Playa Girón: cosa non è successo

R. González Barrios, A. Guzmán de Armas, Internationalist 360°

Il 19 aprile 1961, sulle sabbie di Playa Giron l’esercito popolare o popolo in armi, come preferiamo chiamarlo, sconfisse in modo schiacciante l’invasione meticolosamente pianificata dal governo USA. La vittoria a Playa Giron è passata alla storia come la “prima grande sconfitta” dell’imperialismo USA in America. L’operazione Pluto, preparata dalla Central Intelligence Agency (CIA), fu la vendetta organizzata dell’impero contro le potenti forze della Rivoluzione cubana.

Per realizzarlo, impiegò rappresentanti dagli interessi spuri della società putrefatta superata, membri della CIA e loro forze armate. La reazione del governo di Eisenhower alla sconfitta che il 1° gennaio 1959 fu inflitta a un esercito modellato a sua immagine e somiglianza fu immediata. La risposta fu inevitabilmente militare, nonostante per prima cosa venisse usato il loro intero arsenale sovversivo, preferibilmente i rappresentanti del vecchio esercito di Batista e del vecchio sistema. Al colpo traumatico rappresentato dal trionfo della Rivoluzione si unì un altro colpo in termini politici ed economici. Le misure sempre più radicali della Rivoluzione, per realizzare il Programma Moncada, influenzarono direttamente gli interessi di monopoli e società straniere, in particolare degli Stati Uniti. Cuba era un precedente inquietante per il dominio dell’emisfero sull’impero. Le reazioni furono immediate. Sabotaggi, attentati, bombardamenti, incoraggiamento e sostegno a bande controrivoluzionarie, operazioni di pirateria, campagne mediatiche che demonizzavano la Rivoluzione e i suoi leader, guerra diplomatica, blocco economico e rottura delle relazioni erano solo una delle facce dell’aggressione in corso.

Nel gennaio 1960, fu creata la Task Force (TF) WH-4 della CIA, che redasse il Programma di azioni segrete contro il governo di Castro, approvato dal presidente Eisenhower il 17 marzo. Il Programma, che preparò le condizioni per sovvertire l’ordine dell’isola impiegando mercenari e controrivoluzionari, fu accompagnato dall’intensificarsi della prontezza al combattimento delle unità d’élite delle forze armate statunitensi, in particolare dei Marines, incluse esercitazioni e manovre nelle aree della costa orientale, del Golfo del Messico e del Mar dei Caraibi. Nell’estate 1960, la compagnia chiese al gruppo speciale del Consiglio di sicurezza nazionale di approvare i voli degli aerei-spia U-2 su Cuba. L’operazione si chiamava Kick Off e fu effettuata dagli U-2 del distaccamento G della compagnia, decollando dalla base aerea di Laughlin in Texas. La CIA chiese al gruppo speciale di autorizzare altri voli, avvenuti tra il 26 e il 27 ottobre. Nel gennaio 1961, dopo la brusca rottura delle relazioni diplomatiche con Cuba, l’impero minacciò l’isola intraprendendo le manovre Convex-1/61 nei Caraibi, con la partecipazione di una portaerei, un sottomarino atomico, tre sottomarini convenzionali, dieci cacciatorpediniere e altre unità di supporto, oltre a un migliaio di marine. Il cacciatorpediniere DD-844 Perry, convertito in nave intercettazione dei segnali e basata temporaneamente nella stazione aeronavale di Key West, in Florida, controllava le trasmissioni cubane da febbraio, spostandosi nelle nostre acque territoriali. Il 19 e 21 marzo, gli aerei-spia strategici U-2 Dragon Lady della base aeronautica di Edwards, California, compivano sorvoli per ottenere dati sull’ordine di combattimento delle truppe aeree e di terra cubane, nonché dati geografici usati per decidere il luogo appropriato per lo sbarco dei mercenari. Secondo, un distaccamento di U-2 si trasferì dalla base aeronautica di Edwards in California a Laughlin, in Texas, e dal 6 aprile, coll’operazione Flip Top compirono 15 missioni su Cuba.

