Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez

Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Presidente della Repubblica di Cuba, alla chiusura del VI Periodo  Ordinario di Sessioni dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, nella sua IX Legislatura, nel Palazzo delle Convenzioni, il 17  dicembre del 2020, “Anno 62º della Rivoluzione”. 

Cari Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz e compagni della Generazione Storica;

Compagno  Esteban Lazo, Presidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare e Presidente del Consiglio di Stato;

Deputate e deputati;

Compatrioti:

Si onora Cuba contando in un giorno come oggi, quando si compiono sei anni dal suo ritorno in Patria con il compagno Gerardo Hernández Nordelo membro del nostro Consiglio di Stato.

Un anno fa da questa stessa tribuna avevamo detto «Hanno sparato per ucciderci e siamo vivi!» Si supponeva allora che niente poteva essere peggiore di quella scalata di misure per indurire il blocco imperialista e d’attacco alle fonti dei rifornimenti energetici, alle brigate mediche e a qualsiasi possibilità di finanziamento.

Poi è arrivato il 2020, un anno duro e sfidante come pochi per via della sconcertante pandemia della COVID-19  che ha chiuso di colpo e per mesi le porte all’economia e alla stessa vita.

Tutto è stato peggio, perchè il suo impatto è universale e ha toccato momenti insopportabili, con l’opportunista indurimento del blocco statunitense, prova definitiva della profonda malvagità dei nostro avversari.

Loro insistono ne tentativo di ucciderci, ma noi insistiamo a vivere e vincere. Cuba Viva è saltata al di sopra delle sue stesse possibilità.

È il destino di questo popolo: crescere con le sfide. È nei geni della nazione cubana, forgiata nella resistenza e la ribellione degli schiavi che si negarono ad essere tali e nella volontà degli emigranti carichi di sogni; è nell’eredità dei leader indipendenti che bruciarono le loro ricchezze nel fuoco della Rivoluzione; nelle madri dei suoi figli nati in mezzo al combattimento e nella forte identità del cubano che maturò in lunghi anni nei quali la patria era libera solo nella manigua.

È nelle generazioni successive che hanno lasciato sangue e semente in combattimenti disuguali, nelle strade e nelle montagne, sino alla vittoria.

Non c’è modo di spiegare l’esistenza della Rivoluzione, il suo trionfo e la sua sopravvivenza di fronte a spietati maltrattamenti e dolorosi abbandoni, senza queste essenze che tutti i giorni pongono di fronte a una storia che accumula già tante eroine ed eroi per abitante, che è difficile contarli.

Ma l’esempio contagia. In questi mesi di pandemia siamo stati testimoni di prodezze quotidiane in persone di tutte le età e mestieri, donne e uomini, giovani e anziani.

Anche i bambini lo sono stati, trasformandosi in esemplari educatori dei genitori, per l’uso della mascherina, il lavaggio delle mani, la distanza fisica: i tre pilastri della responsabilità individuale in questa battaglia di tutti.

Voglio dire qui, oggi, che ogni ora di questi mesi di scontro alla COVID-19 è stata di crescita e apprendimento. Ci sono state giornate di tensione, molto faticose, ma non ci ha mai accompagnato il disanimo grazie al popolo soprattutto.

Non è possibile lo scoraggiamento  quando si ha davanti l’eroismo, non di una persona o di un gruppo, ma di un’intera nazione. E questo eroismo ci spinge costantemente a dare di più, a sentire vergogna quando il corpo ci chiede riposo.

Sopportando carenze di ogni tipo, code sfibranti e una rinuncia temporanea a feste e abbracci, le cubane e i cubani abbiamo affrontato gli impegni più duri nell’anno 2020.

Il nuovo coronavirus è una sfida gigantesca nel mezzo della crisi imposta dal blocco. Ma lo affrontiamo senza paura. Abbiamo avuto meno medicine, meno cibo, meno trasporti … , ma anche meno contagi, meno malati e meno morti. Questo si spiega solo perché  abbiamo avuto più volontà politica, più solidarietà,  più giustizia sociale. Più socialismo.

Nella  Scienza e della Medicina abbiamo ottenuto  record per la dedizione e nel sacrificio personale e collettivo, che hanno permesso che il paesi si collocasse rapidamente tra quelli che sono riusciti a contenere la pandemia.

Per illustrarlo con la precisione delle cifre:  il paese accumula 1.294.052 esami realizzati con 9.771 casi positivi, tra i quali, purtroppo sono morte  137 persone, con una percentuale  di letalità del 1,40, al di sotto del tasso mondiale di 2,25, ee anche al di sotto del tasso della regione delle Americhe del 2,54.

Siamo uno dei pochi paesi del mondo che non hanno registrato la morte per COVID -10 di donne in gravidanza, bambini o personale sanitario.

Circa il 90 % di tutti i contagiati sono guariti grazie ai robusti protocolli che si perfezionano in continuità. Le sale di terapia intensiva non hanno collassato.

E parallelamente all’assistenza medica, i professionisti della salute lavorano a 800 investigazioni che hanno generato centinaia di pubblicazioni scientifiche.

Più di una dozzina di biofarmaci cubani si utilizzano nei trattamenti, mentre si stanno sperimentando quattro candidati di vaccinazione e sono già stati realizzati prototipi di tre ventilatori polmonari, della cui produzione si occuperà l’industria nazionale.

Come la storia, con i suoi secoli di lotta e resistenza, l’opera educazionale e il modello umano che la Rivoluzione ha scelto per i suoi figli, ci hanno posto nello scontro alla pandemia davanti a paesi di simile o superiore sviluppo.

Il talento naturale del popolo e quella sentenza premonitrice di Fidel, che ci saremmo  convertiti in un paese di uomini e donne di Scienza, e soprattutto la sua idea messa in pratica con la volontà politica d’investire in aree così nuove e quasi esclusive del primo mondo, come l’ingegneria genetica e la biotecnologia, le neuroscienze e la produzione di medicinali, ci hanno permesso di collocarci all’avanguardia degli studi sulla pandemia e dei protocolli d’assistenza e attenzione ai contagiati.

Un principio umanista, inseparabile della Rivoluzione: la vita umana
come bene supremo della società è alla base della strategia nazionale di scontro all’epidemia in Cuba e in altri 39 paesi, dove sono andati in questi mesi circa 3000 professionisti cubani, raggruppati in 53 Brigate del Contingente Henry Reeve.

Il maltrattamento, la persecuzione, la diffamazione e le volgari pressioni dell’ attuale Governo degli Stati Uniti contro altri paesi per ricevere o semplicemente sollecitare appoggio dal prestigioso Contingente non ha precedenti.

Ma la sua opera è già giunta a un livello nelle nazioni che lo ricevono che è già stata formulata a proposta per il Nobel della Pace al Contingente Henry Reeve, una candidatura che onora profondamente un progetto di Fidel in questo mondo governato dagli egoismi e dalle regole del mercato.

Si riconosce così la dedizione dei nostri lavoratori della Salute per salvare vite nelle più difficili condizioni e nei luoghi più remoti, dove non giungerà nemmeno un’elemosina dei loro oppressori.

Senza cedere a un eccesso d’ottimismo, sempre pericoloso anche se smobiliterebbe le azioni che si devono mantenere nel tempo, stiamo superando tutte le prove della pandemia grazie al popolo e all’impulso preciso della Scienza, un poderoso motore di trazione multiple, se mi perdonate l’analogia.

Perchè va detto che gli apporti dell’intelligenza collettiva non si riducono all’area vitale della Medicina e ai Servizi di Salute Pubblica. Ringraziamo che alcune delle menti più brillanti del nostro paese siano attente e apportino dalle piattaforme digitali, con acutezza critica, le analisi scientifiche che anche dall’economia e le scienze sociali e storiche dovranno dotare la nazione di un corpo teorico indispensabile in questo momento pieno d’urgenze.

Niente è poco nè banale di quello che si apporta dalla conoscenza e dall’impegno con il destino della nazione. È un segnale che distingue molti cubani che accompagnano la Rivoluzione in tutte le sue preoccupazioni e vogliono aiutare nella conquista della prosperità pendente.

E ci aiuta a rettificare mentre camminiamo, a noi che abbiamo il dovere di governare, quello di cui non ci vergogneremo mai e che non rinnegheremo mai.

Intendiamo che studiare, apprendere e prendere decisioni, dai sapere collettivi conduce sempre a cammini più sicuri e più giusti.

Compatrioti:

Nel 2020 abbiamo affrontato condizioni eccezionali nella nostra economia. Qualsiasi aggettivo è insufficiente per definire l’atroce combinazione del blocco rinforzato e la pandemia sull’economia e la società.

Parliamo degli effetti accumulati dalla persecuzione finanziaria e dall’assedio a qualsiasi fonte di entrate in divisa rinforzate in forma opportunista nel mezzo della pandemia e della contrazione economica universale che provoca,  con la conseguente interruzione dell’attività turistica, una delle principali fonti di entrate del paese, la contrazione delle importazioni; la diminuzione dell’ attività produttiva e dei servizi sia nel settore statale che in quello non statale, con le spese di salute addizionali a quelle previste nel piano, con incrementi dei finanziamenti dal Bilancio dello Stato, tra l’altro.

Disegnando il Piano dell’Economia per il 2020, avevamo previsto, anche se in condizioni di forti restrizioni, d’ottenere una crescita nell’ordine del 1% . Ma com’è successo  praticamente in tutte le regioni e paesi, la COVID-19 ci ha obbligato a modificare tutte le previsioni. Il fatto è che non ci sarà crescita. Come abbiamo informato qui, c’è un calo di circa l’11%.

Cade l’economia, ma non si ferma. Abbiamo approvato la Strategia  Economico-Sociale e il Piano Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale sino al 2030 e sono terminato gli studi per l’implementazione dell’ordinamento monetario che inizierà i prossimo 1º gennaio.

Nel mezzo del peggiore scenario sono stati realizzati importanti investimenti nei principali programmi di sviluppo, includendo quelli della casa con 47.400 immobili terminati, il turismo con 2000 nuove abitazioni, la prima bioelettrica in operazioni nel paese, investimenti nel settore idraulico e nella produzione degli alimenti, tra l’altro.

Simultaneamente, sono stati approvati 29 progetti d’Investimento Straniero per 2 455 milioni di dollari, 5 dei quali nella Zona Speciale di Sviluppo Mariel, importante e strategico punto economico del paese, dove operano imprese  di 21 paesi e di 11 multinazionali.  Lì sono stati approvati 55 affari per un ammontare d’investimenti impegnato che supera i 3000 milioni di dollari, generando 11.763 nuovi posti di lavoro.

Anche se nello scenario in cui si elabora il Piano dell’Economia per il 2021 prevale l’incertezza associata all’evoluzione della pandemia e dei suoi gravi colpi all’economia mondiale, il prossimo anno si spera in un processo graduale di recupero con una crescita tra il 6% e il 7% e questo domanda un forte lavoro di tutti gli attori economici.

Realizzare questo obiettivo  esige che noi si mantenga il controllo della COVID-19, per non affrontare passi indietro nell’apertura che abbiamo iniziato nel turismo e nelle attività produttive in generale.

