Gli attivi venezuelani nel fuoco incrociato corporativo: il caso Crystallex

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Lo scorso 9 aprile, la transnazionale mineraria canadese Crystallex International Corporation ha presentato una richiesta all’Office of Foreign Assets Control (OFAC) per ottenere una licenza che consenta la vendita giudiziaria di azioni della Citgo Petroleum Corporation, di proprietà dello Stato venezuelano.

Si ricorda che, nel gennaio 2021, il giudice USA Leonard Stark, ascritto ad un tribunale dello stato del Delaware, negli USA, ha autorizzato Crystallex a procedere alla vendita di azioni della società della citata controllata di PDVSA, per far valere a propria favore un’aggiudicazione di 1,2 miliardi di dollari, nell’ambito della nazionalizzazione, di più di un decennio fa, di un giacimento aurifero operato dalla compagnia mineraria canadese in Venezuela.

LA LETTERA DELL’OFAC

Il Dipartimento di Stato USA, dopo aver esaminato la richiesta di Crystallex, ha ritenuto che la richiesta di licenza dovesse essere respinta per qualche cambio nella politica estera con il Venezuela.

L’agenzia di notizie Reuters ha riferito, una settimana fa, di avere la lettera in questione e ha spiegato, senza mostrare la lettera, alcune considerazioni.

Tuttavia, Misión Verdad è riuscita ad avere accesso al documento del Dipartimento del Tesoro USA – CARTA OFAC CRYSTALLEX SEP 2021 – e di seguito mostriamo alcuni elementi chiave, facendo riserva che ogni punto descritto nella lettera ha una sfumatura di intromissione ed ingerenza del governo USA sugli attivi dello Stato venezuelano poiché sono le giustificazioni dell’OFAC respingendo le ragioni addotte da Crystallex:

  • Al di là di ogni legalità, per l’amministrazione USA il mandato della desueta Assemblea Nazionale (AN) finalizza nel gennaio 2022, ammettendo che la gestione parlamentare ha esteso – a loro avviso – il periodo di dodici mesi.
  • Aggiungono che gli USA valuteranno se la vendita delle azioni di PDV Holding è coerente con la politica estera USA, con l’evolversi della situazione in Venezuela, considerando che possa definirsi la questione delle azioni durante la prima metà del 2022, “come lo giustifichi il cambio di circostanze.”
  • La OFAC argomenta che la richiesta di licenza avanzata da Crystallex non si concentra su un accordo negoziato con il Governo del Venezuela, bensì si tratta di una vendita forzosa, il che implica considerazioni diverse nella politica applicata che indica la ristrutturazione o il rifinanziamento del debito.
  • La OFAC fa riferimento alla sua autorità discrezionale per emettere o ritenere licenze, poiché questa dipende dal governo USA di adattare le misure coercitive unilaterali all’evoluzione della politica estera e alle esigenze di ciò che loro suppongono come sicurezza nazionale.

Va notato che i membri del gruppuscolo di Juan Guaidó sono coloro che fungono come attori “legali” riconosciuti dall’amministrazione USA e le loro manovre in difesa dei beni sono state sia deliberate che deplorevoli.

In definitiva, l’espropriazione degli attivi dello Stato venezuelano rimane nelle mani dell’OFAC e, come prodotto del blocco economico, finanziario e commerciale che gli USA hanno imposto contro la legittima rappresentatività del Governo venezuelano, la capacità di azione è stata totalmente limitata.

PUNTO CRITICO

A questo punto della trama si può inferire che i domandanti di Citgo si aspettano di prendere gli attivi della società come parte del pagamento per richieste al Venezuela. Vale segnalare che Crystallex, insieme alla compagnia petrolifera USA ConocoPhillips, sono i principali attori nella dinamica dello smembramento di Citgo.

Non meno importante, si stima che il valore di Citgo si aggiri attualmente intorno ai 7,8 miliardi di dollari e che le cause intentate contro di essa raggiungano l’importo di 7 miliardi, secondo la società BancTrust & Co.

