Il Venezuela non è solo (II parte)

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Cinismo Imperiale

calloniBisogna essere un cinico perverso per chiamare queste guerre coloniali “sforzi umanitari” o “democratizzatori” seminando di mercenari e fascisti i territori invasi dove si continua ad uccidere, come uccidono in Honduras e Paraguay.


calderonE il caso del Messico? Oltre 100000 morti e circa 40000 dispersi (più di 80000 se si contano gli immigrati centroamericani che sono stati assassinati nello stesso periodo 2006-2012) durante la “guerra contro il narcotraffico” che diresse Washington in territorio Messico, coinvolgendo le forze armate, la giustizia di questo paese e con il consenso e la complicità del governo di Felipe Calderón (2006-2012).

Quella guerra di contro-insurrezionale mascherata da anti-desanarcotraffico trasformò l’intera popolazione nel “nemico interno”, che naturalmente minacciava la sicurezza USA. Gli assassini di massa delle popolazioni hanno la loro continuità nel recente rapimento e scomparsa di 43 studenti di magistero contadini per mano polizia e vigilantes in quello che chiamano “morti della criminalità organizzata” quando sanno benissimo che è la vecchia contro-insurrezione e la politica estera colonialista degli USA contro i popoli del mondo.

E’ lo stesso scenario contro-insurrezionale che propone Obama prendendo misure che invia al Congresso, come se il Venezuela fosse parte del suo territorio, senza dimenticare la famosa Legge per la Difesa dei Diritti Umani e della Società Civile in quel paese proposta dal democratico Robert Menendez ( giudicato in questi giorni per crimini inqualificabili) insieme a congressisti repubblicani che sostengono non solo la sostenuta guerra terroristica contro Cuba, ma contro il mondo, come Marco Rubio e Ileana Ross-Lehtinen.

Un decreto come quello emesso da Obama contro il Venezuela, lo scorso 9 marzo, è quello che si utilizzò per agire nei paesi invasi, ordini esecutivi, per sostenere gli eserciti mercenari creati all’interno di un’Organizzazione come quella del Nord Atlantico (NATO) che dalle sue origini – come è stato dimostrato in Europa – utilizza il terrorismo contro i popoli.

Ci sarebbe molto da dire, ma basta solo capire che in un decreto dove si parla del Venezuela come “una minaccia imminente alla sicurezza degli Stati Uniti”, Obama sta creando un “nemico Invisibile” uno “stato canaglia” una “minaccia” che deve spaventare il popolo USA, così tanto per accompagnarlo passivamente in una nuova avventura della sua guerra contro il mondo, sostenuta dalla guerra psicologica, che portano avanti le equipe militarizzate e contro-inserruzionali dei mezzi di comunicazione di massa.

Anche se bisogna dire che si usa un nuovo schema; il golpismo simultaneo, come la “primavera brasiliana”, che non è altro che golpe nascosto e non tanto o l’armato in Argentina, contando con una buona parte della vecchia e obsoleta struttura giudiziale che mai si democratizzò.

Perché ora e anche se sanno che il 90% dei venezuelani non vogliono un golpe né un’invasione? Perché sanno anche che l’opposizione non ha possibilità certe elettorali.

L’azionare contro-insurrezionale vecchio stile, impone oggi assedi militari e l’uso delle frontiere, come quelle del Venezuela con la Colombia, dove vi sono le nove basi militari e le forze speciali USA, le stesse utilizzate in Medio Oriente, Asia, Europa, per creare “eventi” di terrorismo e altre situazioni che possano portare ad un intervento in nome “della democrazia”, ​​dei “diritti umani”, come se fossero possibili le invasioni “umanitarie” o democratiche.

Anche se nulla è la stesso, è possibile generare – come già lo hanno tentato – se non possono piegare il Venezuela per altra via, un conflitto in apparenza civile come quello del gruppo di studenti, nel 2014, come un cavallo di Troia da cui emergono mercenari, paramilitari di cui la Colombia ha un’enorme e tragica riserva dirette dalle famose “forze speciali” con rango militare del Pentagono USA.

vallen_reagan_contra_terrorSimile al ruolo che fecero giocare in Honduras contro il Nicaragua negli anni ’80, con i mercenari della “contra”-rivoluzione chiamati dall’ex presidente Ronald Reagan  “combattenti per la libertà”.

E per questo, anche, è stato minaccioso l’invio di quasi quattromila soldati USA in Perù, dove ci sono basi e truppe per agire come “forze di intervento rapido” contro qualunque dei nostri paesi.

Tenaglie ed assedi che si vanno tendendo. Solo che non hanno ancora potuto misurare gli effetti di questi nuovi tempi nella regione, gli stessi che fino ad ora sono riusciti a far fallire gli innumerevoli tentativi di golpe in ciascuno dei nostri paesi e nonostante l’intensità della guerra psicologica, che ci ha posto più di una volta sull’orlo di una “guerra civile”. Questa è la più alta aspirazione degli USA per giustificare un intervento diretto.

Oggi 16 marzo la regione è passata all’offensiva, con un’altra realtà. Ha cessato di essere un’ “idea cospirativa” la possibilità di un intervento aperto, montata su invasione silenziosa di tutti questi anni, attraverso la sua ragnatela di Fondazioni, ONG e istituzioni militari. E’ una possibilità, ma dovranno valutare attentamente le conseguenze perché stanno entrando in terreni paludosi dove possono affondare i loro sogni di ricolonizzare il “cortile di casa” e impantanarsi l’impunità con cui, fino ad ora, hanno agito con una ONU (Nazioni Unite) pietrificata e una OSA (Organizzazione degli Stati Americani), che è poco meno di un simbolo coloniale del passato.

link I parte

Cinismo imperial

Hay que ser un cínico perverso para llamar a esas guerras coloniales “esfuerzos humanitarios” o “democratizadores”, sembrando de mercenarios y fascistas los territorios invadidos donde se sigue matando, como matan en Honduras y en Paraguay.

