L’ora degli indomiti difensori della speranza

Come ogni predica che parte dall’esempio, Cuba ha alzato di nuovo la voce in maniera forte e diretta per l’integrazione latinoamericana e l’emancipazione dei popoli contro il  capitalismo neoliberale

Nuria Barbosa León

Forte e diretta come ogni predica che parte dall’esempio, Cuba ha alzato di nuovo la voce per l’integrazione latinoamericana e l’emancipazione dei popoli contro il capitalismo neoliberale, con l’intervento, in modo virtuale, del Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, nell’Incontro dei Leaders,  a 30 anni del Forum di São Paulo.

Díaz-Canel, elogiando la fondazione  del Comandante in  Capo Fidel Castro e dell’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula Da Silva nel concetto del movimento progressista,  ha convocato  gli indomiti difensori della speranza a mantenere la loro lotta con unità, per un mondo migliore e possibile.

Accompagnato da José Ramón Machado Ventura, Secondo Segretario del Comitato Centrale del Partito, e dal membro del Burò Politico Bruno Rodríguez Parrilla, ministro delle Relazioni Estere, il mandatario cubano ha riconosciuto che nella complessità sanitaria del momento l’Isola sta vincendo e controllando la pandemia, senza eccessi di fiducia, ed ha sottolineato che, fedele alla sua vocazione solidale «questa vittoria è condivisa», grazie all’istruttivo esempio delle 45 brigate mediche del contingente Henry Reeve che offrono collaborazione in 38 paesi.

Nell’occasione di una data che ha conciso anche con il 66º anniversario della nascita del comandante venezuelano Hugo Chávez, il mandatario ha sottolineato che «il suo esempio invincibile ci convoca ora a continuare la lotta con fermezza e ottimismo, convinti che non ci sono ostacoli, per quanto difficili possano sembrare, che i nostri popoli uniti non possano vincere, come lo provano oggi Venezuela, Nicaragua e Cuba»,  ed ha reiterato  a questi governi fraterni il sostegno senza condizioni dell’Isola più grande delle Antille.

Affermando che «Cuba non avrà pandemie, nè blocchi, ne pressioni imperiali che cambieranno la sua rotta verso un socialismo prospero e sostenibile, sovrano e indipendent », Díaz-Canel ha indicato una posizione di paese coerente con la necessità urgente d’articolare il Forum di Sao Paulo, con il proposito di mobilitarci uniti per affrontare le nuove sfide, uniti ai movimenti sociali e popolari e agli intellettuali di sinistra.

L’incontro dei leaders per i 30 anni del Forum di São Paulo

 

L’occasione permette di sommare sforzi nuovi per far sì che con lo stimolo del Forum di Sao Paulo si materializzino varie proposte e garanzie di carattere veramente popolare, in contrapposizione alle politiche del capitalismo neoliberale che hanno dimostrato un deciso fallimento durante la pandemia della COVID-19

Il Presidente della Repubblica del Nicaragua, Daniel Ortega Saavedra, ha condannato il recente attacco al Consolato del Venezuela in Colombia.

Il mandatario  nicaraguense ha trasmesso tutta la solidarietà al  residente Miguel Díaz-Canel e al popolo cubano,«un popolo che per più di 60 anni ha resistito a numerosissime aggressioni e sopporta un ingiusto blocco imposto dagli Stati Uniti. Poi ha fatto i suoi auguri al Canale Telesur per il suo 15º anniversario.

Ha espresso la sua solidarietà con la Patria di Bolívar, definita oggi «una minaccia non abituale e straordinaria per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti», come si legge nel decreto emesso dal Governo dell’allora presidente Barack Obama contro la nazione sudamericana.

Daniel Ortega ha condannato l’ingerenza storica imperialista sui popoli di Nuestra America e soprattutto la Dottrina Monroe, sintetizzata nella frase “L’America per gli americani”.

I paesi imperialisti sono i padri del colonialismo, del terrorismo e della violazione dei diritti umani dei nostri popoli. In questa condizione l’America Latina e i Caribi hanno combattuto e sferrato mille battaglie con popoli che non sono disposti a sottomettersi nemmeno se torturati, schiavizzati e assassinati, ha sostenuto.

Poi ha segnalato la prodezza realizzata per costruire l’unità regionale: la vigenza delle idee di Simón Bolívar, José Martí, Miguel Hidalgo, Augusto César Sandino, l’ esempio della Rivoluzione Cubana e di leaders como Fidel Castro e Hugo Chávez.

Ha risaltato  la solidarietà di Cuba con i popoli del mondo.

«Al di là delle differenze ideologiche, Cuba andò con le sue brigate mediche in Nicaragua quando avvenne il terremoto nel 1972, ha ricordato, riferendosi al gesto dell’Isola delle Antille  di fronte a quel terremoto che provocò un’enorme distruzione  e circa  5.000 morti nel paese centro americano, precisando che non esistevano relazioni di sorta con il Governo somozista.

Di fronte a quel disastro naturale, Cuba inviò una brigata formata da 48 compagni  con 10 tonnellate di differenti materiali.

Il Presidente nicaraguense ha indicato i trionfi elettorali del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale  (FSLN) per «governare dal basso», e le conquiste ottenute dalla Rivoluzione Sandinista a beneficio dei più umili.

Rispetto al Forum di São Paulo, Ortega Saavedra ha considerato che «cominciamo a reincontrare le forze politiche che erano vincolate alla solidarietà con la Rivoluzione Cubana e la Rivoluzione Sandinista (…)

Grazie a questa iniziativa di Fidel e di Lula d’organizzare il Forum di São Paulo è stato possibile rendere realtà il sogno più grande di  Bolívar, come lo chiamò Sandino».

Poi ha denunciato le pressioni e le misure coercitive unilaterali degli Stati Uniti contro Cuba, Venezuela e Nicaragua,  e ha valutato gli sforzi d’integrazione regionale con  organizzazioni come la Comunità degli Stati  Latinoamericani e Caraibici (Celac) e l’Alternativa Bolivariana per i Popoli di Nuestra America – Trattato di Commercio dei Popoli (ALBA-TCP).

Il Forum, che in questa occasione si realizza in maniera virtuale, è sempre lo strumento fondamentale per consolidare l’unità dei partiti popolari, progressisti e di sinistra in America Latina e nei Caraibi.

Per iniziativa di Fidel Castro e Luiz Inácio Lula da Silva, 30 anni fa, partendo dalla convocazione del Partito  dei Lavoratori del Brasile, in un ambiente avverso per la sinistra in tutto il mondo, si realizzò a Sao Paulo, dal 2 al 4 luglio de 1990, l’incontro dei partiti e dei movimenti politici dell’America Latina e dei Caraibi, battezzato l’anno dopo come Forum di Sao Paulo.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.