Discorso Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez (V Plenum)

Discorso pronunciato da Miguel Mario Díaz-Canel Bermúdez, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente della Repubblica, nella chiusura del V Plenum del Comitato Centrale del Partito, nel Palazzo delle Convenzioni, il 10 dicembre 2022, “Anno 64º della Rivoluzione”.

Caro compagno Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, leader della Rivoluzione Cubana;
Membri del Burò Politico;
Membri del Comitato Centrale;
Compagne e compagni:

Una conclusione salta alla vista quando si rivedono i temi e i dibattiti severi che ha realizzato questo Plenum: il Partito è al centro dei problemi.

È mio dovere cominciare elogiando l’infaticabile lavoro dei nostri quadri di base, dal nucleo e dai municipi sino al Burò Politico, per combattere dall’avanguardia e nello stesso tempo le molteplici battaglie in cui è immerso il paese. Mi chiedo quale sarebbe il panorama di una Cuba assediata dalla guerra economica più prolungata e multidimensionale che si conosca, maltrattata dall’incredibile campagna mediatica alla quale si destinano fondi milionari, colpita una e un’altra volta da eventualità severe come una pandemia, incidenti e cicloni che abbiamo resistito, senza il lavoro de suo Partito, senza la dedizione della sua militanza rivoluzionaria e del suo eroico popolo.

Lo avremmo fatto meglio o peggio. Non siamo robot programmati per non sbagliare.

Ma lo abbiamo fatto. Abbiamo resistito tutti i colpi della natura e dei nostri stessi errori senza piegare le ginocchia e senza rinunciare al sogno di una prosperità possibile.

La forza di questo popolo laborioso, nobile, appassionato e immaginativo supera il tentativo di paragone. Cuba è già un’unità di misura: una Cuba equivale alla massima resistenza con la massima creatività (Applausi).

Non mi estenderò dettagliando che e come lo abbiamo fatto. Le relazioni del Burò Politico e della Segreteria mi sollevano da questo compito.

Credo che uno dei suoi meriti fondamentali sia aver fermato gli errori e le insufficienze che ci trasciniamo tuttavia.

Senza questa comprensione giungerebbe la paralisi.

Sentire, apprezzare e riconoscere il titanico lavoro del Partito non ci può sottrarre, senza dubbio, dalla responsabilità di tutti i quadri con i problemi, le insufficienze  e gli errori accumulati e concomitanti con gli effetti del blocco.

Il popolo di cui siamo parte comprende e affronta l’attacco dell’avversario. Ma questa resistenza può indebolirsi e la creatività ne risente quando il popolo si scontra – e a volte si scontra quotidianamente– con la burocrazia, l’indolenza, la corruzione di certe cappe intermedie che pescano nel fiume agitato delle difficoltà, ponendo ostacoli dove vanno le soluzioni.

Il nemico scommette anche su questo, impegnato non solo a far fallirle la sfida del socialismo, ma anche a rendere la vita molto difficile con l’assedio e con i nostri errori come condimento, ma anche che rinunceremo all’unico cammino possibile alla giustizia di tutti.

La situazione attuale del paese è, a questo punto, tanto complessa  e difficile che provoca in qualche misura la protesta, la scontentezza e l’inaccettabile messaggio di “non si può”.

Dico inaccettabile pensando alle generazioni che ci hanno preceduto, nelle sofferenze, i limiti e gli ostacoli che affrontarono a volte senza armi o altri stimoli che la loro fede, che niente è impossibile quando un popolo vuole e lotta per quello.

Noi siamo i figli di un popolo che ha vinto l’impossibile.

Siamo gli eredi di questo tremendo legato di ottimismo e fede nei suoi ideali, che il 18 dicembre del 1956 fece esclamare a Fidel, incontrando Raúl e pochi compagni a  Cinco Palmas: “Adeso sì che vinciamo la guerra!”. E la vinsero! (Applausi.)

Oggi i fucili sono i programmi che abbiamo pianificato e la certezza del trionfo sta nelle forze del popolo nucleate attorno al Partito. Per questo sono tante le responsabilità del Partito come organo rettore e agglutinante del sistema politico e come entità che ha la sua struttura e funzione.