Dal 27 marzo, nel contesto della guerra psicologica associata all’operazione Plutone, la stazione controrivoluzionaria Radio Swan trasmise solo informazioni collegate alle organizzazioni nemiche a Cuba. Prima, durante e dopo l’invasione, distorse i fatti. Nel fare ciò, fu emulata dalle agenzie AP, UPI e AFP, che furono fantasiose, prive completamente di etica professionale e scrupoli, ancciando sbarco du forze nel porto di Bayamo, sanguinose battaglie nelle strade di L’Avana e Cienfuegos, l’avanzata impetuosa di carri armati russi sulla capitale, sorvolo di MiG sovietici che non erano mai arrivati sul suolo cubano e massicce rivolte nella Sierra Maestra, tra altre falsità. Randolph Hearst e Joseph Pulitzer, i maestri del jingoismo, erano puerili rispetto a questi. Il 3 aprile, il dipartimento di Stato pubblicò il suo primo libro bianco su Cuba, in cui affermava: “L’attuale situazione a Cuba rende il confronto nell’emisfero occidentale e nel sistema interamericano una sfida seria e urgente”. All’inizio di aprile, il Capo di Stato Maggiore ordinò al North American Air Defense Command (NORAD) di eseguire l’Operazione SouthernTip, istituendo una stazione di sorveglianza radar in mare, con tre navi a monitorare lo spazio aereo tra Cuba e il sud della Florida. Le navi, ruotando, erano situate a circa 100 miglia a est di Key West, 80 miglia a sud di Miami e 90 miglia a largo della costa settentrionale di Cuba.

Le forze di invasione furono preparate per più di un anno

 

Dal 13 aprile, la nave-comando Northampton, alla guida della Seconda Flotta, conduceva operazioni per trasferire la brigata mercenaria 2506 dal Nicaragua a Cuba, nelle vicinanze dell’isola di Bimini, in Florida, armata e completamente equipaggiata, inclusi 35 velivoli, 16 dei quali bombardieri B-26; era scortata da un potente gruppo navale nordamericano che fornì copertura quando fu imbarcata, in attesa dell’ordine, che non arrivò mai, di entrare in azione a sostegno del governo auto-proclamato dal mercenario José Miró Cardona ed insediato in un’installazione militare della Florida. Il distaccamento navale nordamericano che forniva la copertura era di gran lunga più potente della brigata mercenaria. Chiamato Task Force Alpha, era composto dalla nave d’assalto anfibio LPH-4 Boxer, con a bordo un battaglione della 2a divisione marine; dalla portaerei CV-9 Essex, con 40 aerei da combattimento, i cacciatorpediniere DD-507 Conway; DD-756 Murray; DD-701 Eaton e dalla portaerei CVA Independence, con 70 velivoli. Era accompagnato da due sottomarini. Erano le stesse forze e mezzi che si preparavano intensamente da più di un anno alla guerra imminente. Il 16 aprile, le unità navali nordamericane organizzarono azioni dimostrative notturne a nord dell’Avana e a Pinar del Rio, Oriente e Isla de Pinos, avvicinandosi a dieci-sei miglia dalle coste, col compito di confondere e rallentare il comando cubano nell’identificare il luogo dello sbarco. Il 17 aprile, le unità navali della Marina degli Stati Uniti svolsero una manovra diversiva radioelettronica a nord del porto di Mariel, dell’Avana, e a Bahía Honda, Pinar del Río, nel tentativo di distogliere l’attenzione dalla direzione dell’attacco principale.

La compagnia reclutò i mercenari negli Stati Uniti e li preparò nelle basi in Guatemala, Portorico e Miami e in strutture militari statunitensi come Fort Bragg e Norfolk in Virginia, Fort Myers e Opalocka in Florida, Vieques a Puerto Rico e Fort Guly a Panama. Nella base aerea di Homestead in Florida, l’esercito nordamericano addestrò una forza d’assalto controrivoluzionaria, che cercò di sbarcare nella provincia orientale col sostegno della base navale di Guantanamo, dove attendava una forza insolita di circa 40 navi da combattimento concentratevi all’inizio di aprile 1961. Per giustificare tale presenza, il Pentagono annunciò una manovra militare nell’area caraibica. In realtà, doveva coprire l’invasione di Playa Giron. Gli organizzatori nordamericani dell’invasione inviarono una squadra di esplorazione per controllare assicurare lo sbarco dei mercenari. Quattro piloti della Guardia Nazionale dell’Alabama furono uccisi dal turo dei nostri aerei e, una volta sconfitta l’invasione, con un misto di arroganza e impotenza, gli aerei da combattimento della portaerei Essex sorvolarono il campo senza più mercenari di Playa Girón.

