Il “Progetto Guaidò” sarà sepolto con la forza dei voti

Dal 2007, attraverso il finanziamento di organizzazioni legate alla Central Intelligence Agency USA (CIA) come, ad esempio, la serba CANVAS, si è andata formando una nuova élite dirigente dell’anti-chavismo.

Si tratta di un nuovo ceto di “dirigenti” estratti dalle classi medie ed alte della società venezuelana, radicato in università private ed identificato con i valori USA, che ha fatto la sua comparsa sulla scena nazionale durante le violente proteste scatenate dopo il mancato rinnovo della concessione al canale privato RCTV per ordine legale dello Stato venezuelano, media che, tra l’altro, è stato agente del golpe nel primo decennio del XXI secolo.

Questa nuova generazione di leader è stata formata per anni in Serbia, Messico e Colombia per assumere un ruolo dirigenziale. È stato preparata in tattiche di protesta, propaganda e creazione di movimenti insurrezionali per rovesciare governi, replicando l’esperienza delle cosiddette “rivoluzioni colorate” in Serbia e nei paesi dell’Europa orientale, precedentemente situati nell’area di influenza strategica dell’estinta Unione Sovietica.

Freddy Guevara, Yon Goicoechea, Juan Guaidó e altri “dirigenti” sarebbero i principali prodotti politici di quella catena di montaggio gestita dagli USA.

In principio, si trattava di costruire una generazione di ricambio ai partiti e dirigenti tradizionali sopravvissuti al declino della IV Repubblica. Gli USA avevano bisogno di giovani modellabili, senza esperienza, in cui introiettare uno spirito anticomunista, neoliberale e di vendetta permanente contro il chavismo.

In breve, aveva bisogno di una nuova generazione di politici docili che vedessero se stessi come il braccio esecutivo dei valori, piani e bisogni degli USA come potenza. Aveva bisogno di una generazione di ricambio con un profondo odio verso la sovranità nazionale del Venezuela.

È proprio in questa generazione che si è appoggiata l’operazione di “cambio di regime” dispiegata nel 2014, quando questi “leader” giovanili hanno assunto il ruolo di rettori dell’antichavismo non solo nel promuovere proteste violente, ma anche a livello istituzionale, consolidando posizioni di comando nell’Assemblea Nazionale dal 2016.

PARLAMENTO ANTI-REPUBBLICANO

 

Questa nuova istituzione di politiche pro-USA ha dominato politicamente il Parlamento nazionale dalla vittoria anti-chavista nel dicembre 2015. Da questo spazio hanno promosso un’agenda destituente, di frattura istituzionale dall’alto e di minamento delle conquiste sociali e culturali della Rivoluzione bolivariana a valle.

Hanno incanalato le prime azioni di destabilizzazione economica che sarebbero poi degenerate in un ferreo blocco economico, finanziario e commerciale gestito dal governo USA.

Si sono posizionati come una fabbrica straniera, rivestita come una casa di rappresentanza degli interessi commerciali e finanziari USA in Venezuela.

La posizione dominante di questa nuova casta politica nell’Assemblea Nazionale non solo ha favorito lo scontro di poteri, ma ha anche legittimato azioni armate, gruppi terroristici, tentativi di colpo di stato ed una miriade di operazioni volte ad indebolire il tessuto politico-istituzionale, economico e sociale della Repubblica.

Infine, l’Assemblea Nazionale si è costituita come la base di uno “Stato parallelo” artificiale, incentrato sull’usurpazione di funzioni in tutte le sfere dello Stato, il che includeva principalmente le rappresentanze diplomatiche, la gestione di società e patrimoni internazionali, la gestione dei conti pubblici all’estero, la gestione del contenzioso contro la Repubblica ed il perfezionamento delle strategie di blocco economico.

Il Parlamento è stato reso inutile e, di conseguenza, la generazione di politici filoUSA ha agito con l’obiettivo di fare a pezzi il paese al fine di ottenere una scorciatoia praticabile d’assalto al potere politico.

I BECCHINI

 

Il 6 dicembre, ma soprattutto le sue conseguenze, è un’occasione storica per recuperare le funzioni costituzionali dell’Assemblea Nazionale, dopo cinque anni in cui è stata usata come fabbrica di interessi stranieri da parte dell’ antichavismo.

Con questo, il “progetto Guaidó” sarà sepolto con la forza dei voti dei venezuelani. La casta politica antichavista che ha gestito il Parlamento nazionale, dal 2016, perderà il suo principale spazio di potere e di influenza nella politica venezuelana, il che apre la soglia per la reinstituzionalizzazione dell’Assemblea Nazionale.

Quella stessa casta legata a Guaidó ha usato il potere legislativo per impossessarsi illegalmente di società venezuelane all’estero, che sono diventate nidi di corruzione, traffico di influenze e danni finanziari per il paese.

Come se non bastasse, la coorte uscente dell’Assemblea Nazionale ha contribuito all’approfondimento della crisi economica richiedendo, gestendo e coordinando una serie di misure coercitive unilaterali e blocchi contro aree sensibili dell’economia venezuelana. L’istituzionalità venezuelana è stata manipolata da quell’élite per danneggiare profondamente la Repubblica, attentando contro se stessa e la stabilità generale del Venezuela.

Non per nulla temono una misurazione elettorale e non credono nella democrazia che tanto promuovono. Ritengono che la fonte di legittimità del Parlamento provenga dalla Casa Bianca e non dai voti del popolo venezuelano. Per pensare ed agire in funzione di quell’idea, sono stati formati ed addestrati dalla CIA dal 2007.

Con le elezioni parlamentari si apre un nuovo capitolo della politica venezuelana e con fortuna darà origine a una nuova generazione di politici più vicini agli interessi venezuelani e meno attratti dagli USA.


