Sandino ha combattuto contro l’intervento degli Stati Uniti a seguito del suo desiderio di costruire un governo veramente democratico.
Considerato uno dei pilastri della società nicaraguense, Augusto César Sandino non solo lottò contro l’intervento degli Stati Uniti, il suo pensiero politico andò oltre, cercò di costruire un governo democratico, onesto e progressista che si occupasse dei poveri in una democrazia e con leggi conformi allo stato di diritto in Nicaragua.
Nella ricerca di quel governo onesto, Sandino, il generale degli uomini liberi, si unì agli uomini più onesti, retti e progressisti di quel tempo e non ai più conservatori e retrivi, formando una coalizione con intellettuali, studenti, contadini e lavoratori.
Importanti professionisti e intellettuali nazionali e internazionali appoggiarono gli ideali di Sandino, come Escolástico Lara, Gustavo Alemán Bolaños, Pedro José Zepeda e Salomón de la Selva, Froilán Turcios, Gabriela Mistral e Henri Barbusse.
In termini di politica economica, per il leader nicaraguense era importante che la maggior parte della terra appartenesse allo Stato, così come il lavoro attraverso le cooperative; inoltre, pensava, come Gandhi, che il capitale non dovesse essere considerato più importante del lavoro, né che il lavoro dovesse essere considerato superiore al capitale.
Si dichiarava un comunista razionalista (liberale), ma questo non gli impediva di credere negli investimenti stranieri e nel diritto alla proprietà privata, purché rispettassero la legge.
“Il popolo è sovrano e il suo diritto a scegliere i suoi governanti deve essere rispettato; e per questo essi (l’Esercito per la Difesa della Sovranità Nazionale) combatteranno instancabilmente per rendere effettivo questo diritto, oggi calpestato dai conquistatori”, Sandino.
Fonte: www.telesurtv.net
Traduzione: ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA