La CIA ripete la sua storia contro Cuba

Arthur González https://heraldocubano.wordpress.com

Nonostante tanti fallimenti subiti in 62 anni, la CIA e il governo USA insistono per rovesciare il socialismo a Cuba e per questo ripetono vecchi piani, come se i cubani fossero stupidi, smemorati e inesperti.

È vero che c’è una nuova generazione di dirigenti sull’isola, ma tutti sono cresciuti sotto l’educazione storica delle azioni yankee per distruggere la Rivoluzione, compresi i piani del terrorismo di stato, la sovversione politica e le operazioni segrete per assassinare Fidel Castro, qualcosa che sembra gli attuali funzionari della CIA non tengano conto ed è per questo che le loro azioni si falliscono.

Il 18 gennaio 1962, il presidente J.F. Kennedy, amareggiato dall’inganno della CIA nell’invasione della Baia dei Porci, rivelò al fratello Robert Kennedy, Procuratore Generale: “L’ultimo capitolo su Cuba non è ancora stato scritto, bisogna farlo e sarà fatto”.

Tale decisione fu comunicata al nuovo direttore della CIA, con la seguente segnalazione: “Una soluzione al problema cubano costituisce, attualmente, un’alta priorità del governo USA, tutto il resto è secondario e non verranno risparmiati tempo, denaro, sforzi o risorse umane”.

Nulla è cambiato, sembra detta ieri, quindi si logorano nei loro desideri e con la provocazione ideata per il 15 novembre 2021, con una presunta marcia generata dagli USA, utilizzando l’immagine del drammaturgo Yúnior García e del terrorista Orlando Gutiérrez Boronat.

Un semplice ripasso di vecchi piani segreti della CIA, come quello approvato nel gennaio 1962, permette di verificare la somiglianza degli obiettivi che si pretendono raggiungere con la strombazzata marcia, poiché nel noto Progetto Cuba o Operazione Mangusta, si afferma:

“L’obiettivo degli USA è aiutare i cubani a rovesciare il regime comunista a Cuba e instaurare un nuovo governo con il quale gli USA possano vivere in pace”.

“Per ottenerlo, l’operazione mirerà a provocare una ribellione del popolo cubano. Questa sollevazione rovescerà il regime comunista e instaurerà un nuovo governo con il quale gli USA possano vivere in pace. La sollevazione ha bisogno di un movimento di azione politica fortemente motivato e radicato a Cuba, capace di generare la ribellione, d’indirizzarla verso l’obiettivo perseguito e di sfruttare il suo momento climax”.

“La fase di preparazione deve culminare in un’organizzazione di azione politica situata in luoghi chiave a Cuba, che disponga di propri mezzi di comunicazione interna, di una propria voce per le operazioni psicologiche e di una propria arma d’azione. Questa deve avere il sostegno della maggioranza del popolo cubano e questo fatto lo farà conoscere al mondo.

“Il climax della rivolta verrà dalla reazione rabbiosa del popolo ad un atto governativo (prodotto da un incidente), o da un crollo della direzione politica del regime, o anche da entrambi. Scatenare ciò deve costituire un obiettivo primario del progetto. Il movimento popolare approfitterà del momento climax per avviare un’aperta sollevazione”.

Se esaminiamo l’appello fatto dagli elementi controrivoluzionari interni in diverse città cubane, più la campagna ideata sulle reti sociali, verifichiamo che tutto è simile al Progetto del 1962 e che è sfociato in un fiasco totale.

A quel tempo, la CIA aveva assegnato il compito di selezionare 20 località a Cuba dove si potessero stabilire gruppi di azione politica. Le principali furono L’Avana e alcune province di Camagüey e Las Villas.

Un compito significativo del vecchio Progetto Cuba e che ora ripetono, fu quello che indica: “La CIA ha concluso che il suo vero ruolo sarà quello di creare l’illusione che un movimento popolare ottenga il sostegno esterno e contribuire a stabilire un clima che consentirà atti provocatori a sostegno di un passaggio verso un’azione aperta, aumentando la sua capacità operativa”.

