I tre fronti politici in cui il chavismo ha preso l’offensiva nel 2020

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La crisi, che non è solo congiunturale né regionale, ma sistemica e globale, è stata catalizzata dalla pandemia che si ramifica dal geopolitico sino al quotidiano, passando per il nazionale; da qui, il Venezuela si vede colpito, ma anche stimolato, da tensioni di ogni tipo, rivendicando il diritto di essere ed esistere come referente politico.

Il fronte interno

L’apparizione di Trump alla presidenza USA ha esposto alcune fratture nell’élite globalista; una di esse è la crisi di consenso tra Washington e l’Unione Europea (UE). Quest’ultimo polo si è visto maltrattato dall’amministrazione Trump in diverse decisioni e dichiarazioni in cui il magnate ha chiarito il ruolo subordinato del vecchio continente davanti al concerto globale che gli USA pretendono dirigere.

Diversi attori del conglomerato europeo hanno manifestato che la leadership globale USA sta giungendo alla sua fine; l’ultima è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel. Ciò è accaduto la stessa settimana in cui la UE ha aderito alla politica di Trump contro il Venezuela ed ha deciso di sanzionare 11 venezuelani di diverse attività e tendenze politiche.

In risposta alla decisione interventista, il governo venezuelano ha deciso di espellere l’ambasciatrice UE, Isabel Brilhante Pedrosa, dal territorio nazionale. “Che vergogna che 27 paesi che sono una potenza economica siano in ginocchio di fronte a Donald Trump e le sue politiche di aggressione e sbagliate sul Venezuela”, ha affermato il presidente Nicolás Maduro di fronte alla subordinazione della UE.

Ciò ha generato reazioni dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri, Josep Borrell, lo stesso che lo scorso aprile ha messo in evidenza la fine della leadership USA nel mondo ed ha segnalato che già l’equilibrio di potere si inclina verso l’Asia, soprattutto dopo la pessima gestione USA di fronte al focolaio di coronavirus.

Sul fronte interno, i settori anti-chavisti del cosiddetto G4 (Acción Democrática (AD), Primero Justicia (PJ), Voluntad Popular (VP) e Un Nuevo Tiempo) hanno il dilemma tra partecipare alla vita politica o seguire il percorso anti-politico, per cui settori di AD e PJ hanno presentato azioni di difesa costituzionale che sono stati dichiarati competenti ed ammessi dalla Camera Costituzionale del Tribunale Supremo di Giustizia (TSJ).

In entrambi i casi, il Potere Giudiziario ha nominato tavoli direttivi ad hoc dei partiti politici, che consente loro di legittimarsi attraverso processi interni e di andare alle elezioni legislative del 6 dicembre, convocate dal nuovissimo Consiglio Nazionale Elettorale (CNE).

Lo stesso TSJ ha nominato, come ha fatto altre volte, il direttivo del CNE che in precedenza ha annunciato le regole speciali per le elezioni parlamentari del periodo 2021-2026 attraverso la sua nuova presidentessa Indira Alfonzo Izaguirre.

A questo proposito, il settore dell’anti-chavismo tutelato dagli USA e dai suoi satelliti, che non riconosce il TSJ né il CNE, rimane escluso dal metabolismo politico venezuelano in cui le elezioni, il dialogo e la partecipazione politica nella vita quotidiana sono modi per risolvere le differenze nella democrazia.

Il fronte giudiziario internazionale

Il blocco del Venezuela, guidato dagli USA, ha reso più evidenti le fessure tra i blocchi egemonici che hanno cercato di applicare la tabula rasa al mondo attraverso istituzioni come la Corte Penale Internazionale (CPI).

Il Venezuela, che ha bloccato quasi 10 miliardi di $ negli USA ed in Europa, oltre a 31 tonnellate di oro nel Regno Unito, è ricorso, lo scorso febbraio, al CPI per denunciare il governo USA per le sanzioni contro la sua economia ed ha richiesto alla procuratrice capo del tribunale, Fatou Bensouda, che apra un’indagine contro Washington per crimini contro l’umanità causati dalle misure coercitive unilaterali, erroneamente chiamate sanzioni, contro il popolo venezuelano.

