Venezuela, Chavez e Bolivar tornano nell’Assemblea Nazionale

www.lantidiplomatico.it

Simbolicamente i primi a fare ritorno nell’Assemblea Nazionale dopo cinque anni sono stati ritratti di Chavez e Bolivar. Buttati fuori dalla sede dell’organo legislativo da un’opposizione grossolana, rozza, rozza, ignorante e piena d’odio per i simboli della sovranità del paese. Sappiamo bene che questo è un sentimento alieno per dei polli di batteria allevati e pasciuti da Washington.

Le immagini furono buttate fuori dall’allora presidente del Parlamento Henry Ramos Allup. «Non voglio vedere Chávez, o Maduro qui, portate tutto questo a Miraflores o in bagno», disse il dirigente della destra adesso ridotto all’irrilevanza.

Oggi è il giorno. Il PSUV e i suoi alleati uniti nel Gran Polo Patriottico hanno recuperato alla piena istituzionalità e operatività l’Assemblea Nazionale del paese sudamericano dopo i i disastrosi cinque anni dove i golpisti l’avevano squalificata e utilizzata come mero strumento per rovesciare Maduro.

Instalada la nueva Asamblea Nacional. Llega así a su fin la operación golpista que utilizó el poder legislativo como plataforma y que fue apoyada por gobiernos y poderes injerencistas. Triunfaron la democracia y la Constitución. Que todo vuelva al cauce de la paz. #GameOver https://t.co/2cfYnO7eaC

— Jorge Arreaza M (@jaarreaza) January 5, 2021

Jorge Rodriguez presidente

La maggioranza parlamentare dell’Assemblea nazionale venezuelana ha eletto come nuovo presidente Jorge Rodríguez, come informa l’emittente teleSUR.

«Qual è il motivo supremo della nostra presenza qui? (…) siamo qui per mandato del popolo, perché una democrazia è sostenuta dal corpo di leggi, perché non c’è democrazia se le norme non vengono rispettate», le prime parole del dirigente chavista che guiderà il parlamento unicamerale della Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Insieme a Jorge Rodríguez hanno prestato giuramento i 277 deputati che costituiranno il ramo legislativo per i prossimi cinque anni.

Come leader del gruppo parlamentare del PSUV – Gran Polo Patriótico (GPP) è stato scelto il dirigente chavista Diosdado Cabello.

Cabello ha proposto Iris Varela per la prima vicepresidenza e Didalco Bolívar come secondo vicepresidente.

Da parte sua, il deputato Pedro Carreño, anche lui del GPP, ha proposto i deputati Rosalva Gil come segretario dell’Assemblea Nazionale; e Inti Hinojosa come sottosegretario.

Presidente, giunta direttiva e nuovi deputati si sono impegnati a difendere l’istituzionalità, la Costituzione, le leggi, la sovranità e l’integrità territoriale della Patria.

In precedenza, i deputati eletti hanno partecipato a un atto molto simbolico ed emblematico in Plaza Bolívar, dove sono state recitate parole di incoraggiamento alla democrazia e alla libertà pronunciate all’epoca da El Libertador, Simón Bolívar.

Da lì, i parlamentari hanno marciato verso il Palazzo Legislativo portando le immagini di Bolívar e del leader della Rivoluzione Bolivariana, Hugo Chávez, che come abbiamo spiegato in precedenza hanno così fatto ritorno in seno all’organo democratico simbolo del potere popolare.

L’opposizione parlamentare

Il deputato dell’opposizione e presidente del partito El Cambio, già candidato alle ultime presidenziali, Javier Bertucci, ha affermato che il paese e l’opposizione venezuelana hanno bisogno di un cambiamento.

«Il paese ha bisogno di un messaggio di cambiamento, e se quel messaggio non uscisse da questa Assemblea Nazionale, cadremmo nello stesso errore dell’AN uscente. Abbiamo bisogno di cambiamenti, (chavismo) e l’opposizione hanno bisogno di cambiamenti», ha detto.

Bertucci ha assicurato che nessuno dei deputati dell’opposizione ha nella propria agenda golpe o un programma di invasione. Ha anche sottolineato che le etichette dovrebbero essere rimosse dai parlamentari, poiché ha sostenuto che dovrebbero essere chiamati «deputati della Repubblica che vengono a cercare soluzioni».

«Crediamo che i deputati dell’opposizione debbano partecipare alla composizione della direttiva», ha sottolineato, opponendosi alla proposta presentata dal deputato Diosdado Cabello che la nuova leadership di AN sia composta da Jorge Rodríguez (presidente ), Iris Valera (primo vicepresidente) e Didalco Bolívar (secondo vicepresidente).

Le principali sfide per la nuova AN

Quali saranno le principali sfide che attendono la nuova Assemblea Nazionale? Sicuramente in cima alle priorità c’è l’infame blocco economico statunitense che strozza l’economia del paese e di conseguenza impatta violentemente sul popolo venezuelano che vede inesorabilmente degradarsi la sua qualità della vita.

