La patria fondata da Ho Chi Minh

È impossibile celebrare una qualsiasi vittoria del popolo vietnamita senza tenere conto gli insegnamenti di Ho Chi Minh, che, generazione dopo generazione, riguardano le azioni materiali e il cuore del suo popolo

Marta Rojas http://it.granma.cu

/Niente è difficile, solo c’è un ostacolo / ed è che il cuore non possa perseverare. / Gli uomini fermi e risoluti riescono / a riempire i mari, a spianare le montagne/.

Ho chi Minh

Il leader vietnamita scrisse questi versi dieci anni prima della vittoria definitiva del Vietnam (nel 1975), dopo molto tempo di guerra e infortuni, ed anche dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e la proclamazione della Repubblica.

Allora, anche dopo la vittoria, si tessevano altri episodi sanguinosi di fronte a un nemico superiore. In quella lunga e cruenta battaglia nella quale la fame decimava i suoi compatrioti, Ho Chi Minh continuò a formare leaders e a creare combattenti per i quali il senso di queste rime ha avuto ancora più vigenza, sino al 1975 quando – lui era già morto – le armi rivoluzionarie vinsero l’invasore.

Saigon è caduta! fu il titolo della stampa nell’universo.

L’ indipendenza e la riunificazione del Vietnam, diviso in Nord e Sud, fece valere quei versi sostenuti e ingranditi dal popolo rivoluzionario di quel paese, fisicamente tanto lontano dal continente americano.

Celebriamo la fondazione della Repubblica, il cui ricordo porta ai più giovani, grazie alla memoria grafica, un’immagine molto più vicina di quella della Piazza Ba Dinh, dove si proclamò. È l’immagine degliaggressori yanquee attaccati ai pattini degli elicottero per fuggire da Saigon di fornte alla vittoria di chi sna armi né tradizionali né sofisticate lottaron per vincerli perchè «Niente è difficile, solo c’è un ostacolo, ed è che il cuore non possa perseverare…».

Impossibile celebrare la vittoria del popolo vietnamita senza tenere da conto gli insegnamenti di Ho Chi Minh, del leader, che disse ai quadri del Partito e del popolo dopo la proclamazione della Repubblica, sconfitto il colonialismo: «…E ora faccio alcune raccomandazioni: dovete avere una fiducia assoluta che con tutta sicurezza vinceremo e gli Stati Uniti saranno sconfitti. In questo momento se dubitiamo maggiormente tra la nave nemica grande e la nostra piccola nave, nel fatto che gli aerei del nemico sono tanti e i nostri pochi, che le nostre armi sono scarse: potremo vincere?

Questo dimostrerà che la decisione non è alta … In guerra si devono sopportare i sacrifici, le difficoltà e le penurie, con un grande cuore e lo spirito fermo. Vinceremo sicuramente e i nemici saranno sconfitti».

E disse anche a favore della vittoria definitiva: «…far sì che tutto il paese sia in un unico fervore di lotta contro i nordamericani per la salvezza nazionale, la fiducia nella vittoria completa».

Gli insegnamenti del patriota legano una generazione dopo l’altra nelle azioni materiali e nel cuore del suo popolo.

Le autorità cubane hanno salutato il Vietnam nel Giorno della sua Indipendenza

 

6 sett – Il Primo Segretario del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ha felicitato Nguyen Phu Trong, segretario generale del Partito Comunista del Vietnam, e il presidente della nazione, Nguyen Xuan Phuc, in occasione del 76º anniversario dell’indipendenza del fraterno paese.

Il messaggio ha risaltato «l’indiscutibile decisione di continuare a sviluppare gli storici vincoli d’amicizia e cooperazione tra i due paesi», ha citato  l’agenzia Prensa Latina.

Ugualmente, il primo ministro, Manuel Marrero, ha trasmesso  al capo del Governo vietnamita, Pham Minh Chinh, la volontà di continuare a sviluppare la  cooperazione bilaterale e multisettoriale, in funzione delle priorità e potenzialità esistenti nelle due nazioni.

Il ministro delle Relazioni Estere, Bruno Rodríguez Parrilla, ha inviato un messaggio di felicitazione al cancelliere vietnamita, Bui Thanh Son.

Il 2 settembre del 1945, il leader Ho Chi Minh rese pubblica la dichiarazione d’Indipendenza del Vietnam, in piazza Ba Dinh, nella capitale, in una cerimonia che pose fine al colonialismo francese.

 

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