“La CIA completerà i suoi piani per le azioni segrete e d’inganno, per aiutare a dividere il regime comunista a Cuba, insieme alla collaborazione dei dipartimenti della Difesa, di Stato e dell’FBI.

Chi può negare che, nel suo attuale piano di convocazione della marcia del 15 novembre 2021, la CIA non ricopra lo stesso ruolo del 1962?

Uno dei compiti progettati, in quel momento, coincide con quelli attuali, segnalando:

“La CIA e l’Agenzia di Informazione degli USA informeranno sui progressi nel processo di identificazione del movimento popolare all’interno di Cuba, con canzoni, simboli e temi propagandistici”.

La canzone Patria o Vida, eseguita da Gente de Zona e Yotuel Romero, è solo una coincidenza?

Qui non c’è casualità perché i fatti dimostrano che gli yankee insistono sullo stesso sforzo e non hanno più misure da inventare, perché in mezzo secolo hanno usato tutto l’indicibile per realizzare i loro sogni.

Non per nulla rafforzano la loro guerra economica, commerciale e finanziaria contro il popolo cubano o, calcolando che l’unico modo possibile per far fallire il governo rivoluzionario nel suo sforzo di soddisfare i bisogni del paese, sommato alle campagne psicologiche eseguite dalla CIA, per aumentare il risentimento della popolazione, combinazione che possa servire come argomento alla controrivoluzione per aggiungere cubani/e alla sognata marcia.

Crasso errore commesso dagli yankee che non si rendono conto che il popolo dell’isola ha un’ampia preparazione e vedono ogni giorno cosa succede in America Latina, dove non c’è socialismo bensì governi neoliberali incapaci di fornire ai propri cittadini istruzione, salute, lavoro e cibo, provocando lunghe carovane di emigranti in fuga dal capitalismo e non proprio dal comunismo.

Se gli USA vogliono misurare le forze, riceveranno una contundente risposta rivoluzionaria dalla immensa maggioranza del popolo cubano e ancora una volta dovranno mordere la polvere della sconfitta, perché come disse José Martí: “Le imprese storiche sono impossibili quando non le anela e incoraggia la volontà di un popolo”.


La CIA repite su historia contra Cuba

Por Arthur González

 

A pesar de tantos fracasos sufridos en 62 años, la CIA y el gobierno de Estados Unidos insisten en derrocar el socialismo en Cuba y para eso repiten viejos planes, como si los cubanos fuesen tontos, olvidadizos e inexpertos.

Es cierto que hay una nueva generación de dirigentes en la Isla, pero todos crecieron bajo la educación histórica de las acciones yanquis para destruir a la Revolución, incluidos los planes de terrorismo de estado, la subversión política y las operaciones encubiertas para asesinar a Fidel Castro, algo que tal parece los actuales funcionarios de la CIA no toman en cuenta y por eso sus acciones se malogran.

El 18 de enero de 1962, el Presidente J.F. Kennedy, amargado por el engaño de la CIA en la invasión por Bahía de Cochinos, le reveló a su hermano Robert Kennedy, Fiscal General: “El último capítulo sobre Cuba no se ha escrito todavía, hay que hacerlo y así se hará”.

Esa decisión le fue comunicada al nuevo director de la CIA,con el siguiente señalamiento: “Una solución del problema cubano constituye en estos momentos una alta prioridad del gobierno de Estados Unidos, todo lo demás es secundario y no se escatimará en tiempo, dinero, esfuerzos o recursos humanos”.

Nada ha cambiado, parece dicho ayer, de ahí que se desgasten en sus deseos y con la provocación ideada para el 15 de noviembre 2021, con una supuesta marcha gestada desde Estados Unidos, utilizando la imagen del dramaturgo Yúnior García y del terrorista Orlando Gutiérrez Boronat.

Un simple repaso a añejos planes secretos de la CIA, como el aprobado en enero de 1962, permite comprobar la similitud de objetivos que pretenden alcanzar con la cacareada marcha, pues en el conocido Proyecto Cuba u Operación Mangosta, se expone:

“El objetivo de Estados Unidos es ayudar a los cubanos a derrocar al régimen comunista en Cuba e instaurar un nuevo gobierno con el cual Estados Unidos pueda vivir en paz”.

