Chi organizza internazionalmente la guerra mediatica contro Cuba

Il caso cubano è senza dubbio un esempio che rimarrà negli annali della manipolazione dell’informazione.

di Antonio Mata Sala, Console di Cuba a San Paolo, Brasile

https://www.resistencia.cc traduzione di Mauro Gemma

Il caso cubano è senza dubbio un esempio che rimarrà negli annali della manipolazione dell’informazione. In esso possiamo trovare quasi tutte le tecniche, dalle più grossolane alle più sofisticate. Sebbene la disinformazione non sia una novità, i metodi, le strategie e le tecnologie utilizzate si sono evolute molto nel tempo. Il bersaglio è la Rivoluzione, i suoi difensori; la strategia del colpo di stato morbido stabilisce come una delle sue regole fondamentali la distruzione dei pilastri fondamentali che sostengono lo Stato. Non è forse quello che stanno cercando di fare?

Nel gennaio 1969, Fidel diresse l’operazione Verità a livello internazionale per sconfiggere la campagna di calunnie contro la nascente Rivoluzione Cubana in relazione ai processi e alle giustificazioni dei famigerati torturatori e assassini della dittatura di Batista. Secondo Fidel, era necessario contrastare le campagne che seminavano confusione dei nemici dei movimenti progressisti latinoamericani. Nacquero Prensa Latina e Radio Havana Cuba. Ora, come mai prima, è in atto un’offensiva mediatica che cerca di distorcere la verità e la grandezza della resistenza di Cuba. Per screditare la rivoluzione, mentono, si oppongono all’umanesimo dei suoi progetti, cercano di rendere invisibili le sue conquiste, sottolineano le sue debolezze, tacciono e nascondono le sue imprese. In assenza di argomenti, manipolano, violano, puniscono.

Per questo motivo, cercano di influenzare le persone con menzogne sui medici cubani, sulla nostra collaborazione internazionale, di demonizzare tutti coloro che osano ammirarci per il nostro lavoro sociale e umanitario. Per un artista cubano oggi, che vive nel suo paese, che sia un attore o un musicista, questa macchina del terrore comincia a manifestarsi con l’azione di un insieme di pagine web che fanno parte del sistema mediatico di Internet, finanziato dal fondo milionario che il governo degli Stati Uniti stanzia ogni anno per la sovversione a Cuba. I suoi editori, mercenari cubani dediti a quest’opera, monitorano le pagine Facebook di praticamente tutti gli artisti cubani popolari, alla ricerca di qualsiasi pubblicazione che possa essere loro utile.

Ricordiamo che, secondo gli esperti del settore, la guerra mediatica è un processo sovversivo di comunicazione sociale attraverso il quale uno Stato, istituzione, gruppo, classe sociale o persona agisce per influenzare gusti, sentimenti, emozioni e coscienza politica con lo scopo di cambiare il comportamento nell’interesse degli obiettivi dell’esecutore. Copre le diverse forme di consapevolezza sociale, tra le quali spiccano: filosofia, arte, consapevolezza giuridica, concezione etica, scientifica e politica e ideologia religiosa, nonché psicologia sociale.

Ora, quali sono le caratteristiche della guerra mediatica degli Stati Uniti contro Cuba? Le azioni sono promosse in modo pianificato e coordinato dalla comunità di intelligence degli Stati Uniti; si fa un uso intensivo e ampio delle scienze sociali; si utilizzano i mezzi di comunicazione in modo razionale e operativo; e la partecipazione attiva di centri di pensiero dedicati agli studi politici e sociali.

La struttura della guerra mediatica contro Cuba è basata sul Consiglio di Sicurezza Nazionale, che dirige questa politica a tutti i livelli; sui Gruppi e Centri di studio cubani legati ai Servizi speciali degli Stati Uniti e sui Gruppi di studio cubani della CIA, che propongono le politiche da seguire; sulla United States Information Agency (USIA), che ha come obiettivi strategici settori o gruppi sociali a Cuba, per la quale opera la sovversiva Radio Martí; e sull’intero sistema dei media del governo degli Stati Uniti.