È importante notare che il Government Accountability Office (GAO) degli USA ha emesso l’avviso nel febbraio 2021 in merito alle raffinerie della costa del Golfo degli USA, poiché erano alla ricerca di fonti e tipi di greggio alternativi giacché queste raffinerie sono passate ad utilizzare fonti di greggio non venezuelano, ciò che ha ridotto i loro profitti.

Questo scenario si arma nel mezzo di dati deprimenti, pubblicati da Bloomberg nel 2020, dove Citgo ha registrato perdite milionarie nelle mani della pseudo giunta di Guaidó, registrando così una allarmante cifra di 667 milioni di dollari di perdita.

Per quanto riguarda il cambiamento della situazione politica, come menzionano, in relazione al dialogo in corso in Messico, può arrivare a tradursi in un “cambio di strategia” sulla impresa statale venezuelana, senza suggerire ulteriori dettagli nella lettera, ma facendo capolino l’imminente perdita dei beni in questione.

In questo senso, l’amministrazione USA ha mantenuto la narrativa sul “cambio di regime” in Venezuela come opzione abusiva per scambiare Citgo. Quindi quel cambio di strategia può essere diretto anche a un altro manuale di pressioni contro il Governo venezuelano per il prossimo anno.

Tuttavia, non si esclude di uscire per la tangente e impostare un controllo dei danni, trasferendo ogni responsabilità degli errori all’opposizione venezuelana.

Nonostante la negazione della licenza, la risposta dell’OFAC lascia ugualmente aperta la strada affinché la società mineraria canadese torni a presentare una domanda nei prossimi mesi.

Sebbene l’estensione delle manovre di espropriazione di questo attivo da parte del governo USA stia raggiungendo il punto critico di insostenibilità, resta sul tavolo l’opzione di mantenere le pressioni contro il governo venezuelano, poiché questo caso è soggetto alle istanze USA fuori dai propositi della sovranità venezuelana.

Sebbene sia paradossale, data la poca capacità di impegno degli USA, si spera che l’amministrazione di Joe Biden rispetti quanto concordato nei dialoghi messicani, in particolare per quanto riguarda gli attivi venezuelani.


LOS ACTIVOS VENEZOLANOS EN EL FUEGO CRUZADO CORPORATIVO: CASO CRYSTALLEX

 

El pasado 9 de abril la transnacional minera canadiense Crystallex International Corporation emitió una solitud a la Oficina de Control de Activos Extranjeros (OFAC, sus siglas en inglés) para obtener una licencia que permite la venta judicial de acciones de Citgo Petroleum Corporation, propiedad del Estado venezolano.

Se recuerda que en enero 2021 el juez estadounidense Leonard Stark, adscrito a un tribunal del estado de Delaware, en Estados Unidos, autorizó a Crystallex para seguir adelante con la venta de acciones de la empresa la referida filial de PDVSA para hacer cumplir a su favor una adjudicación de 1.2 mil millones de dólares, en el contexto de la nacionalización de hace más de una década de un yacimiento de oro operado por la minera canadiense en Venezuela.

LA CARTA DE LA OFAC

El Departamento de Estado de Estados Unidos, después de estudiar la petición de Crystallex, consideró que la solicitud de licencia debía ser denegada por algún cambio en la política exterior con Venezuela.

La agencia de noticias Reuters informó hace una semana que tuvieron la carta en cuestión y explicaron, sin mostrar la carta, algunas consideraciones.

No obstante, Misión Verdad logró tener acceso al documento del Departamento del Tesoro de Estados Unidos y a continuación desplegamos algunas claves, haciendo la salvedad de que cada punto descrito en la carta posee el tinte de intromisión e injerencia del gobierno estadounidense sobre los activos del Estado venezolano, pues son las justificaciones de la OFAC refutando las razones hechas por Crystallex:

Alejados de toda legalidad, para la administración estadounidense el mandato de la desusada Asamblea Nacional (AN) finaliza en enero de 2022, admitiendo que la gestión parlamentaria extendió -según ellos- el periodo por doce meses.

