Martí, La Liga, la lotta antirazzista e il ruolo della donna cubana

L’impegno di José Martí con la lotta antirazzista come parte essenziale del progetto emancipatore, fu espressione della sua attiva partecipazione con il fondatore Rafael Serra, all’avvio della Società Protettrice dell’Istruzione La Liga, il 22 gennaio del 1890 a  Nuova York.

La dimensione umanista di quel progetto rivoluzionario, destinato ad educare gli emigranti cubani  e portoricani poveri che volevano conquistare l’indipendeza dei due territori delle Antille dal giogo coloniale spagnolo è stata risaltata nel capitolo cubano della Rete Regionale delle Donne Afrolatinoamericane, Afrocaraibiche e della  Dispora (Rmaad), in una sessione dedicata a commemorare il 169º anniversario  della nascita dell’Eroe Nazionale, alla quale hanno partecipato rappresentanti della FMC, della Commissione  José Antonio Aponte della Uneac, la Red Barrial Afrodiscendente, i progetti Palomas, Seres e Afrodiverso, la Cattedra della Terza Età e  la Fondazione  Ludwig di Cuba, sede dell’incontro.

È stato sottolineato in modo particolare il carattere integratore di La Liga, perchè anche se nelle sue basi proclamava «la consacrazione all’aiuto della classe di colore».

Vi partecipavano negri e binchi ugualmente, come nel contributo delle donne con incarichi di cattedre e azioni culturalai, e tra queste ultime, le veglie musicali nelle quali María Mantilla, stimolata da Martí, interpretava brani al pianoforte.

Gisela Arandia, coordinatrice della Rmaad, ha commentato la recente pubblicazione dell’investigazione del professore statunitense  Jesse Hoffnung-Garskof /Migrazioni razziali: la città di Nuova York e la politica rivoluzionaria nei Caraibi ispanici, in funzione della prospettiva con cui si analizza l’anticipazione martiana implicandosi  a La Liga,dato che l’istituzione sosteneva  l’idea di una futura repubblica «senza un solo cubano che non si sentisse uomo» in cui si eliminava il colore della pelle come fattore dell’esclusione sociale.

Martì scrisse a Rafael Serra: «Dovunque vado io parlo di lei, parlo con lei, spero in lei, cuore contro le malvagità, fiore di tutta la tenerezza e fratello mio. Che io stia qui o là faccia come se io la stessi sempre vedendo. Non si stanchi di difendere, nè d’amare. Non si stanchi d’amare». E a proposito dell’istituzione disse: «Sono orgoglioso dei miei amici di La Liga e ho fede in loro. Stiamo creando uomini e lo siamo».

Durante l’incontro il cantautore Gerardo Alfonso ha offerto diverse canzoni e la   Rmaad ha riconosciuto l’apporto di accademiche negli studi sulla razzialità, le politiche pubbliche, per sradicare brecce d’iniquità e messe a fuoco di genere, di dottoresse e scienziate nello scontro alla pandemia della COVID-19.

Sarà anche più importante amplificare a scala mediatica i suoi apporti e le storie di vita.

In un altro momento i partecipanti hanno accordato d’inserirsi in un modo proattivo nei processi di trasformazione delle comunità che esistono nel paese, e d‘auspicare una maggiore e necessaria articolazione tra il Programma d’Avanzamento della Donna  e il Programma Nazionale contro il Razzismo e la Discriminazione Razziale.

La Commissione José Antonio Aponte, della Uneac, ha informato sul programma commemorativo di due avvenimenti che marcano la storia della Patria: il 210º anniversario del sollevamento di Aponte e il 110º del massacro di negri e mulatti per il Sollevamento degli Indipendenti di Colore, nel 1912.

Gli intellettuali e gli attivisti che hanno partecipato all’incontro hanno assicurato  che l’azione di vendetta più effettiva di quelle vittime del razzismo coloniale e neo coloniale dovrà considerare e promuovere in tutta la sua estensione il pensiero antirazzista di Martí e di Fidel.

 

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.