CELAC: un passo significativo verso l’inevitabile sostituzione dell’OSA

Arnold August, Orinoco Tribune 23 settembre 2021

In vista del 6° Vertice della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CLACS, o CELAC), ospitato dal Messico il 18 settembre nella capitale, con 31 Stati partecipanti, c’era grande attesa per una drammatica dichiarazione sull’opportunità o meno di sostituire di fatto l’OSA (Organizzazione degli Stati Americani) a Washington.

Questa prospettiva è nata a causa delle osservazioni dei leader politici precedenti il vertice. Fortunatamente, però, questo drammatico cambiamento non ha avuto luogo. Questa saggia decisione si basava su lungimiranza e acume politico che molti leader latinoamericani hanno sviluppato non solo negli ultimi decenni dopo le rivoluzioni cubana e bolivariana, ma anche in due secoli, da quando Bolívar iniziò la lotta per la liberazione dal colonialismo spagnolo e integrare la regione. Il Presidente Nicolás Maduro dava il tono evocando, tra gli altri punti, la strada per la costruzione del CLACS e il ruolo di Chávez e del Venezuela basato sull’eredità di Bolívar. Ciò meritava un tweet secondo cui Chávez fu effettivamente presente al vertice: “Guardando TeleSur, ispiratovi, Chávez è al vertice”.

Prima di presentare il punto di vista sul processo CLACS per consolidare ulteriormente l’integrazione, con la fortuna che l’ordine alfabetico pone il Venezuela come ultimo capo di Stato a parlare, Maduro sfidava due presidenti che lo avevano preceduto affermando false accuse di antidemocratico e dell’OSA indispensabile, e quindi non in contraddizione con la CLACS. Su quest’ultimo caso OAS-CLACS, la confutazione del capo di Stato venezuelano, la cui sola presenza era una clamorosa sconfitta del Nord composto da Stati Uniti e Canada e loro pochi alleati latinoamericani che cercarono di rovesciarlo e ostracizzarlo nella comunità internazionale, affermava con enfasi che c’è davvero contraddizione tra OSA e CLACS, una contraddizione che risale peraltro al XIX secolo come monroismo contro bolivarianesimo.Maduro ha proposto, tra gli altri suggerimenti, “la costituzione di un Segretariato Generale CLACS con poteri sufficienti a prendere le redini della costruzione di quello che è il sogno dell’integrazione latinoamericana e caraibica”, nell’ambito della “nuova istituzionalizzazione” del CLACS. In effetti, il 18 settembre non erano ancora mature le condizioni per una sostituzione di fatto dell’OAS da parte del CLACS. Se questo passo fosse stato fatto prematuramente, si sarebbe ritorto contro. In primo luogo, era chiaro dalle dichiarazioni di molti rappresentanti dei governi anti-OSA che la pandemia è una delle principali preoccupazioni; quindi, un dibattito prematuro e le inevitabili contraddizioni derivanti dal passaggio tettonico dall’OSA al CLACS sminuirebbero la lotta alla pandemia.

In secondo luogo, un’altra preoccupazione immediata espressa in Messico, in particolare dalle piccole nazioni insulari dei Caraibi, è il cambiamento climatico, sfida diretta all’esistenza di queste popolazioni vulnerabili. In tale contesto, una priorità attuale sarebbe la politica dei paesi dell’America Latina e dei Caraibi verso la prossima conferenza internazionale sui cambiamenti climatici (COPS26), che si terrà dal 31 ottobre al 12 novembre 2021 a Glasgow, in Scozia. Terzo, ulteriori spostamenti politici a sinistra nella regione nel prossimo anno aiuteranno notevolmente la composizione del CLACS nell’obiettivo di sostituire l’OSA. Lo scenario più ovvio sono le elezioni presidenziali brasiliane dell’ottobre 2022. Il Brasile si ritirò dal CLACS sotto il governo di estrema destra Bolsonaro e quindi non era presente in Messico. Luis da Silva, uno dei precursori del CLACS, è in vantaggio nei sondaggi per le elezioni del 2022. Inoltre, la Colombia (che ha boicottato il Vertice del Messico per protestare contro il governo Maduro e leccare gli stivali di Washington) va alle urne il 29 maggio 2022, per il primo turno, dove Gustavo Petro di sinistra è in questo momento in vantaggio. Il Cile vota per un nuovo presidente il 21 novembre 2021, con la possibilità di una coalizione di sinistra che sostituisca il pinochettista Sebastián Piñera. Infatti, deve trovarsi in una posizione relativamente debole, poiché il suo rappresentante in Messico non osò criticare Maduro né l’obiettivo del CLACS di sostituire infine l’OSA. Questo sarà un buon segno per l’esito delle elezioni cilene.

