Jorge Majfud https://rebelion.org
Veciana, nelle sue memorie, ha riconosciuto che, secondo l’agente della CIA che lo aveva reclutato all’Avana, “le guerre moderne sono soprattutto guerre psicologiche; l’obiettivo è distorcere l’opinione pubblica”. Le strategie, ovviamente, sono più specifiche: “non si deve mai lasciare tracce delle nostre azioni…”.
Lunedì 7 febbraio, il governatore della Florida, Ron DeSantis, la vicegovernatrice, Jeanette Nuñez, e il Procuratore Generale hanno partecipato a una tavola rotonda presso il Museo Americano della Diaspora Cubana a Miami. Nel suo discorso, il governatore ha affermato che confrontare le sofferenze dei bambini cubani esiliati nell’Operazione Pedro Pan, negli anni ’60, con i bambini immigranti dell’America Centrale è “ripugnante”, perché i primi fuggivano dal comunismo.
Gli altri fuggono dal capitalismo dal XIX secolo.
Signor Governatore e candidato alla Casa Bianca: mi dispiace informarla che, al di là degli applausi dei consanguinei, ha ripetuto, ancora una volta, una vecchia menzogna andata in pezzi molto tempo addietro, anche se i fanatici continuino a venerarla come una rivelazione dello Spirito Santo. Gli stessi agenti della CIA lo hanno riconosciuto. So che questo non gliene fregherà niente, ma la verità, da qualche parte, deve entrare.
Il 26 dicembre 1960, il nuovo governo di Cuba aveva avviato un programma di riforme nell’educazione. Forse per evitare di ripetere la storia del golpe in Guatemala, sei anni addietro, (inoculato dalla CIA grazie all’apertura democratica del presidente alla fine deposto), si volle insegnare ai giovani l’uso delle armi. Negli USA, i conservatori fanno lo stesso con i loro figli, ma non è un “indottrinamento” bensì “per lottare per la libertà”.
Come fanno i conservatori, negli USA, quando insegnano ai loro figli a chiamare comunista chiunque, nei paesi poveri, lotti per i propri diritti o contro gli interventi di Washington, anche il governo rivoluzionario, di quel tempo, cercò di insegnare ai loro bimbi canzoni contro l’imperialismo, il che, solo sull’isola e anche in nome della libertà, aveva iniziato prima del 1898. A peggiorare le cose, molti genitori cubani erano preoccupati per l’estremismo del programma di alfabetizzazione indiscriminata del nuovo governo.
Per decenni, i libri e i giornali del “Mondo Libero” hanno riferito che i bambini delle scuole primarie della rivoluzione cubana “erano costretti ad apprendere i valori della Rivoluzione”. Si presume che nel resto dei paesi i bambini nelle scuole e nelle chiese siano liberi di pensare con la propria testa (tranne quando diventano giovani adulti e arrivano alle università, allora sono “indottrinati” dagli insegnanti).
Nel 1960, sulle isole Cisne (Cigno-Swan), rivendicate dall’Honduras e occupate dalla CIA, fu installata una radio senza licenza per trasmettere propaganda verso Cuba, con annunciatori cubani giunti da Miami. Radio Americas (in seguito presentata come “La prima voce democratica dell’America Latina”) iniziò a diffondere la voce che i comunisti avrebbero mandato i bambini dei cubani in Russia, con la forza.
Come nell’episodio radiofonico di Orson Welles su un’invasione aliena (messa in atto nel riuscito colpo di stato guatemalteco), il panico si scatenò immediatamente. 47 anni dopo, nel suo libro di memorie Trained to Kill (Addestrato per uccidere), l’agente cubano della CIA, Antonio Veciana, riconoscerà con orgoglio: “Maurice Bishop [David Atlee Phillips] sapeva che ero stato io il responsabile dell’incendio in uno dei negozi più famosi dell’Avana, che costò la vita a una giovane donna innocente, madre di due bambini. Sapeva anche che ero stato il responsabile della diffusione della voce che aveva portato all’esodo di migliaia di bambini cubani nell’Operazione Peter Pan, con l’aiuto della Chiesa cattolica, mentendo sul fatto che fossero orfani. Sapeva che ero stato io quello che aveva quasi fatto collassare l’economia cubana con quella campagna di voci che cercavano di seminare il panico nella popolazione”.
