Reclamano la fine del blocco contro Cuba in tutte le lingue

Sono decine le nazioni nelle quali sono state realizzate mobilitazioni contro il genocidio del blocco economico, commerciale e finanziario USA imposto a Cuba, e questo conferma la condizione universale di questo reclamo giustissimo per il diritto alla vita di un paese. È grata la compagnia che sente l’arcipelago nella sua lunga carriera di resistenza.

Lo ha scritto di nuovo in Twitter il Primo Segretario del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez: «Grazie a tutti quelli che hanno rinunciato al riposo domenicale e sono scesi per le strade, col sole o nel freddo di  città distanti, per tendere ponti d’amore ed esigere in tutte le lingue la fine di un crimine che dura da troppo tempo».

Una campagna si lega all’altra in denuncia del blocco che un’altra volta, il 23 giugno, andrà in votazione alle Nazioni Unite e, tra le voci più attive, il Forum di Sao Paulo ha annunciato a sua volta che sin d’ora e sino a questa data rinforzerà le sue domande.

L’importante meccanismo d’unione delle forze progressiste dell’America Latina e dei Caraibi ha chiamato la sua campagna: /No al blocco. Sì alla Solidarietà–Nuestra América per la Vita/, che denuncia il carattere extra territoriale e la violazione del diritto internazionale dell’assedio di Washington.

Prensa Latina ha riportato che il rappresentante democratico statunitense Bobby L. Rush ha presentato nel Congresso un progetto di legge indirizzato a togliere sanzioni vincolate al blocco, una proposta che hanno presentato recentemente anche i senatori Amy Klobuchar e Patrick Leahy, anche loro  democratici, con il repubblicano Jerry Moran.


Contro l’odio degli USA, più amore per Cuba

 

02.05 «Nuovamente le carovane Ponti d’Amore riempiono le strade del mondo per domandare la fine del blocco degli USA contro Cuba.

«Il 29 e 30 maggio, in più di 70 città, si sono sommate le voci delle famiglie cubane per reclamare l’eliminazione del blocco», ha scritto il membro del Burò Politico del Comitato Centrale del PCC e cancelliere della Repubblica, Bruno Rodríguez Parrilla, nel suo account di Twitter.

Poi si è riferito alle espressioni di solidarietà nelle principali città del mondo, nella terza occasione per esigere la fine della criminale politica imposta dagli USA a Cuba da sei decenni e che in un solo anno ha provocato perdite di più di 5570.3 milioni di dollari.

I simpatizzanti con la Rivoluzione Cubana, raggruppati nelle più diverse organizzazioni di solidarietà hanno realizzato regate con imbarcazioni marittime, camminate, carovane in auto moto e bicilette, azioni pubbliche e manifestazioni davanti a sedi diplomatiche USA in tutto il mondo per domandare la fine delle ostilità verso l’isola più grande delle Antille

Nell’ambito virtuale, il Forum di Sao Paulo e altre organizzazioni del mondo hanno trasmesso foto e video da varie città, in gran parte pubblicate nell’account di Facebook Siempre con Cuba.

In Venezuela, centinaia di motociclisti hanno formato una nutrita carovana nei viali centrali di Caracas, dal Parco dell’Est a Plaza Sucre, nel quartiere di Catia, dove hanno reclamato la fine delle azioni di asfissia economica implementate da Washington.

A Managua, in Nicaragua, la giornata è servita per raccogliere fondi per l’acquisto di siringhe destinate alle vaccinazioni contro la COVID-19, un’altra forma di sfidare il blocco.

Prensa Latina ha informato che una marcia convocata dall’Associazione dei Cubani Residenti in Messico José Martí, e dai movimenti di solidarietà con il popolo cubano, è partita dal Monumento alla Rivoluzione nell’Avenida Juárez, ha percorso il Paseo de la Reforma sino a giungere all’Ambasciata USA vicino alla colonna di El Ángel, in questa capitale.

In Costarica è stata diffusa nelle reti sociali una dichiarazione che reclama la fine delle misure coercitive per Cuba, e in Ecuador la Plaza José Martí, ubicata nel centro di Quito, è stata lo spazio scelto per condannare l’assedio di Washington e chiudere la campagna /En tus manos la vida/, iniziativa continentale per l’acquisto di siringhe destinate alle vaccinazioni contro la COVID-19 nell’Isola.

