Bolivia: mercenari colombiani coinvolti nel tentato assassinio di Luis Arce

I capi del regime di Añez e mercenari stranieri complottarono l’assassinio di Luis Arce prima che potesse assumere la carica di Presidente della Bolivia. Il 18 ottobre, il Ministro degli Interni boliviano, Eduardo del Castillo, informò che mercenari colombiani furono coinvolti in un tentativo di omicidio contro Luis Arce nel 2020. Del Castillo presentò audiocassette, e-mail e documenti che mostrano che l’ex-ministro della Difesa Fernando López del regime golpista guidato da Jeanine Áñez ebbe contatti con gruppi illegali che pianificavano un nuovo colpo di Stato in Bolivia. Il Ministro del Castillo nominò Germán Alejandro Rivera García, cittadino colombiano entrato in Bolivia il 16 ottobre 2020 e partecipò al complotto. Rivera è agli arresti per l’assassinio del presidente haitiano Jovenel Moïse.

I contatti tra l’estrema destra boliviana e i mercenari stranieri furono permessi dal colombiano Arcángel Pretel Ortiz, che organizzò un “viaggio d’affari” in Bolivia prima della fine delle elezioni presidenziali del 2020, in cui Luis Arce era il candidato del Movimento per il socialismo (MAS). Era accompagnato dal venezuelano Antonio “Tony” Intriago, proprietario della CTU Security di Miami che assunse i mercenari colombiani che uccisero Moïse. Attualmente, Pretel e Intriago sono accusati quali mandanti dell’assassinio di Jovenel Moïse. Nel piano fu coinvolto anche l’allora comandante delle forze armate generale Sergio Orellana. I cospiratori, guidati da López che attualmente si nasconde in Brasile, erano pronti ad assumere 300 persone per l’assassinio di Luis Arce e si aspettavano un intervento straniero in loro sostegno, come rivelato dagli audio pubblicati da The Intercept all’inizio dell’anno.

I disaccordi tra i ministri e le divisioni nelle forze armate boliviane sembrano aver vanificato il piano. Anche la popolarità di Arce dopo le elezioni sembra aver influito sulla decisione di abbandonare il piano. “Sappiamo cosa hai fatto e cosa fai”, disse il Ministro del Castillo, riferendosi all’opposizione golpista, mentre presentò le prove in una conferenza stampa. “Chiediamo a tutti voi di fermarvi e di rispettare le regole della democrazia e le istituzioni di questo Paese. Non ti permetteremo di uccidere e rubare ancora una volta la democrazia popolare”.

Il Presidente Luis Arce commentò le rivelazioni durante la partecipazione a un vertice dei movimenti sociali a La Paz. “Volevano attentare alla mia vita”, dichiarò il Presidente Arce. “A tali assassini di destra, risponderemo con una frase dello [storico leader socialista boliviano] Marcelo Quiroga Santa Cruz: “Sappiamo che prima o poi ci faranno pagare quello che facciamo; siamo disposti a pagare quel prezzo, lo siamo da sempre”.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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