Agregan que Estados Unidos reevaluará si la venta de las acciones de PDV Holding es consistente con la política exterior de Estados Unidos, a medida que evolucione la situación en Venezuela, contando que pudiera definirse el asunto de las acciones durante la primera mitad de 2022, “según lo justifique el cambio de circunstancias”.

La OFAC argumenta que la solicitud de licencia hecha por Crystallex no se enfoca en un acuerdo negociado con el Gobierno de Venezuela, sino que se trata de una venta forzosa, lo que implica diferentes consideraciones en la política aplicada que indica la reestructuración o refinanciamiento de la deuda.

La OFAC hace referencia a su autoridad discrecional para emitir o retener licencias, ya que ésta depende del gobierno de los Estados Unidos de adaptar las medidas coercitivas unilaterales a la evolución de la política exterior y las necesidades de lo que ellos supongan como seguridad nacional.

Cabe destacar que el grupúsculo de Juan Guaidó son los que fungen como actores “legales” reconocidos por la administración estadounidense, y sus maniobras en la defensa de los activos ha sido tanto adrede como deplorables.

En definitiva, el despojo de los activos del Estado venezolano queda en manos de la OFAC, y como producto del bloqueo económico, financiero y comercial que Estados Unidos ha impuesto en contra de la representatividad legítima del Gobierno venezolano, la capacidad de acción ha estado totalmente limitada.

PUNTO CRÍTICO

En este punto de la trama se puede inferir que los demandantes de Citgo esperan tomar los activos de la compañía como parte de pago por reclamaciones a Venezuela. Vale señalar que Crystallex junto con la petrolera estadounidense ConocoPhillips son los principales demandantes en la dinámica de desmembramiento de Citgo.

No menos importante, se estima que el valor de Citgo en la actualidad ronda los 7 mil 800 millones de dólares y que demandas en su contra alcanzan un monto de 7 mil millones, según la firma BancTrust & Co.

Es importante señalar que la Oficina de Rendición de Cuentas del gobierno de los Estados Unidos (GAO, siglas en inglés) publicó el aviso en febrero 2021 sobre las refinerías de la Costa del Golfo estadounidense, puesto que han estado buscando fuentes y tipos de crudo alternativos, ya que estas refinerías han pasado a utilizar fuentes de crudo no venezolanas, lo que ha reducido sus ganancias.

Este escenario se arma en medio de unas cifras deprimentes, publicadas por Bloomberg en 2020, donde Citgo registró pérdidas millonarias en manos de la pseudo junta de Guaidó registrando así una alarmante cifra de 667 millones de dólares en merma.

En cuanto al cambio de situación de la política, como ellos mencionan, en relación al diálogo en marcha en México, puede llegar a traducirse en un “cambio de estrategia” sobre la estatal venezolana, sin sugerir más detalles en la carta, pero asomando la inminente pérdida de los activos en cuestión.

En este sentido, la administración estadounidense ha mantenido la narrativa sobre “el cambio de régimen” en Venezuela como la opción abusiva de canjear Citgo. Así que ese cambio de estrategia puede estar dirigido también a otro manual de presiones en contra del Gobierno venezolano para el próximo año.

Sin embargo, no se descarta la salida por la tangente y montar un control de daños, trasladando toda responsabilidad a los errores a la oposición venezolana.

A pesar de la negación de la licencia, la respuesta de la OFAC deja igualmente el camino abierto para que la compañía minera canadiense vuelva a presentar una solicitud en los próximos meses.

Si bien el alargue a la maniobras de despojo de este activo por parte del gobierno estadounidense está llegando al nodo crítico de insostenibilidad, continúa sobre la mesa la opción de mantener las presiones en contra del gobierno venezolano, ya que este caso está sometido a las instancias estadounidenses fuera de propósitos de la soberanía venezolana.

Aunque sea paradójico, por tratarse de la poca capacidad de compromiso estadounidense, se espera que la administración de Joe Biden respete lo acordado en los diálogos de México, especialmente lo referente a los activos venezolanos

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