Brasile, Haiti, Cuba e le grinfie USA in America Latina

L’America Latina è al centro della disputa geopolitica che gli Stati Uniti conducono con la Russia e, soprattutto, Cina, da qui l’intensificarsi dell’attivismo imperialista per rovesciare governi e cambiare regimi.

La crescente influenza della Cina in America Latina in vari ambiti, commerciale, finanziario, politico, economico, tecnologico e degli investimenti, ha innescato vigorose reazioni dalla dirigenza statunitense coll’obiettivo di ricostruire la sua indebolita egemonia emisferica. È la famosa dottrina Monroe, del 1823: “L’America per gli americani”.

Dopo i falliti tentativi di cambio di regime in Venezuela nei primi anni di questo 21° secolo, gli Stati Uniti moltiplicano i nuovi meccanismi e dispositivi per interferire, destabilizzare e rovesciare i governi progressisti, considerati ostili e sfidanti ai loro interessi storici e strategici. Le classiche caserme del XX secolo hanno lasciato il posto a truffe di nuovo tipo.

Manipolazione dei social network, infiltrazione di mercenari, finanziamento di ONG e opposizioni mercenarie, retorica anticorruzione, sanzioni illegali, guerra dell’informazione e aiuti finanziari ai governi vassalli costituiscono il menu vario per destabilizzare le democrazie e rovesciare i governi costituzionali.

La corruzione di giudici, pubblici ministeri, polizia, parlamentari, media e “opinionisti” per perseguire e annientare i nemici [lawfare], fu ampiamente utilizzata in diversi Paesi della regione per coprire con “vernice istituzionale” la violazione delle democrazie. Argentina, Brasile, Ecuador, Perù e Venezuela furono i bersagli più noti di tale strategia legale-media-business-militare e parlamentare.

In Venezuela, invece, la retorica della guerra fredda, dell’invasione militare e della minaccia della guerra civile continua a essere ripetuta da Stati Uniti e governi vassalli della regione, principalmente Colombia e Brasile.