Il risultato principale degli eventi si ebbe nella Palude di Zapata, ma non solo li. L’intero Paese fu minacciato da sbarco ed aggressione. Il 15 aprile, nella provincia orientale, vicino a Baracoa, il gruppo dei mercenari di Nino Díaz fu dissuaso dallo sbarco, dopo aver saputo della presenza di forze rivoluzionarie. Quel tentativo era collegato a una probabile finta aggressione alla base navale di Guantanamo, come pretesto per l’intervento armato. Se la testa di ponte della spiaggia fosse stata consolidata e avesse avuto luogo l’intervento diretto delle forze armate statunitensi, la storia sarebbe stata diversa. Avremmo certamente combattuto l’impero oggi, se non l’avessimo sconfitto prima. Come disse il nostro comandante in capo Fidel Castro Ruz in occasione del 25° anniversario della vittoria di Playa Giron: “…L’importanza di Girón non è nella grandezza della battaglia, dei combattenti, delle azioni eroiche che vi si svolsero; il grande significato storico di Girón non è ciò che è accaduto, ma ciò che non è accaduto grazie a Girón”.

Traduzione di Alessandro Lattanzio


Girón: Lo que no ocurrió

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El 19 de abril de 1961 en las arenas de Playa Girón, un ejército de pueblo o un pueblo en armas, como prefiramos llamarle, derrotaba de manera aplastante la invasión minuciosamente preparada por el gobierno de los Estados Unidos. La victoria de Playa Girón ha pasado a la historia como la “primera gran derrota” del imperialismo yanqui en América.

La Operación Pluto preparada por la Agencia Central de Inteligencia, fue la revancha organizada por el imperio contra las fuerzas pujantes de la Revolución Cubana. Para materializarla, empleó a representantes de los intereses espurios de la sociedad putrefacta que había sido superada, a efectivos de la Agencia Central de Inteligencia y a sus propias Fuerzas Armadas.

La reacción del gobierno de Eisenhower ante la derrota de un ejército construido a su gusto, imagen y semejanza, no se hizo esperar. La respuesta sería inevitablemente militar, aunque para ello emplearían primero todo su arsenal subversivo, preferentemente, a los representantes del viejo ejército y del viejo sistema.

Al traumático golpe que significó el triunfo revolucionario, se unió otro contundente en lo político y económico. Las medidas cada vez más radicales de la Revolución para hacer realidad el Programa del Moncada, afectaba directamente los intereses de los monopolios y empresas extranjeras, especialmente las estadounidenses. El ejemplo de Cuba, era nefasto para el dominio hemisférico del imperio.

La reacción imperial fue inmediata. Sabotajes, atentados, bombardeos, fomento y sustentación de bandas contrarrevolucionarias, acciones piratas, campañas mediáticas en las que se satanizaba a la revolución y sus líderes, guerra diplomática, bloqueo económico y rompimiento de relaciones, fueron sólo una parte del rostro de la agresión en ciernes.

En enero de 1960, fue creada la Fuerza de Tarea (FT) WH-4 de la CIA, que elaboró el Programa de Acción Encubierta contra el Régimen de Castro, aprobado por el presidente Eisenhower el 17 de marzo. El Programa, que preparaba las condiciones para subvertir el orden interno con el empleo de mercenarios y contrarrevolucionarios, marchaba acompañado por la intensificación de la preparación combativa de unidades élites de las Fuerzas Armadas de los Estados Unidos, en especial la infantería de marina, las que incrementaron sustancialmente sus ejercicios y maniobras en áreas de la Costa Este, el Golfo de México y el Mar Caribe.

Entre el 18 de enero y el 20 de marzo de ese año, unidades de infantería de marina realizaron en Onslow Beach, Carolina del Norte y la isla puertorriqueña de Vieques, el ejercicio Brigadelex 1/60, primero de una serie en el que escuadrones de helicópteros y aviación de ataque, garantizaban el asalto y desembarco de los efectivos de la 8 brigada de Infantería de Marina. En estos ejercicios se comprobaba la operatividad del buque anfibio LPH-4 Boxer, que formaría parte del escalón de asalto norteamericano listo para desembarcar en Bahía de Cochinos.

Como parte del acondicionamiento del Teatro de Operaciones Militares, entre enero y agosto, una compañía del 8 Batallón Ingeniero de la Infantería de Marina, reconstruyó una pista de aterrizaje y construyó un nuevo taxiway y un campamento para unos 500 efectivos y elementos de aviación, en Camp García, Vieques, Puerto Rico.