Il paese continuerà a lavorare al suo sviluppo. Il piano degli investimenti s’incrementa del 22% rispetto al 2020, concentrando il 60% delle risorse nei settori prioritari: la produzione degli alimenti, la difesa, il turismo, le fonti rinnovabili d’energia, il programma della casa e le fabbriche di produzione del cemento e l’acciaio.

Nonostante  la contrazione che ci lascia quest’anno, non rinunciamo a realizzare la crescita progettata per la seconda tappa del Piano Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale compreso nel periodo dal 2022 al 2006.

Per questo è necessario avanzare con maggiore celerità e chiare priorità nell’implementazione della Strategia Economico – Sociale e mantenere sotto controllo l’inflazione, evitando che si esprima al di sopra dei livelli previsti nell’ordinamento economico, incentivare la generazione di nuovi posti di lavoro soprattutto nell’attività produttiva, per la quale è imprescindibile l’impulso allo sviluppo locale dando priorità al turismo, appoggiando i suo recupero graduale e con enfasi nel rifornimento per la circolazione al minuto delle merci in moneta nazionale, soprattutto dei prodotti molto richiesti.

Si darà priorità ugualmente all’impulso degli investimenti nella Zona Speciale di Sviluppo  Mariel e all’incremento delle vendite delle entità nazionali alla Zona, al di sopra di quanto progettato nel Piano, e la partecipazione dell’industria nazionale come fornitrice delle vendite al minuto e all’ingrosso in divisa.

In questo contesto sarà necessario migliorare il deficit fiscale progettato partendo da una maggior efficienza della spesa pubblica e dell’aumento delle entrate del Bilancio dello Stato.

Con l’inizio dell’ordinamento monetario, il 2021 sarà decisivo per il recupero  graduale dell’economia, mentre riusciremo a creare condizioni più favorevoli per lo sviluppo dee settore produttivo nazionale.

Questa priorità vincolano  alcuni passi avanti realizzati in quest’anno difficile, come i programmi di  sviluppo territoriale, la gestione della scienza e l’innovazione, le reti dei laboratori di biologia molecolare, le nuove  facoltà concesse al  sistema delle imprese, il programma per l’avanzare della donna, la politica del commercio  dei prodotti agricoli e dell’allevamento, la creazione dei parchi tecnologici e delle società  mercantili  che operano tra le università e le imprese.

La conduzione dell’economia è stata disegnata con il principio d’assicurare come obiettivi essenziali l’accesso agli alimenti, ai combustibili, ai fertilizzanti, ai plaghicidi e ai medicinali, per soddisfare la domanda della difesa, così come la priorità nell’ottenimento dei finanziamenti per l’industrializzazione, rendendo effettivo il proposito di non importare quello che possiamo produrre con efficacia nel paese.

Il principio è stato introdurre modifiche per ottenere una maggior flessibilità, obiettività e innovazione in risposta ai problemi e alla ricerca di soluzioni.

Compagne e compagni:

La sfida del periodo che oggi valutiamo è stata superiore a qualsiasi altro momento, anche se noi abbiamo pianificato nello stesso anno della pandemia e con l’intensificazione del blocco di cominciare l’applicazione dell’ordinamento monetario e realizzare un intenso cronogramma legislativo che aggiunga una forza pratica alla nostra Costituzione.

L’Impegno Ordinamento è senza dubbio il più complesso processo economico degli ultimi anni ma rimandarlo sarebbe più costoso nel tempo.

Seguiamo con interesse e rispetto e preoccupazioni della popolazione e siamo impegnati a costruire il suo benessere.

Per rispondere a queste, ministri e specialisti spiegano e spiegheranno più di una volta e in forma dettagliata le questioni che possono generare dubbi che sono quasi tutti dovuti alla novità del processo.

Esistono preoccupazioni in relazione ai salari e anche per le tariffe elettriche. Potremmo dare un’unica risposta limitandoci a spiegare il mantenimento di grandi sussidi ai settori che consumano meno; ma nell’ordinamento monetario  nessuna misura si può vedere al di fuori de contesto economico nazionale e mondiale dove i prezzi e l’accesso al combustibile obbligano i paesi con il minor sviluppo  ad aggiustare i suoi consumi.

Quello che sì possiamo affermare categoricamente è che non si tratta di una politica di terapia da choc, nè di “corralitos finanziari”( denaro bloccato nelle banche senza accesso per i proprietari),  come alcuni insistono come progetti.

Rivedremo quello che va rivisto e si correggerà quello che si  deve e si può correggere.

La Rivoluzione insiste nel suo fermo proposito che nessuno resti abbandonato.

È vero che abbiamo dovuto ricorrere a misure come i super mercati in moneta liberamente convertibile, tanto  discusse e imprescindibili per incentivare rimesse, canalizzarle e risolvere una contraddizione segnalata in maniera persistente e critica da economisti e altri esperti, ossia la fuga all’estero della divisa che stava drenando le scarse entrate del paese per la via dei compratori privati.

La soluzione è stata attrarre queste risorse al mercato interno e con entrate in moneta liberamente convertibile finanziare le spese in alimenti e combustibili del paese nel momento in cui non si contava nemmeno con l’arrivo di turisti e la pandemia pesava enormemente sui magri capitali disponibili.

Il vice primo ministro Alejandro Gil Fernández lo ha già spiegato più di una volta: la vitalità del servizio elettro – energetico nazionale e i minimi del paniere a prezzi statali ai quali nessuno vuole rinunciare non si potranno garantire senza le divise che tarderanno comunque  a recuperarsi per conto delle produzioni e le esportazioni nazionali.

Deputate e deputati:

Sicuramente molti di voi sono al corrente  delle crescenti manipolazioni e pressioni con cui accusano Cuba di ritardi e paralisi nel cronogramma legislativo.

Cercano di calpestare la direzione della Rivoluzione cancellare 60 anni di battaglia per i diritti della donna e contro ogni tipo di discriminazione e abuso, contro la violenza,  l’esclusione dei settori sociali che sino al 1959 non contavano per la politica nazionale.

In questa Sessione, compiendo le disposizioni transitorie della Costituzione, sono state approvare due leggi importanti che vengono a completare le norme necessarie per l’organizzazione e il funzionamento degli organi locali del Potere Popolare.

Abbiamo apprezzato che le due disposizioni normative  sono state oggetto di un impegnativo lavoro degli incaricati della loro elaborazione, soprattutto partendo dall’alto numero di opinioni come risultato dei processi di consultazione  realizzati sia nel Governo come tra i dirigenti delle province e i municipi, i deputati e l’accademia.

Com’è precisato nei due corpi legali, i contenuti saranno oggetto di valutazione per l’Assemblea Nazionale un anno dopo la loro entrata in vigore. L’esperienza della loro applicazione ci permetterà di realizzare gli aggiustamenti che corrispondono, data la novità che è parte delle istituzioni stabilite in loro.

Con queste leggi ne sono state approvate in totale sei nel 2020, compiendo il Cronogramma Legislativo, che ora abbiamo dovuto adeguare di nuovo, e sono espressioni dello sforzo realizzato per dare compimento nelle circostanze complesse imposte dalla  COVID-19.

L’attività legislativa e, in particolare, i gruppi di lavoro incaricati d’elaborare glu anticipi dei  progetti non sono stati interrotti. In alcuni casi, prodotti dalla complessità delle norme abbiamo dovuto ampliare le consultazioni e correggere diversi contenuti.

La creazione normativa, che voi conoscete, non si circoscrive solo alle Leggi. Com’è stato detto qui, il Consiglio di Stato quest’anno ha approvato 25 decreti legge, 11 compiendo il Cronogramma tracciato, e questo dimostra lo sforzo realizzato in questa attività.

L’aggiustamento appena approvato mette in evidenza una maggior obiettività, frutto delle esperienze acquisite dalla sua approvazione, da parte di questa Assemblea.

Nel caso particolare del Codice delle Famiglie ci manteniamo nell’impegno d’avanzare in tutto il necessario nonostante le circostanze attuali. Questa norma, come sappiamo, ha una vasta incidenza nella società e necessita la maggior preparazione, educazione e consenso sociale.

ll gruppo di lavoro, coordinato dal Ministero di Giustizia e formato da specialisti in Diritto della Famiglia, psicologi e investigatori di diverse istituzioni, ha realizzato un arduo lavoro nella definizione delle politiche fondamentali.

Ugualmente ci siamo visti obbligati a trasferire nel tempo altre disposizioni normative, includendo alcune di quelle previste nelle disposizioni transitorie della Costituzione e altre che regolano temi d’interesse per la popolazione.

Vogliamo ratificare l’invariabile volontà di perseverare nel proposito di poter contare con le norme giuridiche necessarie per implementare il nuovo testo costituzionale ed evitare in futuro qualsiasi vuoto legale.

Nelle eccezionali circostanze che ci ha imposto la pandemia, abbiamo lavorato intensamente, anticipando la discussione e l’approvazione delle leggi orientate ad approfondire la giustizia sociale e rinforzare lo Stato di Diritto. Ed esigeremo più dinamismo per realizzare il mandato di rendere effettiva la Costituzione.

Con la permanente insistenza  del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz al fronte di questi processi, il nostro Partito e il nostro Governo hanno assegnato la più alta priorità al compimento di un programma complesso, nel quale si lavorerà sino a che finiscano le consultazioni e si considerino i punti di vista, i giudizi e gli apprezzamenti, molte volte contradditori della maggioranza della popolazione. Non è qualcosa che possiamo risolvere alla leggera, perchè sarebbe come andare contro lo spirito della nostra Carta Magna.

Legiferare è un lavoro molto serio, determinante per il destino di tutti i cittadini. A noi corrisponde farlo nel minor tempo possibile, ma sempre, e prima di tutto, con la premessa che siamo un’assemblea libera da pressioni di lobby.

Siamo l’Assemblea del Popolo di Cuba e siamo a disposizione delle sue domande e del suo tempo. E di nessun altro.

Compagne e  compagni:

Passando a temi dell’agenda internazionale, va segnalato anche l’impatto singolare e inatteso della pandemia che ha aggravato le contraddizioni già esistenti nel mondo e le tensioni di un’economia globale che tendeva alla decelerazione dei volumi produttivi e dei flussi commerciali.

Come in congiunture storiche  simili, il peso maggiore della crisi è caduto sui più svantaggiati e sui diseredati che, nella maggioranza dei paesi hanno sofferto un aggravamento delle loro difficoltà, mentre la povertà in generale cresce con la disuguaglianza e la polarizzazione sociale.

Incredibilmente le fortune più grandi del pianeta, sfruttate da pochi, con la pandemia hanno ottenuto guadagni inediti. E, di fronte alla maggioranza, il panorama non è più promettente per l’anno che sta per cominciare.

L’impatto generale dei guasti già sperimentati continuerà a peggiorare con grandi interrogativi su quando e  come si recupereranno la produzione manifatturiera generale e la prestazione dei servizi nei grandi centri economici e nei paesi in via di sviluppo, con incertezze sui flussi commerciali, il lavoro e la stabilità finanziaria.