Essere forza dirigente del sistema politico comprende l’enorme e insostituibile auto responsabilità del Partito, per far sì che il lavoro sia più effettivo, nella misura in cui favorisce la presa del potere popolare attraverso diversi canali e questa non demerita la sua natura d’avanguardia ma, tutto al contrario, la rinforza.

A questo si somma l’auto controllo che deve esistere nello stesso Partito, nei suoi dirigenti  e nella militanza per evitare che si assumano funzioni che corrispondono ad altri.

Niente ci può distrarre dalle responsabilità che nessun’altra entità può esercitare, tracciando politiche nel campo dell’ideologia, nell’educazione politica, nel rafforzamento dell’Unione dei Giovani Comunisti e del sistema d’organizzazione delle masse, tra l’altro.

Molto di quello che si ottiene nel lavoro educativo, che contribuisce a un perfezionamento della democrazia con influenza nella riproduzione del consenso politico e del consenso attivo, è direttamente relazionato al lavoro del Partito.

Cosa si fa in ogni ambiente del Partito per garantire un coinvolgimento popolare e lavorativo, che assicuri la reale partecipazione delle masse nella presa delle decisioni? L’analisi non può essere compiacente ma molto critica di fronte alle esigenze del momento attuale. Si muovono idee e concetti, si condividono, si difendono, ma il cammino per rendere effettivo quanto accordato necessita molte precisioni e azioni che coinvolgano una gran parte della nostra società.

È preciso ratificare costantemente la natura popolare del potere politico e degli assi che marcano la legittimità del Partito: le capacità per identificarsi con il popolo, auscultare i suoi interessi, le preoccupazioni, le confusioni, riconoscendo la  speciale attenzione che il lavoro politico deve ai problemi della vita quotidiana e alle situazioni di vulnerabilità, oltre al lavoro con i giovani.

Inoltre si fa più visibile e rinforza il suo impegno e l’azione con l’istituzionalità, pilastri della democrazia socialista, senza dimenticare gli spazi locali e di comunicazione sociale e l’imprescindibile volontà politica per smontare difficoltà e problemi accumulati, con proiezioni che conducano a risultati concreti.

Quanto relazionato con il sistema politico e la sua integralità comprende il lavoro per condividere nella maggior misura le funzioni e gli impegni con la società civile, concepita come spazio di realizzazione del lavoro politico e, anche se non si riduce allo spettro delle organizzazioni sociali e di massa, va riconosciuto  l’importante ruolo che queste disimpegnano nel sistema politico per la massività, le potenzialità e le responsabilità per canalizzare una buona parte della partecipazione popolare.

Va ricordato anche l’alto numero di organizzazioni di taglio differente che esistono a Cuba: religiose, professionali, fraternali e altre che sommano più di duemila associazioni civili e organizzazioni non governative nazionali, alcune con vincoli all’estero.

In Cuba è nella società civile dove si nominano i delegati del Potere Popolare con un’ importante incidenza delle organizzazioni sociali di massa, che partecipano a loro volta alla conformazione delle candidature per altri livelli del Potere Popolare e fungono come importanti canali partecipativi.

Il Partito non può stare al margine della società. Molte delle sue insufficienze  sono a lor volta riflessi dell’essere sociale. Agendo con la coscienza della necessità, il Partito dev’essere il catalizzatore più efficiente nella nostra trasformazione avanzando.

Dobbiamo fare nostra come premessa dell’azione rivoluzionaria che quello che non funziona per la società socialista cubana dev’essere cambiato.

Il Partito unico della Rivoluzione Cubana dev’essere un Partito con un funzionamento rivoluzionario, d’avanguardia, etico e umanista. Aspiriamo che la sua militanza attui e si senta come una grande famiglia di rivoluzionari che predicano con l’esempio. Una militanza che partecipa, che non solo riceve orientamenti, ma che deve proporre e anche agire.

E quando dico questo mi riferisco direttamente al ruolo dei primi segretari e degli dirigenti del Partito a tutti i livelli, al suo ruolo morale, all’esempio personale e alla capacità di mobilitare.

È dimostrato che molti reati, illegalità e manifestazioni di corruzione esistono perchè ci sono le condizioni e le cause in situazioni che le favoriscono; senza dubbio i nuclei del Partito non hanno sempre disimpegnato il loro ruolo in relazione a questa questione.

È necessario dare un giro in questo senso, considerando il ruolo di protagonista dei nuclei e le loro potenzialità per fomentare la partecipazione e il controllo nei comitati di base dell’Unione dei Giovani Comunisti, delle sezioni sindacali e degli organi del Potere Popolare.

