Il dollaro mediatico: un’arma per la guerra economica contro Cuba

Il prezzo di El Toque e l’esperienza venezuelana di Dolar Today

Javier Gomez Sanchez

Nel pomeriggio di mercoledì scorso, 3 agosto, gran parte dei cubani era seduta davanti alle loro televisioni. Quel giorno è stata trasmessa una delle Tavole Rotonde che ha generato più aspettative quest’anno.

In quella trasmissione veniva annunciata l’apertura delle operazioni di un mercato valutario ufficiale, che sarebbe iniziato solo con l’acquisto di dollari e altre valute. Il cambio centrale sarebbe leggermente superiore a quello stabilito per strada: 120 pesos per un dollaro.

Lo Stato, che fino ad allora manteneva il tasso di 24 x 1, in questa maniera andava a competere con il mercato informale di divise per cercare di intercettare parte del flusso di dollari, euro e altre valute che entrano nel Paese per mano dell’incipiente flusso di turisti, ma che vengono comprati e venduti “al prezzo di strada”, al di fuori del sistema bancario.

Cuba ha dovuto paralizzare, per circa due anni, la sua industria turistica a causa della pandemia di Covid-19, perdendo la sua principale entrata in valuta estera e continua ad essere soggetta a una guerra economica che molte volte si pretende ignorare nelle analisi.

La poca disponibilità di valuta estera nel paese si riflette nel prezzo al quale si compra per strada l’MLC. I negozi in questa moneta elettronica sono la fonte di approvvigionamento per il settore privato, per il commercio e i  servizi informali, quindi il suo prezzo di acquisto in pesos, soggetto a una speculazione permanente, è diventato un fattore fondamentale per il costo della vita dei cubani. Alla vigilia dell’annuncio, il prezzo dell’MLC oscillava in un intervallo approssimativo compreso tra i 110 e i 118 pesos.

La decisione che lo Stato adotti il ​​”prezzo di strada” e inoltre che il mercato statale inizi solo per comprare -e non con un doppio flusso di compravendita-, è stato un annuncio controverso, che ha generato una miriade di critiche e opinioni, poiché molti si aspettavano che questo, oltre all’acquisto, vendesse valuta estera e che lo facesse a un tasso inferiore per costringere il mercato della strada ad abbassare il prezzo dell’MLC, il che, a sua volta, producesse un sollievo negli alti prezzi che gravano sull’economia familiare.

In larga misura, queste aspettative si basavano sull’idea che lo Stato possiede grandi quantità di denaro in dollari, raccolte attraverso il cambio per MLC alla popolazione, ma che il blocco USA ne rende molto difficile l’utilizzo nelle transazioni internazionali, come affermato nel giugno 2021 per smettere di accettare quella valuta nelle banche.

Se aver adottato il tasso di cambio del mercato di strada costituisca un errore o un successo, sarà qualcosa di cui vedremo l’effetto a breve.

Tuttavia, è importante chiedersi qual è il “prezzo di strada”? Come si forma? Come si conosce? Quali fattori extra-economici lo influenzano?

La fonte più utilizzata, oggi, a Cuba per sapere a quanto si compra e si vende “per strada”, il dollaro, l’euro e l’MLC comprese altre valute come il peso messicano e la sterlina, o criptovalute, consiste nel consultare il tasso pubblicato quotidianamente dal sito web El Toque. È facile e veloce ed è diventata una pratica abituale per molti cubani.

Ma cos’è El Toque?

È un media digitale “indipendente”, con un atteggiamento politico di aperta opposizione al governo cubano. Nasce nel 2014 dal finanziamento, formazione e organizzazione esercitata dall’entità olandese RNW Media, -ex Radio Nederland– che all’epoca era interessata a generare progetti giornalistici, a Cub,a indipendenti dal sistema informativo istituzionale cubano.

Successivamente, per ricevere altri fondi, è stata creata la Fondazione Más Voces, registrata in Polonia, che ottiene finanziamenti dal Fondo Velocidad, MEEDAN, e dall’International Fact-checking Network, secondo le informazioni fornite dalla pagina stessa.