Dette misure da parte USA hanno come vittima fondamentale la “popolazione civile venezuelana che è morta, che ha sofferto malattie ed ostacoli alla sua alimentazione”, così ha spiegato il ministro degli esteri venezuelano Jorge Arreaza.

Lo scorso giugno, lo stesso ministro degli Esteri Arreaza ha firmato un documento aggiuntivo per denunciare le misure coercitive unilaterali nel bel mezzo della pandemia.

Più che tabula rasa, gli USA hanno voluto imporre la legge dell’imbuto non riconoscendo questo organo globale criticando il ruolo della CPI, costituita nel 1998 ed installata nel 2002. Anche l’ex presidente George W. Bush (2001-2009) ha incoraggiato i paesi ad evitarla ed ha minacciato sanzioni contro coloro che la sosterranno.

Barack Obama, successore di Bush figlio, sebbene meno determinante, neppure ha fatto aderire gli USA allo Statuto di Roma. Trump ha penalizzato con sanzioni e divieto di ingresso nel paese per qualsiasi funzionario della CPI che indaghi sulle truppe USA al fine di frenare un caso di crimini di guerra in Afghanistan.

Borrel ha difeso la CPI qualificando come “inaccettabili” le misure esortando gli USA “a ribaltare la propria posizione”. Causa alte aspettative quale sarebbe la posizione della UE se la CPI decide di aprire un’indagine penale contro coloro che bloccano e trattengono gli attivi che la popolazione venezuelana richiede per affrontare la minaccia alla salute del coronavirus.

Il fronte colombiano

Le minacce ed opportunità hanno permesso che l’offensiva chavista sia costante e che, non senza debolezze, si ponga in marcia una trasformazione che neutralizzi la guerra dichiarata da parte delle élite transnazionali.

In coordinamento con gli USA, la Colombia è servita da piattaforma per assediare il Venezuela, che ha richiesto azioni energiche a livello militare e sociale, anche nel mezzo della pandemia.

Decretando lo stato di allarme nazionale, quando l’ONU esortava un cessate il fuoco nel mondo a causa della pandemia, dallo scorso marzo la Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) ha disattivato cellule paramilitari della banda narco-paramilitare Los Rastrojos a cui, in diverse operazioni, sono state sequestrate centinaia di chili di esplosivo, armi e prove di piani e procedure per attaccare unità militari, un aeroporto, un terminal passeggeri e strutture ospedaliere.

Allo stesso modo, sono state arrestate persone provenienti dalla Colombia che sfuggono ai controlli sanitari ed alla fine si convertono in vettori del Covid-19, aumentando i contagi domestici. Diverse autorità hanno denunciato che ciò è incoraggiato dai corpi di sicurezza e dai gruppi paramilitari colombiani.

Il governo venezuelano rafforza lo sviluppo del Piano della Patria sostenendo gli investimenti sociali e aggirando gli attacchi ed i problemi causati dall’angloimpero in generale e dalla pandemia come congiuntura. Sebbene le misure coercitive abbiano cercato di danneggiare la lotta contro la povertà strutturale, prodotto ben finito del capitalismo, il chavismo avanza nell’attuazione e nell’approfondimento di efficaci politiche sociali.

In particolare, si è cercato di proteggere la popolazione nella lotta contro il Covid-19 attraverso lo screening casa per casa ed il trattamento gratuito dei pazienti infetti con il supporto umanitario di Cina, Cuba e Russia.

Allo stesso tempo si cerca la sicurezza alimentare attraverso il dispiegamento dei Consigli Locali di Alimentazione e di Produzione (CLAP) e la distribuzione di combinazioni di alimenti a 7 milioni di famiglie.

È stata inoltre mantenuta l’allocazione di titoli che cercano di proteggere i lavoratori attraverso la Piattaforma Patria. Mercoledì scorso, 1 luglio, Maduro ha approvato la consegna di 33.682 nuove pensioni per mantenere al 100% l’assistenza per gli anziani.

Lo stato di allarme globale non ha fermato l’assalto della corporatocrazia che governa gli USA ed i suoi paesi satellite contro il Venezuela. Di fronte alla spinta nemica, il governo venezuelano ha preso l’iniziativa definendo nuovi quadri d’azione che consentono al chavismo tenere il polso degli ultimi tempi.


Los tres frentes políticos donde el chavismo ha tomado la ofensiva en 2020

 

La crisis, que no es solo coyuntural ni regional sino sistémica y global, ha sido catalizada por la pandemia que se ramifica desde lo geopolítico hasta lo cotidiano, pasando por lo nacional; de allí que Venezuela se ve afectada, pero también impulsada, por tensiones de todo tipo, reivindicando el derecho a ser y existir como referente político.

El frente interno

La aparición de Trump en la presidencia de Estados Unidos ha expuesto algunas fracturas en la élite globalista; una de ellas es la crisis de consenso entre Washington y la Unión Europea (UE). Este último polo se ha visto vapuleado por la Administración Trump en distintas decisiones y declaraciones donde el magnate ha dejado claro el rol subalterno del viejo continente ante el concierto global que Estados Unidos pretende dirigir.

Distintos actores del conglomerado europeo han manifestado que el liderazgo global de Estados Unidos está llegando a su fin; la última fue la canciller alemana Angela Merkel. Esto ocurrió la misma semana en la que la UE se unió a la política de Trump contra Venezuela y decidió sancionar a 11 venezolanos de distintas actividades y tendencias políticas.

Como respuesta a la decisión injerencista, el gobierno venezolano decidió expulsar del territorio nacional a la embajadora de la UE, Isabel Brilhante Pedrosa. “Qué vergüenza que 27 países que son un poderío económico estén de rodillas a Donald Trump y sus políticas de agresión y erráticas sobre Venezuela”, expresó el presidente Nicolás Maduro ante la subordinación de la UE.

Ello generó reacciones del Alto Representante para Asuntos Exteriores, Josep Borrell, el mismo que en abril pasado destacó el fin del liderazgo de Estados Unidos en el mundo y señaló que ya el equilibrio del poder se inclina hacia Asia, sobre todo luego de la pésima gestión norteamericana ante el brote de coronavirus.

En el frente interno, sectores antichavistas del llamado G4 (Acción Democrática, Primero Justicia, Voluntad Popular y Un Nuevo Tiempo) tienen el dilema entre participar de la vida política o seguir la senda antipolítica, por lo que sectores de Acción Democrática (AD) y Primero Justicia (PJ) interpusieran sendas acciones de amparo constitucional que fueron declaradas competentes y admitidas por la Sala Constitucional del Tribunal Supremo de Justicia (TSJ).

En ambos casos el Poder Judicial designó mesas directivas ad hoc de los partidos políticos, lo que les permite legitimarse vía procesos internos e ir a las elecciones legislativas del 6 de diciembre próximo, convocadas por el flamante Consejo Nacional Electoral (CNE).

El mismo TSJ designó, como lo ha hecho otras veces, a la directiva del CNE que anteriormente anunció las normas especiales para las elecciones parlamentarias del período 2021–2026 a través de su nueva presidenta Indira Alfonzo Izaguirre.

A este respecto, el sector del antichavismo tutelado por Estados Unidos y sus satélites, que no reconoce al TSJ ni al CNE, queda al margen del metabolismo político venezolano en el que las elecciones, el diálogo y la participación política en la vida cotidiana son maneras de dirimir diferencias en democracia.

El frente judicial internacional

El bloqueo a Venezuela, encabezado por Estados Unidos, ha hecho más evidente las fisuras entre los bloques hegemónicos que han pretendido aplicar tabula rasa al mundo a través de instituciones como la Corte Penal Internacional (CPI).

Venezuela, que tiene bloqueados casi 10 mil millones de dólares en Estados Unidos y en Europa, además de 31 toneladas de oro en el Reino Unido, acudió en febrero pasado a la CPI para denunciar al gobierno de Estados Unidos por las sanciones contra su economía y reclamó a la fiscal jefe del tribunal, Fatou Bensouda, que abra una investigación contra Washington por crímenes de lesa humanidad ocasionadas por las medidas coercitivas unilaterales, mal llamadas sanciones, contra el pueblo venezolano.