El 10 de febrero, era rebasificado en la Estación Aeronaval de Leeward Point, en la Base Naval de Estados Unidos en la bahía de Guantánamo, el 122 Escuadrón de Cazas de la Infantería de Marina (12 aviones), procedentes de Beaufort, Carolina del Sur. Dos días después, el 312 Escuadrón de Cazas, también procedente de Beaufort, con otros 12 aviones, reforzaba la Base.

El 18 de marzo y hasta el 11 de mayo, la 10 Brigada (Provisional) de Infantería de Marina con Escuadrón de helicópteros y aviación de ataque, realizaba desde Camp Lejeune y Cherry Point, en Carolina del Norte, el ejercicio Brigadelex 2/60 que nuevamente incluía desembarcos en Vieques y, Onslow Beach.

Coincidiendo en el tiempo, entre el 21 de marzo y el 6 de abril, la 2 Fuerza de Tarea Aeroterrestre de Infantería de Marina realizaban el mayor ejercicio de ese tipo de fuerza en el año; el Lantphibex 1/60 (Operación Amicus), también con desembarcos en Vieques y, Onslow Beach. Como parte de este ejercicio, se desarrolló un desembarco de la Fuerza de Golpe Anfibia de la Flota del Atlántico. El ejercicio estuvo destinado a probar las capacidades de la Fuerza para capturar, ocupar y defender puntos clave, evacuación de personal, protección de los intereses de EEUU y apoyar o restablecer gobiernos amigos.

Del 6 al 11 de mayo, el 24 Grupo Aéreo de Infantería de Marina reforzado, participó en el ejercicio logístico Logex 1/60 también en Onslow Beach, Carolina del Norte. Una semana después, del 18 de mayo al 20 de julio, otra brigada de Infantería de Marina con apoyo de helicópteros y aviación de ataque, realizaban el ejercicio Brigadelex 3/60 en Vieques y Onslow Beach. El Grupo de desembarco de Brigada se mantuvo operativo en el Caribe hasta el 2 de agosto.

Entre el 10 de junio y el 25 de septiembre, la 2 Brigada Expedicionaria de Infantería de Marina, fue desplegada en el Caribe para participar en el ejercicio “Traex 4/60”. En medio de este, entre los días 25 al 27 de julio, 2000 Reservistas de la Infantería de Marina eran movilizados para participar en el ejercicio de tres días, Operación Whipsaw, en Camp Lejeune, Carolina del Norte.

El 9 de agosto, el 225 Escuadrón de Cazas de la Infantería de Marina procedente de Key West, Florida, se rebasificaba en la Estación Aeronaval de Leeward Point, en Guantánamo, donde permanecería hasta el 12 de septiembre.

Nuevamente la 8 Brigada Expedicionaria de Infantería de Marina, entre el 15 de agosto y el 29 de noviembre, realizaba ejercicios, esta vez, el “Phibulex 4/60” con desembarcos en Vieques.

Iniciando octubre de 1960, 1 450 infantes de marina refuerzan la Base de Guantánamo, tras desembarco naval desde el LPH-4 Boxer. La revista norteamericana World Report, el 3 de octubre se hacía eco de la noticia y advertía el peligro real que tal incremento de fuerzas representaba para Cuba:

«Los impresionantes refuerzos llegados a Guantánamo muestran que Cuba está situada a merced de la fuerza militar de Estados Unidos, y que Estados Unidos está listo para entrar en acción si lo necesitare».

Ese mismo día, el almirante Arleig A. Burke jefe de operaciones navales de Estados Unidos y amigo íntimo de Batista, declaraba a la revista US News and World Report:

«Nosotros no debemos estar dando explicaciones. Nosotros somos poderosos y somos el líder del mundo (…) La Marina está interesada no solo en nuestra Base Naval de Guantánamo, sino acerca de toda la situación cubana».

En el verano de 1960, la CIA solicitó al Grupo Especial del Consejo de Seguridad Nacional que aprobara los vuelos de aviones de exploración U-2 sobre CUBA. La operación se denominó Kick Off y fue realizada por U-2 del Destacamento G de la CIA, volando desde la Base de la Fuerza Aérea de Laughlin, Texas. La CIA solicitó al Grupo Especial que autorizara otros vuelos. Los vuelos tuvieron lugar entre el 26 y 27 de octubre.

