Vzla: mercenari, pandemia e rivolte

di Atenea Jimenez e Federico Fuentes

Il Venezuela sta affrontando il COVID-19 in mezzo a sanzioni straniere e incursioni di mercenari. A complicare ulteriormente le cose c’è la combinazione esplosiva di profonda recessione e confinamento nazionale, che ha causato disordini di saccheggio e rivolte.

Federico Fuentes di Green Left ha parlato con la portavoce della Rete Nazionale degli Attivisti Comunitari, Atenea Jimenez, per ricavare una sensazione di ciò che sta succedendo nel paese.

Potresti cominciare parlando di come il governo ha fatto fronte alla pandemia di COVID-19?

Tutti riconoscono che il governo ha agito rapidamente per attuare misure onnicomprensive.

Ad esempio, il Venezuela ha attuato un regime di test di massa, con più test condotti su basi pro capite rispetto a qualsiasi altro paese della regione.

Attraverso la Piattaforma Nazionale in rete i cittadini hanno potuto far sapere alle autorità se avessero sintomi di COVID-19. Immediatamente medici si recavano a casa loro e si occupavano di tali persone.

Molto lavoro è stato dedicato all’assistenza sanitaria comunitaria per quasi due decenni attraverso il programma Barrio Adentro (Nel quartiere). Questa è la base su cui la pandemia è stata affrontata: visite porta a porta di medici, collaborazione con la gente nella comunità.

Il governo ha anche messo in atto una quarantena nazionale e limitato i trasferimenti tra stati e municipalità.

Queste misure sono state essenziali, perché il sistema ospedaliero pubblico è crollato, in larga misura a causa delle sanzioni e del blocco imposti al paese, il che significa che gli ospedali non hanno le attrezzature di cui hanno bisogno di operare correttamente.

Ormai da molti anni gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al Venezuela che hanno preso di mira, in particolare, l’industria del petrolio. Tali sanzioni, sommate al crollo del prezzo del petrolio, hanno gravemente colpito il Venezuela, poiché la capacità del paese di importare cibo, farmaci e attrezzature dipende dalle vendite di petrolio.

E’ anche importante segnalare, tuttavia, che alcuni stati hanno attuato misure di quarantena molto drastiche, essenzialmente militarizzando lo stato. Questo è qualcosa che non ci trova d’accordo.

Ad esempio, nel Lara il governatore ha messo in atto un coprifuoco dalle due del pomeriggio di ogni giorno, il che significa che nessuno può essere in strada dopo quell’ora, nemmeno per acquistare beni essenziali o per cercare di risolvere necessità quotidiane. La polizia è nelle strade e le persone sono arrestate se sono scoperta a violare il coprifuoco.

Ma in molte parti del paese, non è così facile risolvere problemi fondamentali, a causa dell’assenza di acqua corrente, elettricità e gas domestico. Molte case non sono collegate al gas, così le persone devono acquistare bombole. Ma non sono facili da trovare. Questo è un problema da molto tempo, ma la situazione è peggiorata a causa del COVID-19.

Questo significa che le persone, ad esempio nel Lara, devono essere in grado di muoversi. Naturalmente devono indossare mascherine, praticare il distanziamento sociale, rispettare tutte le misure necessarie, ma devono anche essere in grado di risolvere i loro problemi quotidiani, quali procurarsi cibo, gas per cucinare e acqua.

Come ha affrontato questi problemi quotidiani il governo?

Qui il governo ha sbagliato del tutto. La pandemia ha significato che la crisi economica è peggiorata, una crisi di cui già soffrivamo in conseguenza di due problemi fondamentali: politiche economiche sbagliate e le sanzioni e il blocco imposti dagli Stati Uniti.

Oltre a questo la maggioranza della popolazione venezuelana è in grado di tirare avanti solo grazie all’economia informale e alle rimesse dall’estero. Nessuno può vivere unicamente del proprio salario.

Il governo ha recentemente aumentato il salario minimo, portandolo a poco più di 4 dollari al mese. In confronto, si stima che le famiglie abbiano bisogno di 350-500 dollari al mese per sopravvivere.