Il Fondo Velocidad è stato avviato alla fine del 2019 ed è gestito dall’International Center for Journalists (ICFJ). Consiste in un finanziamento di 1,5 milioni di dollari da distribuire tra dieci media digitali selezionati in America Latina. Nell’elenco di coloro che forniscono questo denaro all’ICFJ, insieme ad altri, si trovano il Dipartimento di Stato USA e l’ United States Agency for International Development (USAID).

Appare anche l’organizzazione Freedom House, un’entità con sede a Washington, incaricata di funzionare come distributore di fondi del governo USA, e che da anni sostiene la dissidenza cubana attraverso premi. Questo 2022, Freedom House ha consegnato il Freedom Award a Luis Manuel Otero Alcántara e Maykel Castillo Pérez, alias Maykel Obsorbo. Nella stessa edizione, ha presentato la categoria Leadership in omaggio a Carl Gershman, presidente fondatore del National Endowment for Democracy (NED). Freedom House è stata presieduta, negli anni 2000, da James Woolsey, che in precedenza era direttore della CIA.

MEEDAN è una piattaforma informatica dedicata alla gestione dei contenuti stampa rivolti ai Paesi dell’Africa e del Medio Oriente. È emersa alla fine degli anni 2000, durante la cosiddetta Primavera Araba, come servizio di traduzione automatizzata di articoli di stampa in inglese e arabo. Successivamente, si è dedicata a localizzare e posizionare contenuti su temi chiave per la stabilità sociale di vari paesi in quella regione, comprese le questioni sanitarie durante la pandemia. Nel 2019, insieme all’ USAID, ha avviato un programma di informazione pubblica attraverso le reti sociali in Kenya. Attualmente mantiene un monitoraggio e posizionamento dei contenuti della stampa su Twitter rivolti a paesi come Iraq, Iran e Hong Kong.

International Fact-checking Network è una piattaforma di finanziamento gestita dalla fondazione omonima, con capitale fornito da You Tube e Google News Initiative, che prevede la distribuzione di 1 milione di dollari tra 22 media digitali e progetti di comunicazione digitale di 12 paesi, di cui El Toque ne ha ricevuto 30510, come si evince dal rapporto pubblico sulla distribuzione.

Indubbiamente, El Toque è stato uno dei media digitali “indipendenti” che ha sfruttato al meglio i talenti formati nelle università cubane. Utilizzando i fondi che riceve, è in grado di assumere giornalisti, designer, web manager e altri professionisti legati alla propria linea editoriale, pagando stipendi impossibili da raggiungere dai media istituzionali. Può anche essere interessante quando si affrontano questioni della società cubana che quest’ultimi, di solito, tacciono o affrontano a malapena. Ciò consente a El Toque di essere un mezzo dinamico e in espansione, in grado di creare podcast, video, forum di opinione e dibattiti su temi giuridici ed economici – scarsi o inesistenti nella stampa  istituzionale – sulla base della propria agenda pubblica dello Stato cubano, anche se con un marcato pregiudizio antigovernativo.

Come inizia il rapporto di El Toque con il tasso di cambio?

Nel luglio 2020 il governo cubano, economicamente soffocato dalla mancanza di valuta estera dopo quasi un anno senza turismo e impossibilitato a sostenere il potere d’acquisto del peso, ha annunciato la vendita di beni di prima necessità, abbigliamento, igiene e cibo in MLC, moneta elettronica che poteva essere acquistata solo in dollari, euro e altre valute estere, che aveva già antecedenti nella vendita di elettrodomestici e ferramenta. Subito si è ampliato un mercato di strada di compravendita di MLC, accanto a quello già esistente per dollari e altre valute.

In quel momento, il prezzo dell’ MLC inizia ad essere strategico, poiché da esso iniziano a rifornirsi le imprese private per la trasformazione degli alimenti, i trasportatori per i pezzi di ricambio e la vasta rete di accaparratori e rivenditori che operano in collusione con i dipendenti dei negozi, qualcosa già radicato nella società cubana dopo anni di tolleranza.

Il possesso di MLC inizia ad essere la chiave di accesso ai beni di prima necessità, nello stesso momento in cui segna i prezzi delle importazioni informali, un modo attraverso il quale gran parte della popolazione si rifornisce di tecnologia, medicinali, abbigliamento, calzature e tutto il tipo di articoli necessari.

