Dichiarazione Finale del Bicentenario Congresso dei Popoli del Mondo

Orinoco Tribune,

“La libertà del nuovo mondo è la speranza dell’universo” – Simón Bolívar

Il capitalismo vive una crisi sistemica e multidimensionale.

L’umanità subisce le conseguenze economiche di tale crisi e, soprattutto, i suoi effetti sulle persone con meno potere d’acquisto.

La pandemia di COVID-19 ha aggravato la crisi, aumentato i problemi sociali e mostrato le ingiustizie del dogma neoliberista.

Le politiche per contrastare il COVID-19, attuate dai governi che difendono il capitalismo neoliberista, hanno messo in pericolo l’umanità.

La gestione della crisi sanitaria globale nel quadro del neoliberismo e la sua razionalità basata sull’accumulazione del capitale approfondiva le disuguaglianze, ampliava la povertà e aumentava la disoccupazione; gli sfratti e l’esclusione sociale sono aggravati. La voracità speculativa delle aziende farmaceutiche occidentali, unita alla lotta tra potenze mondiali per la produzione e l’acquisizione di vaccini COVID-19, riaffermava il carattere disumano del modo di produzione capitalista, il declino della civiltà occidentale e il crollo di un sistema di dominio articolato per massimizzare il profitto. L’egemonia statunitense è in declino. Le sue classi dirigenti ed élite sono profondamente divise. La sua economia soffre una grave depressione mentre perde mercati chiave. Gli interventi militari statunitensi in Asia sono falliti; l’Unione Europea prende le distanze da alcune sue politiche e, inoltre, gli Stati Uniti affrontano la sfida politico-militare delle potenze mondiali emergenti.

La globalizzazione neoliberista è la scommessa strategica degli Stati Uniti per preservare il proprio dominio. Imporre il loro modello economico è imperativo per sconfiggere gli avversari. La “Guida strategica provvisoria per la sicurezza nazionale” spiega l’intento egemonico dell’amministrazione Biden. L’umanità già soffre per le azioni della Casa Bianca dispiegate nella sfera economica, nella disputa sulle aree geostrategiche, nel controllo di tecnologie come il 5G, negli attacchi militari, in varie aggressioni volte a mantenere la supremazia e rafforzare la NATO. La strategia della NATO, braccio militare della globalizzazione neoliberista, è un pericolo per la pace poiché viola la sovranità delle nazioni, perpetra aggressioni armate contro popoli e crea le condizioni per lo scontro che posa comportare il rischio nucleare. La sua prospettiva d’espandersi oltre il Nord Atlantico, verso Europa dell’Est ed America Latina, così come l’accerchiamento di Russia e Cina denota un pericolo per il mondo. Attualmente, espropriando altre nazioni dei loro territori mostra la determinazione a impadronirsi e controllare, con ogni mezzo, dei minerali essenziali per le nuove tecnologie, le fonti di acqua, energia e biodiversità. La disputa su questi beni segna l’attuale ordine internazionale ed è motivo delle campagne neocoloniali delle grandi potenze. Senza dubbio, l’imperialismo è la principale minaccia all’umanità. Le sue politiche sono estremamente distruttive per la Madre Terra, minacciano la vita, stimolando l’odio, minando la pace e sopprimendo l’autodeterminazione delle nazioni. Il suo modello è costruito sullo sfruttamento della classe operaia, dominio dei popoli indigeni, patriarcato che perpetua la sottomissione delle donne, tolleranza della schiavitù infantile e adolescenziale, riaffermazione della femminilizzazione e razzializzazione della povertà che derivano da concezioni suprematiste che ledono la dignità umana. Il disprezzo per la diversità sessuale, le persone con disabilità e la segregazione dei migranti poveri sono esempi di un modello che nega la dignità umana. I potenti cercano di “naturalizzare” tale ordine e castrare la creatività umana coi le loro società dei media e reti dei social media. L’industria culturale del capitalismo insiste nel plasmare l’immaginario collettivo e nell’imporre la sua razionalità. Implica molteplici forme di controllo, diverse relazioni di potere e vari meccanismi di legittimazione che sostengono un ordine mondiale ingiusto.