La politica estera fortemente aggressiva e unilaterale degli Stati Uniti negli anni recenti ha aggravato le minacce alla pace, alla sicurezza e ai meccanismi multilaterali, regionali e internazionali che per decenni, e anche con limiti, hanno sostenuto il sistema delle relazioni internazionali, alla cooperazione e al Diritto Internazionale come cornice di riferimento per l’interazione tra le nazioni.

Per Cuba e per la maggioranza dei paesi si sono ridotte le possibilità di scambi diretti. Le riunioni internazionali sono diventate obbligatoriamente virtuali, con l’uso delle tecnologie della comunicazione e questo introduce un modo nuovo di praticare la diplomazia bilaterale e multilaterale, ma limita l’effetto insostituibile dell’interazione personale nel fomento della conoscenza reciproca, la costruzione della fiducia e la possibilità di deliberare in profondità su temi sensibili.

In questo difficile contesto e senza tralasciare nessuna priorità, Cuba ha continuato a rinforzare e a sviluppare le sue relazioni con la comunità internazionale, sulla base dei principi della Carta delle Nazioni Unite, lottando sempre  a favore della pace e della protezione dell’ambiente, promuovendo i postulati del Movimento dei Paesi non Allineati e impegnata persistentemente con l’unità e l’integrazione dei popoli dell’America Latina e dei Caraibi.

Dimostriamo la capacità di sostenere e portare a nuovi  ambiti la cooperazione solidale, pietra angolare e singolarmente caratteristica della nostra politica estera.

Presto o tardi si scriverà la storia di questa nefasta pandemia e del suo impatto a livello globale.

Se si narrerà con onestà, sarà impossibile tralasciare il ruolo di Cuba e delle migliaia di cubani che sono accorsi volontariamente in altre terre, affrontando il pericolo e onorando il codice d’Ippocrate che accompagna nella coscienza e nel cuore i nostri abnegati lavoratori della Salute.

D’altra parte abbiamo adottato misure indirizzate a proteggere e appoggiare i cittadini cubani che si trovano all’estero. Con questo proposito e di fronte alla necessità di rispettare rigorosi protocolli di protezione e distanza fisica, abbiamo promosso la realizzazione di documentazioni consolari a distanza.

Nonostante la necessaria cancellazione dei voli regolari per circa sette mesi, abbiamo appoggiato la realizzazione di 94 voli charter che hanno permesso il ritorno a Cuba di circa 5.000 compatrioti da 56 paesi, e sono state adottate misure eccezionali come la proroga automatica di soggiorno all’estero.

La volontà di continuare a rinforzare i vincoli tra Cuba e i suoi nazionali all’estero è irrevocabile.

Pochi giorni fa, l’8 dicembre, abbiamo realizzato i VII Vertice  Caricom-Cuba, che ha confermato il consolidamento delle strette relazioni con i fratelli dei Caraibi, basate nell’appoggio reciproco, la cooperazione e la solidarietà, di fronte agli impegni che dobbiamo affrontare nel sistema internazionale, ingiusto e disuguale.

In questi tempi, quando diviene più necessaria la cooperazione, abbiamo condiviso con orgoglio la disposizione e la dedizione dei nostri medici e dei nostri professionisti della Salute che prestano servizio in tutte le nazioni della Comunità dei Caraibi e per la prima volta anche in cinque territori non indipendenti.

Ringraziamo per la solidarietà e il rispetto dei Caraibi verso Cuba e difendiamo con valore l’amicizia reciproca.

Alcuni giorni dopo abbiamo realizzato il XVIII Vertice dell’ALBA-TCP, nel quale abbiamo ratificato la nostra condanna all’ingerenza dell’ imperialismo nell’ emisfero e dei tentativi d’imporre di nuovo la Dottrina Monroe, e riaffermiamo l’appoggio alla Rivoluzione Bolivariana e Chavista, al Governo del fraterno  Nicaragua e celebriamo il ritrono dello Stato Plurinazionale della Bolivia in questa organizzazione.

Stiamo giungendo alla fine del quarto e ultimo anno dell’attuale governo degli Stati Uniti, il numero 12 da quando la Rivoluzione ha trionfato.

Impegnato con i settori più rabbiosamente anticubani  di questo paese, ha scatenato contro Cuba in questo periodo una guerra sordida con l’assurda pretesa di metterci in ginocchio, rompere la resistenza della Rivoluzione e obbligarci a realizzare concessioni sia in politica estera che nella nostra realtà interna.

Il suo fallimento è assoluto e ben noto.

Le conseguenze sull’economia e il suo impatto nella vita e il benessere di milioni di cubani, sì è stato senza dubbio di grande portata.

La guerra economica è stata indirizzata con perfidia contro le fonti principali delle entrate e contro il rifornimento di combustibile, con misure di natura non convenzionale improprie in tempi di pace.

È stata dichiarata apertamente l’ambizione d’asfissiare l’impegno economico dell’Isola, e c’è stato chi pubblicamente si è messo a contare i giorni.

Al violento peso de blocco sono state aggiunte misure che lo hanno spinto a un livello qualitativamente superiore.

L’uso del III Titolo della legge Helms-Burton per castigare o minacciare chi legittimamente commercia con Cuba o investe qui, l’attacco alle rimesse, l’elaborazione di liste capricciose per applicare
Restrizioni addizionali al sistema cubano delle imprese, limiti aggiunti alle strette possibilità dei viaggi, la criminale persecuzione dei rifornimenti di combustibile, il maltrattamento alle transazioni in qualsiasi angolo del mondo e la campagna di pressioni contro terzi paesi, perchè non richiedano la nostra cooperazione medica anche se la necessitano, sono azioni che portano la marca Trump e il sigillo della coorte d’estremisti che senza scrupoli oggi governano questo paese.

Nei mezzi d’informazione nazionali e nei forum multilaterali abbiamo esposto con ampi dettagli il costo per l’Isola di questa guerra che, nella cornice della pandemia, gli Stati Uniti hanno rinforzato con crudele e spietata volontà.

Come abbiamo già detto, è un fatto che noi cubani non possiamo dimenticare.

La verità non si può nascondere: il blocco economico è moralmente e legalmente insostenibile. Questo lo sanno numerosi politici degli StatiUniti con i quali abbiamo avuto scambi per anni e ci sorprenderebbe anche che qualcuno potesse dichiarare il contrario.
Nessun governante potrebbe giustificare da un punto di vista etico, che è legittimo l’uso del potere economico e tecnologico schiacciante di una superpotenza come gli Stati Uniti per sottomettere, durante 60 anni, una nazione relativamente piccola e con scarse ricchezze naturali con l’asfissia  economica.

Si sostiene che esistono frizioni politiche tra i nostri due governi ed è chiaro che ci sono.

Abbiamo moltissime differenze e riserve con quello che accade negli Stati Uniti,  ma questo non assegna a questo paese il diritto di cercare d’imporre con la forza la sua volontà in questa terra e su questo popolo.

Abbiamo dimostrato una singolare capacità di resistenza e manteniamo la ferma determinazione di combattere il loro impegno.

Insistiamo nella convinzione che è possibile costruire una relazione rispettosa e durevole tra le due nazioni, e com’è stato già detto con sufficiente chiarezza, siamo disposti a discutere su qualsiasi tema.

Quello che non siamo disposti a negoziare e nel quale non cederemo nemmeno un apice è con la Rivoluzione, il socialismo e la nostra sovranità. I principi non staranno mai sopra il tavolo!

Pie de foto: I figli della generazione del Centenario, con il nostro popolo, hanno il dovere, l’impegno e l’onore di dare continuità alla storia che ci ha portati fino qui. Foto: Estudios Revolución

Compatrioti:

Sicuramente non dimenticheremo che questo scenario tanto complesso che oggi abbiamo descritto ha coinciso nel tempo con il periodo di elezioni del nostro vicino del Nord. E Cuba è tornata a diventare un tema dell’agenda elettorale domestica.

Sono piovute minacce ed è piovuto denaro per propiziare quello che molti credevano fosse il colpo finale per Cuba, Nicaragua e Venezuela in un presumibile secondo periodo dell’ancora Presidente. O una situazione d’instabilità e tensioni che impedisse qualsiasi possibile ritorno del dialogo nel caso di una vittoria democratica.

Ci hanno attaccato con tutto, con provocazioni e attitudini mercenarie vincolate a falsi scioperi di presunti artisti che cercavano d’attrarre l’opinione pubblica e l’intellettualità per imporre dialoghi camuffati coma autentiche preoccupazioni del settore, ma erano più i reclami extra artistici, con l’evidente proposito di servire da zoccolo a progetti di confronto precedentemente articolati, con l’obiettivo di creare un’opposizione politica senza base sociale.

E come telone di fondo, azioni terroriste, false notizie  minacce violente nelle reti. Questo è in poche parole il riassunto del colpo non tanto blando che avevano preparato per Cuba come strenna finale in un anno difficile  È qualcosa che i nostri media hanno spiegato valorosamente e dettagliatamente, ragione per cui  trattano infruttuosamente di denigrarli in alcune piattaforme finanziate dall’estero.

Abbiamo visto proiettarsi in tempo reale gli antichi e nuovi piani dei servizi speciali nordamericani contro la Rivoluzione, il prodotto dei corsi di formazione di leaders della NED  la USAID, l’attenzione che ipocritamente dicono di prestare ai problemi che danneggiano e irritano la popolazione, in maggioranza provocati dal crudele blocco dello stesso governo che li esacerba con il fine di generare scontento, ma anche per vuoti ed errori delle nostre istituzioni nel loro imprescindibile vincolo con coloro che realizzano attività affini.

È una guerra spietata che ignora l’etica e i principi e che, sotto l’ombrello di premi e altri regali, attraverso presunte ONG e agenzie dipendenti da governi stranieri, finanzia gruppi e azioni indirizzate a denigrare e debilitare lo Stato.

I “leaders di laboratorio” sembrano prendere distanza dai violenti, si camufferanno da pacifici negoziatori politici e cercheranno d’imporre le loro agende, scommettendo sull’esplosione sociale se le loro richieste non vengono esaudite.

Sotto questo fuoco che pretende di distrarci dai nostri impegni essenziali. ci tocca continuare a combattere per un paese migliore, senza stancarci.

Non è la prima volta nella storia che i nemici della Rivoluzione Cubana cercano di colpirla opportunisticamente in un momento difficile per l’economia e la società.

Non è la prima volta che i lupi si camuffano da pecore e cercano di conquistare una testa di spiaggia. Non è la prima volta ch ementono e presentano a mondo un paese diverso da quello reale.

La narrativa è quasi romanzesca e non mancano media di grande portata per amplificarla in spagnolo e in inglese. Gonfiano tanto i fatti che in un momento di così grandi sfide e urgenze, corriamo il rischio di sviare l’attenzione dai temi nei quali si muove la vita della nazione per muoverci al ritmo di quelli che vogliono distruggerla.

Questo non è un Governo scollegato da un popolo chiuso negli uffici.
Percorriamo sistematicamente le provincie, visitiamo le università, i centri d’investigazione,  le fabbriche, le scuole, gli ospedali, i poli agricoli.