¿Y el caso México? Más de cien mil muertos y unos 40 mil desaparecidos (más de 80 mil si se cuentan los inmigrantes centroamericanos que fueron asesinados en ese mismo período, 2006-2012), durante la •”guerra contra el narcotráfico” que dirigió Washington en territorio mexicano, involucrando a las fuerzas armadas, a la justicia de ese país y con la anuencia y complicidad del gobierno de Felipe Calderón(2006-2012).

Esa guerra contrainsurgente disfrazada de antinarcotráfico transformó a toda la población en el “enemigo interno” que por supuesto amenazaba la seguridad estadounidense. Los asesinatos masivos de poblaciones tiene su continuidad en el reciente secuestro y desaparición de 43 estudiantes normalistas campesinos en manos policiales y parapoliciales en lo que llaman “muertes del crimen organizado” cuando saben perfectamente que se trata de la vieja contrainsurgencia y la política exterior colonialista de Estados Unidos contra los pueblos del mundo.

Es la misma escenografía contrainsurgente que propone Obama tomando medidas que envía al Congreso, como si Venezuela fuera parte de su territorio, No olvidar la famosa Ley para la Defensa de los Derechos Humanos y Sociedad Civil en ese país propuesta por el demócrata Robert Menéndez, (juzgado en estos días por delitos incalificables) junto con los congresistas republicanos que apoyan ya no sólo la sostenida guerra terrorista contra Cuba, sino contra el mundo, como son Marco Rubio e Ileana Ross-Lehtinen.

Decreto como el que dictó Obama contra Venezuela el pasado 9 de marzo es lo que se utilizó para actuar en los países invadidos, órdenes ejecutivas, para apoyar a los ejércitos mercenarios creados en el seno de una Organización como la del Atlántico Norte(OTAN) que desde sus orígenes- como ha sido demostrado en Europa- utilizó el terrorismo contra los pueblos.

Habría mucho qué decir, pero basta entender que en un decreto donde se habla de Venezuela como “ un riesgo inminente para la seguridad estadounidense”, Obama está creando un “enemigo Invisible” un “estado canalla” una “amenaza” que debe asustar al pueblo de EE.UU, tanto como para acompañarlo pasivamente en otra nueva aventura de su guerra contra el mundo, sostenida por la guerra sicológica, que llevan adelante los equipos militarizados y contrainsurgentes de los medios masivos de comunicación.

Aunque hay que decir que estrena un nuevo esquema; el golpismo simultáneo, como la “primavera brasileña”, que no es sino golpismo encubierto y no tanto, o el armado en Argentina, contando con una buena parte de la vieja y caduca estructrura judicial que nunca se democratizó.

¿Porqué ahora y a pesar de que saben que el 90 por ciento de los venezolanos no quieren un golpe ni una invasión?. Porque saben también que la oposición no tiene posibilidades ciertas electorales.

El accionar contrainsurgente de viejo cuño, impone hoy cercos militares y el uso de las fronteras como las de Venezuela con Colombia donde están las nueve bases militares y las tropas especiales de EE:UU , las mismas que se usan en Medio Oriente, en Asia, en Europa, para crear “acontecimientos” terrorismo y otras situaciones, que pueden llevar a una intervención en nombre “de la democracia”, los “derechos humanos” como si fueran posible las invasiones “humanitarias” o democráticas.

Aunque nada es lo mismo, es posible generar-como ya lo han intentado- si no pueden doblar a Venezuela por otras vías, un conflicto con apariencia civil como el del grupo de estudiantes de 2014 como un caballo de Troya desde donde emergen mercenarios, paramilitares de los que Colombia tiene una enorme y trágica reserva dirigidos por las famosas “fuerzas especiales” con rango militar del Pentágono estadounidense.

Similar al papel que hicieron jugar a Honduras contra Nicaragua en los años 80, con los mercenarios de la “contra”-revolución llamados por el ex presidente Ronald Reagan “los combatientes de la libertad”.

Y por eso también ha sido amenazante el envío de casi cuatro mil soldaods de Estados Unidos a Perú, donde hay bases y tropas para actuar como “fuerzas de despliegue rápido” contra cualquiera de nuestros países.

Tenazas y cercos que se van tendiendo. Sólo que no han podido medir aún los efectos de estos nuevos tiempos en la región, los mismos que hasta ahora han logrado hacerles fracasar los incontables intentos de golpes en cada uno de nuestros países y a pesar de la intensidad de la guerra psicológica, que nos ha puesto más de una vez al borde de una “guerra civil”. Esta es la mayor aspiración de EE.UU para justificar una intervención directa.

Hoy 16 de marzo la región ha pasado a la ofensiva, con otra realidad. Ha dejado de ser una ”idea conspirativa” la posibilidad de una intervención abierta, montada en la invasión silenciosa de todos estos años, en su red de arañas de Fundaciones, ONGs y establecimientos militares. Es una posibilidad, pero deberán medir cuidadosamente las consecuencias porque están entrando en terrenos cenagosos donde pueden hundirse sus sueños de recolonizar el “patio trasero” y empantanarse la impunidad con que hasta ahora han actuado, con una ONU(Naciones Unidas) petrificada y una OEA(Organización de Estados Americanos) que es algo menos que un símbolo colonial del pasado.
 

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