Il prezzo dei prodotti di riferimento, solo in vendita in MLC, come birra e altre bevande alcoliche, la farina per fare il pane nei panifici privati e molti altri, ha iniziato un incontrollabile aumento speculativo al dipendere dall’ogni volta più alto tasso di cambio di strada dell’MLC.

L’apertura degli aeroporti e il crescente flusso migratorio sono giunti a impennare ancor più la domanda di dollari ad un livello che l’incipiente arrivo di turisti non è stato in grado di supplire.

Nella misura in cui la preoccupazione di fronte all’inarrestabile aumento dei prezzi provoca sempre più angoscia tra la popolazione, il tasso di cambio  dell’MLC ha cominciato ad essere non solo importante economicamente ma anche come elemento politico.

È in questo momento che El Toque ha iniziato a pubblicare una tabella dei prezzi con il tasso di cambio di strada, facendo la media del cambio offerto negli annunci pubblicati su Revolico e altri siti simili. Quello che ha fatto è stato creare un prodotto informativo che non esisteva, raccogliendo informazioni che prima erano sparse su pagine di compravendita, gruppi Facebook e canali Telegram, centralizzandolo in un solo oggetto di riferimento: “Il tasso di El Toque”.

Per gli interessi politici a cui El Toque risponde – quelli dei suoi finanziatori, che sono gli stessi che tengono bloccato il nostro Paese – è molto importante che a Cuba si consolidi uno strumento per influenzare il tasso di cambio di strada e controllarlo. Dominare il prezzo del dollaro in un paese significa dominare la sua economia, e quindi la sua stabilità politica.

Per capirlo, è necessario studiare un antecedente di come il dominio sulle informazioni del cambio del dollaro si sia convertito in un’arma dentro la guerra economica in un paese che ne è già stato sottoposto: il Venezuela.

La Banca Centrale del Venezuela, allo stesso modo della sua omologa cubana, fissa un tasso di cambio ufficiale del bolivar rispetto al dollaro, che ovviamente non è quello praticato per strada. Da anni, con il calo del prezzo del petrolio e la fuga di capitali -progettata per indebolire l’economia venezuelana- il prezzo di strada del dollaro saliva sempre più. Ciò si rifletteva in varie case di cambio situate al confine con la Colombia, nella città colombiana di Cúcuta, dove molti venezuelani acquistano pesos colombiani, che vengono poi cambiati in dollari.

Questo tipo di cambio è stato chiamato “dollaro parallelo”. Con queste valute acquistate a un prezzo non ufficiale, si praticava il contrabbando di prodotti di base e cibo dai cosiddetti bachaqueros (accaparratri/speculatori), quindi il suo controllo era essenziale per influenzare la vita quotidiana dei venezuelani e far sì che i salari pagati in bolivar perdessero il loro potere d’acquisto. Con questo obiettivo, nel 2010, è stato creato il sito web Dollar Today.

Dollar Today è una pagina diretta dagli USA, il suo volto visibile è Gustavo Díaz, un ex militare e oppositore venezuelano, residente negli USA, che ha partecipato al colpo di stato contro il presidente Hugo Chávez, nel 2002, essendo nominato come parte della squadra militare del golpista Pedro Carmona, durante il breve periodo di durata del suo gabinetto.

Allo stesso modo in cui El Toque consulta Revolico, Dollar Today effettua, giornalmente, diverse chiamate a case di cambio a Cúcuta e stabilisce una media del tasso di cambio della giornata. I dirigenti della pagina hanno dichiarato alla BBC nel 2016: “Siamo solo un riflesso di ciò che indica il mercato parallelo. Non dettiamo la politica monetaria né stampiamo denaro”.

Ma risulta che, nel tempo, i ruoli si siano invertiti e le case di cambio hanno iniziato a utilizzare Dollar Today come fonte di informazioni sul tasso che dovevano applicare. Il motivo è molto semplice, fissare un tasso speculativo da parte dei cambiavalute, basato sull’apprezzamento di una maggiore o minore circolazione del dollaro, sulla situazione economica, sull’ammontare della domanda e dell’offerta, ecc. -come pubblicano su Revolico- implica un esercizio soggettivo e di dubbia definizione.

