Venezuela, Brasile e USA, in linea con le Brics-Psuv

di Geraldina Colotti

Brillante e professionale, la giornalista venezuelana Tania Diaz, Prima Vicepresidente dell’Assemblea Nazionale Costituente, come ogni lunedì ha condotto in porto il programma n. 22 di En linea con Brics Psuv, che si declina online intorno al tema Bitacora de la emergencia global. Brics sta per Brigate internazionali della comunicazione solidale, coordinate da Beverly Serrano sotto la direzione della Commissione Agitazione Propaganda e Comunicazione del PSUV, della quale Tania Diaz è vicepresidente.

Questa volta il collegamento si è svolto con Alexandre Conceição, membro del coordinamento nazionale del Movimento Senza Terra (MST) dal Brasile, e con una coppia di giornalisti statunitensi, Max Blumental e Anya Parampil, del portale Grazyone. Mediattivisti che hanno difeso l’ambasciata venezuelana a Washington dagli assalti degli usurpatori, inviati dall’“autoproclamato” Juan Guaidó.

Ne hanno ricavato un processo, terminato in questi giorni con una assoluzione. Un’udienza – hanno spiegato – durante il quale la difesa non ha avuto la possibilità di discutere le violazioni del diritto internazionale di cui è stato oggetto il governo bolivariano, ma che ha messo ulteriormente al centro degli attacchi mediatici il giornalista Blumental, per aver intervistato il presidente Nicolas Maduro, in Venezuela.

Le affermazioni di Maduro pronunciate durante il dialogo televisivo con il padre Numa Molina, hanno aperto il confronto. È vero – ha chiesto Tania – che le manifestazioni negli Stati Uniti possono considerarsi una prima espressione dei grandi cambiamenti verso cui si dirige l’umanità nel post-pandemia?

Le parole di Maduro “sono sagge”, ha risposto Conceição, fornendo la sua analisi quel che accade nel Brasile del fascista Bolsonaro. A diffondere il coronavirus – ha spiegato – è stato il Palacio del Plan Alto, perché Bolsonaro si è recato alla Casa Bianca insieme a 22 ministri incaricati, molti dei quali sono tornati affetti da Covid-19.

La pandemia ha fatto esplodere la crisi economica, mostrando l’impossibilità del sistema capitalista e del governo di risolvere i problemi del popolo. Il principale vettore di trasmissione del virus è Bolsonaro – ha affermato Conceição -, “un fascista genocida” che ha continuato a negare la gravità della pandemia, e che “cerca di costruire un potere dittatoriale approfittando del caos”.

E mentre ogni minuto muore un brasiliano, “non c’è una politica dello Stato per proteggere la vita”, come indica l’assenza di un ministro della Sanità, dopo le dimissioni dei due precedenti. E se questo virus colpisce in tutte le classi sociali – ha aggiunto il dirigente MST – “la mano sporca del capitalismo” uccide soprattutto i poveri. In Brasile – ha raccontato – la prima persona a morire è stata la domestica nera di una ricca signora, tornata dall’Italia con il coronavirus, di cui non aveva detto niente alla dipendente, continuando a farla lavorare e a infettarla.

Le prospettive per il post-pandemia? Il MST ha un programma in 5 punti che hanno al centro la caduta del governo – e per questo il movimento presenterà al Supremo Tribunal Federal una richiesta di impeachment – ma non solo. Pur proteggendo la vita di chi è portatore di un altro progetto di società, si stanno svolgendo proteste in solidarietà con quelle negli USA. Intanto, l’MST continua il lavoro nei campi, porta avanti la rivendicazione di una linea di credito per produrre alimenti rivolta a tutti, e si batte contro la violenza di genere.

I due giornalisti hanno dipinto un quadro impietoso della democrazia borghese nordamericana, nella quale i due partiti che competono – repubblicani e democratici – non rappresentano una vera alternativa, sia in tema di politica interna, che estera, e hanno criticato l’inconsistenza di Berny Sanders, nella più generale assenza di direzione politica delle proteste.

Di sicuro, le proteste pongono con urgenza questioni di fondo che non possono essere ricondotte a qualche aggiustamento. Anche per questo, occorre guardare al Venezuela, che rappresenta un altro modello, e che proprio alla prova di questa pandemia ha dimostrato di mettere al primo posto la difesa dei lavoratori e delle lavoratrici e non gli interessi del mercato. Per questo, contro la minaccia di un attacco militare che, con l’arrivo di nuovi contingenti USA potrebbe prepararsi alle sue frontiere, occorre difenderne la sovranità organizzando la lotta comune a livello internazionale.

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