Venezuela e Colombia firmano dichiarazione per la normalizzazione delle relazioni

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Il governatore dello Stato di Táchira, Freddy Bernal, ha ricevuto giovedì il ministro degli Esteri nominato dal presidente eletto della Colombia, Álvaro Leyva, con il quale ha firmato una dichiarazione congiunta per la normalizzazione delle relazioni tra Venezuela e Colombia.

Attraverso il suo account Twitter, Bernal ha riferito di aver ricevuto il ministro degli Esteri colombiano al Palacio de los Leones, dove era presente anche il ministro degli Esteri Carlos Faría.

Durante l’incontro, le autorità hanno espresso la volontà di portare avanti un’agenda di lavoro volta alla graduale normalizzazione delle relazioni tra Venezuela e Colombia.

La normalizzazione delle relazioni binazionali prevede la nomina di ambasciatori e altri funzionari diplomatici e consolari.

Bernal ha definito “storico” l’incontro tra il ministro degli Esteri venezuelano Carlos Farías e Álvaro Leyva.

“Accogliamo con molto favore la disponibilità del presidente eletto Gustavo Petro e la nomina del ministro degli Esteri Álvaro Leyva. Ieri si è svolto questo storico incontro, che sarà il primo passo di un lungo cammino verso proficue relazioni di fratellanza e cooperazione”, ha dichiarato Bernal in un’intervista rilasciata venerdì a Unión Radio.

Il governatore ha ha sottolineato che, da parte venezuelana, “il presidente Nicolás Maduro ha avuto, ha dimostrato e ha ribadito la sua piena e ampia disponibilità ad aprire le relazioni consolari, commerciali e umane con la Repubblica di Colombia, non solo ora, quando il presidente Petro l’ha ratificata”, ma ha indicato che c’è un arduo percorso di formalità, incontri e accordi prima che il flusso di merci e persone possa essere normalizzato.

“Ora dobbiamo aspettare. Verranno sicuramente create commissioni multidisciplinari in vari settori, perché per aprire regolarmente la frontiera è necessario che il DIAN colombiano e il Seniat venezuelano trovino un accordo, che la Guardia Nazionale venezuelana trovi un accordo con la Polizia Nazionale colombiana e che vengano seguiti una serie di protocolli doganali, di importazione e di esportazione, e questo richiederà tempo”, ha poi spiegato.

Bernal ha affermato che l’apertura dell’ampia frontiera colombiano-venezuelana porterà inequivocabilmente alla riattivazione delle imprese e del commercio, alla creazione di nuovi luoghi di soggiorno, alla crescita dei trasporti nelle loro varie forme e alla creazione di posti di lavoro.

A suo avviso, l’incontro tra Faría e Leyva ha provocato giubilo su entrambi i lati del confine. “La dinamica commerciale e umana è legata a quella del Norte de Santander e quella del Norte de Santander è logicamente legata a Táchira. Quindi, per noi di Táchira e del Norte de Santander, è innaturale che la frontiera sia chiusa”.

Bisogna ricordare, infine, che dopo aver vinto le elezioni Petro ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro.

Durante la conversazione, i due hanno discusso l’agenda bilaterale, che comprende il ripristino delle normali relazioni diplomatiche e di confine.

Adesso le aspettative crescono. Cittadini e commercianti di entrambi i lati dell’esteso confine delineano progetti, tracciano obiettivi e cercano di superare le sfide per ricostruire le tese relazioni bilaterali che sono state congelate per anni. Ma lo sviluppo formale delle attività in una frontiera vivace, caratterizzata da grandi scambi sociali e culturali e da profondi legami familiari, deve anche affrontare la sfida di lottare contro le mafie e i gruppi criminali che impongono pratiche illegali, evidenzia RT.

In questo scenario, gli attori di entrambi i Paesi hanno espresso la volontà di avviare una nuova fase di relazioni, che consenta di ricostruire la fiducia reciproca e di valutare la possibile creazione di una Zona Economica Speciale.

Con l’elezione di Guastavo Petro la situazione si è completamente ribaltata. Il deterioramento delle relazioni tra Colombia e Venezuela è stato aggravato durante il governo di Iván Duque, che nel 2019 ha attivato l'”assedio diplomatico” contro Caracas in seguito all’autoproclamazione di Juan Guaidó come “presidente ad interim” del Venezuela.

Da allora, l’amministrazione di Duque ha mantenuto una posizione d’urto contro il Venezuela, definendo Caracas una “dittatura” e accusando il vicino bolivariano di “proteggere” i “terroristi”. Da parte sua, Caracas accusa la Colombia di promuovere l’incursione di gruppi e bande criminali in territorio venezuelano per compiere attacchi a scopo sedizioso.

Tuttavia, i tempi della discordia potrebbero essere definitivamente alle spalle quando Petro assumerà la presidenza e si avvierà un pieno rinnovamento delle relazioni, un processo che potrebbe essere suggellato da un potenziale incontro con Maduro, che segnerebbe una pietra miliare tra due Paesi bolivariani che condividono una storia comune e una dinamica di vita e di scambio.

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