Quello che ha fatto Dollar Today, -come fa El Toque- è stato coltivare se stesso come fonte, per arrivare a fornire alle case di cambio e agli utenti, invece di informazioni, una linea guida. In poco tempo, chi ha dettato il cambio in Venezuela è stato Dollar Today. La sua funzione nella guerra economica era quella di garantire, pubblicazione dopo pubblicazione, che questo circolo vizioso tra il sito web e le case di cambio non facesse altro che alzare il prezzo e mantenerlo il più alto possibile.

Per avere un’idea del livello di distorsione che Dollar Today è giunto a trasmettere all’economia venezuelana, la stessa BBC ha affermato che mentre lo Stato venezuelano stabiliva il tasso di cambio di 10 bolivar per un dollaro, Dollar Today pubblicava che era di 1000 bolivar. Gli aumenti improvvisi del tasso di cambio, in decine di bolívares da un giorno all’altro, persino migliaia in poche settimane, con il caos che questo genera, è nel repertorio di Dollar Today. Nel 2017 hanno fatto saltare il prezzo del dollaro da 1400 bolivar a 4500 in un solo mese.

Nel 2016, un rapporto della Commissione Economica per l’America Latina (CEPAL) ha confermato che il sito web Dollar Today genera distorsione nel mercato dei cambi producendo “maggiore volatilità, incertezza e aspettative infondate di deprezzamento del bolivar rispetto al dollaro”.

Nello stesso anno, in un’intervista rilasciata a Telesur, l’economista e deputato venezuelano Ramón Lobo ha spiegato che, in quel momento, Dollar Today si era già “installato nell’immaginario del venezuelano per creare uno scenario distorto dell’economia”.

Poco dopo la sua apertura, Dollar Today ha anche iniziato a pubblicare notizie, video autoprodotti e contenuti vari contro il governo chavista. In questo caso, la pagina delle informazioni sul cambio diventa un mezzo di comunicazione, mentre a Cuba avviene il contrario, il mezzo di comunicazione diventa un informatore cambiario. Ma nel caso venezuelano ha permesso alla pagina di mostrarsi, alla stampa internazionale, come una vittima  quando le accuse di terrorismo finanziario hanno cominciato a diffondersi, sostenendo di essere un media indipendente che il regime chavista  cercava di censurare e presentarsi come presunti difensori della libertà di espressione.

Nel 2015, il Governo venezuelano ha intentato una causa, in un tribunale USA, contro gli operatori di Dollar Today per cyberterrorismo finanziario. Ovviamente senza risultati.

Diventa evidente che, nello scenario della guerra mediatica ed economica contro Cuba, l’esperienza cubana di El Toque consiste in un adattamento di quanto già praticato nell’analogo scenario venezuelano con Dollar Today.

Un’operazione di fabbricazione di un dollaro mediatico consiste in tre fasi: la prima è la raccolta e la creazione di informazioni. In questa fase effettivamente si consultano le fonti -come Revolico-, si determina una cifra e su di essa si stabilisce una pubblicazione quotidiana.

La seconda fase è di sistematicità. In questa, le persone iniziano a incorporare la consultazione nella pagina come abitudine, sia acquirenti che venditori. A quel punto la stessa si è affermata come la principale fonte del cambio della giornata. Chi ha qualche dollaro o un’altra valuta da vendere sarà quasi costretto a consultarla per scoprire quanto gli conviene chiedere.

In quel momento tutto è pronto per la terza fase: il controllo sul cambio. È già la pagina che stabilisce il prezzo del dollaro agli inserzionisti e i suoi operatori hanno sufficiente influenza per fare gli aumenti o le diminuzioni che vogliono. Il prezzo è quello che stabiliscono.

Se decidono che il giorno successivo aumenterà del 5 o 10%, possono farlo. Se hanno deciso di farlo aumentare del 50% in un mese, anche possono farlo. Se l’obiettivo è raddoppiare il prezzo in meno di tre mesi -cosa che creerebbe il caos in qualsiasi economia- possono perfettamente realizzarlo. La determinazione del prezzo è ormai completamente mediatica.

A Cuba ci troviamo nella seconda fase, in cammino verso la terza.

Mentre ciò accadrà, in mezzo alla lenta crescita del turismo, con esportazioni depresse, un esiguo ingresso di materie prime, la crisi energetica e il soffocamento del blocco USA, la maggior parte dei cubani avremo situazioni sempre più pressanti di cui preoccuparci, schiacciati dalla perdita della capacità di acquistare i beni più elementari, con il nostro governo sotto pressione per ottenere che tutto continui a funzionare con le scarse fonti di valuta estera, prendendo complesse decisioni con tutte le strade davanti piene di pericoli.