Ma Veciana aveva imparato da Phillips. Nelle sue memorie del 2017, ha riconosciuto che, secondo l’agente della CIA che lo aveva reclutato all’Avana, “le guerre moderne sono soprattutto guerre psicologiche; l’obiettivo è distorcere l’opinione pubblica”. Le strategie, ovviamente, sono più specifiche: “non si deve mai lasciare tracce delle nostre azioni; qualora ciò non fosse possibile, sempre e sotto qualsiasi circostanza si deve negare qualsiasi partecipazione ai fatti. Sempre. Persino quando il contrario è il più ovvio…. Se gli interessi degli altri sono in linea con i nostri, allora sono alleati; se non hanno alcun interesse, sono strumenti; se si oppongono ai nostri interessi, sono nemici”.
Antonio Veciana, in qualità di impiegato di banca dell’uomo più ricco di Cuba, il Re dello zucchero Julio Lobo, aveva incontrato due volte il nuovo presidente della Banca Nazionale di Cuba, Ernesto Guevara, e, dopo qualche esitazione, aveva rifiutato la sua richiesta di reclutare contabili e amministrativi per il nuovo sistema finanziario cubano che avrebbe seguito la nazionalizzazione. Dal suo ritiro da Miami, Veciana ha definito El Che un fanatico di dire la verità ad ogni costo.
Ma Veciana si sentì orgoglioso, per tutta la vita, di aver messo in moto lo storico piano, anche senza l’iniziale approvazione della CIA. Riuscì persino a stampare migliaia di opuscoli in cui informava su una legge che non è mai esistita. L’effetto fu simile a quello scoperto dal propagandista e manipolatore sociale Edward Bernays (fai sì che a un’autorità in materia dica ciò che uno vuole che tutti pensino): a Miami, il sacerdote Bryan Walsh annunciò che il governo cubano pianificava separare tutti i bambini, tra tre e dieci anni, dai loro genitori per mandarli in Russia. La CIA prese atto e, dalla sua stazione radio clandestina nelle Isole Snaw dell’Honduras, iniziò a ripetere la falsa storia. Fino a che si convertì in dogma.
Padre Walsh, attraverso il suo Catholic Welfare Office, avviò ufficialmente l’Operazione Peter Pan con la quale i genitori cubani, disperati per la voce, inviarono i loro figli negli USA. Dal 26 dicembre 1960 fino all’invasione della Baia dei Porci, nell’aprile 1961, ogni giorno centinaia di bambini volarono, senza ostacoli e senza essere accompagnati da un adulto, dalla Pan Am verso Miami per essere salvati.
Quando il programma fu interrotto, a causa della sconfitta della Superpotenza alla Baia dei Porci, 14048 bambini erano già arrivati negli USA. Alcuni, nove o dieci, furono casi di successo per i media e per il sogno collettivo, secondo il concetto di successo dell’epoca. Uno sarà il patrigno dell’uomo più ricco del mondo, Jeff Bezos. Un altro sarà Mel Martínez, senatore USA (eroe della proposta “solo inglese per i bambini” e “nessun perdono per gli immigranti clandestini”), prova inconfutabile del sogno americano e della libertà del vincitore.
Nel 2007, Robert Rodríguez, uno di questi bambini “senza successo”, denuncerà presso l’arcidiocesi di Miami il monsignor Bryan Walsh per ripetuti abusi sessuali contro lui e altri minori rifugiati a Opa-locka, in Florida. Il sacerdote Mary Ross Agosta accuserà il denunciante di “diffamare un rispettato religioso che salvò la vita a quattordicimila bambini”. La denuncia di Rodríguez e altri contro la stessa arcidiocesi sarà respinta per tecnicismi legali che non si applicano in altri stati. In Florida, vari monumenti ancora oggi ricordano, con fiori, monsignor Walsh.
