67 anni fa, un giorno come oggi

Dopo oltre 19 mesi di prigionia e sotto la pressione delle masse popolari, Fidel Castro e altri 28 assalitori delle caserme Moncada e Carlos Manuel de Céspedes vengono rilasciati.

Il regime di Batista cercò di piegare la volontà dei moncadisti in cambio dell’amnistia, ma la risposta del loro leader fu decisa: “Non vogliamo l’amnistia al prezzo del disonore”.

Durante la prigionia, Fidel ricostruì il testo del suo appello all’autodifesa e riorganizzò il Movimento 26 luglio.

Quando le sbarre sono state aperte al futuro

La liberazione di Fidel Castro e degli altri assalitori della caserma Moncada ha aperto anche una nuova fase di lotta nella storia nazionale, organizzata durante 22 mesi di ingiusta detenzione.

La liberazione di Fidel Castro e degli altri assalitori della Caserma Moncada di Santiago de Cuba e della Caserma Carlos Manuel de Céspedes di Bayamo, avvenuta il 15 maggio 1955, dalla mal denominata Prigione Modello dell’ex Isola dei Pini, ha aperto nella storia nazionale anche una nuova fase di lotta, organizzata durante 22 mesi di ingiusta detenzione.

A sessantasette anni da quell’evento, gli abitanti dell’Isla de la Juventud commemorano questo giorno di ricordo, riflessione e impegno; di gratitudine per il fatto di vivere in un Paese che ha trasformato la Prigione Modello in un palazzo dei pionieri, un luogo per avvicinare la storia ai giovani, affinché crescano come veri rivoluzionari e difendano i valori e gli ideali più autentici della libertà e della piena sovranità del popolo.

La celebrazione, in linea con il significato storico degli eventi, è allo stesso tempo una motivazione per promuovere piani produttivi, la sanificazione e l’abbellimento di scuole e luoghi di lavoro e il rafforzamento dell’identità locale.

Il popolo di Pinar del Río, in rappresentanza di tutto il popolo cubano, celebra questo giorno, tra le altre ragioni, per il trionfo delle idee che assaltarono la Moncada, la vittoria popolare del 15 maggio 1955, lo sbarco del Granma e per la lotta insurrezionale nelle montagne e nelle pianure, che si concluse con il trionfo del gennaio 1959.

Grazie a quell’evento, oggi è possibile parlare della realizzazione dei sogni nati dietro le sbarre della Prigione Modello, dove la Rivoluzione ha trovato una fucina fertile.

L’uscita

Secondo il testo Monografía Pinera, erano le 13 di una domenica che sembrava diversa. Un folto gruppo di persone si accalcava intorno alla postazione di una prigione, aspettando con impazienza.

Le porte della prigione si aprirono e il primo gruppo di dieci giovani scese gli ampi gradini. Mezz’ora dopo scese il secondo gruppo di otto persone, tra cui Fidel. Finalmente, qualche minuto dopo, il resto è uscito.

È scoppiata l’esultanza popolare: abbracci, risate, strette di mano, pacche sulle spalle. I moncadisti sono stati trasportati in diversi veicoli a Nueva Gerona, dove si sono recati in diversi luoghi. Juan Almeida Bosque, con i suoi parenti, si recò a casa di Francisca Herrera (“Tin Tan”), che viveva a Sierra Caballos.

Un altro gruppo di giovani, tra cui Abelardo Crespo, ha visitato la casa in cui visse José Martí, nella tenuta di El Abra. Fidel, con il resto dei compagni, si è recato a casa della famiglia Montané Oropesa, dove ha avuto uno scambio con parenti, amici e giornalisti.

Alle 15.00, presso l’hotel Isla de Pinos (oggi Parco 15 de Mayo), il leader rivoluzionario parlò alla stampa, ringraziò pubblicamente tutto il popolo cubano per il suo sostegno e confermò la sua decisione di continuare la lotta. La sera, sulla banchina dove era attraccata la nave El Pinero, gli abitanti di Nueva Gerona si riunirono per assistere alla partenza.

Prima di partire, i moncadisti hanno cantato la Marcia del 26 luglio. In questo giorno, l’ormai storica nave salpò più tardi del solito e con un unico carico, i giovani della Generazione del Centenario, liberati dall’orribile prigione e pronti a rendere la libertà di Cuba una realtà.

Alcuni storici concordano sul fatto che il 15 maggio 1955 sia una delle date più importanti del processo rivoluzionario cubano. Quando i Moncadisti, guidati da Fidel, si trasferirono nel carcere, i governanti pensarono di porre fine alla storia di un gruppo di ribelli senza organizzazione e senza futuro. Poco dopo, la vita ha dimostrato che si sbagliavano.

Durante la permanenza in carcere, questi giovani hanno scambiato i loro fucili con dei libri e hanno approfondito le idee marxiste, base ideologica della Rivoluzione. Hanno anche parlato di cameratismo e solidarietà con coloro che non sono stati aiutati dalle loro famiglie. Le discussioni sono state vinte e il senso del dovere verso la patria è cresciuto. Questa unità e l’uso del tempo furono fondamentali per la lotta negli anni successivi.

Così, la pressione pubblica costrinse il regime tirannico di Fulgencio Batista a firmare la legge che apriva le porte ai rivoluzionari il 15 maggio 1955.

Fonte: juventud rebelde

Traduzione: @Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba

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