En enero de 1961, tras el brusco rompimiento de relaciones diplomáticas con Cuba, el imperio amenazó a la isla emprendiendo las maniobras Convex-1/61 en el Caribe, con la participación de un portaaviones, un submarino atómico, tres submarinos convencionales, diez destructores y otras unidades de apoyo, así como mil infantes de marina.

Desde febrero, el destructor DD-844 Perry, convertido en buque de intercepción de señales y basificado temporalmente en la Estación Aero-Naval de Key West, Florida, monitoreaba las transmisiones cubanas, desplazándose a todo lo largo de nuestras aguas territoriales.Este buque monitoreó después, las transmisiones de la brigada mercenaria en Girón, durante su debacle. Fue él, quien captaría por radio la última comunicación del Jefe de la Brigada Mercenaria «(…) no tenemos nada con qué pelear…me dirijo hacia los árboles, no puedo esperar por ustedes».

El 1 de marzo, las Fuerzas Armadas de Estados Unidos realizan en áreas del Canal de Panamá, el Ejercicio Operación Solidaridad. A partir de esta fecha se incrementan sus unidades navales en el Caribe y la Base de Guantánamo.

Los días 19 y 21 de marzo, aviones de exploración estratégica U-2 Dragon Lady, de la Base de la Fuerza Aérea de Edwards, California, realizaron sobrevuelos en Cuba, para obtener datos sobre el orden combativo de la aviación y las tropas terrestres cubanas, y datos geográficos que permitieran seleccionar el lugar adecuado para el desembarco mercenario. Posteriormente, un Destacamento de U-2, se trasladó desde la Base de la Fuerza Aérea de Edwards en California, hacia la de Laughlin, en Texas, y a partir del 6 de abril, en el marco de la Operación Flip Top, realizaron 15 misiones vuelos contra Cuba.

A partir del 27 de marzo, la emisora contrarrevolucionaria Radio Swan, en el contexto de la guerra psicológica asociada a la Operación Pluto, sólo transmitió informaciones vinculadas a las organizaciones enemigas en Cuba. Antes, durante y después de la invasión, tergiversó olímpicamente los hechos. En ello emuló con las agencias AP, UPI y AFP, tan imaginativas y fantasiosas, que con una falta total de ética profesional y escrúpulos, hacían desembarcar fuerzas en el puerto de Bayamo, anunciaban cruentos combates en las calles de La Habana y Cienfuegos, el avance impetuoso de tanques rusos contra la capital, el sobrevuelo de Migs soviéticos que nunca habían llegado a suelo cubano y masivos alzamientos en la Sierra Maestra, entre otras falacias. Randolph Hearst y Joseph Pulitzer, los maestros del jingoísmo, fueron niños comparados con estos.

El 3 de abril, el Departamento de Estado publicó su primer Libro Blanco  sobre Cuba, donde afirmaba: «La situación presente en Cuba hace confrontar al Hemisferio Occidental y al sistema interamericano un reto grave y urgente».

A inicios de ese mes, la Junta de Jefes de Estado Mayor ordenó al Comando de Defensa Aérea de América del Norte (NORAD), ejecutar la Operación “SouthernTip”, que establecía una estación de vigilancia por radar en el mar, con tres buques DER y AGR, para monitorear el espacio aéreo entre Cuba y la parte meridional de la Florida. Los buques, que rotaban, eran ubicados a unas 100 millas al este de Key West, unas 80 al sur de Miami y a 90 de la costa norte de Cuba.

Desde el 13 de abril, el buque de mando GCI Northampton con la jefatura de la segunda Flota, dirige desde las cercanías de la Isla Bimini, en la Florida, las operaciones de traslado a Cuba de la brigada mercenaria 2506, embarcada en Nicaragua. Armada y pertrechada hasta los dientes, esta incluía la posesión de unos 35 aviones, de ellos 16 bombarderos B-26, estuvo escoltada por una poderosa agrupación naval norteamericana que brindó cobertura al desembarco, en espera de la orden –que nunca llegó–, de entrar en acción en apoyo del auto titulado gobierno espurio del traidor José Miró Cardona, anclado en una Instalación Militar de la Florida.

