Il Presidente Díaz-Canel ha conversato con donne di un’infinità di professioni, in un incontro emozionante e anche critico su quanto resta da fare in materia d’uguaglianza di genere
Leticia Martínez Hernández
Lizette ha anche parlato al presidente della necessità d’utilizzare il linguaggio di genere dagli spazi delle decisioni e nei media di comunicazione.
Con meno anni sulle sue spalle, Laura Rodríguez, studentessa della Cujae, ha raccontato le sue esperienze recenti nei quartieri de l’Avana come parte della trasformazione che vi è iniziata e dove ha potuto relazionarsi con madri adolescenti e altre che non hanno nessuno a cui lasciare i figli per poter lavorare, famiglie numerose, persone con svantaggi economici.
Si deve far atterrare, ha detto, il Programma Nazionale per la Crescita delle donne cubane in queste comunità.
Díaz-Canel si è riferito anche al riscatto dei programmi sociali che abbiamo avuto in altri momenti, con altre dimensioni; tornare al lavoro con le famiglie che hanno crepe di formazione, che sono svantaggiate economicamente e socialmente, con un ragionamento intelligente e che mobiliti.
Che non ci siano nessun bambino e nessun giovane svincolati dalla scuola o dal lavoro, allontanarli da situazioni che li possono portare su una cattiva strada.
Il Capo di Stato ha indicato d’articolare il lavoro comunitario, riportare alla contemporaneità molte delle esperienze poste in pratica da Vilma e anche dal Comandante con la Battaglia delle Idee, in maniera rinnovata, per trasformare i problemi che si sono accumulati ed evitare che si ripetano.
Dalle scienze ha apportato le sue esperienze Dagmar García, una delle creatrici del vaccino Soberana, e ha sostenuto che le donne nel suo settore sono ben posizionate: superano il 62 % della sua forza. E i limiti?
Certo che ci sono, ha precisato, e ha citato l’accesso agli asili per le madri lavoratrici, che a volte ritarda, e la cura degli adulti anziani che ricade su molte donne scienziate in piena attività lavorativa.
Malú Cano Valladares, coordinatrice nazionale della Rete delle Persone Trans, Coppie e Famiglie, ha raccontato che 20 anni fa il Minsap e il Cenesex le apersero le porte per l’attivismo dei diritti sessuali e la salute. Stare qui, ha analizzato, è una mostra di un riconoscimento per noi.
Malú ha proposto al Presidente un incontro particolare con la rete che coordina, per parlare dei problemi delle nostre famiglie, dell’ educazione e di altri temi che ci danneggiano, ha detto.
«Ci rivedremo», ha risposto il Presidente, e le ha commentato il nuovo Codice delle Famiglie, più inclusivo, avanzato, moderno, dove si riconosce la diversità di Cuba.
Varie federate hanno sottolineato l’urgenza di non tacere la verità della Rivoluzione nelle reti sociali, il ruolo preventivo della Polizia Nazionale Rivoluzionaria, l’educazione nei valori, la necessità di riconoscere l’eterogeneità di Cuba, i progetti per la produzione di alimenti guidati da donne, e l’approfondimento degli spazi per parlare in una Rivoluzione che è stata costruita sulla base del dialogo.
Teresa de Jesús Fernández, filologa e coordinatrice nazionale della Rete delle Donne Lesbiche e Bisessuali, che ha parlato di decenza, di formare essere umani buoni, che i bambini crescano senza pregiudizi, perché se c’è qualcosa che attenta la dignità sono precisamente i pregiudizi.
Si tratta, ha precisato, di creare una società per tutti con giustizia umanista.
Sono state con il Presidente, provenienti del consiglio popolare Colón, in Centro Habana, e da La Güinera, in Arroyo Naranjo, Pilar e Ileana, donne con storie di vita sorprendenti, nate nel loro andare per i loro quartieri. Tutte e due hanno parlato dell’impronta di Fidel , della continuità che riconoscono in Díaz-Canel, e delle sfide nelle comunità dove militano.
Pilar ha detto che si deve mettere il cuore nelle cose, che si deve lavorare ogni giorno dalla mattina presto. E questa guerriera si alza alla quattro di mattina impugnando già la vita.
Per Ileana, che ha vissuto e soffre ancora per i disturbi del 12 luglio nel suo quartiere, ora si tratta di sommare, non di fermarsi.
Nella mia comunità vivono persone meravigliose, ha chiarito, come volendo cancellare in un solo colpo l’immagine che hanno dato quel fatidico lunedì del suo luogo favorito: La Güinera.