Ma, in generale, si osserva che gli stratagemmi per la ricolonizzazione emisferica sono sempre più elaborati, come si può vedere nell’inventario delle prestazioni, a volte non così nascoste, degli Stati Uniti negli ultimi anni:
– 2008: il governo boliviano accusava gli Stati Uniti di sponsorizzare il conflitto separatista nel dipartimento di Santa Cruz de La Sierra [La Media Luna]. I capi di estrema destra boliviani si incontrarono più volte all’ambasciata degli Stati Uniti per pianificare la secessione;
– 2009: golpe in Honduras con destituzione, arresto ed esilio illegale del presidente Manuel Zelaya;
– 2012: golpe in Paraguay, col processo sommario in meno di 72 ore senza motivo, processo e diritto alla difesa del presidente Fernando Lugo;
– 2012: creazione dell’Alleanza del Pacifico con governi vassalli per indebolire il ruolo di UNASUR e CELAC;
– 2013: spionaggio della Presidentessa Dilma e PETROBRÁS che poteva essere correlato ai preparativi per Lava Jato;
– 2013: corsi dei dipartimenti di Giustizia e di Stato e di intelligence degli Stati Uniti per avvocati, giudici, politici, polizia federale e militari;
– 2013: “Primavera Brasiliana” coi viaggi di giugno e i processi di destabilizzazione;
– 2013: l’aereo presidenziale di Evo Morales fu costretto ad effettuare un atterraggio di emergenza a Vienna dopo che gli Stati Uniti costrinsero i Paesi europei a vietare l’atterraggio tecnico per rifornimento nel viaggio di ritorno di Evo dalla Russia, mettendo a rischio la vita del presidente. Motivo: sospettavano che Evo portasse Edward Snowden per concedergli l’esilio in Bolivia;
– 2013: il diplomatico tucano Eduardo Saboia, incaricato d’affari dell’ambasciata brasiliana a La Paz progettò ed eseguì personalmente la fuga del senatore dell’opposizione Roger Pinto, condannato dalla giustizia boliviana [come ricompensa, il diplomatico tucano divenne capo di gabinetto di Aloysio Nunes di Itamaraty durante il golpe e governo illegittimo di Temer];
– 2015/2016: rovesciamento della Presidentessa Dilma. Il 18 aprile 2016, il giorno dopo l’approvazione dell’impeachment fraudolento alla Camera, il senatore tucano Aloysio Nunes si recò a Washington per 3 giorni di incontri con alti funzionari statunitensi;
– 2017: elezione di Lenin Moreno per invertire la “rivoluzione dei cittadini” in Ecuador;
– 2017: formazione del Gruppo Lima coo governi vassalli per portare avanti il piano d’attacco al Venezuela;
– 2018: i governi vassalli degli Stati Uniti lasciano l’UNASUR, un’organizzazione attraverso cui i Paesi della regione risolsero i conflitti regionali in modo pacifico e senza interferenze dall’OAS, un’organizzazione sottomessa a Washington;
– 2018: svuotamento della CELAC, organizzazione che raggruppa tutti i Paesi dell’emisfero americano escludendo Stati Uniti e Canada [una specie di OAS senza Stati Uniti e Canada];
– 2018: pressione USA sul FMI per concedere un prestito elettorale di 57 miliardi di dollari al governo argentino di Macri per evitare l’elezione di Peronismo [Alberto e Cristina] al governo;
– 2019: designazione di Juan Guaidó ad “autoproclamato presidente” [sic] del Venezuela;
– 2019: simulazione di aiuti umanitari per invadere il Venezuela col sostegno dei governi di Bolsonaro e Iván Duque;
– 2019: Luís Almagro, dell’OSA falsificava i rapporti per annullare l’elezione legittima di Evo Morales e giustificare il colpo di Stato perpetrato dall’estrema destra boliviana col sostegno materiale, politico e diplomatico dei governi di Macri in Argentina e Bolsonaro in Brasile;
– 2020: indebolimento del MERCOSUR attraverso l’accordo coll’Unione Europea e tentativi di rendere flessibile la Tariffa Esterna Comune del blocco;
– 2020: agenti e sostenitori del governo brasiliano seguono il percorso di Olavo de Carvalho e si rifugiano negli Stati Uniti, Hermanos Weintraub, il blogger Allan dos Santos, l’affarisat della clorochina Carlos Wizard, il giudice dei ladri Sérgio Moro, ecc.;
– 2021: viaggio del vicepresidente degli Stati Uniti in Messico e Centro America per diffondere nella regione la linea di azione degli Stati Uniti sulla “lotta alla corruzione” [sic];
– 2021: il Presidente Nicolás Maduro denunciava il comandante del Comando meridionale degli Stati Uniti, Craig Faller, e il direttore della CIA William Burns che visitarono Colombia e Brasile per preparare un piano per assassinarlo;
– 2021: il direttore della CIA incontrava in Brasile il capo dell’ABIN, i generali del governo militare e Bolsonaro.
– Il 7 luglio, il presidente haitiano Jovenel Moïse veniva assassinato da mercenari colombiani e nord americani.

E per completare tale inventario provvisorio, spiccano le strane proteste “patriottiche” scoppiate a Cuba l’11 luglio. In essi, i “patrioti” indossavano maschere stampate con la bandiera degli Stati Uniti, anch’esse agitate nelle proteste. Gli Stati Uniti aggravavano il blocco illegale di Cuba per soffocare il Paese e provocare il caos sociale che alimenta le reazioni controrivoluzionarie come quelle in corso. L’America Latina è al centro della disputa geopolitica che gli Stati Uniti hanno con la Russia e, soprattutto, con la Cina, da qui l’intensificarsi dell’attivismo imperialista per rovesciare governi e cambiare regimi. La politica estera della dirigenza nordamericana è bipartisan. Ovvero, è la politica estera che partito democratico e partito repubblicano attuando col piaro di dominio imperiale mondiale, come mostra tale sommario degli episodi accaduti in America Latina nella guerra di Bush, Obama, Trump e Biden. I segni artigliati degli Stati Uniti in America Latina sono evidenti.

Jeferson Miola è membro del Porto Alegre Institute of Debates, Studies and Alternatives (Idea), era coordinatore esecutivo del V World Social Forum. Collaboratore del Centro latinoamericano di analisi strategica (CLAE)

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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