Dichas medidas de Estados Unidos tienen como víctima fundamental a la “población civil venezolana que ha muerto, que ha sufrido enfermedad y obstáculos para su alimentación”, así lo explicó el canciller venezolano Jorge Arreaza.

En junio pasado el mismo canciller Arreaza firmó un alcance para denunciar las medidas coercitivas unilaterales en medio de la pandemia.

Más que tabula rasa, Estados Unidos ha querido imponer la ley del embudo al no reconocer esta instancia global criticando el rol de la CPI, constituida en 1998 e instalada en 2002. Incluso el ex presidente George W. Bush (2001–2009) alentó a los países a evitarla y amenazó con sanciones a quienes la apoyaran.

Barack Obama, sucesor de Bush hijo, aunque menos determinante, tampoco adhirió a Estados Unidos al Estatuto de Roma. Trump ha penalizado con sanciones y prohibición de ingreso al país para cualquier funcionario de la CPI que investigue a tropas estadounidenses con el fin de frenar un caso de crímenes de guerra en Afganistán.

Borrel ha defendido a la CPI calificando de “inaceptables” las medidas instando a Estados Unidos “a revertir su posición”. Causa alta expectativa cuál sería la posición de la UE si la CPI decide abrir una investigación penal contra quienes bloquean y retienen los activos que la población venezolana requiere para enfrentar la amenaza sanitaria del coronavirus.

El frente colombiano

Las amenazas y oportunidades han permitido que la ofensiva chavista sea constante y que, no sin debilidades, se ponga en marcha una transformación que neutralice la guerra declarada por parte de las élites transnacionales.

En coordinación con Estados Unidos, Colombia ha servido como plataforma para asediar a Venezuela, lo cual ha requerido acciones contundentes en el plano militar y social, aun en medio de la pandemia.

Decretado el estado de alarma nacional, cuando la ONU exhortaba a un alto al fuego en el mundo a causa de la pandemia, desde marzo pasado la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (FANB) ha desactivado células paramilitares de la banda narcoparamilitar Los Rastrojos a las que se le ha incautado en varios operativos cientos de kilos de explosivos, armamento y evidencias de planos y procedimientos para atacar unidades militares, un aeropuerto, un terminal de pasajeros e instalaciones hospitalarias.

Asimismo se ha detenido personas provenientes de Colombia que evaden los controles sanitarios y a la larga se convierten en vectores del Covid-19, aumentando los contagios domésticos. Distintas autoridades han denunciado que esto es estimulado por cuerpos de seguridad y grupos paramilitares colombianos.

El gobierno venezolano fortalece el desarrollo del Plan de la Patria sosteniendo la inversión social y sorteando los ataques y problemas que ocasionan el angloimperio en general y la pandemia como coyuntura. Aun cuando las medidas coercitivas han buscado perjudicar la lucha contra la pobreza estructural, producto bien acabado del capitalismo, el chavismo avanza en la instrumentación y profundización de políticas sociales eficaces.

En lo concreto se ha buscado proteger a la población en el combate al Covid-19 mediante el despistaje casa por casa y la gratuidad del tratamiento de los pacientes infectados con el apoyo humanitario de China, Cuba y Rusia.

Asimismo se busca la seguridad alimentaria mediante el despliegue de los Consejos Locales de Alimentación y Producción (CLAP) y la distribución de combos de alimentos a 7 millones de familias.

También se ha mantenido la asignación de bonos que buscan proteger a trabajadores a través de la Plataforma Patria. El miércoles 1º de julio pasado Maduro aprobó la entrega de 33 mil 682 nuevas pensiones para mantener el 100% de atención a adultos mayores.

El estado de alarma global no ha detenido la arremetida de la corporatocracia que gobierna Estados Unidos y sus países-satélite contra Venezuela. Ante el empuje enemigo, el gobierno venezolano ha tomado la iniciativa definiendo nuevos marcos de acción que le permiten al chavismo llevar el pulso de los últimos tiempos.

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