Molti bambini salvati dall’Operazione Pedro Pan dall’essere separati dai loro genitori dal comunismo hanno impiegato anni, decenni per riunirsi ai loro genitori. Alcuni non li hanno mai più visti. Per colpa del comunismo, ovviamente.
Peter Pan y el poder de las ficciones políticas
Por Jorge Majfud
Veciana en sus memorias reconoció que, según el agente de la CIA que lo había reclutado en La Habana, “las guerras modernas son, sobre todo, guerras psicológicas; el objetivo es torcer la opinión pública”. Las estrategias, claro, son más específicas: “nunca se debe dejar huellas de nuestras acciones…».
El lunes 7 de febrero, el gobernador de Florida, Ron DeSantis, la vicegobernadora Jeanette Nuñez y la fiscal general asistieron a una mesa redonda en el Museo Americano de la Diáspora Cubana de Miami. En su discurso, el gobernador afirmó que comparar el sufrimiento de los niños cubanos exiliados en la Operación Pedro Pan en los 60 con los niños inmigrantes de América Central es “repugnante”, porque los primeros huían del comunismo.
Los otros huyen del capitalismo desde el siglo XIX.
Señor gobernador y aspirante a la Casa Blanca: lamento informarle que, más allá de los aplausos endogámicos, otra vez ha repetido usted una vieja mentira que se cayó a pedazos mucho tiempo atrás, aunque los fanáticos la continúen venerando como una revelación del Espíritu Santo. Los mismos agentes de la CIA lo reconocieron. Sé que se pasará esto por el traste, pero la verdad, por algún lado, tiene que entrar.
El 26 de diciembre de 1960, el nuevo gobierno de Cuba había iniciado un programa de reformas en la educación. Tal vez para evitar repetir la historia del golpe en Guatemala seis años atrás (inoculado por la CIA gracias a la apertura democrática del presidente finalmente depuesto), se quiso enseñar a los jóvenes a usar armas. En Estados Unidos, los conservadores hacen lo mismo con sus niños, pero no es un “adoctrinamiento” sino “para luchar por la libertad”.
Como hacen los conservadores en Estados Unidos cuando le enseñan a sus niños a llamar comunista a cualquiera que en los países pobres luchen por sus derechos o contra las intervenciones de Washington, también el gobierno revolucionario de entonces pretendió enseñarle a sus niños canciones contra el imperialismo, el que, solo en la isla y también en nombre de la libertad, había comenzado antes de 1898. Para peor, muchos padres cubanos se preocuparon por el extremismo del programa de alfabetización indiscriminada del nuevo gobierno.
Por décadas, los libros y los diarios del «Mundo Libre» reportaron que los niños en las escuelas primarias de la revolución cubana “eran obligados a aprender los valores de la Revolución”. Se asume que en el resto de los países los niños en las escuelas y en las iglesias son libres de pensar por cuenta propia (excepto cuando se hacen jóvenes adultos y llegan a las universidades; entonces son “adoctrinados” por los profesores).
En 1960, en las Islas del Cisne, reclamadas por Honduras y ocupadas por la CIA, se instaló una radio sin licencia para transmitir propaganda hacia Cuba, con locutores cubanos llegados de Miami. Radio Américas (más tarde presentada como “La primera voz democrática de América Latina”) comenzó a difundir el rumor de que los comunistas iban a enviar a los hijos de los cubanos a Rusia, por la fuerza.
Como en el episodio de radio de Orson Welles sobre una invasión extraterrestre (puesto en práctica en el exitoso golpe de Estado de Guatemala), inmediatamente cundió el pánico. 47 años más tarde, en sus memorias Trained to Kill (Entrenado para matar), el agente cubano de la CIA, Antonio Veciana, reconocerá, con orgullo: “Maurice Bishop [David Atlee Phillips] sabía que yo había sido el responsable del incendio en una de las tiendas más famosas de La Habana, el que le costó la vida a una joven inocente, madre de dos niños. Él también sabía que yo había sido el responsable de esparcir el rumor que llevó al éxodo de miles de niños cubanos en la Operación Pedro Pan, con la ayuda de la Iglesia Católica, mintiendo que eran huérfanos. Él sabía que había sido yo quien casi había hecho colapsar la economía de Cuba con esa campaña de rumores que pretendía sembrar el pánico en la población”.