EL “PROYECTO GUAIDÓ” SERÁ ENTERRADO CON LA FUERZA DE LOS VOTOS

 

Desde el año 2007, mediante el financiamiento de organizaciones ligadas a la Agencia Central de Inteligencia de Estados Unidos (CIA, por sus siglas en inglés) como, por ejemplo, la serbia CANVAS, se ha venido configurando una nueva élite dirigente del antichavismo.

Se trata de una nueva capa de “líderes” extraídos de las clases medias y altas de la sociedad venezolana, radicada en universidades privadas e identificada con los valores estadounidenses, la cual hizo su aparición en la escena nacional durante las protestas violentas desatadas luego de la no renovación de la concesión al canal privado RCTV por orden legal del Estado venezolano, medio que por demás fue agente del golpe en la primera década del siglo XXI.

Esa nueva generación de líderes fue entrenada durante años en Serbia, México y Colombia para asumir un rol dirigencial. Fue preparada en tácticas de protestas, propaganda y creación de movimientos insurreccionales para derrocar gobiernos, replicando la experiencia de las denominadas “revoluciones de colores” en Serbia y países de Europa del Este, ubicados anteriormente en el área de influencia estratégica de la extinta Unión Soviética.

Freddy Guevara, Yon Goicoechea, Juan Guaidó y otros “dirigentes” serían los principales productos políticos de esa línea de ensamblaje gestionada por Estados Unidos.

En principio, se trataba de construir una generación de relevo a los partidos y líderes tradicionales que sobrevivieron al ocaso de la Cuarta República. Estados Unidos necesitaba jóvenes moldeables, sin experiencia, en los cuales introyectar un espíritu anticomunista, neoliberal y de revancha permanente frente al chavismo.

En síntesis, necesitaba una nueva generación de políticos dóciles que se viera a sí mismo como brazo ejecutor de los valores, planes y necesidades de Estados Unidos como potencia. Necesitaba de una generación de relevo con profundo odio hacia la soberanía nacional de Venezuela.

Justamente en esta generación se apoyó la operación de “cambio de régimen” que se desplegó en 2014, cuando estos “líderes” juveniles asumieron el papel de rectores del antichavismo no solo en la promoción de protestas violentas, sino a nivel institucional, consolidando posiciones de mando en la Asamblea Nacional a partir de 2016.

PARLAMENTO ANTIRREPUBLICANO

Este nuevo estamento de políticas proestadounidenses dominó políticamente el Parlamento nacional desde la victoria antichavista en diciembre de 2015. Desde este espacio impulsaron una agenda destituyente, de fractura institucional por arriba, y de socavamiento de las conquistas sociales y culturales de la Revolución Bolivariana aguas abajo.

Canalizaron las primeras acciones de desestabilización económica que luego escalarían en un férreo bloqueo económico, financiero y comercial gestionado por el gobierno de los Estados Unidos.

Se posicionaron como una factoría extranjera, revestida como una casa de representación de los intereses comerciales y financieros de Estados Unidos en Venezuela.

La posición dominante de esta nueva casta política en la Asamblea Nacional favoreció no solamente el choque de poderes, sino que legitimó acciones armadas, grupos terroristas, intentos de golpe de Estado y un sinfín de operaciones dirigidas a debilitar el tejido político-institucional, económico y social de la República.

Por último, la Asamblea Nacional se constituyó como la base de un “Estado paralelo” artificial, enfocado en la usurpación de funciones en todas las esferas del Estado, lo que incluyó principalmente las representaciones diplomáticas, la gestión de empresas y activos internacionales, el manejo de cuentas públicas en el extranjero, la gestión de litigios contra la República y el perfeccionamiento de las estrategias de bloqueo económico.

El Parlamento fue inutilizado y, en consecuencia, la generación de políticos pro estadounidenses actuaron con el objetivo de destrozar al país para conseguir un atajo viable de asalto al poder político.

LOS SEPULTUREROS

El 6 de diciembre, pero sobre todo sus consecuencias, es una oportunidad histórica para recuperar las funciones constitucionales de la Asamblea Nacional, tras cinco años de ser utilizada como una factoría de intereses extranjeros por parte del antichavismo.

Con ello el “proyecto Guaidó” será enterrado con la fuerza de los votos de los venezolanos. La casta política antichavista que manejó el Parlamento nacional desde 2016 perderá su principal espacio de poder e influencia en la política venezolana, lo cual abre el umbral para la reinstitucionalización de la Asamblea Nacional.

Esa misma casta ligada a Guaidó utilizó el poder legislativo para apoderarse ilegalmente de empresas venezolanas en el extranjero, las cuales se han transformado en nidos de corrupción, tráfico de influencias y daños financieros para el país.

Por si aquello fuera poco, la saliente cohorte de la Asamblea Nacional ha contribuido a la profundización de la crisis económica al solicitar, gestionar y coordinar un conjunto de medidas coercitivas unilaterales y bloqueos contra las áreas sensibles de la economía venezolana. La institucionalidad venezolana fue manipulada por esa élite para dañar profundamente a la República, atentando contra sí misma y la estabilidad en general de Venezuela.

No en balde aquéllos le temen a una medición electoral y no creen en la democracia que tanto promocionan. Ellos consideran que la fuente de legitimidad del Parlamento proviene de la Casa Blanca y no de los votos del pueblo venezolano. Para pensar y actuar en función de esa idea fueron formados y entrenados por la CIA desde 2007.

Con las elecciones parlamentarias se abre un nuevo capítulo de la política venezolana, y con suerte dará pie a una nueva generación de políticos más cercanos a los intereses venezolanos y menos atraído por los estadounidenses.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.