Lì abbiamo parlato con quelli che pensano e lavorano come paese, con quelli che rendono possibile che in mezzo agli attacchi e le più dure difficoltà Cuba Viva.

Non va dimenticato che per ognuno di quelli che si uniscono nelle reti, convocati dall’odio, il revanscismo e il desiderio di danneggiare un governo, anche se questo significa danneggiare tutto il popolo, ci sono molti di più, uniti nella passione di salvarlo, di andare avanti e approssimarci sempre più alla prosperità desiderata.

Per il lavoro di molte strutture, istituzioni e spazi statali cubani, questo è stato un anno di crisi per la COVID – 19.

Di crisi sanitaria, economica e produttiva, ma è stato anche il momento d’apprendere a utilizzare meglio gli strumenti che ci offre la tecnologia e darle un impulso, che tuttavia è lento in modo inaccettabile, il governo elettronico necessariamente collegato alle inquietudini e ai problemi della cittadinanza.

È urgente promuovere cambi più profondi a livello strutturale per fomentare le forze produttive, eliminare la burocrazia e chiudere le vie alla corruzione.  Tocca a noi tutti propiziare le trasformazioni con agilità e lucidità. È una sfida alla quale partecipano in questo momento gruppi multi disciplinari per far sì che ogni azione sia avallata da criteri scientifici di direzione e si svolgano con la minor quota di trauma possibile.

Abbiamo orientato ed esigiamo che gli organismi e le istituzioni abbiano come priorità nelle loro agende un vincolo reale e costante con le loro basi e la popolazione in generale.

La vita ci ha provato molte volte che le decisioni che non avanzano e gli errori che ne derivano si possono correggere opportunamente se si mantiene l’orecchio sulla terra, cosa che in questa epoca può significare l’attenzione ai battiti  del popolo, in maniera virtuale o di persona.

L’ho detto e lo ribadisco: questa è la sinergia imprescindibile per lo sviluppo  in una società partecipativa come la nostra. È la manifestazione contemporanea dell’effettività dell’autentico Potere Popolare.

Compagna e compagni:

Anche se oggi ci stiamo estesi più di altre volte, c’è una riflessione che non posso non condividere con voi e con tutto il nostro popolo.

Al margine delle manipolazioni attraverso le reti, dell’uso dei media e di formule che sono efficaci per pubblici sensibili e colti, ci chiediamo: Perché hanno attaccato la nostra cultura?

Non è difficile decifrare il mistero. A Cuba, Cultura e Rivoluzione sono equivalenze con la stessa origine della nazionalità. Basti ricordare quel 20 ottobre in cui Perucho Figueredo scrisse le parole dell’Inno di Bayamo, seduto sulla sella del cavallo con il quale si lanciò in combattimento assieme a Céspedes.

Minacciare la Cultura, voler fratturare la Cultura cubana, è mirare al cuore della Rivoluzione cubana, dell’identità nazionale.

Chi se non i nostri grandi intellettuali e artisti sono i creatori delle idee di ribellione e anti-imperialismo? Sono loro quelli che hanno sempre marcato con le loro idee e le loro opere i limiti di qualsiasi dialogo nella nazione, che è sorta con un’identità molto ben definita, battendosi contro un impero per la  sua indipendenza e contro un altro per la sovranità.

Dal loro genio è emersa la nazione che ha definito il suo destino nella lealtà superiore del testamento politico di José Martí: antimperialista in tutti i punti che si leggono. Un popolo che ha sfidato i poteri imperiali ed è castigato crudelmente con il blocco più lungo della storia per la sua decisione di conquistare tutta la giustizia come aspirazione genuina, e costruire il socialismo con i fucili in alto e Fidel e Raúl all’avanguardia a sole 90 miglia.

Il contesto è più complesso e più aggressivo che mai e non possiamo essere ingenui. C’è uno sciame annessionista che vuole abbattere il nostro progetto di paese cercando di sfruttare le nostre carenze,  paralizzare le trasformazioni in corso.  L’industria della contro rivoluzione muove molto denaro ed esige azioni da quelli che paga e per questo i vandali esibiscono la loro violenza e i terroristi non hanno pudore nel dichiarare le loro operazioni.

Lo scenario del colpo blando è attivo e la guerra  non convenzionale cerca gli spazi più diversi busca per scatenarsi. Nuove provocazioni sono in corso e nuovamente li sconfiggeremo.

Con unità, con coerenza, con disposizione, senza paura, con il popolo, senza aspettare orientamenti, senza ritardi, con lucidità e con il rispetto della nostra Costituzione e dei principi che difendiamo, possiamo vincere sempre e ogni volta in maniera più decisa.

Dobbiamo anche valutare gli errori, i vuoti, l’accomodamento, l’insensibilità, il formalismo, la burocrazia e l’immobilismo presenti in alcune istituzioni. Ripasseremo una e un’altra volta il concetto di Rivoluzione,  legato di Fidel, così come il suo avviso che solo i nostri errori potrebbero portare all’auto distruzione della Rivoluzione.

Rinforzare il lavoro del Governo e delle istituzioni in interazione diretta con i cittadini è una responsabilità che è stata approfondita con la nuova Costituzione.

È vitale per la nazione mantenere vivo e i sviluppo ascendente il dialogo con i giovani  in tutte le istituzioni e a tutti i livelli.

Abbiamo il dovere e la responsabilità di attrarli, stimolando la loro realizzazione personal e professionale, la loro partecipazione in impegni d’importanza e anche con rispetto e attenzione delle loro proposte.

Si deve eliminare definitivamente la formalità nelle risposte alla popolazione, andare a fondo dei temi e, sempre che sia possibile, faccia a faccia.

Non si tratta  solo d’ascoltare e registrare ogni lamentela o proposizione.  Si tratta di rispondere efficacemente e senza dilazione, sempre che sia possibile una soluzione.

Quest’obbligo ci deve portare costantemente alla base, per ascoltare, attendere e garantire la partecipazione cittadina, senza la quale la democrazia socialista manca di senso. L’obiettivo è facilitare il complimento delle funzioni sostantive di ogni entità.

Trattare freddamente e formalmente problematiche sociali è tradire l’essenza della partecipazione popolare che domandiamo.

Dev’essere chiaro che i problemi li devono affrontare e risolvere  le istituzioni alle quali corrisponda per il loro ambito dazione.

Compatrioti:

Per il suo impatto nella vita di tutti è priorità nazionale rinforzare l’economia e quello che aiuta ad accelerare lo sviluppo del paese.

Non possiamo più ritardare quello che aveva indicato il popolo negli ultimi Congressi del Partito. È necessario implementare senza ritardi tutto quello che è pendente, smuovere il sistema delle imprese, assicurare l’ordinamento e affrontare in maniera intelligente l’aumento dei prezzi.

Convochiamo anche il necessario settore privato e cooperativo. È necessario eliminare gli egoismi e la ricerca esclusiva del beneficio personale, che muove alcuni a pescare nel fiume in piena delle necessità della maggioranza, aumentando abusivamente  i prezzi.

Questo popolo nobile e lavoratore è sopravvissuto a tutti gli assedi e gli abusi imperiali con una dose straordinaria di solidarietà e generosità che è già parte inseparabile  dell’ essere nazionale. L’egoismo è un attegimant che non prospererà nella nostra Patria.

Cuba è di tutti, hanno reclamato alcuni in questi giorni, ma non sarebbe giusto accreditare il suo possesso senza lavorare per le sue necessità. Intendiamo quello che significa appartenere a Cuba. «La patria è ara non piedestallo», ha detto José Martí  marcando le profonde differenze tra coloro che sono disposti al sacrificio per servirla e quelli che vogliono servirsi di lei o consegnarla a un altro.

Le organizzazioni politiche e di massa sono chiamate ad essere più attive e inclusive. Non si può mai tralasciare l’importante componente sociale nel loro lavoro politico- ideologico e si deve lavorare con tutti, non solo con i convinti, ma anche con gli apatici, della cui indifferenza abbiamo una quota di responsabilità per sommarli.

Affrontando senza restrizioni il dibattito e l’attenzione a temi sociali come la marginalità, la disonestà, la volgarità, le addizioni, la disfunzionalità familiare, l’abbandono della scuola, la situazione dei più vulnerabili, il femminicidio, le discriminazioni di qualsiasi indole e altri problemi che ogni giorno ci saltano in faccia attraverso le piattaforme digitali, ma non mediante gli enti che dovrebbero  stare scavando con le unghie nel terreno.

Le organizzazioni sono permanentemente convocate ad agire nelle strade.

Non solo per organizzare azioni o proclamare le nostre consegne.

Sono convocate a lavorare! A visitare le scuole, i quartieri, a interagire per conoscere problematiche e realtà della nostra gente.

Non possiamo permettere che tre o quattro provocatori ci trasformino una zona comunitaria in discarica mediatica di coloro che la presentano come territorio di gente che odia la Rivoluzione.

Cubane e cubani:

Dopo un anno tanto impegnato e duro il nostro popolo merita di festeggiare i suoi passi avanti e la sua resistenza nel migliore degli ambienti possibili.

Lavoriamo socialmente e integralmente a progetti con le famiglie nei loro quartieri, colmandoli di rispetto, identità e autostima, perchè tutti gli abitanti si sentano orgogliosi di questo pezzetto del loro paese, del loro Governo e della loro Rivoluzione.

Abbiamo mostrato capacità per affrontare tutti gli impegni e le sfide.

Operiamo in maniera organizzata e siamo qui. Ancora una volta abbiamo sconfitto e disarticolato le più perverse intenzioni dell’impero per distruggere la Rivoluzione.

Il popolo è cresciuto in questo 2020 tanto duro, che ha posto a prova la nostra resistenza, la nostra solidarietà, la nostra unità, ma ci ha dato forti apprendimenti. E ci ha dato la vittoria.

Con questi apprendimenti il 2021 si presenta intenso all’orizzonte, impegnativo, come uno scalino per superare i nostri propri limiti nel cammino del perfezionamento e della continuità.

Dobbiamo dedicarci a trasformare in fatti la convinzione condivisa che l’opera di giustizia sociale che abbiamo intrapreso avrà un suo migliore appoggio nella crescita produttiva ed efficiente, partendo dalle nostre stesse realizzazioni.

In questi giorni finali dell’anno, di riunioni imprescindibili per continuare insieme a «spingere il paese», come ha scritto il poeta, sentiamo profondamente l’assenza di voci indimenticabili che per molti anni hanno incorporato alle analisi e ai dibattiti del Parlamento, la bellezza e la forza delle idee che intessono la nazionalità cubana, il sentimento di Patria e la comunità d’interessi e di sogni.

Si ricorda Fidel, prima di tutto, capace di sollevare con la sua voce e le sue idee  l’imbattibile pensiero della nazione di fronte agli avversari.

La sua sedia è sempre qui, per rendere immortale l’insuperabile legato di lezioni politiche che ci ha lasciato, come impegno perenne.

E più recentemente rimpiangiamo uno di suoi discepoli e collaboratori più vicini nella missione di parlare al popolo, il tribuno del lato della sala: “Don Eusebio de La Habana”, che ci ha sempre portato sino a qui l’infinita sorgente dell’intellettualità cubana della quale si nutriva la sua indimenticabile oratoria.

Loro ci ricordano che ogni pensiero è una semente. Pensare come paese è seminare e fertilizzare il futuro.

Vi convochiamo a continuare a pensare e agire come paese per assicurare la certezza di trionfo e creatività di questa Cuba Viva che è diventata la premessa dei giorni attuali.

Ci sono altre ragioni per celebrare, altre ragioni, e sono state più dure le prove che abbiamo vinto.

Auguri cubane e cubani!

Siamo Cuba Viva! Siamo il paese che si è impegnato a resistere e vincere gli assedi e gli attacchi più crudeli e perversi! E siamo sempre qui!

Vivendo, resistendo, creando e vincendo.

Avanti 2021! Cuba ti aspetta, Viva e rinforzata nei combattimenti dell’anno che termina.

I figli della Generazione del Centenario, con il nostro popolo, hanno il dovere, l’impegno e l’onore di dare continuità alla storia che ci ha portato fino qui.

E la nostra consegna è sempre:

Patria o Muerte!
Vinceremo!


Discurso pronunciado por Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Presidente de la República de Cuba, en la clausura del VI Periodo Ordinario de Sesiones de la Asamblea Nacional del Poder Popular, en su IX Legislatura, en el Palacio de Convenciones, el 17 de diciembre de 2020, “Año 62 de la Revolución”  

 

Queridos General de Ejército Raúl Castro Ruz y compañeros de la Generación Histórica;

Compañero Esteban Lazo, Presidente de la Asamblea Nacional del Poder Popular y Presidente del Consejo de Estado;

Diputadas y diputados;

Compatriotas:

Se honra Cuba al contar en un día como hoy, cuando se cumplen seis años de su regreso a la patria, con el compañero Gerardo Hernández Nordelo como miembro de nuestro Consejo de Estado (Aplausos).

Hace un año, desde esta misma tribuna dijimos: ¡nos tiraron a matar y estamos vivos! Suponíamos entonces que nada podría ser peor que aquella escalada de medidas de endurecimiento del bloqueo imperialista y de ataque a las fuentes de suministros energéticos, a las brigadas médicas y a cualquier posibilidad de financiamiento.

Hasta que llegó el 2020, un año duro y desafiante como pocos a causa de la desconcertante pandemia de la COVID-19 que cerró de golpe y durante meses las puertas a la economía y a la vida misma.

Todo fue peor, porque su impacto es universal y alcanzó momentos insoportables, con el oportunista recrudecimiento del bloqueo estadounidense, prueba definitiva de la profunda maldad de nuestros adversarios.

Ellos insistieron en matarnos; pero nosotros insistimos en vivir y vencer. Cuba Viva saltó por encima de sus propias posibilidades.

Es el destino de este pueblo: crecerse con los desafíos. Está en los genes de la nación cubana, forjada en la resistencia y la rebeldía de los esclavos que se negaron a serlo y en la voluntad de los emigrantes cargados de sueños; está en la herencia de los líderes independentistas que quemaron sus riquezas en el fuego de la Revolución; en las madres de sus hijos nacidos en medio del combate, y en la fuerte identidad del criollo que maduró en los largos años en que la patria solo fue libre en la manigua. Está en las sucesivas generaciones que dejaron sangre y simiente en desiguales combates en calles y en serranías hasta la victoria.

No hay modo de explicar la existencia de la Revolución, su triunfo y su sobrevivencia frente a despiadados acosos y dolorosos abandonos, sin esas esencias que todos los días nos ponen frente a una historia que ya acumula tantas heroínas y héroes por habitante que se hace difícil contarlos.

Pero el ejemplo contagia. En estos meses de pandemia, hemos sido testigos de hazañas cotidianas en personas de todas las edades y oficios, mujeres y hombres, jóvenes y ancianos. Hasta los niños lo han sido, al transformarse en ejemplares educadores de sus padres en cuanto al uso del nasobuco, el lavado de las manos o el distanciamiento físico, los tres pilares de la responsabilidad individual en esta batalla de todos.

Quiero decir hoy aquí que cada hora de estos meses de enfrentamiento a la COVID-19 fue de crecimiento y aprendizaje. Hubo jornadas tensas, agotadoras, pero jamás nos acompañó el desánimo, gracias especialmente al pueblo.

No es posible el desánimo cuando se tiene enfrente el heroísmo, no de una persona o de un grupo, sino de una nación entera. Y ese heroísmo nos hala constantemente, nos inspira a dar más, a hacer más, a sentir vergüenza cuando el cuerpo nos pide un descanso.

Soportando carencias de todo tipo, colas desgastantes y una renuncia temporal a fiestas y abrazos, las cubanas y los cubanos aceptamos los más duros retos en el año 2020.

El nuevo coronavirus es un gigantesco desafío en medio de la crisis impuesta por el bloqueo. Pero lo asumimos sin miedo. Hemos tenido menos medicinas, menos comida, menos transporte…, pero también menos contagios, menos enfermos y menos fallecidos. Eso solo se explica porque hemos tenido más voluntad política, más solidaridad, y más justicia social. Más socialismo.

En la Ciencia y la Medicina se implantaron récords en cuanto a la entrega y el sacrificio personales y colectivos, que permitieron que el país se colocara muy pronto entre los que han logrado controlar la pandemia.

Para ilustrarlo con la rotundidad de las cifras: el país acumula 1 294 052 muestras realizadas, con 9 771 casos positivos, de los cuales, lamentablemente, han fallecido 137 personas, para una tasa de letalidad del 1,40, por debajo de la tasa mundial de 2,25, y también por debajo de la tasa de la región de las Américas de 2,54.

Somos de los pocos países del mundo que no han registrado muertes por COVID-19 de embarazadas, niños, ni personal sanitario.

Cerca del 90 % de todos los contagiados se han recuperado gracias a los robustos protocolos que se perfeccionan continuamente. Las salas de terapia intensiva no han colapsado. Y paralelamente con la atención médica, los profesionales de la Salud trabajan en más de 800 investigaciones, que han generado cientos de publicaciones científicas. Más de una docena de biofármacos cubanos se emplean en los tratamientos, mientras se ensayan cuatro candidatos vacunales y ya se lograron prototipos de tres modelos de ventiladores pulmonares, de cuya producción se ocupará la industria nacional.

Como la historia, con sus siglos de lucha y resistencia, la obra educacional y el modelo de desarrollo humano que la Revolución escogió para sus hijos, nos pusieron, en el enfrentamiento a la pandemia, por delante de países de similar o superior desarrollo.

El talento natural del pueblo y aquella sentencia premonitoria de Fidel de que nos convertiríamos en un país de hombres —y mujeres— de Ciencia, pero muy especialmente su idea llevada a la práctica en la voluntad política de invertir en áreas tan novedosas y casi exclusivas del primer mundo, como la ingeniería genética y la biotecnología, las neurociencias y la producción de medicamentos, nos han permitido colocarnos a la vanguardia de los estudios sobre la pandemia y los protocolos de atención y seguimientos a los contagiados.

Un principio humanista, inseparable de la Revolución: la vida humana como bien supremo de la sociedad está en la base de la estrategia nacional de enfrentamiento a la epidemia en Cuba y en otros 39 países, hasta donde han llegado en estos meses unos 3 000 profesionales cubanos, agrupados en 53 brigadas del Contingente Henry Reeve.

El acoso, la persecución, la difamación y las groseras presiones del actual Gobierno de los Estados Unidos contra otros países por recibir o simplemente solicitar apoyo del prestigioso Contingente, no tiene precedentes.

Pero su obra ya caló tan hondo en las naciones que la reciben, que de su agradecimiento brotó la propuesta para el Nobel de la Paz al Contingente Henry Reeve, una candidatura que honra profundamente a un proyecto de Fidel en este mundo gobernado por los egoísmos y las reglas del mercado. Se reconoce así la consagración de nuestros trabajadores de la Salud a salvar vidas en las más difíciles condiciones y en los sitios más remotos, a donde nunca llegará ni una limosna de sus perseguidores.

Sin ceder al exceso de optimismo, siempre peligroso por cuanto desmovilizaría las acciones que deben mantenerse en el tiempo, vamos pasando todas las pruebas de la pandemia gracias al pueblo y al empuje preciso de la Ciencia, un poderoso motor de tracción múltiple, si me perdonan la analogía.

Porque hay que decir que los aportes de la inteligencia colectiva no se reducen al área vital de la Medicina y los servicios de Salud Pública. Agradecemos que algunas de las mentes más brillantes de nuestro país permanecieran atentas y aportando, desde las plataformas digitales, con agudeza crítica, a los análisis científicos que, también desde la economía y las ciencias sociales e históricas, deberán dotar a la nación de un cuerpo teórico indispensable a este momento preñado de urgencias.

Nunca es poco ni banal lo que se aporta desde el conocimiento y el compromiso con el destino de la nación. Es una señal que distingue a los muchos cubanos que acompañan a la Revolución en todos sus desvelos y quieren ayudar a la conquista de la prosperidad pendiente. Y a los que hoy cumplimos el deber de gobernar nos ayuda a rectificar mientras caminamos, algo de lo que jamás nos avergonzaremos ni renegaremos. Entendemos que estudiar, aprender y tomar decisiones, desde los saberes colectivos, conduce siempre por caminos más seguros y más justos.

Compatriotas:

En el año 2020 enfrentamos condiciones excepcionales en la economía. Cualquier adjetivo resultaría insuficiente para calificar la atroz combinación de bloqueo reforzado y pandemia sobre la economía y la sociedad.

Hablamos de efectos acumulados de la persecución financiera y el cerco a cualquier fuente de ingresos en divisas, que se refuerzan de forma oportunista en medio de la pandemia y la contracción económica universal que provoca, con la consecuente interrupción de la actividad turística, una de las principales fuentes de ingresos del país; la contracción de las importaciones; la disminución de la actividad productiva y de servicios, tanto en el sector estatal como en el no estatal, y los gastos de salud adicionales a los previstos en el plan, junto al incremento de los financiamientos desde el Presupuesto del Estado, entre otros.

Al diseñar el Plan de la Economía para el año 2020, habíamos previsto, aun en condiciones de fuertes restricciones, alcanzar un crecimiento en el orden del 1 %. Como ha sucedido prácticamente en todas las regiones y países, la COVID-19 nos obligó a modificar todas las previsiones.

El hecho es que no habrá crecimiento. Como se ha informado aquí, se decrecerá alrededor de un 11 %.

Cae la economía, pero no se detiene. Hemos aprobado la Estrategia Económico-Social y el Plan Nacional de Desarrollo Económico y Social hasta el año 2030 y se concluyeron los estudios para la implementación del ordenamiento monetario, que se iniciará el próximo 1ro. de enero.

En medio del peor escenario se han concluido importantes inversiones en los principales programas de desarrollo, incluyendo el de la vivienda, con 47 400 inmuebles terminados; el turismo, con 2 000 nuevas habitaciones; la primera bioeléctrica en operaciones en el país, e inversiones en el sector hidráulico y la producción de alimentos, entre otros.