“Para lograrlo, la operación estará dirigida a provocar una rebelión del pueblo cubano. Esta sublevación derrocará al régimen comunista e instaurará un nuevo gobierno con el cual Estados Unidos pueda vivir en paz. La sublevación necesita un movimiento de acción política fuertemente motivado y arraigado en Cuba, capaz de generar la rebelión, de dirigirla hacia el objetivo perseguido y de aprovecharse de su momento clímax”.

“La fase de preparación debe culminar en una organización de acción política ubicada en localidades claves en Cuba, que cuente con sus medios de comunicación interna, su voz propia para las operaciones psicológicas y su propia arma de acción. Esta debe tener el respaldo de la mayoría del pueblo cubano y ese hecho lo hará conocer en el mundo”.

“El clímax del levantamiento saldrá de la reacción airada del pueblo ante un hecho gubernamental (producido por un incidente), o de un resquebrajamiento en la dirección política del régimen o de ambos incluso. Desencadenar esto debe constituir un objetivo primordial del proyecto. El movimiento popular aprovechará el momento del clímax para iniciar un levantamiento abierto”.

Si repasamos la convocatoria que han hecho los elementos contrarrevolucionarios internos en varias ciudades cubanas, más la campaña diseñada en las redes sociales, comprobamos que todo es similar al Proyecto de 1962 y que resultó en un fiasco total.

En aquel entonces, la CIA tenía asignada la tarea de seleccionar 20 localidades en Cuba, donde se pudieran establecer grupos de acción política. Las principales fueron La Habana y algunas en las provincias de Camagüey y Las Villas.

Una tarea significativa del viejo Proyecto Cuba y que ahora repiten, fue la que señala: “La CIA ha concluido que su papel real será la de crear la ilusión de que un movimiento popular gana apoyo exterior y ayudar a establecer un clima que permitirá actos provocativos en apoyo a un cambio hacia una acción abierta, al aumentar su capacidad operacional”.

“La CIA completará sus planes para las acciones encubiertas y de engaño, para ayudar a dividir el régimen comunista en Cuba, junto a la colaboración de los departamentos de Defensa, de Estado y el FBI.

¿Quién puede negar que, en su actual plan de la convocatoria a la marcha del 15 de noviembre 2021, la CIA no juega el mismo papel de 1962?

Una de las tareas diseñada en aquel entonces es coincidente con las actuales, al señalar:   

“La CIA y la Agencia de Información de Estados Unidos informarán sobre el avance en el proceso de identificación del movimiento popular dentro de Cuba, con canciones, símbolos y temas propagandísticos”.

¿Será solo una casualidad la canción Patria o Vida, interpretada por Gente de Zona y Yotuel Romero?

Aquí no la hay porque los hechos demuestran que los yanquis insisten en su mismo empeño y ya no le quedan más medidas que inventar, porque en medio siglo emplearon todo lo indecible para alcanzar sus sueños.

No por gusto refuerzan su guerra económica comercial y financiera contra el pueblo cubano, al calcular que es la única forma posible de hacer que el gobierno revolucionario fracase en su esfuerzo por satisfacer las necesidades del país, sumado a las campañas psicológicas ejecutadas por la CIA, para acrecentar el resentimiento de la población, combinación que pudiera servirle de argumento a la contrarrevolución para sumar a cubanos y cubanas a la soñada marcha.

Craso error el de los yanquis que no se dan cuenta que el pueblo de la Isla tiene una amplia preparación y ve todos los días lo que sucede en América Latina, donde no hay socialismo sino gobiernos neoliberales incapaces de darle a sus ciudadanos, educación, salud, empleo y alimentación, provocando largas caravanas de emigrados que huyen del capitalismo y no precisamente del comunismo.

Si los Estados Unidos quieren medir fuerzas, recibirá una contundente respuesta revolucionaria de la inmensa mayoría del pueblo cubano y una vez más tendrán que morder el polvo de la derrota, porque como dijo José Martí: “Las empresas históricas son imposibles cuando no las desea y alienta la voluntad de un pueblo”

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