Il territorio virtuale già non è esclusivo della controrivoluzione

Ho scritto denunciando come le reti sociali vengono usate per attaccare il nostro sistema politico, ma non so se nella notte di giovedì 20 maggio è stato percepito qualcosa che è stato creato tempo fa: c’è una comunità di rivoluzionari nelle  reti sociali. Plurale, diversa, spontanea.

Il territorio virtuale già non è esclusivo della controrivoluzione.

Già non c’è una sola narrativa, anche se continua ad essere egemonica, stiamo già collocando altri temi, altri sguardi, altri codici, altri valori, altre forme di sentire e pensare, altri eroi, i nostri, uomini della verità, che camminano al  nostro lato, e parlano con la semplicità di questo popolo.

C’è una bella articolazione che mostra la diversità di uno e l’uno nel diverso.

E questa capacità di rinnovarsi della Rivoluzione, questa resilienza per reinventarsi in un territorio dove non conta con le risorse migliori né domina tutti gli algoritmi, è indice della vitalità del politico in Cuba.

Quest’allegria che sentiamo per la difesa di Cuba è tanto speciale perché è collettiva.

Ma non possiamo vivere in una «bolla di confort» che creano le reti sociali.

L’articolazione, l’emergenza del nuovo, la reinvenzione di noi stessi, la difesa dell’allegria, magari giungano con più forza nella strada, alla quotidianità delle istituzioni e delle organizzazioni, alle comunità nelle loro basi, da dove la gente combatte per risolvere i problemi della loro vita quotidiana.

Magari ci servano per dibattere sulle nostre contraddizioni, per risolvere problemi concreti, perché quelli che sono in condizioni vulnerabili s’integrino maggiormente e abbiano più opportunità.

Abbiamo molte ragioni per unirci!

Ci si sente bene quando siamo uniti!

Siamo più forti se siamo uniti!

Non dobbiamo essere uguali, nè parlare allo stesso modo, nè accompagnarci in tutto! L’unità non è una camicia di forza, la libertà è importante, ma la libertà deve continuare ad essere una conquista collettiva,  un patto collettivo di questo popolo, un consenso.

Non siamo soli! Ci siamo riconoscendo e reincontrando in questo nuovo territorio e questo è bene!

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