Simultáneamente, se aprobaron 29 proyectos de Inversión Extranjera, por 2 455 millones de dólares, 5 de ellos en la Zona Especial de Desarrollo Mariel, importante y estratégico enclave económico del país, donde operan empresas de 21 países y de 11 multinacionales. Allí se han aprobado 55 negocios, con un monto de inversión comprometido que supera los 3 000 millones de dólares, generándose 11 763 nuevos empleos.

Si bien en el escenario en el que se elabora el Plan de la Economía para el año 2021, prevalece la incertidumbre asociada a la evolución de la pandemia y sus graves impactos en la economía mundial, el próximo año se espera un proceso gradual de recuperación, con un crecimiento entre un 6 % y un 7 %, lo que demandará un trabajo intenso de todos los actores económicos. Alcanzar este objetivo exige de nosotros mantener el control de la COVID-19, en función de no enfrentar retrocesos en la apertura que ya hemos iniciado en el turismo y en la actividad productiva en general.

El país continuará trabajando en su desarrollo. El plan de inversiones se incrementa un 22 % respecto al año 2020; concentrándose el 60 % de los recursos en los sectores priorizados: producción de alimentos; medicamentos; defensa; turismo; fuentes renovables de energía; programa de la vivienda y las fábricas de producción de cemento y acero.

A pesar de la contracción que nos deja este año, no renunciamos a alcanzar el crecimiento proyectado para la segunda etapa del Plan Nacional de Desarrollo Económico y Social, comprendida en el período del 2022 al 2026.

Para ello, es preciso continuar avanzando con mayor celeridad y prioridades claras en la implementación de la Estrategia Económico-Social, y mantener bajo control la inflación, evitando que se exprese por encima de los niveles proyectados en el ordenamiento monetario; incentivar la generación de nuevos empleos, fundamentalmente en la actividad productiva, para lo cual es imprescindible el impulso al desarrollo local, priorizando el turismo, en respaldo a su recuperación gradual y con énfasis en los suministros para la circulación mercantil minorista en moneda nacional, sobre todo de productos de amplia demanda.

Se priorizará, igualmente, el impulso a las inversiones en la Zona Especial de Desarrollo Mariel y el incremento de las ventas de las entidades nacionales a la Zona por encima de lo proyectado en el Plan, y la participación de la industria nacional como proveedor de las ventas minoristas y mayoristas en divisas.

En ese contexto, será preciso mejorar el déficit fiscal proyectado, a partir de una mayor eficiencia del gasto público y del aumento de los ingresos del Presupuesto del Estado.

Con el inicio del ordenamiento monetario, el año 2021 será decisivo en la recuperación gradual de la economía, en tanto logremos crear condiciones más favorables para el desarrollo del sector productivo nacional.

Esas prioridades conectan con algunos avances logrados durante este año difícil, como los programas de desarrollo territorial, la gestión de la ciencia y la innovación, las redes de laboratorios de biología molecular, las nuevas facultades otorgadas al sistema empresarial, el programa para el avance de la mujer, la política de comercialización de productos agropecuarios, la creación de parques tecnológicos y sociedades mercantiles de interfaz entre universidades y empresas.

La conducción de la economía se ha diseñado bajo el principio de asegurar, como objetivos esenciales, el acceso a los alimentos, combustibles, fertilizantes y plaguicidas, medicamentos, satisfacer las demandas de la defensa, así como la prioridad en la obtención de los financiamientos para la industria nacional, haciendo efectivo el propósito de no importar lo que podamos producir eficientemente en el país.

El principio ha sido introducir modificaciones para lograr mayor flexibilidad, objetividad e innovación en la respuesta a los problemas y la búsqueda de soluciones.

Compañeras y compañeros:

El desafío del período que evaluamos hoy ha sido superior a cualquier otro momento, por cuanto nos planteamos, en el mismo año de la pandemia y la intensificación del bloqueo, comenzar la aplicación del ordenamiento monetario y cumplir con un muy intenso cronograma legislativo que le otorgue fuerza práctica a nuestra Constitución.

La Tarea Ordenamiento es, sin duda, el más complejo proceso económico de los últimos años. Pero posponerlo sería aún más costoso en el tiempo.

Seguimos con interés y respeto las preocupaciones de la población, cuyo bienestar nos empeñamos en construir. En función de responder a ellas, ministros y especialistas explican y explicarán más de una vez y de forma detallada las cuestiones que puedan generar dudas, que son casi todas por la novedad del proceso.

Existen inquietudes con relación a los salarios y también en cuanto a las tarifas eléctricas. Podríamos dar una única respuesta limitándonos a explicar el mantenimiento de grandes subsidios a los sectores que menos consumen; pero en el ordenamiento monetario ninguna medida puede verse fuera del contexto económico nacional y mundial, donde los precios y el acceso a los combustibles obligan a los países de menor desarrollo a ajustar sus consumos.

Lo que sí podemos afirmar categóricamente es que no se trata de una política de terapia de choque, ni de “corralitos” financieros, como algunos insisten en proyectar. Se revisará lo que haya que revisar y se corregirá lo que deba y pueda ser corregido (Aplausos).

La Revolución insiste en su firme propósito de que nadie quedará desamparado.

Es cierto que tuvimos que acudir a medidas como las tiendas en moneda libremente convertible, tan cuestionadas, pero imprescindibles para incentivar remesas, canalizarlas y resolver una contradicción señalada de manera persistente y crítica por economistas y otros expertos, o sea, la fuga al exterior de divisas que estaba drenando los escasos ingresos del país por vía de los compradores privados.

La solución fue atraer esos recursos al mercado interno y con los ingresos en moneda libremente convertible financiar los gastos en alimentos y combustibles del país, en momentos en que ni siquiera contábamos con arribo de turistas y la pandemia pesaba enormemente sobre los magros capitales disponibles.

Ya lo ha explicado más de una vez el viceprimer ministro Alejandro Gil Fernández: la vitalidad del servicio electroenergético nacional y los mínimos de la canasta básica normada de los que nadie quiere prescindir, no podrían garantizarse sin las divisas que aún tardarán en recuperarse por cuenta de las producciones y exportaciones nacionales.

Diputadas, diputados:

Seguramente muchos de ustedes han comprobado las crecientes manipulaciones y presiones a través de las cuales acusan a Cuba de retraso y parálisis en el cronograma legislativo. Tratan de tomarle la delantera a la dirección de la Revolución, borrar más de 60 años de batalla por los derechos de la mujer y contra todo tipo de discriminación y abuso, contra la violencia y la exclusión de los sectores sociales que hasta 1959 no contaban para la política nacional.

En esta Sesión, en cumplimiento de las disposiciones transitorias de la Constitución, se han aprobado dos importantes leyes, que vienen a cumplimentar las normas requeridas para la organización y funcionamiento de los órganos locales del Poder Popular.

Hemos apreciado que ambas disposiciones normativas han sido objeto de una ardua labor de los encargados de su elaboración, sobre todo, a partir del alto número de opiniones como resultado de los procesos de consulta realizados, tanto en el Gobierno como entre los dirigentes de las provincias y municipios, los diputados y la academia.

Como está precisado en ambos cuerpos legales, sus contenidos serán objeto de evaluación por la Asamblea Nacional, transcurrido un año de su entrada en vigor. La experiencia en su aplicación nos permitirá realizar los ajustes que correspondan, dado lo novedoso que resulta parte de las instituciones establecidas en ellos.

Con estas leyes se han aprobado un total de seis este año, en cumplimiento del Cronograma Legislativo, que ahora hemos tenido que readecuar, y son expresión del esfuerzo realizado para darle cumplimiento en las circunstancias complejas que impuso la COVID-19.

La actividad legislativa y, en particular, los grupos de trabajo encargados de elaborar los anteproyectos no se han interrumpido. En algunos casos, producto de la complejidad de las normas, se han tenido que ampliar las consultas y corregir varios de sus contenidos.

La creación normativa, como ustedes conocen, no se circunscribe solo a las leyes. Como aquí se expresó, el Consejo de Estado este año aprobó 25 decretos-leyes, 11 de ellos en cumplimiento del Cronograma trazado, lo que demuestra también el esfuerzo realizado en esta actividad.

El reajuste ahora aprobado evidencia una mayor objetividad, fruto de las experiencias adquiridas desde su aprobación por esta Asamblea.

En el caso particular del Código de las Familias, nos mantenemos en el empeño de avanzar en todo lo necesario, a pesar de las circunstancias actuales. Esta norma, como sabemos, tiene una amplia incidencia en la sociedad y requiere de la mayor preparación, educación y consenso social.

El grupo de trabajo, coordinado por el Ministerio de Justicia e integrado por especialistas en Derecho de Familia, sicólogos e investigadores de diversas instituciones, ha realizado una ardua labor en la definición de las políticas fundamentales.

Del mismo modo, nos hemos visto obligados a transferir en el tiempo otras disposiciones normativas, incluidas algunas de las previstas en las disposiciones transitorias de la Constitución y otras que regulan temas de interés para la población.

Queremos ratificar la invariable voluntad de perseverar en el propósito de poder contar con las normas jurídicas necesarias para implementar el nuevo texto constitucional y evitar a futuro cualquier vacío legal.

Bajo las excepcionales circunstancias que nos impuso la pandemia, se ha trabajado intensamente en adelantar la discusión y aprobación de leyes orientadas a profundizar la justicia social y fortalecer el Estado de Derecho. Y exigiremos más dinamismo en función de cumplir con el mandato de hacer efectiva la Constitución.

Con la insistencia permanente del General de Ejército Raúl Castro Ruz al frente de estos procesos, nuestro Partido y Gobierno han otorgado la mayor prioridad al cumplimiento de un programa tenso, complejo, en el que se trabajará hasta que se agoten las consultas y se consideren los puntos de vista, los juicios y apreciaciones, muchas veces contradictorios, de la mayoría de la población. No es algo que podamos resolver a la ligera, porque estaríamos yendo contra el espíritu de nuestra Carta Magna.

Legislar es un acto muy serio, determinante en el destino de todos los ciudadanos. A nosotros corresponde hacerlo en el menor tiempo posible, pero siempre, en primer lugar, bajo la premisa de que somos una asamblea libre de las presiones de lobistas. Somos la Asamblea del pueblo de Cuba y a sus demandas y a sus tiempos nos debemos. A nadie más (Aplausos).

Compañeras, compañeros:

Pasando a temas de la agenda internacional, hay que destacar también el impacto singular e inesperado de la pandemia, que agravó las contradicciones ya existentes en el mundo y las tensiones de una economía global que tendía a la desaceleración de los volúmenes productivos y los flujos comerciales.

Como en coyunturas históricas similares, el peso mayor de la crisis ha caído sobre los más desaventajados y los desposeídos que, en la mayoría de los países, han sufrido el agravamiento de sus dificultades, mientras la pobreza en general crece junto a la desigualdad y la polarización social.

Increíblemente, las fortunas más grandes del planeta, las que disfrutan unos pocos, han alcanzado con la pandemia ganancias inéditas. Y, de cara a las mayorías, el panorama no es más prometedor para el año que está por comenzar.

El impacto general de los desajustes ya experimentados continuará empeorando, con grandes interrogantes sobre cuándo y cómo se recuperará la producción manufacturera general y la prestación de servicios en los grandes centros económicos y en los países en desarrollo; con incertidumbre sobre los flujos comerciales, el empleo y la estabilidad financiera.

La política exterior marcadamente agresiva y unilateral de los Estados Unidos en años recientes ha agravado las amenazas a la paz, a la seguridad y a los mecanismos multilaterales, regionales e internacionales que, durante décadas, y aún con limitaciones, han sostenido al sistema de relaciones internacionales, a la cooperación y al Derecho Internacional como marco de referencia para la interacción entre las naciones.

Para Cuba y para la mayoría de los países se redujeron las posibilidades de intercambio directo. Las reuniones internacionales tuvieron que acudir a deliberaciones virtuales, con el uso de las tecnologías de la comunicación, lo que introduce un modo novedoso de practicar la diplomacia bilateral y multilateral, pero limita el efecto insustituible de la interacción personal en el fomento del conocimiento mutuo, la construcción de confianza y la posibilidad de deliberar a profundidad sobre temas sensibles.

En ese desafiante contexto y sin dejar de atender ninguna de las prioridades, el país siguió fortaleciendo y desarrollando sus relaciones con la comunidad internacional, sobre la base de los principios de la Carta de las Naciones Unidas, luchando siempre a favor de la paz y de la protección del medioambiente; promoviendo los postulados del Movimiento de Países No Alineados, y persistentemente comprometido con la unidad e integración de los pueblos de América Latina y el Caribe.

Demostramos la capacidad de sostener y llevar a nuevos ámbitos la cooperación solidaria, piedra angular y singularmente característica de nuestra política exterior.

Tarde o temprano se escribirá la historia de esta nefasta pandemia y su impacto a nivel global. Si se narra con honestidad, será imposible soslayar el papel de Cuba y de los miles de cubanos que acudieron voluntariamente a otras tierras a enfrentar el peligro y a honrar el código hipocrático que acompaña en la conciencia y en el corazón a nuestros abnegados trabajadores de la Salud.

Por otro lado, hemos adoptado medidas dirigidas a proteger y apoyar a los ciudadanos cubanos que se encuentran en el exterior. Con ese propósito y ante la necesidad de respetar rigurosos protocolos de protección y distanciamiento físico, promovimos la realización de trámites consulares a distancia. A pesar de la necesaria cancelación de los vuelos regulares durante aproximadamente siete meses, se apoyó la realización de 94 vuelos chárter que permitieron el regreso a Cuba de más de 5 000 compatriotas desde 56 países, al tiempo que se adoptaron medidas excepcionales como la prórroga automática de estancia en el exterior.

La voluntad de continuar fortaleciendo los vínculos entre Cuba y sus nacionales en el extranjero es irrevocable.

Hace pocos días, el 8 de diciembre, celebramos la Séptima Cumbre Caricom-Cuba, que confirmó la consolidación de las estrechas relaciones con los hermanos caribeños, basadas en el apoyo mutuo, la cooperación y la solidaridad ante los retos que debemos enfrentar en el sistema internacional, injusto y desigual.

En estos tiempos, cuando se hace más necesaria la cooperación, compartimos con orgullo la disposición y la entrega de nuestros médicos y profesionales de la Salud que prestan servicios en todas las naciones de la Comunidad del Caribe y por primera vez también en cinco territorios no independientes.

Agradecimos la solidaridad y el respeto del Caribe hacia Cuba y defendimos con valentía la amistad mutua.

Unos días después celebramos la XVIII Cumbre del ALBA-TCP, en la que ratificamos nuestro rechazo a la conducta injerencista del imperialismo en el hemisferio y a los intentos de reimponer la Doctrina Monroe, a la vez que reafirmamos el respaldo a la Revolución Bolivariana y Chavista, al Gobierno de la hermana Nicaragua y celebramos el regreso del Estado Plurinacional de Bolivia a esa organización.

Casi llega a su fin el cuarto y último año del actual gobierno de Estados Unidos, el número 12 desde que triunfó la Revolución. Comprometido con los sectores más rabiosamente anticubanos de ese país, ha desatado contra Cuba en este período una guerra sórdida, con la absurda pretensión de ponernos de rodillas, de romper la resistencia de la Revolución y obligarnos a realizar concesiones, tanto en política exterior como en nuestra realidad interna. Su fracaso es rotundo y notorio.

Las consecuencias sobre la economía y su impacto en la vida y el bienestar de millones de cubanos sí ha sido, sin embargo, de gran envergadura. La guerra económica se ha dirigido con perfidia sobre las principales fuentes de ingresos y contra el suministro de combustible, con medidas de naturaleza no convencional, impropias de tiempos de paz. Se declaró abiertamente la ambición de asfixiar el desempeño económico del país y hubo quienes públicamente se pusieron a contar los días.

Al efecto ya abrumador del bloqueo se agregaron medidas que lo escalan a un nivel cualitativamente superior.

El uso del Título III de la ley Helms-Burton para castigar o amenazar a quienes legítimamente comercian con Cuba o invierten aquí, el ataque a las remesas, la elaboración de listas caprichosas para aplicar restricciones adicionales al sistema empresarial cubano, las limitaciones añadidas a las estrechas posibilidades de viajes, la criminal persecución de los suministros de combustible, el acoso a las transacciones financieras en cualquier rincón del mundo y la campaña de presiones contra terceros países para que rehúsen solicitar nuestra cooperación médica, aun cuando la necesiten, son acciones que llevan la marca Trump y el sello de la cohorte de extremistas que inescrupulosamente hoy gobiernan ese país.

En los medios de información nacionales y en los foros multilaterales hemos argumentado con amplios detalles el costo para la isla de esa guerra que, en el marco de la pandemia, Estados Unidos reforzó con cruel y despiadada voluntad.

Como ya hemos dicho, es algo que los cubanos no podremos olvidar. La verdad no puede ocultarse: el bloqueo económico es moral y legalmente insostenible. Eso lo saben numerosos políticos de los Estados Unidos con los que hemos compartido durante años y nos sorprendería que alguien aún pudiera argumentar lo contrario.

Ningún gobernante podría justificar desde el punto de vista ético que resulta legítimo hacer uso del poder económico y tecnológico abrumador de una superpotencia como Estados Unidos para someter durante 60 años a la asfixia económica a una nación relativamente pequeña y de escasas riquezas naturales.

Se argumenta que existen discrepancias políticas entre nuestros dos gobiernos y claro que las hay. Tenemos sobradas diferencias y reservas con lo que acontece en los Estados Unidos. Pero eso no le otorga a ese país el derecho a intentar imponer por la fuerza su voluntad en esta tierra y sobre este pueblo. Hemos demostrado una singular capacidad de resistencia y mantenemos la firme determinación de rechazar tal empeño.

Insistimos en la convicción de que es posible construir una relación respetuosa y perdurable entre ambas naciones y, como ya se ha dicho con suficiente claridad, estamos dispuestos a discutir sobre cualquier tema. Lo que no estamos dispuestos a negociar y en lo que no cederemos ni un ápice es con la Revolución, el socialismo y nuestra soberanía. ¡Los principios no estarán nunca sobre la mesa! (Aplausos.)

Los hijos de la Generación del Centenario, junto a nuestro pueblo, tienen el deber, el compromiso y el honor de dar continuidad a la historia que nos trajo hasta aquí. Foto: Estudios Revolución
Compatriotas:

Seguramente no olvidaremos que este escenario tan complejo que hoy hemos descrito coincidió en el tiempo con el período de elecciones de nuestro vecino del Norte. Y Cuba volvió a convertirse en asunto de la agenda electoral doméstica. Llovieron amenazas y llovió dinero para propiciar lo que muchos creían el golpe final a Cuba, Nicaragua y Venezuela en un presumible segundo período del todavía Presidente. O una situación de inestabilidad y tensiones que impidiera cualquier posible retorno del diálogo en caso de una victoria demócrata.

Se nos echaron encima con todo, provocaciones desde actitudes mercenarias conectadas con huelgas falsas de supuestos artistas que buscaban atraer a la opinión pública y a la intelectualidad para imponer diálogos camuflados en preocupaciones auténticas del sector. Pero eran más los reclamos extraartísticos con el evidente propósito de servir de estrado a proyectos de confrontación previamente articulados, con el objetivo de crear una oposición política sin base social.

Y como telón de fondo, acciones terroristas, falsas noticias y amenazas violentas por las redes. Eso es, en pocas palabras, el resumen del golpe no tan blando que se preparó para Cuba como aguinaldo final de un año difícil. Es algo que nuestros medios han explicado, valiente y detalladamente, razón por la cual se les trata infructuosamente de denigrar en algunas plataformas financiadas desde el exterior.

Hemos visto proyectarse en tiempo real los antiguos y nuevos planes de los servicios especiales norteamericanos contra la Revolución, el producto de los cursos de formación de liderazgo de la NED y la USAID, la atención que hipócritamente dicen prestar a los problemas que afectan e irritan a la población, la mayoría provocados por el cruel bloqueo del mismo gobierno que los exacerba con el fin de generar descontento, pero también por vacíos y errores de nuestras instituciones en su imprescindible vínculo con quienes desarrollan actividades afines.

Es una guerra despiadada, que desconoce la ética y los principios y que, bajo el paraguas de premios y otras dádivas, a través de supuestas ONG y agencias dependientes de gobiernos extranjeros, financian grupos y acciones dirigidas a denigrar y debilitar al Estado.

Los “líderes de laboratorio” aparentan tomar distancia de los violentos, se disfrazarán de pacíficos negociadores políticos y tratarán de imponer sus agendas, apostando al estallido social si sus demandas no son cumplidas. Bajo ese fuego, que pretende distraernos de las tareas esenciales, nos toca seguir peleando por un mejor país, sin cansarnos.

No es la primera vez en la historia que los enemigos de la Revolución Cubana intentan golpearla oportunistamente, en un momento difícil para la economía y la sociedad. No es la primera vez que los lobos se disfrazan de ovejas y que tratan de tomar una cabeza de playa. No es la primera vez que mienten y presentan al mundo un país distinto al de su realidad.

La narrativa es casi novelesca y no faltan medios de gran alcance para amplificarla en español y en inglés. Inflan tanto los hechos que, en un momento de tantos desafíos y urgencias, corremos el riesgo de desviar la atención de los asuntos en los que le va la vida a la nación para movernos al compás de los que quieren destruirla.

Este no es un Gobierno desconectado del pueblo enclaustrado en oficinas. Recorremos sistemáticamente las provincias, visitamos universidades, centros de investigación, fábricas, escuelas, hospitales, polos agrícolas. Allí hemos dialogado con los que piensan y trabajan como país, con los que hacen posible que en medio de los ataques y las más duras dificultades Cuba Viva.

No olvidar que por cada uno de los que se unen en las redes, convocados por el odio, el revanchismo y el deseo de dañar a un gobierno, aunque eso signifique dañar a todo el pueblo, hay muchos más unidos en la pasión de salvarlo, sacarlo adelante y aproximarlo cada vez un poco más a la prosperidad anhelada.

