziario, commerciale e sanitario contro Cuba, nonostante la pandemia della COVID – 19 che colpisce anche i cubani.

Washington non invierà aiuti umanitari d’emergenza all’Isola, che è stata esclusa da una lista di 106 nazioni,  alle quali sono destinati 508 milioni di dollari da ripartire.

Il Dipartimento di Stato e l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) lo hanno annunciato ed hanno informato sul pacchetto di aiuti per controllare la propagazione del nuovo coronavirus.

I fondi, con destini sanitari ed economici, saranno consegnati a organizzazioni multilaterali e non governative coinvolte in azioni come campagne rapide d’informazione sulla salute pubblica, acqua e risanamento, e la prevenzione e il controllo delle infezioni nei centri d’assistenza della salute.

Nessun organismo di questi è cubano e non si potranno nemmeno investire le risorse in programmi per combattere la malattia nell’Isola dei Caraibi.

Tutto quest appare ben chiaro anche in un altro documento emesso dal Dipartimento del Tesoro incaricato di mantenere la chiusura e stringere sempre più il blocco per asfissiare Cuba e i suoi cittadini, senza che importi la difficile congiuntura sociale attuale.

Questa dichiarazione “giustifica” l’esclusione del piccolo e vicino paese con l’argomento che il blocco (che chiamano embargo) permette commercio, assistenza o attività legittime solo se relazionate con l’assistenza umanitaria conforme alle regole dell’Ufficio di Controllo degli Attivi Stranieri  (OFAC).

Senza dubbio riconosce che il blocco rimane in vigore e che la maggioranza delle transazioni tra gli USA o le persone soggette alla giurisdizione degli Stati Uniti e Cuba sono sempre proibite.

Poi aggiunge che la OFAC mantiene varie autorizzazioni di licenze generale disegnate per permettere l’aiuto e l’assistenza umanitaria al popolo cubano, indica il documento.

Non dice però che la OFAC applica con tutto il rigore le disposizioni dell’assedio, per cui Cuba non può accedere a strumenti o apparecchi medici e tanto meno a tecnologie della salute che possono salvare vite.

Alcuni giorni fa, le autorità dell’Isola delle Antille hanno denunciato che l’Impresa Medicuba non potrà acquistare respiratori artificiali ordinati alle fabbriche IMT Medical AG e Acutronic.

Il motivo si ripete. Queste ditte sono state comprate da una compagnia statunitense che per la proibizione del non potrà vendere a L’Avana queste attrezzature vitali per assistere i malati di COVID – 19

Questo si somma ai danni dell’assedio al settore sanitario cubano che solo tra aprile del 2018 e marzo dl 2019 ha registrato, per colpa del blocco della Casa Bianca, perdite per più di  104 milioni di dollari.

Il Dipartimento del Tesoro ha chiarito che il blocco imposto a Cuba «ha l’obiettivo di sanzionare il regime comunista di Cuba, che per decenni ha oppresso il popolo cubano e non ha soddisfatto le sue necessità più elementari».

La cosa sicura è che i 2734 cittadini cubani ricoverati negli ospedali e i circa 7000 sotto osservazione del sistema d’Assistenza Primaria di Salute nelle loro case, non avranno accesso a medicinali, ventilatori polmonari e altri strumenti di provenienza statunitense per la loro cura.

Anche il personale medico che lavora in prima linea per affrontare la pandemia non riceverà mezzi di protezione Made in USA.

Tutto questo anche se il regolamento del Controllo degli Attivi di Cuba della OFAC  include licenze generali per transazioni e ri-esportazioni da un terzo paese di medicinali e dispositivi sanitari, includendo investimenti in ospedali dell’Isola.

Ma tutto questo e anche più dipende dall’approvazione del Dipartimento di Stato e in altri casi da quello del Commercio, leggi governo del presidente Donald Trump, per il quale la pandemia sembra essere l’opportunità di far arrendere Cuba, stavolta per i danni provocati dalla COVID – 19.

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