Solo così si possono perfezionare le politiche per garantire il coinvolgimento popolare nella presa delle decisioni a tutti i livelli, per dare un impulso ai progetti, affrontare il burocratismo, le illegalità e la corruzione.

Perfezionare i metodi organizzativi e gli stili di direzione adattandoli alle particolarità di ogni territorio collettivo specifico e agli individui con i quali si lavora, non può ridursi a richiami e esortazioni.

È preciso implementare formule per scoprire sino a che punto, nei quadri e nei militanti, funziona l’etica della responsabilità e dell’impegno che devono assumere.

Alla colonizzazione culturale in marcia, contrapponiamo una messa a fuoco decolonizzatrice del benessere e della felicità.

Il nostro paradigma si basa in relazioni sociali significative, nel concetto di vita utile e nella felicità per apportare, si caratterizza per la sua solidarietà, per i risultati della gestione collettiva, per la garanzia ai diritti basici, al benessere sociale, la vita piena dalla dignità personale e del paese. Dall’essere: la dignità! ¡Dalle relazioni: solidarietà, giustizia e equità sociale! Dalla realizzazione: partecipazione, appartenenza e protagonismo!

È anche responsabilità del Partito garantire che il discorso politico sia impregnato di etica e fomenti valori a favore del progetto socialista, ma si devono seguire ed elevare le sue risorse estetiche, perchè tocchino la sensibilità delle persone e risveglino emozioni a favore della causa che si difende.

Educare per discernere quanto di realtà e quanto di semplice apparenza  c’è nel mondo mediatico e in immagini a favore della controvertita società di consumo necessita del lavoro sostenuto del Partito e delle sue capacità per coinvolgere tutto il sistema politico,

Nella nuova geografia del potere che ha creato la Rivoluzione Cubana, la politica come cultura e campo d’espressione, deve giungere a tutta la società e generare un coinvolgimento cosciente, e se genera dissensi, che siano genuini e non fabbricati dal nemico storico della nazione cubana e importati da gruppuscoli di lacchè.

È necessario allora creare capacità che si traducano in un pensiero critico rivoluzionario contrario a un’omogeneizzazione a oltranza.

Tra le responsabilità del Partito si deve gerarchizzare la proiezione etica ed estetica del discorso politico e dei messaggi ideologici che l’avvicinano di più ai suoi differenziati destinatari, per generare azioni educative e culturali, dibattiti, confronti di opinioni nella ricerca delle migliori soluzioni, ed anche emozioni, motivazioni e impegni con il processo rivoluzionario.

Tutto questo consiglia che si strumentino forme più efficaci per l’informazione opportuna della militanza sulle questioni d’impatto nazionale, territoriali e settoriali, che necessitano la loro maggior partecipazione per incidere negli ambienti lavorativi e comunitari.

In molti luoghi la responsabilità del Partito in relazione con i metodi di controllo interno e esterno se diluisce, si formalizza o si schematizza senza che passi niente, nonostante il danno che significa non fare quello che corrisponde.

Non ci sono dubbi che l’impulso che si dà oggi alla partecipazione e al controllo popolare, necessita una svolta da questa situazione, considerando il ruolo protagonista del Partito senza tralasciare le responsabilità che devono assumere anche gli organi del Potere Popolare e la Centrale dei Lavoratori di Cuba, tra gli altri.

Queste riflessioni che stiamo condividendo non sono il risultato di un’analisi individuale dalla direzione del Partito.

Sono il frutto di studi e dibattiti permanenti nei quali confluiscono l’apporto dell’Accademia e la conferma della pratica, partendo da sistematici incontri che teniamo con vari gruppi di lavoro temporaneo, che assistono il lavoro del Partito nei temi ideologici, del sistema politico, dell’istituzionalità e la democrazia, della politica dei quadri e di temi economici.

Dobbiamo tornare sistematicamente  su queste idee per perfezionare il lavoro nel cammino verso la II Conferenza Nazionale del Partito.

Compagne e compagne:

Valutando il lavoro del Burò Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, osserviamo che si è sviluppato in uno scenario di progressiva complessità economica e sociale.

