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La Notte delle matite (Noche de los Lápices), è il nome in codice dell’operazione organizzata dalla polizia argentina, con lo scopo di sequestrare, sempre durante la notte, reprimere, torturare ed uccidere gli studenti delle scuole superiori che si fossero resi colpevoli di “attività atee ed anti nazionaliste”.

Ebbe luogo a La Plata nella notte del 16 settembre 1976, quando vennero sequestrati sei studenti, responsabili secondo le autorità, della partecipazione alle manifestazioni dapprima per l’istituzione e successivamente contro l’abolizione del Boleto Escolar Secundario (BES), un tesserino che consentiva agli studenti liceali sconti sul prezzo dei libri di testo ed una riduzione del biglietto per l’utilizzo dell’autobus.

Secondo il rapporto redatto dopo la fine della dittatura militare dalla CONADEP (Commissione Nazionale sui Desaparecidos), la polizia di Buenos Aires aveva organizzato un’azione di repressione nei confronti degli studenti che avevano preso parte alla campagna di protesta per il boleto estudiantil, considerata dalle forze armate come “attività sovversiva”.

Gli adolescenti sequestrati avrebbero dovuto essere eliminati dopo aver fatto loro soffrire pene indicibili in diversi centri di detenzione clandestini, come quelli di Arana, Pozo de Banfield, Pozo de Quilmenes……

Tutti i sei giovani arrestati nella notte del 16 settembre scomparvero.

Pablo Díaz, al momento dell’arresto apparteneva all’organizzazione giovanile rivoluzionaria Gioventù guevarista, subì oltre ai maltrattamenti ed alle torture avvenute nei centri di detenzione, una reclusione di quattro anni senza processo.

Pablo fu liberato in un pomeriggio piovoso del 19 novembre 1980, dopo che lo ebbero sottoposto ad estenuanti interrogatori durante i quali i vari comandanti militari vollero assicurarsi che nella sua memoria “non ci fossero tracce” del sequestro e delle torture subite, a rischio ci sarebbero state la sua vita e quella della sua famiglia.

E fu silenzio, ma il suo senso di colpa per essere sopravvissuto lo perseguitava.

Pablo non fu subito sicuro di raccontare la verità sui fatti, non si sentiva ancora pronto anche se era attivo nelke manifestazioni delle Madri di Plaza de Mayo o nei cortei in difesa dei Diritti umani.

Una sera del 1982 raccontò tutta la vicenda al suo professore di religione Padre Carlos Bruno, del quale si fidava molto. “In quell’alba cominciai a pensare, per la prima volta, dove avrei potuto presentare la mia denuncia. Quest’idea mi restituiva alla vita”. Così presentò la sua denuncia al Commissione Nazionale sulla sparizione delle persone (CONADEP), presso il Palazzo di Giustizia.

Il 9 maggio 1985, Pablo si presentò all’udienza, il suo racconto duro’ due ore e quarantacinque minuti, lasciò l’aula col cuore un po’ più leggero.

Il 9 dicembre 1985, la Corte federale d’appello emanò la sentenza contro le tre prime giunte militari del cosiddetto Processo di riorganizzazione nazionale, giudizio promosso dal decreto n.158/83 del presidente Raúl Alfonsín. Come parte integrante di questa sentenza, il tribunale ha giudicato in particolare i sequestri, le torture e i presunti omicidi dei sette adolescenti della “Notte delle matite”: Claudio de Acha, Maria Claudia Falcone, Horacio Ungaro, Daniel Racero, Maria Clara Ciocchini, Francisco Muntaner e Pablo Alejandro Díaz.

Fabio Casalini

 

Bibliografia

Maria Seoane – Hector Ruíz Nuñez, La notte dei lapis, 24 marzo 1976 Roma, Editori Riuniti, 1987. Nuova edizione: Portatori d’acqua, Pesaro 2015.

Rapporto della Commissione Nazionale sulla scomparsa di persone in Argentina, Nunca más, Bologna, EMI, 1986.

Orlando Baroncelli, Su la testa, Argentina: desaparecidos e recupero della memoria storica, Firenze, Libriliberi, 2008.

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