Nella nostra America, regione afflitta dalle basi militari del Comando Meridionale degli Stati Uniti, è in corso una battaglia geopolitica epocale. L’ideologia bolivariana ha innescato un’ondata di cambiamenti volti a una seconda indipendenza dei popoli dell’America Latina e dei Caraibi. La Casa Bianca ha rinnovato la dottrina Monroe per colonizzare ancora una volta il continente. I canali, l’Antartide, l’Amazzonia, il petrolio, la biodiversità, il gas, l’acqua e altre risorse naturali sono gli obiettivi che animano la strategia statunitense. È un piano orchestrato di saccheggio che influenza anche le nostre culture attraverso il furto di conoscenze ancestrali, privatizzazione della genetica dei popoli antichi e cancellazione collettiva della memoria. L’aggiornamento della dottrina Monroe fa parte di un piano globale che si espande nel mondo. Transnazionali, mercenari e agenzie di servizi segreti fanno a pezzi l’Africa. Le navi occidentali occupano l’Oceania. Un gigantesco arco di tensioni e conflitti va dall’Artico alla Kamchatka, passando per l’Hindukush e l’Himalaya. Cercano di balcanizzare l’Eurasia, sterminare Siria e Palestina, impedire il recupero della sovranità della Repubblica Araba Saharawi Democratica, sconfiggere l’Iran, schiavizzare l’Oceano Indiano, umiliare il Vietnam e la Repubblica Democratica Popolare di Corea, incatenare le Filippine, rimilitarizzare il Giappone. Tutto questo è un piano per imporre la supremazia nordamericana, senza considerare i desideri della maggioranza del mondo.

L’umanità chiede un’alternativa alla distruzione del nostro pianeta, allo sfruttamento capitalistico e alle ingiustizie sociali dell’ordine attuale. La Nostra America si unisce a questo clamore, dove spiccano le storiche massicce mobilitazioni dei popoli di Cile, Haiti, Colombia e Brasile. Questo, unito al ritorno del Movimento al socialismo alla Casa Grande del Pueblo della Bolivia nel 2020, così come i trionfi politico-elettorali in Cile, Perù e Messico, indicano una situazione nuova e di speranza per il continente. Un mondo nuovo germoglia nella resistenza dell’Asia occidentale e nei cambiamenti promossi dalle forze popolari e dai governi rivoluzionari e progressisti della Nostra America. L’esercizio di una politica estera sovrana delle potenze emergenti e la loro solidarietà cogli altri popoli è un elemento chiave nell’organizzazione della nuova era. Il mondo va verso una nuova direzione. L’umanità lotta per proteggere le sue diverse visioni del mondo, grida affinché la sua diversità culturale converga in un nuovo ordine mondiale in cui altri mondi diventino possibili ma in quello attuale sarà impossibile. La liberazione dei popoli è subordinata alla possibilità di costruire un nuovo ordine mondiale caratterizzato da un arcobaleno di nazioni sovrane e da progetti sociali basati su giustizia e solidarietà. La realtà attuale esige la comprensione della diversità delle lotte nel deciso impegno verso nuovi modelli di convivenza umana. L’emancipazione deve essere anche creazione di nuovi mondi. Il futuro esige da noi la conservazione della vita.

Il Bicentenario Congresso dei Popoli del Mondo si ispira a questo sogno. È uno sforzo collettivo basato sulla vita. È la posta contro il colonialismo ancora potente e accompagna le lotte dei popoli per la sovranità. Questo Congresso fonda la speranza per il futuro sulla memoria storica delle nazioni e invoca l’unità di fronte l’imperialismo. L’unione dei nostri popoli non può essere rimandata di fronte la globalizzazione neoliberista. È essenziale per noi trascendere la solidarietà e sviluppare un internazionalismo impegnato capace di coordinare le nostre lotte, riprendere l’iniziativa di un’agenda basata sui popoli e cambiare i rapporti di forza a favore dei popoli del mondo.

