Vari media della stampa hanno informato che l’aumento a 72 dei massacri, l’identificazione delle vittime scomparse e la morte, bruciati, di nove giovani in un commissariato, scuote il panorama nazionale in Colombia.

Il quotidiano El Espectador, ha scritto che la Procura Generale della Nazione sta investigando la morte di nove reclusi  in un incendio nel commissariato di Polizia di San Mateo en Soacha.

In un comunicato, l’organismo di controllo ha sostenuto che studierà i fatti avvenuti il 4 settembre scorso, dato che la denuncia sostiene che il numero delle vittime dell’incendio è stato così alto per la mancanza d’aiuto dei poliziotti nel luogo.

La madre de uno dei reclusi morti assicura che i poliziotti sono restati a guardare e hanno lasciato che l’incendio crescesse, come ha pubblicato El Espectador citando anche le dichiarazioni del sindaco di Bogotá, Diego Cancino.

Nel mezzo di questo scenario la Giurisdizione Speciale per la Pace (JEP) ha identificato due minorenni e due agricoltori usciti dalle loro case nel 1997 e nel 2004 nella zona rurale di  Dabeiba (Antioquia) e mai ritornati.

Dal dicembre del 2019 quando è stata realizzata la prima visita della JEP a Dabeiba e sino ad oggi sono stati esumati 63 corpi non identificati che potrebbero appartenere a vittime di sparizioni forzate.

A queste cifre si sommano 24 corpi recuperati dall’Unità di Ricerca delle Persone Scomparse nella regione Magdalena Caldense, nel dipartimento di Caldas nella parte orientale della nazione del caffè.

L’emittente W Radio ha segnalato che l’Unità ha ricevuto 27 nuove richieste di ricerca di famiglie che indagano le sparizioni di familiari per il conflitto e sono anche state realizzate 180 prove di ADN a Samaná e nei territori  di San Diego y Florencia.

Dal 1  gennaio al 10  novembre,  258 persone sono state assassinate in 72 massacri e circa 251 leader e difensori dei diritti umani hanno perso la vita in Colombia, ha attualizzato l’Istituto degli Studi per lo Sviluppo e la Pace.