In America Latina e nei Caraibi, la mobilitazione, la resistenza popolare, l’articolazione e l’unità delle forze politiche, i movimenti sociali e le organizzazioni settoriali hanno contribuito a formare una configurazione politica più favorevole a governi con progetti orientati alla giustizia sociale e alla difesa della sovranità.

Questi passi avanti politici si producono di fronte alla disperante situazione che soffrono i popoli di Nuestra America, come dimostrano l livelli allarmanti di povertà e disoccupazione .

Nello stesso tempo si osserva con preoccupazione l’ascesa di forze politiche con posizioni fasciste e d’estrema destra, che cercano di contenere l’avanzata delle forze progressiste e di sinistra mediante la volgare e aggressiva manipolazione, l’intervento politico nei sistemi giudiziari, l’esempio dei media di comunicazione e gli strumenti  tecnologico-digitali.

Nel  contesto cubano, la confluenza degli effetti provocati dalle 243 misure dell’amministrazione Trump, che hanno indurito il blocco, mantenute dall’attuale governo; i danni provocati dalla  COVID-19; la complessità nell’implementazione dell’ urgente Tarea Ordenamiento e le sue deviazioni in relazione con il previsto; la crisi globale multidimensionale colpita dal conflitto europeo; l’instabilità del Sistema Elettrico Nazionale e l’impatto degli avvenimenti drammatici come l’esplosione nell’Hotel Saratoga, l’incendio della Base dei Supertanqueros a Matanzas e la devastazione provocata dal passaggio dell’uragano Ian, sommati all’accumulo di problematiche sociali, hanno inciso in situazioni di carenze,  inflazione e danni nella qualità della vita della popolazione e nella crescita di manifestazioni  indesiderabili, di condotte illegali, corruzione, indisciplina sociale e ovviamente scontento, molestie, incomprensioni e incertezze.

La politica di massima pressione economica e il blocco hanno continuato ad essere l’asse principale che marca le relazioni bilaterali con gli Stati Uniti.

La designazione di Cuba come Stato patrocinatore del terrorismo, le misure coercitive in vigore che ostacolano l’entrata di combustibile al paese, le difficoltà associate al pagamento dei beni e dei servizi, data la persecuzione finanziaria e la extra territorialità del blocco, così come l’applicazione del III Titolo della Legge  Helms-Burton, causano gravi pregiudizi al paese, con un impatto molto negativo nelle  condizioni socio economiche della popolazione cubana

A  questo si somma la  persistente e perniciosa campagna di minacce ai paesi che necessitano e reclamano la cooperazione medica di Cuba.

Il Governo statunitense ha mantenuto vigente politiche che stimolano l’ emigrazione illegale, in particolare le misure d’indurimento estremo del blocco, il trattamento preferenziale che ricevono i cubani che entrano in maniera illegale nel suo territorio e la Legge di Ajuste Cubano.

Gli annunci del mese di maggio sui voli, i viaggi e le rimesse, anche se nella direzione corretta, come ha detto il nostro Cancelliere, non hanno avuto  una portata significativa, né hanno modificato le misure più estreme implementate dal governo di Trump.

Si è scatenata una feroce campagna mediatica di discredito del sistema socialista, del Governo, dei dirigenti e contro le basi popolari d’appoggio alla Rivoluzione.

Son stati applicati concetti di Guerra Non Convenzionale, promuovendo situazioni di presunta ingovernabilità, mancanza di fiducia nel sistema, la generazione di una matrice di Stato fallito, l’assassinio della reputazione dei dirigenti,l’esortazione ad azioni vandaliche come barricate, manifestazione pubbliche violente e il richiamo allo scontro del popolo al Governo, alla ricerca di uno scoppio sociale.

Niente di tutto questo c’intimidisce o ci ferma. Abbiamo mantenuto la continuazione sistematica dell’implementazione delle idee, dei concetti e delle direttive dell’Ottavo Congresso del Partito, centrando l’attenzione nell’assicuramento politico, alle misure politico – ideologiche ed economiche, per affrontare l’attuale situazione, e inoltre l’appoggio coraggioso e deciso a importanti processi politici realizzati nel mezzo di questa situazione come, il bilancio del Partito, le riunioni con la militanza per settori, la consultazione popolare e l’esercizio legislativo, il perfezionamento delle organizzazioni di massa e il termine e l’inizio dei corsi scolastici rispettivi.