El destacamento naval norteamericano de cobertura, era muy superior en poder de fuego a la brigada mercenaria. Nombrado Fuerza de Tarea Alfa, lo componía el portahelicópteros de asalto anfibio LPH-4 Boxer, con un batallón de la 2da División de Infantería de Marina a bordo; el portaaviones CVS-9, Essex, con 40 aviones de combate: los destructores DD 507 Conway; DD 756 Murray; DD 701 Eaton, y el portaaviones CVA Independence, con setenta aviones. Lo acompañaban dos submarinos. Eran las mismas fuerzas y medios que durante más de un año venían preparándose intensamente para una guerra inminente.

Respecto a la magnitud de la cobertura militar norteamericana a la invasión, como bien se explica en el prólogo a la edición cubana del libro Bahía de Cochinos: la historia no contada, del historiador norteamericano Peter Wyden:

«…Resulta insólito que prevalezca el criterio de que la fuerza de tarea de portaaviones Alfa, de la armada estadounidense, integrada por un portaaviones, siete destructores y dos submarinos, solo fuera asignada para dar cobertura a la travesía del convoy hasta las costas cubanas…».

Wyden ponía en duda que la presencia de una fuerza de tarea anfibia reforzada en el área, formada por dos buques anfibios de desembarco (LST), cargados de artillería y tanques y dos transportes de asalto AKA, con 1 200 marines a bordo, fuera sólo para asegurar y ayudar en el desembarco a los invasores. La desproporción entre la Fuerza de Tarea Alfa y su supuesta misión, evidencian el objetivo real del gobierno americano.

El 16 de abril unidades navales de Estados Unidos realizan durante la noche acciones demostrativas al norte de La Habana y Pinar del Río, Oriente e Isla de Pinos, con acercamientos de entre 10 y 6 millas de la costa, con el fin de confundir y demorar al mando cubano la identificación del lugar del desembarco.El 17 de abril, unidades navales de la marina de guerra norteamericana realizaron una maniobra de distracción radioelectrónica desde el norte del puerto de Mariel, en La Habana, hasta Bahía Honda, Pinar del Río, pretendiendo desviar la atención de la dirección del golpe principal.

La CIA reclutó sus mercenarios en Estados Unidos y los preparó en campamentos en Guatemala, Puerto Rico y Miami, y en instalaciones militares norteamericanas como Fort Bragg y Norfolk en Virginia, Fort Myers y Opalocka en la Florida, Vieques en Puerto Rico, y Fort Guly en Panamá. En la Base Aérea de Homestead, en La Florida, el ejército de los Estados Unidos, entrenó una fuerza contrarrevolucionaria de choque, que pretendía desembarcar directamente en la provincia Oriental, con el apoyo de la Base Naval de Guantánamo, donde aguardaba una fuerza inhabitual de alrededor de cuarenta buques de combate y aseguramiento, concentrados allí a inicios del mes de abril de 1961. Para justificar tal presencia, el Pentágono anunció la realización de una maniobra militar en el área del Caribe. Era en realidad, la cobertura bélica a la invasión de Playa Girón.

Los organizadores norteamericanos de la invasión, enviaron a tierra teams de exploración, para asegurar el desembarco mercenario. Cuatro pilotos norteamericanos pertenecientes a la Guardia Nacional de Alabama, murieron abatidos por el fuego de nuestros aviones y, derrotada la invasión, en una mezcla de arrogancia e impotencia, aeronaves de combate del portaaviones Essex, sobrevolaron los campos ya libres de mercenarios de Playa Girón.

Aunque el desenlace principal de los hechos ocurrió, en la Ciénaga de Zapata, Girón no fue sólo allí. El país completo vivió la amenaza del desembarco y la agresión. El 15 de abril, en la provincia oriental, muy cerca de Baracoa, la agrupación mercenaria del traidor Nino Díaz se disuadió de desembarcar, al percatarse de la presencia de fuerzas revolucionarias. Aquel intento estaba vinculado a una probable autoagresión en La Base Naval de Guantánamo, como pretexto para una intervención armada directa.

De haberse consolidado la cabeza de Playa, e intervenido directamente las fuerzas armadas de los Estados Unidos, la historia hubiera sido diferente. Con toda seguridad, estuviéramos hoy combatiendo contra el imperio, si no lo hubiéramos derrotado antes. Como dijera nuestro Comandante en Jefe en el acto por el XXV Aniversario de la Victoria de Playa Girón:

«…La importancia de Girón no está en la magnitud de la batalla, de los combatientes, de los hechos heroicos que allí tuvieron lugar; la gran trascendencia histórica de Girón no es lo que ocurrió, sino lo que no ocurrió gracias a Girón».

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