Questa situazione non è nuova. C’è stato un lungo processo di devastazione dei salari, che ha reso estremamente difficile alle persone tirare avanti.

Ma la situazione è diventata anche più dura, considerato che non si può uscire in strada ogni volta che ce n’è bisogno, al fine di risolvere problemi quotidiani nell’economia informale o di ritirare rimesse.

E’ questo che ha causato la recente ondata di saccheggi in alcune parti del paese? O sono stati promossi da forze dell’opposizione?

I recenti scoppi di saccheggi sono stati largamente spontanei. Non sono stati organizzati da nessun particolare gruppo politico. La maggior parte di queste proteste, che sinora si sono verificate in cittadine piccole e medie, è stata un’espressione popolare mossa dalla disperazione.

Con questo non si vuol dire che in alcuni luoghi, in alcune città, non ci siano forze d’opposizione che hanno un qualche ruolo nelle proteste. Ma, dalle informazioni che abbiamo, la loro presenza è stata minima o inesistente.

Nella maggior parte dei casi, invece, queste proteste hanno rappresentato manifestazioni spontanee di rabbia da parte di persone disperate perché non hanno cibo, non hanno un reddito e il governo non ha assunto le misure sociali necessarie per aiutarli.

Questa è stata una delle mancanze del governo: la quarantena nazionale non è stata accompagnata dalle misure necessarie per far fronte al suo impatto economico.

In aggiunta a questo abbiamo visto la Guardia Nazionale usata per reprimere alcune di queste proteste, ad esempio a Utapa, dove risulta che abbiamo ucciso un manifestante e ne abbia arrestato molti altri.

La situazione è molto complessa e ciò che è preoccupante è che non è solo che la destra non guidi queste proteste, ma nemmeno lo fa la sinistra, che si tratti della sinistra critica esterna al Chavismo o della sinistra che sostiene il governo ma comprende la necessità di accompagnare la popolazione nelle sue proteste e rivendicazioni.

E’ una situazione complicata, ma è vitale che abbiamo un’analisi accurata di ciò che sta succedendo. Semplicemente affermare che queste proteste rispondono a una politica interventista di destra annebbia ciò che sta accadendo in un segmento del popolo e che potrebbe finire in una situazione che ci esplode in faccia.

Infine, che cosa puoi dirci delle recenti incursioni militari di mercenari stranieri e venezuelani?

Le incursioni di mercenari statunitensi e colombiani non sono una novità in Venezuela.

Ad esempio, due mercenari statunitensi sono stati incarcerati per il loro ruolo nel corso del tentativo di colpo di stato del 2002 contro l’allora presidente Hugo Chavez.

Anche paramilitari colombiani sono stati coinvolti in un’incursione che è arrivata fino alla capitale, Caracas, dove hanno rapito un leader chiave delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) e lo hanno portato fuori dal paese.

Quello che è importante notare questa volta è che le operazioni condotte per proteggere la nostra sovranità sono state attuate dagli stessi venezuelani. Sono stati pescatori locali che essenzialmente hanno arrestato i mercenari. Questo è un elemento importante da sottolineare.

I venezuelani sono chiaramente un popolo antimperialista, che non accetterà nessun intervento militare contro la nostra patria. La maggioranza dei venezuelani si oppone a tali azioni.

Naturalmente ci sono alcuni nell’opposizione che appoggiano un’invasione, che vorrebbero che gli Stati Uniti venissero a por fine alla situazione attuale. Ma la maggioranza del popolo mantiene una posizione antimperialista. Questo è stato dimostrato in molteplici occasioni.

Quello che è successo è che l’imperialismo statunitense ha sottovalutato, ancora una volta, il popolo venezuelano. Ha continuamente sottovalutato il governo venezuelano, ma soprattutto il popolo venezuelano.

Gli Stati Uniti pensano che inviando 30-60 mercenari a “salvare il paese”, il popolo si unirà a loro. Questo è un segno della loro completa mancanza di comprensione del popolo venezuelano, della nostra storia, della nostra coscienza.

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/mercenaries-pandemic-and-riots-in-venezuela/

Originale: Green Left

Traduzione di Giuseppe Volpe

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