Biden come Trump, altre sanzioni contro Cuba

Joe Biden, il nuovo Presidente degli Stati Uniti, sempre più simile al suo predecessore Donald Trump nella politica verso Cuba. Infatti ieri il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha sanzionato la  Polizia rivoluzionaria nazionale (PNR) di Cuba e due dei suoi leader per le repressioni durante le manifestazioni dell’11 luglio.

Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha dichiarato in un comunicato che l’Office of Foreign Assets Control (OFAC) ha bloccato tutte le proprietà e gli interessi della Polizia Nazionale Rivoluzionaria, del suo direttore, Oscar Callejas, e del suo vice direttore, Eddy Sierra.

“L’azione di oggi serve a sanzionare i responsabili delle repressioni durante le manifestazioni del popolo cubano che ha diritto alla libertà e al rispetto dei diritti umani”, ha dichiarato il direttore dell’OFAC Andrea Gacki.

Il Ministro degli Esteri Bruno Rodriguez Parrilla ha rigettato la misura sanzionatoria del Dipartimento di Stato statunitense ed ha scritto sul suo account Twitter a tale proposito che  “Respingo fermamente l’inclusione della Polizia Rivoluzionaria Nazionale e dei suoi due principali leader nelle liste spurie degli Stati Uniti”. Ha aggiunto inoltre che tali sanzioni e la disinformazione sulle manifestazioni servono agli Stati Uniti per giustificare l’inumano blocco economico, commerciale e finanziario che viene applicato all’isola.

Le misure sono state adottate ai sensi del Global Magnitsky Act, con il quale Washington punisce coloro che a suo giudizio hanno commesso violazioni dei diritti umani o atti di corruzione in altri Paesi. L’amministrazione di Joe Biden aveva  già sanzionato il ministro delle forze armate rivoluzionarie cubane Alvaro Lopez-Miera e un’unità militare d’élite  per presunti “abusi contro i manifestanti la settimana scorsa.

In quell’occasione, il ministro degli Esteri Rodriguez aveva detto che gli Stati Uniti dovrebbero “applicare il Global Magnitsky Act a se stessi per gli atti di repressione quotidiana e brutalità della polizia che sono costati 1.021 vite nel 2020”.

A questo proposito, Rodriguez ha detto che la Casa Bianca “non ha assolutamente alcuna autorità morale” per chiedere il rilascio delle persone detenute nelle proteste a Cuba”. E ha definito le sanzioni “un atto di interferenza e intervento nei nostri affari interni”.

Insomma la nuova amministrazione di Joe Biden dopo sei mesi dal suo insediamento si sta comportando allo stesso modo di quella che la aveva preceduta. Biden aveva più volte affermato nei primi giorni della sua presidenza che Cuba non faceva parte delle priorità politiche della sua amministrazione facendo credere ai più ingenui che con la presidenza democratica qualcosa avrebbe potuto cambiare nei rapporti tra i due paesi. Io non ho mai creduto a questa narrazione in quanto in politica estera e soprattutto quando si parla di Cuba le scelte adottate dai democratici non sono molto diverse da quelle dei repubblicani. I nodi sono venuti al pettine piuttosto rapidamente: prima le manifestazioni e poi le classiche sanzioni. Strategia questa che, come affermato dal Ministro degli Esteri cubano, serve   agli Stati Uniti per giustificare e non alleggerire il blocco economico, commerciale e finanziario che applicano dal 1962 all’isola.

A proposito, quando l’amministrazione di Joe Biden si deciderà ad adottare il Global Magnitsky Act contro la  Polizia colombiana e contro lo Squadrone Mobile Anti Sommossa (ESMAD) per le repressioni durante le manifestazioni in Colombia?

Andrea Puccio – www.occhisulmondo.info

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