Inoltre abbiamo promosso programmi e progetti di profondo contenuto umanista e ideologico, tra i quali quello concepito contro la colonizzazione culturale, l’insegnamento del marxismo e della storia, la vita e l’opera del Comandante in Capo  Fidel Castro Ruz; contro il razzismo e la discriminazione razziale, per l’emancipazione della donna, la prevenzione sociale, il perfezionamento della democrazia e l’istituzionalità e la gestione integrale della comunicazione sociale.

Questa determinazione è quello che spiega la diversità di temi abbordati e seguiti in questo Plenum, partendo dalla considerazione delle inquietudini e le pianificazioni della nostra popolazione, i criteri della militanza del Partito e dell’Unione dei Giovani Comunisti,  le esperienze derivate dal vincolo dei dirigenti del Partito con la popolazione, negli scenari più complessi; le esperienze delle visite alle province, ai municipi e alle comunità, l’apporto dei gruppi di lavoro formati da accademici, scienziati ed esperti, per analizzare i più differenti problemi.

Tutti questi programmi e sforzi sarebbero insostenibili nel tempo, senza azioni con la determinante attività economico-produttiva.

Non sarà possibile saltare l’alto muro di difficoltà rappresentate dal blocco senza fare le trasformazioni indispensabili, anche se questo implica assumere nuovi rischi.

Le misure adottate nei mesi recenti per risolvere i gravi problemi d’insolvenza finanziaria e di carenze provocate da tutti i fattori enumerati, non avranno effetto in tempi brevi, ma aprono il cammino alla loro soluzione. Quello che non entra è il freno, l’insistenza nella pratica di formule che non sono funzionali.

L’attività internazionale è stata molto attiva da parte del Partito. È stato realizzato con successo il  XXII Incontro Internazionale di Partiti Comunisti e Operai sono state rinforzate le relazioni del partito con organizzazioni politiche e partiti a livello internazionale e, più recentemente, i giri realizzati per paesi del’Africa, Europa, Asia  i Caraibe, che hanno approfondito e rinforzato  vincoli storici e creato nuovi vincoli con paesi con i quali abbiamo condiviso la difesa del multilateralismo e della pace come principi delle relazioni internazionali.

I due giri ci hanno permesso di sostenere contatti al più alto livello con i governi  de un gruppo di paesi con i quali abbiamo progetti  economici e di collaborazione di vitale importanza per Cuba, che in alcuni casi sono interrotti dal 2019.

Si tratta inoltre di paesi con i quali manteniamo un eccellente livello di dialogo politico ma con i quali non si realizzavano scambi personali con presenze al più alto  livello da vari anni per via della pandemia

Gli incontri sostenuti hanno permesso di sensibilizzare le controparti sulla difficile situazione che attraversa l’econioia cubana, l’assedio a cui è stata sottoposta e i danni provocati dalla pandemia e dagli eventi avversi che abbiamo sofferto e questo ha inciso in maniera negativa sulla capacità per accedere alle divise necessarie per compiere coni nostri impegni finanziari.

In maniera generale le controparti hanno mostrato comprensione, sono stati firmati importanti accordi  economici, finanziari e commerciali ed è stato ratificato l’alto livello delle relazioni con tutti i paesi visitati, basato nel legato del Comandante in Capo Fidel Castro Ruz  al quale ha dato continuità il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, in quanto alla solidarietà, l’ammirazione, il riconoscimento e l’impegno di sostenerci reciprocamente  nei momenti difficili, con il proposito di continuare ad ampliare la cooperazione e identificare e comprendere nuove aree.

Compagne e compagni:

Gli avversari delle nostre idee insistono nel dire che i giovani cubani sono delusi dalla Rivoluzione. Per provarlo utilizzano dati migratori. Non parlano del blocco nè delle tendenze mondiali dell’emigrazione ,nè delle logiche dei movimenti umani in tempi di crisi.

La verità, senza negare nessun tipo di ragione è molto più complessa, diversa e piena di stimolanti esperienze. Negli ultimi e più difficili, due anni, non c’è stato un compito importante, un fatto determinante per la sorte del paese, in cui non abbiamo incontrato la gioventù nell’avanguardia.

Ma celebrare questo fatto tralasciando gli spigoli critici del lavoro del Partito e della UJC con la gioventù e la sua militanza, sarebbe un suicidio politico.