Resta da vedere se fare la concorrenza al prezzo in strada -che è stato subito al di sopra di quello annunciato dallo Stato- ci risulti migliore o peggiore. Ciò che è molto chiaro è che è dubbio abbia qualche risultato positivo lasciare nelle mani di una pagina mantenuta dagli stessi che ci bloccano il potere di stabilire quale sarà il prezzo delle divise nel nostro Paese.

(Tratto da Bufa Subversiva)


El dólar mediático: Un arma para la guerra económica contra Cuba

Javier Gómez Sánchez

En la tarde del pasado miércoles 3 de agosto gran parte de los cubanos estaban sentados frente a sus televisores. Ese día se emitió una de las Mesas Redondas que más expectativas ha generado en el presente año.

En esa emisión se anunció la apertura de las operaciones de un mercado oficial de divisas que iniciaría solo con la compra de dólares y otras monedas. La tasa central de cambio sería algo mayor que la establecida en la calle: 120 pesos por un dólar.

El Estado, que hasta ese entonces mantenía la tasa de 24 x 1, de esta forma salía a competir con el mercado informal de divisas para intentar captar parte del flujo de dólares, euros y otras monedas que entran al país en manos del incipiente flujo de turistas, pero que son comprados y vendidos ¨al precio de la calle¨, fuera del sistema bancario.

Cuba debió paralizar durante unos dos años su industria turística debido a la pandemia de la Covid-19, perdiendo su principal entrada de divisas y sigue sometido a una guerra económica que muchas veces se pretende ignorar en los análisis.

La poca disponibilidad de divisas en el país se refleja en el precio al que se compra en la calle el MLC. Las tiendas en esta moneda electrónica son la fuente de abastecimiento del sector privado, del comercio y servicios informales, por lo que su precio de compra en pesos, sujeto a una especulación permanente- se ha convertido en un factor fundamental para el costo de la vida de los cubanos. En vísperas del anuncio, el precio del MLC fluctuaba en un rango aproximado entre los 110 y los 118 pesos.

La decisión de que el Estado adopte el “precio de la calle” y además que el mercado estatal inicie solo para comprar -y no con un doble flujo de compra y venta-, resultó un anuncio controversial, generando un cúmulo de críticas y opiniones, pues muchos esperaban que este además de comprar, vendiera divisas y que lo hiciera a una tasa más baja para obligar al mercado callejero a bajar el precio del MLC, lo que a su vez produjera un alivio en los altos precios que pesan sobre la economía familiar.

En gran medida estas expectativas encontraban fundamento en la idea de que el Estado posee grandes cantidades de efectivo en dólares, recaudados a través del cambio por MLC a la población, pero que el bloqueo estadounidense le hace muy difícil utilizar en transacciones internacionales, según se argumentó en junio de 2021 para dejar de aceptar esa divisa en los bancos.
Si haber adoptado la tasa de cambio del mercado callejero constituye un error o un acierto, será algo cuyo efecto veremos en poco tiempo.

Sin embargo, es importante preguntarse ¿Qué es el “precio de la calle”? ¿Cómo se forma? ¿Cómo se conoce? ¿Qué factores extra económicos influyen sobre él?

La fuente más utilizada hoy en día en Cuba para saber a cuanto se compra y se vende ¨en la calle¨ el dólar, el euro y el MLC, incluso otras divisas como el peso mexicano y la libra esterlina, o criptomonedas, consiste en consultar la tasa publicada diariamente por la página web El Toque. Resulta fácil y rápido, y se ha convertido en una práctica habitual para muchos cubanos.

Pero, ¿Qué es El Toque?

Se trata de un medio digital de comunicación “independiente”, de postura política de abierta oposición al gobierno cubano. Surgió en 2014 a partir del financiamiento, capacitación y organización ejercida por la entidad holandesa RNW Media, -antigua Radio Nederland- que por ese entonces se interesó por generar proyectos de periodismo en Cuba que fueran independientes del sistema de prensa institucional cubano.

Más tarde, para recibir otros fondos, fue creada la Fundación Más Voces, inscrita en Polonia, que obtiene financiamiento del Fondo Velocidad, MEEDAN, y la Internacional Fact-checking Network, según información provista por la propia página.