Pero Veciana había aprendido de Phillips. En sus memorias de 2017, reconoció que, según el agente de la CIA que lo había reclutado en La Habana, “las guerras modernas son, sobre todo, guerras psicológicas; el objetivo es torcer la opinión pública”. Las estrategias, claro, son más específicas: “nunca se debe dejar huellas de nuestras acciones; si esto no es posible, siempre y bajo cualquier circunstancia se debe negar cualquier participación en los hechos. Siempre. Incluso cuando lo contrario es lo más obvio…. Si los intereses de los otros se alinean con los nuestros, entonces son aliados; si no tienen ningún interés, son instrumentos; si se oponen a nuestros intereses, son enemigos”.
Antonio Veciana, como empleado bancario del hombre más rico de Cuba, el Rey del azúcar Julio Lobo, se había reunido dos veces con el nuevo presidente del Banco Nacional de Cuba, Ernesto Guevara y, luego de alguna duda, había desestimado su pedido de reclutar contadores y administrativos para el nuevo sistema financiero de Cuba que seguiría a la nacionalización. Desde su retiro de Miami, Veciana definió a El Che como un fanático de decir la verdad a cualquier precio.
Pero Veciana se sintió orgulloso toda su vida por haber puesto en marcha el plan histórico, aún sin la aprobación inicial de la CIA. Incluso logró imprimir miles de panfletos en el cual informó de una ley que nunca existió. El efecto fue similar al descubierto por el propagandista y manipulador social Edward Bernays (hacer que una autoridad en la materia diga lo que uno quiere que todos piensen): en Miami, el sacerdote Bryan Walsh anunció que el gobierno cubano planeaba separar a todos los niños de entre tres y diez años de sus padres para enviarlos a Rusia. La CIA tomó nota y, desde su radio clandestina en las Islas del Cisne de Honduras, comenzó a repetir la historia falsa. Hasta que se convirtió en dogma.
El sacerdote Walsh, a través de su Oficina Católica de Bienestar, inició oficialmente la Operación Pedro Pan con la cual los padres cubanos, desesperados por el rumor, enviaron a sus hijos a Estados Unidos. Desde el 26 de diciembre de 1960 hasta la invasión de Bahía Cochinos en abril de 1961, cada día cientos de niños volaron, sin obstáculos y sin ser acompañados por un adulto, por Pan Am hacia Miami para ser salvados.
Cuando el programa fue interrumpido, debido a la derrota de la Superpotencia en Bahía Cochinos, 14.048 niños ya habían arribado a Estados Unidos. Algunos, nueve o diez, fueron casos exitosos para los medios y para el sueño colectivo, según el concepto de éxito del momento. Uno será padrastro del hombre más rico del mundo, Jeff Bezos. Otro será Mel Martínez, senador de Estados Unidos (héroe de la propuesta “sólo inglés para los niños” y “ningún perdón para los inmigrantes ilegales”), prueba irrefutable del sueño americano y de la libertad del ganador.
En 2007, Robert Rodríguez, uno de estos niños “no exitosos”, denunciará ante la arquidiócesis de Miami al monseñor Bryan Walsh por repetidos abusos sexuales contra él y otros menores refugiados en Opa-locka, Florida. El sacerdote Mary Ross Agosta acusará al denunciante de “difamar a un respetado religioso que salvó la vida de catorce mil niños”. La denuncia de Rodríguez y otros contra la misma arquidiócesis será desestimada por tecnicismos legales que no se aplican en otros Estados. En Florida, diversos monumentos todavía hoy recuerdan con flores a monseñor Walsh.
Muchos niños salvados por la Operación Pedro Pan de ser separados de sus padres por el comunismo tardaron años, décadas en reencontrarse con sus padres. Algunos nunca los volvieron a ver. Por culpa del comunismo, claro.