Per questo la centralità del tema in questo Plenum, e la trascendenza della Strategia approvata per rinforzare il ruolo integrale dell’Unione dei Giovani Comunisti nel presente e nel futuro del paese.

La sfida ora è implementarla con la  sistematicità che merita per garantire la sua efficacia.

Come abbiamo detto nell’ultimo Plenum della UJC, aspiriamo a tenere con i giovani una relazione nei due sensi, chiudendo che propongano idee, cose concrete.

Che la UJC, tutte le organizzazioni studentesche e i movimenti giovanili funzionino  con una dinamica tale che tutti i giorni vogliano fare qualcosa di nuovo.

Che questa quotidianità si riempia delle proposte dei giovani.

Che nella UJC, come organizzazione d’avanguardia, ci siano i giovani migliori, quelli che vogliono fare di più per Cuba e che la gioventù cubana ci riempia d’allegria,  lavorando, apportando, facendo, partecipando, trasformando ma senza restringere la loro incidenza in altri spazi al di fuori della cornice istituzionale o del territorio in cui si organizzano.

Il momento della gioventù è adesso ed è in tutto!

Gioventù è sinonimo di Rivoluzione e Rivoluzione è sinonimo di Partito!

Compagne e compagni:

Nelle prossime ore toccheremo altri problemi della vita nazionale e del contesto internazionale, nelle sessioni finali dell’Assemblea Nazional del Potere Popolare.

I dibattiti di questo Plenum animeranno sicuramente le discussioni del Parlamento alla chiusura di un anno difficile come pochi e che fa riflettere come tutti,

Niente è mai stato facile per la Rivoluzione Cubana. I 64 anni che compirà tra pochi giorni sono marcati dalle difficoltà e dalle sfide, ma come risposta sono anche pieni di prodezze e di eroismi.

Le attuali generazioni ereditano un’opera eroica che nello steso tempo è un’opera inconclusa. Le rivoluzioni non terminano mai, perchè ogni meta è un punto di partenza, nell’eterna lotta dell’essere umano per la sua emancipazione e della società per la sua evoluzione verso stadi superiori.

La storica frase di Fidel nell’ora del trionfo: «Forse d’ora in avanti sarà tutto più difficile»,  conserva la sua vigenza nonostante gli indiscutibili passi avanti e le conquiste della Rivoluzione.

La buona notizia è che solo per il cammino più difficile si ottengono risultati durevoli e che il più bello dell’opera umana è sfidare e vincere le difficoltà. Questa certezza  consolida la virtù degli uomini e anche la felicità dei rivoluzionari.
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¡Hasta la Victoria Siempre!
¡Patria o Muerte!
¡Venceremos!


Querido compañero General de Ejército Raúl Castro Ruz, líder de la Revolución Cubana;
Miembros del Buró Político;
Miembros del Comité Central;

Compañeras y compañeros:

Una conclusión salta a la vista cuando se revisan los temas y debates severos que ha realizado este Pleno: el Partido está en el centro de los problemas.

Es mi deber comenzar por reconocer la infatigable labor de nuestros cuadros de base, desde el núcleo y los municipios hasta el Buró Político, para asumir, desde la vanguardia y a un mismo tiempo, las múltiples batallas en que está inmerso el país.

Me pregunto cuál sería el panorama de una Cuba cercada por la guerra económica más prolongada y multidimensional que se conozca, acosada por la descomunal campaña mediática a la que se destinan fondos millonarios y golpeada una y otra vez por eventualidades tan severas como una pandemia, accidentes y ciclones que hemos resistido, sin el trabajo de su Partido, sin la consagración de su militancia revolucionaria y de su heroico pueblo.

Lo habremos hecho mejor o peor.  No somos robots programados para no fallar. Pero lo hemos hecho. Hemos resistido todos los golpes de la naturaleza y de nuestros propios errores, sin doblar las rodillas y sin renunciar al sueño de la prosperidad posible.

La fortaleza de este pueblo laborioso, noble, apasionado e imaginativo supera el intento de comparación. Cuba es ya una unidad de medida: una Cuba equivale a máxima resistencia con máxima creatividad (Aplausos).

No voy a extenderme en detallar qué y cómo lo hemos hecho. Los informes del Buró Político y del Secretariado me relevan de esa tarea. Creo que uno de sus méritos fundamentales es haberse detenido en los errores y las insuficiencias que todavía arrastramos. Sin esa comprensión sobrevendría la parálisis.