El Fondo Velocidad fue iniciado a finales del 2019 y es manejado por el International Center for Journalists (ICFJ). Consiste en un financiamiento de 1.5 millones de dólares a repartir entre diez medios digitales seleccionados en Latinoamérica. En la lista de los que aportan este dinero a la ICFJ, junto a otros, puede encontrarse al Departamento de Estado de los Estados Unidos, y la United States Agency for International Development (USAID).

Igualmente aparece la organización Freedom House, entidad con sede en Washington, encargada de funcionar como distribuidora de fondos del gobierno estadounidense, y que apoya a la disidencia cubana desde hace años a través de premios.

Este 2022, Freedom House entregó su Premio Libertad a Luis Manuel Otero Alcántara y a Maykel Castillo Pérez, alias Maykel Obsorbo. En esa misma edición entregó la categoría Liderazgo como homenaje a Carl Gershman, presidente fundador de la National Endowment for Democracy (NED).

Freedom House fue presidida durante la década de los 2000 por James Woolsey, quien fuera con anterioridad director de la CIA.

MEEDAN es una plataforma informática dedicada al manejo de contenidos de prensa dirigidos a países de África y Medio Oriente. Surgió a finales de los 2000, durante la llamada Primavera Árabe, como un servicio automatizado de traducción de artículos de prensa en inglés y árabe.

Posteriormente se dedicó a localizar y posicionar contenido sobre temas clave para la estabilidad social de diversos países de esa región, incluyendo temas de salud durante la pandemia. En 2019 inició junto a la USAID un programa de información pública a través de redes sociales en Kenia. Actualmente mantiene un monitoreo y posicionamiento de contenidos de prensa en Twitter dirigidos a países como Iraq, Irán y Hong Kong.

Internacional Fact-checking Network es una plataforma de financiamiento manejada por la fundación del mismo nombre, con capital aportado por You Tube y Google News Initiative, que implica la distribución de 1 millón de dólares entre 22 medios digitales y proyectos de comunicación digital de 12 países, de los cuales El Toque recibió 30 510, según se refleja en el informe público de distribución.

Sin dudas, El Toque ha sido uno de los medios digitales “independientes” que más ha aprovechado el talento formado en las universidades cubanas. Utilizando los fondos que recibe, es capaz de contratar periodistas, diseñadores, web managers y otros profesionales afines a su línea editorial, pagando salarios imposibles de alcanzar por los medios institucionales. Igualmente puede resultar atractivo al abordar temas de la sociedad cubana que estos últimos por lo general mantienen en silencio o abordan escasamente. Esto permite que El Toque sea un medio dinámico y en expansión, capaz de crear podcast, videos, foros de opinión y debate sobre temas jurídicos y económicos -escasos o inexistentes en la prensa institucional- a partir de la propia agenda pública del Estado cubano, aunque con un marcado sesgo anti gubernamental.

¿Cómo comienza la relación de El Toque con la tasa cambiaria?

En julio de 2020, el gobierno cubano, económicamente asfixiado por la falta de divisas luego de casi un año sin turismo e imposibilitado de respaldar la capacidad de compra del peso, anunció la venta de productos de primera necesidad, ropa, aseo, y alimentos en MLC, moneda electrónica que solo podía ser comprada en dólares, euros y otras monedas extranjeras, lo que ya tenía antecedentes en la venta de electrodomésticos y ferretería. De inmediato se expandió un mercado callejero de compraventa de MLC, junto al que ya existía para los dólares y otras divisas.

En ese momento el precio del MLC comienza a ser estratégico, pues de él comienzan a abastecerse los negocios privados para la elaboración de alimentos, los transportistas para las piezas de repuesto, y la amplia red de acaparadores y revendedores que opera en contubernio con los empleados de las tiendas, algo ya enquistado en la sociedad cubana luego de años de tolerancia.

La tenencia de MLC comenzó a ser la clave para el acceso a lo más básico, al tiempo que marca los precios de la importación informal, vía por la que gran parte de la población se abastece de tecnología, medicamentos, ropa, calzado, y todo tipo de artículos necesarios.