Il principale strumento della guerra mediatica è l’Agenzia di informazione degli Stati Uniti, che durante la Guerra Fredda ha svolto un ruolo importante nell’aggressione contro l’Unione Sovietica e altri paesi socialisti dell’Europa orientale. Costituisce l’apparato di propaganda ufficiale del governo degli Stati Uniti attraverso il quale si esprimono per il mondo intero le linee guida approvate dall’Esecutivo e dal Consiglio di Sicurezza Nazionale.

Allo stesso modo, l’Internet Operational Group for Subversion a Cuba gestisce un programma creato dal governo degli Stati Uniti per sovvertire l’ordine interno nel paese, seguendo le linee guida del presidente Donald Trump illustrate nel suo memorandum presidenziale del 16 giugno 2017.

Parte della tattica è la cosiddetta “stampa indipendente”, formata, addestrata e pagata negli Stati Uniti, con borse di studio e viaggi per giovani giornalisti con obiettivi seducenti, strategie avanzate di gestione dei social media, pagamenti generosi ai cyber mercenari e molestie incessanti a coloro che difendono il Rivoluzione. Ogni Piano d’azione segreto sviluppato dai governi degli Stati Uniti contro l’isola insubordinata da 60 anni, genera un’attività mediatica ben pagata.

Una variante ampiamente utilizzata è la notizia “spazzatura o inganno” per intrattenere grandi masse con questioni banali, e quindi non affrontare i gravissimi problemi dell’umanità causati proprio dal grande capitale di quel mondo che definiscono sviluppato, in modo che non si capiscano le cause dei suoi grandi e gravi mali.

Per contrastare queste azioni, Fernando Buen Abad, specialista in filosofia dell’immagine, comunicazione e critica culturale, coordina il progetto promosso da un gruppo di accademici, scienziati e attivisti di diversi fronti sociali. Partecipano all’iniziativa – secondo Buen Abad – ricercatori come il primo vicepresidente dell’Unione dei giornalisti cubani, Rosa Miriam Elizalde, l’accademico ecuadoriano René Ramírez Gallegos, il cileno Pedro Santander, il brasiliano Leonardo Magalhães e l’argentino Lucas Villasenín, tra gli altri compagni.

Buen Abad specifica che non esiste una fonte di informazione che non debba essere vagliata con occhio critico: “È necessario promuovere una catena di pensiero critico affrancato dalla colonizzazione e guidato dai popoli e mettere all’ordine del giorno di tutte le lotte la minaccia che costituiscono le menzogne informative o ‘fake news ‘. L’America Latina è molto lenta anche nella produzione di leggi, codici e regolamenti che rendano socialmente possibile mettere freni, vaccini, scudi per i popoli ”.

“Smentire le false informazioni, con la verità come orizzonte” è lo scopo che sostiene Red Verdad, poiché noi siamo abituati a vivere in una sorta di paesaggio di menzogne su un ampio e complesso spettro di problemi sociali, umanistici e psicologici. È possibile accedere ai contenuti di Red Verdad su Twitter @laredverdad, Instagram @ laredverdad, Youtube @redverdad e Facebook @redverdad.

I social network sono un campo di battaglia in questi tempi di globalizzazione e Internet, il cui uso diffuso ha portato ad una crescita esponenziale del volume e del flusso di informazioni. Secondo il Digital News Report 2019, il numero di persone che utilizzano i social media per il consumo di notizie è cresciuto tra il 2018 e il 2019; oltre la metà della popolazione mondiale (54%) utilizza Facebook, WhatsApp, YouTube e Instagram per rimanere informata.

Nonostante questa preziosa iniziativa della creazione di Red Verdad, per affrontare la guerra mediatica sui social network contro l’opera della Rivoluzione Cubana, è essenziale che tutti i rivoluzionari diano una risposta tempestiva, intelligente e oggettiva per smascherare i controrivoluzionari di ogni tipo e gli pseudo-intellettuali che cercano di denigrare Cuba e si uniscono alle campagne di disinformazione e fake news dei centri di potere e dei “serbatoi di pensiero” dell’imperialismo e dei suoi lacchè.

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