Sentir, apreciar y reconocer la titánica labor del Partido no puede sustraernos, sin embargo, de la responsabilidad de todos los cuadros con los problemas, las insuficiencias y los errores también acumulados y concomitantes con los efectos del bloqueo.

El pueblo del que somos parte entiende y enfrenta el ataque del adversario. Pero esa resistencia puede flaquear y la creatividad se resiente cuando el pueblo choca –y a veces choca cotidianamente– con la burocracia, la desidia, la corrupción de ciertas capas intermedias que pescan en el río revuelto de las dificultades, poniendo obstáculos donde van las soluciones.

También a eso apuesta el enemigo, empeñado no solo en que fracase la apuesta al socialismo, sino, además, que sea tan difícil la vida bajo el cerco y con nuestros errores como condimento, que renunciemos al único camino posible a la justicia de todos.

La situación actual del país es, en esta hora, tan compleja y difícil que acecha en alguna medida la queja, el descontento y un inaceptable mensaje de “no se puede”.

Digo inaceptable pensando en las generaciones que nos precedieron, en los sufrimientos, las limitaciones y los obstáculos a los que se enfrentaron, a veces sin más armas ni más estímulos que su fe en que nada es imposible cuando un pueblo quiere y lucha por ello.

Nosotros somos los hijos de un pueblo vencedor de imposibles. Somos los herederos de ese tremendo legado de optimismo y fe en sus ideales que el 18 de diciembre de 1956 le hizo exclamar a Fidel, al encontrarse con Raúl y menos de un puñado de compañeros en Cinco Palmas: “¡Ahora sí ganamos la guerra!”. ¡Y la ganaron! (Aplausos.)

Hoy los fusiles son los programas que nos hemos planteado, y la certeza del triunfo está en las fuerzas del pueblo nucleadas en torno al Partido. Por eso son tantas las responsabilidades del Partido como órgano rector y aglutinador del sistema político y como entidad que tiene su propia estructura y funciones.

Ser la fuerza dirigente del sistema político entraña la enorme e insustituible autorresponsabilidad del Partido para hacer que el trabajo sea más efectivo en la medida en que favorezca el empoderamiento popular a través de diversos canales, lo que no demerita su naturaleza de vanguardia; todo lo contrario, la refuerza.

A ello se suma el autocontrol que debe existir en el propio Partido a sus dirigentes y militancia para evitar que se asuman funciones que les correspondan a otros.

Nada nos puede distraer de responsabilidades que ninguna otra entidad puede ejercer, trazando políticas en el campo de la ideología, en la educación política, en el fortalecimiento de la Unión de Jóvenes Comunistas (UJC) y del sistema de organizaciones de masas, entre otros.

Mucho de lo que se logre en la labor educativa que contribuya a un perfeccionamiento de la democracia con influencia en la reproducción del consenso político y el consenso activo está directamente relacionado con la labor del Partido.

¿Qué se hace en cada entorno partidista para garantizar el involucramiento popular o laboral que asegure la real participación de las masas en la toma de decisiones?  El análisis no puede ser complaciente, sino muy crítico ante las exigencias del momento actual. Se van moviendo ideas, conceptos; se han compartido, se defienden, pero el camino para hacer efectivo lo acordado necesita de muchas precisiones y acciones que involucren a una gran parte de nuestra sociedad.

Es preciso ratificar constantemente la naturaleza popular del poder político y de los ejes que marcan la legitimidad del Partido: sus capacidades para identificarse con el pueblo, auscultar sus intereses, preocupaciones y confusiones, reconociendo la especial atención que debe la labor política a problemas de la vida cotidiana y a situaciones de vulnerabilidad, así como al trabajo con los jóvenes.

También se hace más visible y refuerza su compromiso y acción para con la institucionalidad, pilares de la democracia socialista, sin olvidar los espacios locales y de comunicación social y la imprescindible voluntad política para desmontar trabas y problemas acumulados con proyecciones que conduzcan a resultados concretos.