El precio de productos de referencia, solo a la venta en MLC, como la cerveza y otras bebidas alcohólicas, la harina para hacer el pan en las panaderías privadas, y muchos otros, comenzaron un incontrolable ascenso especulativo al depender del cada vez más alto cambio callejero del MLC.

La apertura de los aeropuertos y el flujo migratorio en aumento, vinieron a disparar aún más la demanda de dólares a un nivel que el incipiente arribo de turistas era incapaz de suplir.

En la medida en que la preocupación ante la subida imparable de los precios provoca cada vez más angustia entre la población, la tasa de cambio del MLC comenzó a ser no solo importante en lo económico, sino también como elemento político.

Es en ese momento que El Toque comenzó a publicar una tabla de precios con la tasa de cambio callejera, promediando el cambio ofrecido en los anuncios publicados en Revolico y otros sitios similares. Lo que hizo fue fabricar un producto informativo que no existía, acopiando la información que antes se encontraba dispersa en páginas de compraventa, grupos de Facebook y canales de Telegram, centralizándola en un solo objeto de referencia: “La tasa de El Toque”.

Para los intereses políticos a los que responde El Toque – los de sus financistas, que son los mismos que mantienen bloqueado a nuestro país-, es muy importante que en Cuba se consolide una herramienta de influencia sobre la tasa cambiaria callejera y controlarla. Dominar el precio del dólar en un país es dominar su economía, y por lo tanto su estabilidad política.

Para comprender esto es necesario estudiar un antecedente de como el dominio sobre la información del cambio del dólar se convirtió en un arma dentro de la guerra económica en un país que ya ha sido sometido a la misma: Venezuela.

El Banco Central de Venezuela, de la misma manera que lo hace su homólogo cubano, fija una tasa oficial de cambio del bolívar frente al dólar, que por supuesto no es la que se practica en la calle. Desde hace años, con la caída del precio del petróleo y la fuga de capitales, -diseñados para debilitar la economía venezolana-, el precio callejero del dólar subía cada vez más. Este se reflejaba por diversas casas de cambio ubicadas en la frontera con Colombia, en la ciudad colombiana de Cúcuta, donde muchos venezolanos compran pesos colombianos, que luego cambian por dólares.

A este tipo de cambio se le llamó “dólar paralelo”. Con estas divisas compradas a un precio no oficial se practicaba el contrabando de productos básicos y alimentos ejercido por los llamados bachaqueros, por lo que su control era fundamental para influir sobre el día a día de los venezolanos y hacer que los salarios en bolívares perdieran su poder adquisitivo. Con ese objetivo se creó en 2010 el sitio web Dólar Today.

Dólar Today es una página dirigida desde los Estados Unidos, su rostro visible es Gustavo Díaz, un ex militar y opositor venezolano, residente en territorio estadounidense, quien participara en el golpe de Estado contra el presidente Hugo Chávez en 2002, siendo nombrado como parte del equipo militar del golpista Pedro Carmona, durante el corto tiempo que duró su gabinete.

De la misma manera en que El Toque consulta Revolico, Dólar Today realiza diariamente varias llamadas a casas de cambio en Cúcuta y establece un promedio del cambio del día. Los directivos de la página afirmaron a la BBC en 2016: “Nosotros solo somos un reflejo de lo que indica el mercado paralelo. No dictamos política monetaria ni imprimimos dinero”.

Pero resulta que, con el tiempo, los papeles se invirtieron, y las casas de cambio comenzaron a utilizar a Dólar Today como fuente de información de la tasa que debían aplicar. La razón es muy sencilla, fijar una tasa especulativa por parte de los cambistas, basándose en la apreciación de una mayor o menor circulación del dólar, de la situación económica, de la cantidad de oferta y demanda, etc -como hacen los que publican en Revolico- implica un ejercicio subjetivo y de dudosa definición.

Lo que hizo Dólar Today, -como hace El Toque- fue cultivarse a sí mismo como fuente, para llegar a brindar a las casas de cambio y a los usuarios, en vez de una información, una directriz. En poco tiempo quien dictaba el cambio en Venezuela era Dólar Today. Su función en la guerra económica era garantizar, publicación tras publicación, que ese círculo vicioso entre la página web y las casas de cambio no hiciera más que subir el precio y mantenerlo lo más alto posible.