Pertanto, l’orientamento a combinare l’istituzionalizzazione graduale del CLACS mentre attende pazientemente ulteriori cambiamenti a sinistra nel panorama politico della regione, in modo da massimizzare l’isolamento degli inevitabili satelliti statunitensi (come, questa volta, Paraguay e Uruguay) è lungimirante e saggio. Sì, è urgente sostituire l’OSA col CLACS. Forse nessuno al di fuori della regione, come la sinistra antimperialista di Stati Uniti e Canada, sente questa pressante richiesta come risultato, ad esempio, del ruolo guida del governo canadese in alleanza cogli Stati Uniti nel promuovere un violento cambio di regime contro il costituzionalmente eletto Presidente Maduro. Sarebbe meglio per il governo canadese invertire la rotta filo-USA, che ha contribuito alla sua umiliante sconfitta al seggio al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel giugno 2020, e rispondere invece favorevolmente al suggerimento di alcuni capi di Stato e di governo in Messico di stringere un’alleanza con CLACS basata sul rispetto reciproco.

La sostituzione dell’OSA col CLACS è inevitabile. Quando? Non sappiamo. Tuttavia, le giuste cause trionfano sempre, soprattutto se volute da un’intera regione. Guardate l’esempio di Cuba. Una volta espulsa dall’OSA, è ora al centro dell’integrazione regionale al punto che persino i nemici mortali della Rivoluzione cubana dovevano firmare un accordo in Messico che invitava gli USA a revocare il blocco criminale e genocida contro Cuba. Inoltre, in Messico, il presidente cubano Miguel Díaz-Canel metteva ko il rappresentante uruguaiano che espresse provocatoriamente sostegno al cambio di regime a Cuba. Insultò Cuba, poi Díaz-Canel rispose con fermezza, seguito dalla piagnucolosa “confutazione” uruguaiana; il presidente cubano poi sferrò il colpo di grazia. La difesa dignitosa di Cuba da parte del suo presidente. Così, in quel giorno memorabile in Messico, gli spettri di Hugo Chávez e di Fidel Castro tornavano a perseguitare Stati Uniti e alleati. L’eventuale ripristino del CLACS sulla tomba dell’OSA significherà un importante cambiamento non solo nella geopolitica regionale ma anche globale. Entra la Cina. Nel luglio 2014, i leader regionali e la Cina dichiaravano l’istituzione del Forum Cina – CLACS. Su invito della presidenza di turno del CLACS, il Presidente Xi Jinping si rivolse al vertice del CLACS in Messico in videoconferenza con sottotitoli in spagnolo e inglese. Disse che l’accordo apriva una nuova strada alla cooperazione tra Cina, America Latina e Caraibi. La sua nascita 10 anni fu una pietra miliare nel processo di integrazione dell’area, perché avvenuta tra gli sforzi dei Paesi per preservare l’indipendenza e auto-rafforzamento. Affermò che la Cina attribuisce grande importanza al rafforzamento delle relazioni coll’organizzazione e la sostiene nel promuovere maggiore cooperazione tra i suoi membri nella ricerca di soluzioni per affrontare le sfide comuni. Pertanto, l’eventuale sostituzione dell’OSA col CLACS rappresenterà un enorme cambiamento geopolitico planetario. Contribuirà ulteriormente alla ricerca del multipolarismo mondiale contro l’infinito obiettivo al dominio dell’occidente guidato dagli Stati Uniti sul sud globale.

Traduzione di Alessandro Lattanzio
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