La grande moralità di Che Guevara

Faro di Roma

Due figure leggendarie della rivoluzione cubana e della democrazia protagonista bolivariana: Adan Chavez – vicepresidente del PSUV e ambasciatore del Venezuela a Cuba – e Ramon Labañino – vicepresidente dell’ANEC (Associazione degli Economisti Cubani) nonché “soldato di Fidel” (per sedici anni nelle carceri dell’impero per aver tentato di sventare, insieme ad altri quattro Eroi cubani, degli attentati sanguinosi contro Cuba, sia sul suolo dell’isola caraibica che negli Stati Uniti) sono intervenuti in diretta il giorno dell’anniversario della scomparsa fisica del Comandante Che Guevara (il 9 ottobre 1967 in Bolivia), all’iniziativa promossa dalla Rete dei Comunisti (RdC) organizzata presso la Casa della Pace, un interessante spazio di riflessione a Testaccio “popolato da tante esperienze di lotta politica e sociale”.

Tra il numeroso pubblico – comunque molto attento al rispetto delle norme anti Covid e all’utilizzo delle mascherine – erano presenti tantissimi giovani. Un bel segnale di speranza, in un mondo preda di una crisi di valori alimentata, a sua volta, dalla crisi sistemica del capitalismo. Durante l’iniziativa – coordinata con efficacia e passione da Marcella, giovane militante della Rete dei Comunista, la quale ha coordinato gli interventi e il bel confronto finale – è stata ripercorsa la lunga marcia del popolo cubano sulla via della transizione e la creazione di un’alternativa socialista nel continente latinoamericano. Insieme a Cuba, grande attenzione è stata posta al processo bolivariano, sulla linea del pensiero e dell’opera di Che Guevara, di cui è stato ribadito – al di là delle semplificazioni dell’industria culturale – la visione internazionalista e la dedizione per la creazione dell’Uomo Nuovo e della Futura Umanità.

Adan Chavez ha ricordato l’importanza del Che per il processo protagonista bolivariano. Tuttavia, rispondendo alle numerose domande, soprattutto da parte dei giovani ha parlato della situazione in Venezuela, la quale sta soffrendo il dramma della guerra economica e del blocco impostogli dall’imperialismo. A dicembre, avranno luogo le elezioni legislative, cui parteciperanno tutte le opposizioni legittime (con l’esclusione di quella golpista di Guaido, che ha rifiutato di partecipare nonostante l’apertura del governo di Maduro): Chavez ha ricordato poi l’importanza della partecipazione e del processo democratico, denunciando i tanti tentativi golpisti e di destabilizzazione che ha subito il Venezuela negli ultimi anni.

Anche Labañino ha denunciato la violenza imposta da sei decadi di blocco, sottolineando, tuttavia, la resistenza del valente popolo cubano. Questa è tanto più forte adesso che si sta registrando un irrigidimento del blocco a causa dell’amministrazione Trump. Sollecitato a sua volta dalle domande, che erano state poste dagli organizzatori della Rete dei Comunisti (RdC), Labañino ha ricordato la grande risposta data da Cuba alla pandemia, con la partecipazione di tutto il popolo e soprattutto dei giovani, che vanno, di casa in casa, ha misurare la temperatura, a effettuare test per il Covid e a segnalare i casi più gravi. Cuba registra, infatti, uno dei tassi di letalità più bassi dell’America Latina.

All’evento è intervenuto Fernando Martinez – professore alla Sapienza e membro della Rete di intellettuali e artisti in Difesa dell’Umanità – il quale ha ricordato l’attualità del pensiero del Che. “L’immagine di Che Guevara si è mantenuta nonostante l’avvento del neoliberismo”, ha spiegato. Secondo Martinez, è importante comprendere la figura del rivoluzionario argentino nel suo contesto storico, quello dell’America Latina. Infatti, Che Guevara è comprensibile soltanto nei processi rivoluzionari dei paesi dipendenti del Cono Sur. Martinez ha parlato, inoltre, del contesto attuale, facendo riferimento sia al blocco che ai tanti tentativi illegittimi di colpire Venezuela e Cuba. Tuttavia, l’imperialismo – ha aggiunto – ricorre a molteplici strumenti, per sovvertire tutti i processi democratici in tutta la regione: ad esempio, ha fatto riferimento al lawfare, che ha colpito tanto il Brasile di Dilma e Lula quanto l’Ecuador di Rafael Correa. Ma anche al colpo di stato, più convenzionale, che ha subito la Bolivia di Evo Morales.

Luciano Vasapollo, economista, membro della Segreteria nazionale della RdC e della Segreteria esecutiva della Rete di intellettuali, artisti e movimenti sociali in Difesa dell’Umanità (REDH) – che, tra l’altro, ha contribuito a fondare nel 2004 a Caracas, insieme ai Comandanti eterni Fidel e Chavez – ha ricordato l’importanza di ascoltare il punto di vista dei popoli che subiscono il blocco, respinto da tutti i paesi membri delle Nazioni Unite, tranne gli Stati Uniti e Israele. Vasapollo ha ricordato la necessità di denunciare l’unipolarismo e la guida unipolare, che aggredisce popoli e paesi, non necessariamente socialisti, che hanno “la presunzione” di porsi sulla strada dell’indipendenza e dello sviluppo autodeterminato.

Vasapollo ha ricordato con commozione la figura del Che, che a distanza di tanti anni della sua scomparsa fisica ancora appassiona e coinvolge tanti giovani. Tuttavia, ha spiegato lo studioso, non dobbiamo tanto ricordare il Che “guerrigliero” – una sorta di superuomo che faceva tutto da solo – ma il pensiero e l’opera di Guevara. “Per comprenderlo, lo dobbiamo leggerlo”, ha risposto alle domande. Che Guevara è stato anche un medico – e la risposta eccezionale data da Cuba alla pandemia viene anche dalle sue intuizioni. Che Guevara era un’internazionalista e la guerriglia fu una scelta obbligata, dovuta alle specifiche condizioni della Cuba di Batista, in cui vigeva il fascismo. È stata la scelta dei partigiani e della Resistenza in Italia durante l’occupazione nazifascista.

Oggi ci troviamo di fronte ad una situazione difficile, i paesi che si pongono su strade alternative a quelle decretate per loro dall’imperialismo vengono aggrediti e sottoposti a sanzioni e blocchi criminali. “Ma la virtù di paesi come Cuba e del Venezuela consiste che essi vanno avanti, non rinunciano alle conquiste sociali della Rivoluzione” ha aggiunto Vasapollo. “L’etica del pensiero di Che Guevara è fondamentale, la sua spiritualità rivoluzionaria mantiene tutta la sua validità in quanto rappresenta un’alternativa diversa per l’umanità”, ha detto Vasapollo.
“Proprio l’etica è un elemento importante”, ha concluso Vasapollo rispondendo alle domande dei tanti giovani presenti. “Contro la cultura del profitto, dell’individualismo e dell’egoismo, da Che Guevara, ma anche da Martí e Gramsci – un altro martire del pensiero e del sacrificio, che significa, in questo senso, impegnarsi per gli altri fino a dare la vita- viene una risposta etica, fatta di impegno, solidarietà e anche disciplina”.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.