Para tener una idea del nivel de distorsión que Dólar Today llegó a trasmitir a la economía venezolana, la propia BBC afirmaba que mientras el Estado venezolano establecía la tasa de cambio de 10 bolívares por un dólar, Dólar Today publicaba que era de 1000 bolívares. Las subidas de golpe de la tasa de cambio, en decenas de bolívares de un día para otro, incluso miles en pocas semanas, con el caos que esto genera, está dentro del repertorio de Dólar Today. En 2017 hicieron saltar el precio del dólar de 1400 bolívares a 4500 en solo un mes.

En 2016 un informe de la Comisión Económica para América Latina (CEPAL) confirmó que la página web Dólar Today genera distorsión en el mercado cambiario al producir “mayor volatilidad, incertidumbre y expectativas infundadas de depreciación del bolívar frente al dólar”,

Ese mismo año, en una entrevista ofrecida a Telesur, el economista y diputado venezolano Ramón Lobo explicó que en ese momento ya Dólar Today se había “instalado en el imaginario del venezolano para crear un escenario distorsionado de la economía”.

Al poco tiempo de su funcionamiento, Dólar Today comenzó a publicar también noticias, videos de producción propia y diversos contenidos contra el gobierno chavista. En este caso la página de información cambiaria se convirtió en un medio de comunicación, mientras que en Cuba ocurre a la inversa, el medio de comunicación se convierte en informador cambiario. Pero en el caso venezolano, permitió a la página mostrarse ante la prensa internacional como una víctima cuando las acusaciones de terrorismo financiero comenzaron a trascender, alegando ser un medio independiente que intentaba ser censurado por el régimen chavista y presentarse como supuestos defensores de la libertad de expresión.

En 2015 el Gobierno Venezolano interpuso ante un tribunal estadounidense una demanda judicial contra los operadores de Dólar Today por ciberterrorismo financiero. Por supuesto, sin resultados.

Se hace evidente que, en el escenario de la guerra mediática y económica contra Cuba, la experiencia cubana de El Toque consiste en una adaptación de la que ya se ha practicado en el similar escenario venezolano con Dólar Today.

Una operación de fabricación de un dólar mediático consiste en tres etapas: La primera es de acopio y establecimiento de la información. En esta etapa efectivamente se consultan fuentes- como Revolico-, se determina una cifra y se establece una publicación diaria sobre esta.

La segunda etapa es de sistematicidad. En esta las personas comienzan a tener incorporada la consulta a la página como una costumbre, tanto compradores como vendedores. Para entonces la misma se ha establecido como la fuente principal del cambio del día. Quien tenga algunos dólares u otra divisa para vender, estará casi obligado a consultarla para saber cuánto le conviene pedir.

En ese momento todo está listo para la tercera fase: El control sobre el cambio. Es ya la página la que establece el precio del dólar a los anunciantes y sus operadores tienen suficiente influencia como para hacer las subidas o bajadas que deseen. El precio es el que estos establezcan.

Si deciden que al día siguiente suba un 5 o un 10 por ciento, pueden hacerlo. Si se proponen hacerlo subir un 50 por ciento en un mes, también pueden hacerlo. Si la meta consiste en duplicar el precio en menos de tres meses, – lo que crearía el caos en cualquier economía- pueden perfectamente realizarlo. El establecimiento del precio es para entonces completamente mediático.

En Cuba nos encontramos en la segunda fase, en camino hacia la tercera.

Mientras eso ocurre, en medio del lento crecimiento del turismo, con exportaciones deprimidas, una exigua entrada de materias primas, la crisis energética y la asfixia del bloqueo estadounidense, la mayor parte de los cubanos tendremos situaciones cada vez más acuciantes de las cuales preocuparnos, abrumados por la pérdida de la capacidad para poder comprar lo más básico, con nuestro gobierno bajo la presión por lograr que todo siga funcionando con las escasas fuentes de divisas, tomando complejas decisiones con todos los caminos por delante llenos de peligros.

Si hacer la competencia al precio callejero, -que de inmediato se ubicó por encima del anunciado por el Estado-, nos resulte mejor o peor, es algo que está por verse. Lo que queda muy claro es que dudosamente tenga algún resultado positivo dejar en manos de una página mantenida por los mismos que nos bloquean el poder de establecer cuál será el precio de las divisas en nuestro país.

(Tomado de Bufa Subversiva)

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