Antirazzismo, dalla culla

Una cultura inclusiva, antirazzista, cosciente della miscela dell’identità cubana che riconosca le diverse fonti e la sua integrazione unitaria, si deve fomentare dalla culla e per questo gli organismi e le istituzioni incaricati della formazione di bambini e giovani a tutti i livelli d’insegnamento si sono proposti di lavorare in maniera sistematica e coordinata.

La più recente sessione della commissione governativa del programma nazionale contro il razzismo e la discriminazione razziale, guidata dal Presidente, Miguel Díaz-Canel, ha conosciuto le proiezioni dei ministeri d’Educazione, Educazione Superiore, Salute Pubblica, Cultura e l’INDER.

Si tratta non solo di consolidare quello che è stato fatto in corrispondenza con le trasformazioni che dalla stessa presa del potere della Rivoluzione hanno minato le basi istituzionali del razzismo. È necessario un salto di qualità per abbordare i problemi in modo che restino definitivamente sradicati sino alle minime vestigia di atteggiamenti e espressioni lesive della dignità umana, relazionate con il colore della pelle.

Díaz-Canel ha indicato che educare non è imporre ma dare argomenti, ragionare e inculcare valori; non si devono nemmeno assumere i compiti come una campagna, ma da un impegno permanente, la costanza e l’integralità e per questo sono stati convocati tutti i sapere e le esperienze per il concetto e l’esecuzione di un programma essenziale per il completamento degli ideali di giustizia e d’equità della Rivoluzione.

La ministra d’Educazione, Ena Elsa Velázquez, ha dato particolari sul ruolo del maestro nella cultura antirazzista come elemento di base nella formazione pedagogica, nella coltivazione della sensibilità, dato che nell’aula si definiscono la condotta e le linee di guida.

Nell’università si profila il lavoro delle cattedre che insegnano investigazione e promozione del pensiero martiano, gli studi africanisti e caraibici e l’educazione internazionalista ed etica. La presenza degli studenti africani e caraibici nelle università di medicina e le esperienze del personale della salute nelle missioni all’estero costituiscono forze per l’impegno.

L’insegnamento artistico è ben presente nell’apprezzamento del legato culturale d’origine africana. Il movimento sportivo cubano nella formazione di nuove generazioni ha molto da apportare.

Il poeta Miguel Barnet, presidente della Fondazione Fernando Ortiz, ha segnalato che l’orientamento educativo deve articolare come principio la relazione tra il pensiero di Martí e di Fidel e ha messo a disposizione degli organismi formatori l’opera dell’autore di /El engaño de las razas/. Ha fatto lo stesso la Fondazione Nicolás Guillén, offrendo il volume /Presencia negra en la cultura cubana/ e il ciclo di conferenze sul tema, registrato per la TV Cubana.

Gli organismi implicati nei processi educativi dovranno rendere conto delle loro azioni di fronte alla commissione governativa alla fine del prossimo anno, com’è stato deciso nella sessione di lavoro alla quale hanno partecipato anche il primo ministro Manuel Marrero Cruz e il vice primo ministro Roberto Morales Ojeda.

 

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