Altra questione  – ricorda RT – è definire lo status di Guaidó una volta che cessa di essere un membro dell’organo legislativo e la sua immunità parlamentare termina. Dalla sua autoproclamazione a ”presidente incaricato” ??quasi due anni fa, la Giustizia venezuelana ha aperto diverse indagini per usurpazione di funzioni, per tentato colpo di Stato, per corruzione, per i suoi rapporti con gruppi paramilitari e per la trattativa illegale sul territorio dell’Esquibo.

Nella campagna elettorale 2020, il deputato eletto Diosdado Cabello aveva affermato che una volta insediatosi il nuovo Parlamento avrebbe promosso una legge per applicare la giustizia ai “traditori della patria” e a quanti hanno invocato un’invasione armata del paese.

Sfidando il ridicolo, Juan Guaidò, che non si è candidato alle elezioni parlamentari, insiste per restare in carica senza essere stato rieletto. Ma le sue aspirazioni sono state bloccate dalla Corte Suprema di Giustizia che ha spiegato come la presunta “continuità legislativa” della sua carica e dell’Assemblea da lui presieduta è “nulla” e priva di “effetti legali”.


Delegazione parlamentare cubana partecipa all’insediamento dell’Assemblea Nazionale

 

La vicepresidente dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (ANPP), Ana María Mari Machado, guida la delegazione del Parlamento cubano all’insediamento della nuova Assemblea Nazionale del Venezuela, dopo le elezioni del 6 dicembre, in cui il Grande Polo Patriottico ha ottenuto una clamorosa vittoria.

Costituita da 277 legislatori, la nuova Assemblea (2021-2026) riafferma l’istituzionalità democratica della nazione bolivariana e riprende un percorso di trasformazioni a favore del popolo, dopo un periodo in cui la destra ha approvato leggi e progetti che ignoravano la volontà della maggioranza.

Prensa Latina ha riferito che ai parlamentari nazionali e regionali se ne sono aggiunti altri tre in rappresentanza dei popoli originari, eletti per la prima volta nella storia attraverso gli usi e i costumi delle comunità indigene, in una manifestazione che si è tenuta in 10 degli Stati del Paese.

Recentemente, il presidente Nicolas Maduro ha affermato che la proclamazione dei deputati alla nuova Assemblea Nazionale è il punto di partenza del ciclo di ripresa del Parlamento venezuelano. “Abbiamo un potente strumento legislativo per aprire strade di dialogo, consenso e soluzioni”, ha sottolineato.

Oggi 5 gennaio entreranno in carica i nuovi deputati e il consiglio di amministrazione sarà eletto con una cerimonia ufficiale presso la sede del legislatore a Caracas, dove sono state adottate tutte le misure sanitarie di protezione contro la Covid-19.

La delegazione cubana comprende anche Yolanda Ferrer Gómez, presidente del Comitato per le relazioni internazionali dell’ANPP e Yoerky Sánchez Cuellar, presidente del Gruppo parlamentare dell’amicizia Cuba-Venezuela.

Fonte: acn

Traduzione: italiacuba.it


Si insedia oggi il nuovo Parlamento della Repubblica Bolivariana del Venezuela

Gianmarco Pisa  www.pressenza.com

Si insedia oggi, 5 gennaio, la nuova Assemblea Nazionale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, organo del potere legislativo, eletta il 6 dicembre. Queste elezioni furono seguite da una vasta delegazione di osservatori e osservatrici ed accompagnatori e accompagnatrici internazionali, che hanno così avuto la possibilità di monitorare l’andamento del processo elettorale e di constatarne la regolarità e la validità; anche l’odierno insediamento parlamentare è accompagnato da un’ampia delegazione internazionale.

Il Ministro degli Esteri, Jorge Arreaza, ha infatti incontrato, tra gli altri, i membri del Movimiento Revolución Ciudadana (Ecuador), Jorge Ernesto Serrano Vallejo, Silvia Salgado ed Eduardo Mauricio Zambrano Valle, il leader del Partito della Democracia Cristiana, Gabriel Julián Pozo, il deputato del Partito Comunista del Cile Boris Barrera, l’attivista dell’Organizzazione dei Professionisti per il Socialismo Rafael Enrique Pérez Cuevas ed il deputato del Frente Amplio (Repubblica Dominicana) Juan Dionicio Rodríguez Restituyo. Insieme con le personalità europee presenti, tra le quali i deputati al Parlamento dell’Andalusia, membri del Partito Comunista Spagnolo (PCE), Ana María Naranjo e Ismael Castillo Sánchez, queste personalità fanno parte del gruppo di osservatori ed accompagnatori giunti nella Repubblica Bolivariana per seguire l’insediamento del nuovo parlamento e «contribuire alla diffusione della verità» sul Venezuela.

