Eliminare l’indisciplina e mobilitare la coscienza

Eliminare indisciplina non è solo necessario, è imprescindibile Usiamo questo strumento chiamato coscienza, reclamato da un sano giudizio e dalla dignità.

M. Sautié Rodríguez

C’è stato un giorno in cui L’Avana, ancora nella prima fase della scalata per la pandemia, si era svegliata con la felice notizia che non si riportavano nuovi casi positivi. Gli animi allora si sono sovreccitati, dato che l’atteso zero marcava il risultato dello sforzo notevolissimo di un paese, cioè di molti lavoratori, dei suoi medici, prima di tutto.

Oggi i volti non sono gli stessi. La preoccupazione aumenta in questi giorni così come le cifre che danneggiano i risultati di tanta dedizione.

Sono imperdonabili le mancanze che per colpa d’irresponsabili e senza coscienza hanno modificato i risultati ottenuti, per mancanza di considerazione, insolenza di fronte a un Sistema di Salute e di gestione dello Stato cubano applaudito per l’efficienza del suo operato anche da quelli che s’impegnano a vedere mancanze in uno scenario sanitario sempre più ammirabile.

Giunge così il “cosa dobbiamo fare?”, il “devono applicare misure”, come se eliminare la disobbedienza sia un problema di alcuni.

Per nessuno è un segreto che le disposizioni legali e delle autorità della polizia, così come si fa dal primo giorno, hanno un gran peso nel rispetto degli orientamenti.

Senza dubbio è impensabile che la soluzione si trovi solo con l’applicazione di multe o facendo sì che gli agenti siano dovunque si commettono le indiscipline.

Basta affacciarsi al balcone o camminare per le strade per vedere in un ambiente perfettamente gradevole, dove non è necessaria la presenza della polizia, due o tre conversando vicinissimi senza mascherina, elementare barriera di contenimento della saliva, o condividendo un liquore dallo stesso bicchiere o persino dalla stessa bottiglia.

Ci sarà realmente un poliziotto per ognuno di questi casi?

Ci sono due settori. Nel primo contano quelli ci proteggono e proteggono la famiglia, i compagni e i vicini, con le buone pratiche d’igiene e distanza, quelli che contribuiscono alla dissipazione del virus; quelli che elogiano con disciplina il sacrificio del personale della salute e valutano la fortuna di vivere a Cuba, mentre il mondo soffre ogni giorno per scenari molto scoraggianti.

Gli altri, quelli che s’informano appena, gli irriverenti che stimolano il pericolo proprio e quello che colpisce gli altri, quelli che permettono che gli si parli addosso e senza mascherina, quelli che sanno che saranno curati se il virus busserà alla loro porta, i più noiosi di tutti, che necessitano partecipare a una festa preparata da un altro portatore della malattia.

Eliminare indisciplina non è solo necessario, è imprescindibile Usiamo questo strumento chiamato coscienza, reclamato da un sano giudizio e dalla dignità.

 

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