Un’azione simile è avvenuta a Città del Guatemala, organizzata dall’Associazione José Martí, che si dispone ad inviare all’Isola 46 000 siringhe, nell’iniziativa chiamata Amor y virtud; Pueblo a pueblo.

In Italia, le azioni sono iniziate sabato 29 maggio, principalmente, nelle città di Crema in Lombardia, dove una brigata di medici cubani ha combattuto la COVID-19 nel 2020. La domenica sono state realizzate attività a Torino, Venezia e Padva, convocate dall’Associazione Nazionale d’ Amicizia Italia-Cuba, e da altre associazioni amiche dell’Isola, con attività in 30 città del paese.

La Spagna ha mobilitato con il Movimento Statale di Solidarietà con Cuba, formato da 50 organizzazioni nelle città di Siviglia e Barcellona.

A Siviglia la Plaza Playa de Isla Canela e il Parco del Alamillo sono stati testimoni di manifestazioni pubbliche per la pace e contro l’imperialismo, mentre in Plaza Catalunya, a Barcellona, è stato installato un sito per gare fotografie collettive d’appoggio a Cuba.

Nel Fiume Bilbao c’è stata una regata terminata con una manifestazione nell’imbarcadero della Plaza Pío Baroja.

Il sito web Cubainformación ha riportato che a Malaga, c’è stata una manifestazione simile conclusa davanti alla delegazione della Giunta dell’Andalusia, nell’ Alameda Principale.

L’Associazione di Amicizia Berlino-Cuba ha organizzato una biciclettata dall’Ambasciata dell’Isola a quella degli USA, che ha percorso la centrale Porta di Brandeburgo.

A Bruxelles, i partecipanti sono andati per la terza volta in due mesi nella famosa spianata del Atomium per reiterare il loro appoggio al paese dei Caraibi, mentre ad ambere i manifestanti sono andati in Piazza Groenplaats, dove c’è l’imponente cattedrale gotica della città.

Nelle città turche di Istambul, Izmir e Ankara, gli attivisti hanno partecipato a meeting e hanno organizzato una sfilata di biciclette.

Inoltre è stata organizzata una carovana di automobili ad Auckland, in Nuova Zelanda, e in Brisbane, Australia.

L’account in Twitter dell’Ambasciata di Cuba negli Stati Uniti ha pubblicato video e immagini di centinaia di cubani con messaggi al presidente Joe Biden perché elimini le 240 sanzioni imposte dal suo predecessore Donald Trump, che hanno indurito il blocco.

Uno dei messaggi dice: «La politica del blocco economico, commerciale e finanziario contra Cuba genera la condanna di vari settori della società statunitense e di numerose personalità e organizzazioni nel paese: No Más Bloqueo», e lo accompagna una foto con un cartello in inglese di condanna del criminale assedio economico, commerciale e finanziario.

Lì i gruppi Ponti d’Amore e il Movimento Anti-Blocco a Cuba (NEMO) hanno pubblicato videos delle manifestazioni pubbliche nelle quali si è reclamata la normalità delle relazioni tra i due paesi, l’apertura totale delle ambasciate e la ripresa delle documentazioni consolari.

Inoltre si chiede l’eliminazione delle proibizioni degli invii delle rimesse a Cuba e l’autorizzazione per far sì che linee aeree statunitensi possano atterrare in tutti gli aeroporti dell’Isola.

Ugualmente, il sito web Cubamirex ha informato sulle azioni pubbliche a Puerto España, in Trinidad y Tobago, con registrazioni di audio e spiegazioni dei danni provocati dal blocco in sei decenni, che sono di 144 413 milioni di dollari e danneggia tutti i settori della società cubana.

Ha anche riportato le azioni realizzate in Senegal, con un percorso del strade principali della capitale, con camion con parole d’ordine e manifesti di condanna della genocida politica statunitense. A Luanda è stata resa pubblica una Dichiarazione a nome dell’Associazione della Comunità dei Cubani residenti in Angola, firmata da professionisti laureati a Cuba e da altri gruppi solidali.

Nelle reti sociali si sono immagini pubblicate in Cina, Irlanda, Botswana, Sudafrica, Tunisia, Nuova Zelanda, Brasile, Australia e città come Milan, Barcellona e Perth. È stato un fine settimana mondiale con Cuba e contro il Blocco.

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