Le elezioni parlamentari dello scorso 6 dicembre hanno registrato la partecipazione di più del 30% dei 20 milioni e 700 mila cittadini e cittadine venezuelani aventi diritto al voto. L’alleanza, centrata intorno al PSUV, il Partito Socialista Unito del Venezuela, fondato dal leader storico della Rivoluzione Bolivariana, Hugo Chávez, e che esprime l’attuale presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, vale a dire il Grande Polo Patriottico, ha ottenuto 253 seggi sui 277 che compongono la nuova assemblea; il principale partito di opposizione, Acción Democrática, ha ottenuto 11 seggi, Avanzada Progresista ed El Cambio 3 seggi ciascuno, Primero Venezuela 2 seggi, mentre il Comitato di Organizzazione Politica Indipendente ed il Partito Comunista (PCV) 1 seggio ciascuno.

A questi vanno aggiunti 3 seggi in rappresentanza dei popoli indigeni, eletti, in base alle modifiche apportate alla legge elettorale, per la prima volta nella storia secondo le usanze, i costumi e le tradizioni delle comunità indigene, nei dieci Stati del paese in cui tali comunità sono rappresentate.

In termini assoluti, secondo quanto riferito dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE), con una affluenza del 31% e un totale di 5.264.104 voti validi, il Grande Polo Patriottico (GPP) “Simón Bolívar” ha ottenuto oltre 3.5 milioni di voti, cioè il 68% delle preferenze. La principale alleanza dei partiti di opposizione, composta da Acción Democrática (AD), Copei, CMC, AP ed El Cambio, ha ottenuto circa 945 mila voti, pari al 18%; VU, PV e VPA hanno ottenuto circa 220 mila voti, pari al 4%, mentre il PCV ha ottenuto quasi 145 mila voti, poco meno del 3%. Tanto dai riscontri degli accompagnatori e delle accompagnatrici internazionali, quanto dai resoconti del Consiglio Nazionale Elettorale è risultato netto il fatto che «la giornata elettorale è trascorsa in totale normalità e ha evidenziato il grande senso civico del popolo venezuelano».

Lo stesso processo elettorale, come si è accennato, era stato modificato con una apposita riforma della legge elettorale per rendere il processo complessivo ancora più trasparente e ancora più rappresentativo. Per quanto riguarda la composizione della nuova Assemblea Nazionale, i seggi sono stati portati da 165 a 277, in modo da adeguare la platea legislativa alla crescita demografica. Allo stesso tempo, è stato aumentato il numero dei deputati da eleggere con metodo proporzionale, passando dal 30% al 52% del totale, al fine di garantire una migliore rappresentanza delle diverse forze politiche del paese. Per quanto riguarda il meccanismo di voto, il processo elettorale, già molto avanzato sotto questo profilo, è stato reso completamente digitalizzato al fine di consentire un riscontro incrociato diretto tra il voto espresso nella postazione elettorale sul panel digitale e il tagliando associato univocamente al voto espresso ed emesso automaticamente dalla macchina digitale, che viene depositato nell’urna. Non solo un voto elettronico, univoco, ma anche un voto conforme ai protocolli di sicurezza imposti dalle misure di contenimento della pandemia da coronavirus.

È questa una delle sfide che il nuovo Parlamento sarà chiamato ad affrontare: sul versante politico, il recupero di legittimità del Parlamento ed il consolidamento delle istituzioni costituzionali; sul versante economico, il rilancio dell’economia, respingendo la guerra economica e i continui tentativi di destabilizzazione e di sabotaggio posti in essere dagli Stati Uniti; sul versante sociale, il consolidamento delle missioni sociali bolivariane e gli ulteriori sforzi per il contrasto alla pandemia.

Come ha ribadito nel suo messaggio di inizio anno il presidente Nicolás Maduro, infatti, il Venezuela, nel solo 2020 ha subito «innumerevoli azioni paramilitari e terroristiche, più di 300 sanzioni illegali», guidate dagli Stati Uniti e dai loro alleati, con l’effetto, tra gli altri, di ostacolarlo nell’accesso ai medicinali e alle forniture sanitarie di base; un’azione, questa, del tutto contraria al diritto internazionale e particolarmente insopportabile in tempo di pandemia.

«Il furto contro i beni della Repubblica Bolivariana, contro le ricchezze all’estero e il blocco delle principali fonti di reddito della società petrolifera PDVSA avevano l’obiettivo di farci arrendere davanti alle difficoltà. Le aggressioni economiche contro il popolo costituiscono un crimine contro l’umanità e lo abbiamo denunciato anche alle autorità della giustizia internazionale». Per poi concludere che «abbiamo dimostrato che la ricchezza nazionale può essere distribuita con un senso di giustizia e di uguaglianza. Che la democrazia può e deve essere reinventata per includere coloro che sono stati espropriati in passato dal capitalismo. Che lo sviluppo può essere raggiunto sradicando lo sfruttamento e ripristinando il diritto alla casa, alla istruzione, alla salute, alla cultura e alla identità, ma anche allo svago e a un lavoro dignitoso».

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