Para el desempeño de muchas estructuras, instituciones y espacios estatales cubanos, este ha sido un año de crisis por la COVID-19. De crisis sanitaria, económica y productiva, pero también ha sido el momento de aprender a utilizar mejor las herramientas que nos brinda la tecnología y de darle un impulso, que todavía resulta inaceptablemente lento, al gobierno electrónico, necesariamente conectado con las inquietudes y cuestionamientos de la ciudadanía.

Urge también que promovamos cambios más profundos a nivel estructural para desatar las fuerzas productivas, arrinconar a la burocracia y cerrarle los caminos a la corrupción. Nos toca a todos propiciar las transformaciones con agilidad y lucidez. Es un reto en el que participan en este momento equipos multidisciplinarios, para que cada acción esté avalada por criterios científicos de dirección y sucedan con la menor cuota de trauma posible.

Hemos orientado y exigimos que los organismos y las instituciones tengan como prioridades en sus agendas el vínculo real y constante con sus bases y con la población en general.

La vida nos ha probado muchas veces que las decisiones improcedentes, y los errores derivados de ellas pueden ser corregidos oportunamente si se mantiene el oído pegado a la tierra, que en esta época puede significar la atención pegada al latido del pueblo, sea de manera virtual o presencial.

Lo he dicho y lo reitero: esa es la sinergia imprescindible para el desarrollo en una sociedad participativa como la nuestra. Es la manifestación contemporánea de la efectividad del auténtico Poder Popular.

Compañeras y compañeros:

Aunque nos hemos extendido hoy más que otras veces, hay una reflexión que no puedo dejar de compartir con ustedes y con todo nuestro pueblo.

Al margen de las manipulaciones a través de las redes, del uso de medios y fórmulas que resultan efectivas para públicos sensibles y cultos, nos preguntamos: ¿Por qué han atacado nuestra cultura?

No es difícil descifrar el misterio. En Cuba, Cultura y Revolución son equivalencias desde el origen mismo de la nacionalidad. Baste recordar aquel 20 de octubre en que Perucho Figueredo escribió la letra del Himno de Bayamo a la grupa del caballo sobre el que se lanzó al combate junto a Céspedes.

Apuntar a la Cultura, a la fractura de la Cultura cubana, es apuntar al corazón de la Revolución cubana, a la identidad nacional.

¿Quiénes si no nuestros grandes intelectuales y artistas, son los creadores del ideario de la rebeldía y el antimperialismo? Son ellas y ellos los que siempre marcaron, con sus ideas y sus obras, los límites de cualquier diálogo en la nación que surgió con una identidad muy bien definida, batiéndose contra un imperio por su independencia y contra otro por la soberanía.

De su genio emergió la nación que definió su destino en la lealtad superior al testamento político de José Martí: antimperialista por donde se lea. Un pueblo que desafió a los poderes imperiales y es castigado cruelmente con el bloqueo más largo de la historia por su decisión de conquistar toda la justicia, como aspiración genuina, y construir el socialismo, con los fusiles en alto y Fidel y Raúl en la vanguardia, a solo 90 millas.

El contexto es más complejo y más agresivo que nunca y no podemos ser ingenuos. Hay un enjambre anexionista queriendo que nuestro proyecto de país se venga abajo, tratando de sacar partido a nuestras escaseces y de paralizar las transformaciones en curso. La industria de la contrarrevolución mueve mucho dinero y exige acciones a los que les paga. Por eso los vándalos exhiben su violencia y los terroristas no tienen pudor en declarar sus operaciones.

El escenario del golpe suave sigue activo y la guerra no convencional busca los espacios más diversos para desatarse. Nuevas provocaciones están en curso y nuevamente las derrotaremos.

Con unidad, con coherencia, con disposición, sin miedo, con el pueblo, sin esperar orientaciones, sin demoras, con firmeza, con pulso firme, con inteligencia, con decencia, con lucidez y con apego a nuestra Constitución y a los principios que defendemos, podemos vencer siempre y cada vez de manera más contundente (Aplausos).

Nos corresponde también evaluar las fallas, los vacíos, el acomodamiento, la insensibilidad, el formalismo, la burocracia y el inmovilismo enquistado en algunas instituciones.

Repasemos una y otra vez el concepto de Revolución que nos legó Fidel, así como su advertencia de que solo nuestros errores podrían llevar a la autodestrucción de la Revolución.

Fortalecer la labor del Gobierno y las instituciones en interacción directa con la ciudadanía es una responsabilidad que se profundizó con la nueva Constitución.

Es vital para la nación mantener vivo y en desarrollo ascendente el diálogo con los jóvenes en todas las instituciones y a todos los niveles. Tenemos el deber y la responsabilidad de atraerlos, estimulando su realización personal y profesional, su participación en tareas de importancia y también con respeto y atención a sus propuestas.

Hay que desterrar definitivamente la formalidad en las respuestas a la población, ir al fondo de los asuntos y siempre que sea posible, cara a cara. No se trata solo de escuchar y registrar cada queja o planteamiento. Se trata de responder eficazmente y sin dilación, siempre que sea posible, con una solución.

Esa obligación nos debe llevar constantemente a las bases, a escuchar, a atender, a garantizar la participación ciudadana, sin la cual la democracia socialista carece de sentido. El objetivo es facilitar el cumplimiento de las funciones sustantivas de cada entidad.

Tratar fría y formalmente problemáticas sociales es traicionar la esencia de la participación popular que demandamos. Debe quedar claro que los problemas los tienen que enfrentar y solucionar las instituciones a las que corresponda por su ámbito de acción.

Compatriotas:

Por su impacto en la vida de todos, es prioridad nacional potenciar la economía y lo que tribute a acelerar el desarrollo del país.

Ya no podemos posponer más lo que mandató el pueblo en los últimos congresos del Partido. Es preciso implementar sin demora todo lo pendiente, estremecer al sistema empresarial, asegurar el ordenamiento, enfrentar de manera inteligente la subida de precios.

Convocamos también al necesario sector privado y cooperativo. Es preciso desterrar los egoísmos y la búsqueda exclusiva del beneficio personal que mueve a algunos a pescar en el río revuelto de las necesidades de la mayoría, subiendo abusivamente los precios.

Este pueblo, noble y trabajador, ha sobrevivido a todos los cercos y abusos imperiales con una extraordinaria dosis de solidaridad y de generosidad que ya forma parte inseparable del ser nacional. El egoísmo es una actitud que no prosperará en nuestra Patria.

Cuba es de todos, han reclamado algunos en estos días, pero no sería justo acreditarse su posesión sin atender a sus necesidades. No insistamos en que nos pertenece. Entendamos lo que significa pertenecerle a ella. “La patria es ara, no pedestal”, dijo José Martí, marcando las profundas diferencias entre quienes están dispuestos al sacrificio por servirla y los que quisieran servirse de ella o entregarla a otro.

Las organizaciones políticas y de masas están llamadas a ser más proactivas e incluyentes. No descuidar nunca el importante componente social en su trabajo político-ideológico y trabajar con todos, no solo con los convencidos, también con los apáticos, en cuya indiferencia tenemos una cuota de responsabilidad los que no hemos sido capaces de sumarlos.

Abordar sin cortapisas el debate y la atención a temas sociales como la marginalidad, la deshonestidad, la vulgaridad, las adicciones, la disfuncionalidad familiar, la deserción escolar, la situación de los más vulnerables, el femicidio, las discriminaciones de cualquier índole y otros problemas que un día nos saltan a la cara a través de las plataformas digitales, pero no mediante los entes que deberían estar con las uñas hurgando en el terreno.

Las organizaciones están permanentemente convocadas a actuar en las calles. No solo para organizar actos o proclamar nuestras consignas. ¡Están convocadas a trabajar!, a visitar escuelas, barrios, a interactuar, para conocer problemáticas y realidades de nuestra gente.

No podemos permitir que tres o cuatro provocadores nos conviertan una zona comunitaria en vertedero mediático de quienes la presentan como territorio de gente que odia a la Revolución.

Cubanas y cubanos:

Después de un año tan desafiante y duro, nuestro pueblo merece celebrar sus avances y su resistencia en el mejor de los ambientes posibles.

Trabajemos social e integralmente en proyectos con las familias en sus barrios, colmándolos de respeto, identidad y autoestima, para que todos sus vecinos sientan orgullo por ese pedazo de patria, de su país, su Gobierno y su Revolución.

Hemos mostrado capacidad para enfrentar todos los retos y desafíos. Funcionamos organizadamente y aquí estamos. Una vez más hemos derrotado y desarticulado las más perversas intenciones del imperio para destruir la Revolución.

El pueblo se ha crecido en este 2020, tan duro, que puso a prueba nuestra resistencia, nuestra solidaridad, nuestra unidad, pero nos dio mayores aprendizajes. Y nos dio la victoria.

Con esos aprendizajes, el 2021 se nos presenta en el horizonte intenso, retador, como un escalón para la superación de nuestros propios límites, en el camino del perfeccionamiento y de la continuidad.

Debemos consagrarnos a convertir en hechos la convicción compartida de que la obra de justicia social que hemos emprendido tendrá su mejor respaldo en el crecimiento productivo y eficiente a partir de nuestras propias realizaciones.

En estos días de final de año, de reunión imprescindible para seguir juntos “empujando el país”, como escribió el poeta, sentimos en lo más profundo la ausencia de voces entrañables que durante muchos años les incorporaron a los análisis y debates del Parlamento la belleza y la fuerza de las ideas que tejen la nacionalidad cubana, el sentimiento de patria, la comunidad de intereses y sueños.

Se recuerda en primer lugar a Fidel, capaz de levantar con su voz y sus ideas el imbatible pensamiento de la nación frente a los adversarios. Su silla sigue aquí, inmortalizando el insuperable legado de lecciones políticas que nos dejó como tarea permanente.

Y, más recientemente, se extraña a uno de sus más cercanos discípulos y colaboradores en la misión de hablar al pueblo: el tribuno del lado de la sala: Don Eusebio de La Habana, quien siempre nos trajo hasta aquí el caudal infinito de la intelectualidad cubana, de la que se nutría su inolvidable oratoria.

Ellos nos recuerdan que todo pensamiento es una semilla. Pensar como país es sembrar y fertilizar el futuro.

Los convocamos a seguir pensando y actuando como país para afianzar la certeza de triunfo y creatividad de esa Cuba Viva que se ha convertido en la premisa de los días actuales.

Siguen existiendo razones para celebrar, más razones mientras más duras han sido las pruebas que hemos vencido. ¡Felicidades cubanas y cubanos!

¡Somos Cuba Viva! Somos el país que se ha empeñado en resistir y vencer los cercos y los ataques más crueles y perversos. Y aquí seguimos: Viviendo, resistiendo, creando y venciendo.

¡Adelante 2021! Cuba te espera, Viva y fortalecida en los combates del año que termina. Los hijos de la Generación del Centenario, junto a nuestro pueblo, tienen el deber, el compromiso y el honor de dar continuidad a la historia que nos trajo hasta aquí. Y nuestra consigna sigue siendo:

¡Patria o Muerte!

¡Venceremos!

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