Duecento anni dopo la battaglia di Carabobo, continuiamo sulla via tracciata dal Liberatore Simón Bolívar, per lottare per la “massima felicità possibile” per i nostri popoli. Un mondo giusto, dove non mancano cibo, libertà, salute e gioia, richiede oggi la lotta per l’autodeterminazione dei popoli e l’internazionalismo come dovere inalienabile. Quel mondo fu sognato dal Comandante Hugo Chávez e questo Congresso è impegnato a lavorare per realizzarlo.

In quest’ottica, il Congresso Bicentenario dei Popoli del Mondo dichiara che:

– Sosteniamo tutte le iniziative per eliminare i brevetti sui vaccini COVID-19, promuovere la produzione e la distribuzione di vaccini con razionalità incentrata sulla conservazione della vita e di conseguenza sul progresso nel raggiungere un piano di vaccinazione globale con solidarietà, equità e giustizia sociale.

– Condanniamo le misure coercitive unilaterali e altre aggressioni criminali perpetrate contro Repubblica Bolivariana del Venezuela, Cuba, Nicaragua, Mozambico, Zimbabwe, Iran, Russia, Siria, Palestina, Yemen, Repubblica Popolare Democratica di Corea, Repubblica Popolare Cinese e altri nazioni.

– Esprimiamo solidarietà al diritto all’autodeterminazione del Sahara occidentale, l’ultima colonia dell’Africa continentale, soggetta a una guerra imposta dal Marocco. Riconosciamo la loro legittima lotta per il pieno riconoscimento della Repubblica Araba Saharawi Democratica.

– Denunciamo la proliferazione delle basi militari statunitensi in America latina e nei Caraibi, nonché il dispiegamento militare degli Stati Uniti nella regione, poiché ciò costituisce un attacco alla pace e all’autodeterminazione dei popoli della regione.

– Sosteniamo la giusta richiesta dell’Argentina sul suo diritto sovrano sui territori delle Isole Malvine.

– Chiediamo che l’imperialismo statunitense cessi l’aggressione contro il Venezuela e restituisca al popolo venezuelano la ricchezza usurpata alla Repubblica Bolivariana del Venezuela.

– Condanniamo le iniziative neocoloniali che ledono la sovranità dei popoli dell’Africa.

– Esprimiamo solidarietà ai popoli di Porto Rico, Galizia, Paesi Baschi, Catalogna e Isole Canarie nelle loro legittime lotte per l’autodeterminazione.

– Chiediamo ai cittadini del mondo di unire le forze per lottare per preservare la vita, vivere in pace, difendere la sovranità dei popoli e costruire nuovi modelli di convivenza umana sviluppando l’AGENDA 2021-2030 dei popoli del mondo.

Allo stesso modo, il Congresso Bicentenario dei Popoli del Mondo concorda nel:

– Cercare uno sviluppo basato delle caratteristiche geografiche e specifiche di ciascuna regione, un sistema formativo politico-ideologico che raccolga le diverse esperienze concepite dalle organizzazioni politiche e sociali che partecipano a questo Congresso.

– Articolare i diversi sforzi di comunicazione dei partiti politici, movimenti sociali e altre organizzazioni popolari per la produzione e diffusione di contenuti multimediali sulla piattaforma di comunicazione internazionale Hugo Chávez.

– Costituire delegazioni di comunicatori di settore e delle nazioni partecipanti al Congresso del Bicentenario per il loro inserimento come studenti nei programmi dell’Università Internazionale della Comunicazione.

– Creare e/o rafforzare le strutture organizzative e gli altri meccanismi di articolazione approvati nelle tavole rotonde di discussione dai partiti politici e dai movimenti sociali che partecipano al Congresso del Bicentenario, al fine di rispettare le agende di lotta adottate dalle tavole rotonde e attuare le decisioni raggiunte nella sessione plenaria di questo Congresso.

– Stabilire un centro di pensiero strategico, costituito dai partiti politici e dalle organizzazioni sociali presenti in questo Congresso capace di costruire una soggettività in sintonia con la liberazione dei popoli del mondo e l’emancipazione della condizione umana.

Questo veniva approvato nella città di Caracas, culla del Liberatore Simón Bolívar e capitale della Repubblica Bolivariana del Venezuela, il 23 giugno 2021.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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