Lo relacionado con el sistema político y su integralidad conlleva a trabajar para ir compartiendo en mayor medida funciones y tareas con la sociedad civil, concebida como espacio de realización de la labor política, que, si bien no se reduce al espectro de las organizaciones sociales y de masas, hay que reconocer el importante rol que estas desempeñan en el sistema político por su masividad, potencialidades y responsabilidades para canalizar una buena parte de la participación popular.  A la vez, hay que recordar el alto número de organizaciones de diverso corte que existen en Cuba: religiosas, profesionales, fraternales y otras, que suman más de dos mil asociaciones civiles y organizaciones no gubernamentales nacionales, algunas con vínculos en el exterior.

En Cuba, es en la sociedad civil donde se nominan los delegados del Poder Popular con una importante incidencia de las organizaciones sociales masivas, que también participan en la conformación de candidaturas para otros niveles del Poder Popular y fungen como importantes canales participativos.

El Partido no puede estar al margen de la sociedad. Muchas de sus insuficiencias son a su vez reflejos del ser social. Actuando con conciencia de la necesidad, tiene el Partido que ser el catalizador más eficiente en nuestra transformación hacia adelante.

Tenemos que asumir como premisa del accionar revolucionario que lo que no funciona para la sociedad socialista cubana debe ser cambiado.

El Partido único de la Revolución Cubana tiene que ser un Partido con funcionamiento revolucionario, de vanguardia, ético y humanista. Aspiramos a que su militancia actúe y se sienta como una gran familia de revolucionarios que predican con el ejemplo. Una militancia que participa, que no solo recibe orientaciones, que debe proponer y, además, actuar. Y cuando digo esto apunto directamente al papel de los primeros secretarios y demás directivos del Partido a todos los niveles, a su autoridad moral, ejemplo personal y capacidad movilizadora.

Está demostrado que muchos delitos, ilegalidades y manifestaciones de corrupción existen porque hay condiciones y causas situacionales que las favorecen; sin embargo, los núcleos del Partido no siempre han desempeñado su rol en relación con esta cuestión. Es necesario dar un vuelco en este sentido teniendo en cuenta el papel protagónico de los núcleos y sus potencialidades para impulsar la participación y el control en los comités de base de la Unión de Jóvenes Comunistas, las secciones sindicales y los órganos del Poder Popular.  Solo así pueden ir perfeccionándose las políticas para garantizar el involucramiento popular en la toma de decisiones a todos los niveles para impulsar proyectos, enfrentar el burocratismo, las ilegalidades y la corrupción.

Perfeccionar los métodos organizativos y los estilos de dirección, atemperarlos a las particularidades de cada territorio, colectivo específico y a los individuos con los cuales se trabaja, no puede reducirse a llamados y exhortaciones. Es preciso implementar fórmulas para detectar hasta qué punto en los cuadros y militantes funciona la ética de la responsabilidad y del compromiso que deben asumir.

A la colonización cultural en marcha contrapongamos un enfoque descolonizador de bienestar y felicidad. Nuestro paradigma se basa en relaciones sociales significativas, en el concepto de vida útil y felicidad por aportar; se caracteriza por ser solidario, por los resultados de la gestión colectiva, por la garantía a los derechos básicos, al bienestar social, a la vida plena desde la dignidad personal y de país.

¡Desde el ser: la dignidad! ¡Desde las relaciones: solidaridad, justicia y equidad social! ¡Desde la realización: participación, pertenencia y protagonismo!

Es también responsabilidad del Partido garantizar que el discurso político esté impregnado de ética y fomente valores a favor del proyecto socialista, pero hay que atender y elevar sus recursos estéticos, que toquen la sensibilidad de las personas y despierten emociones a favor de la causa que se defiende.

Educar para discernir cuánto de realidad y cuánto de simple apariencia hay en el mundo mediático y en imágenes a favor de la controvertida sociedad de consumo requiere de la sostenida labor del Partido y de sus capacidades para involucrar a todo el sistema político.

En la nueva geografía del poder que ha creado la Revolución Cubana, la política como cultura y campo de expresión debe llegar a toda la sociedad y generar involucramiento consciente, y si genera disensos, que sean genuinos y no fabricados por el enemigo histórico de la nación cubana e importados por grupúsculos de lacayos.

Se requiere entonces crear capacidades que se traduzcan en pensamiento crítico revolucionario, contrario a una homogeneización a ultranza.

Entre las responsabilidades del Partido hay que jerarquizar la proyección ética y estética del discurso político y de los mensajes ideológicos que los acerquen más a sus diferenciados destinatarios para generar acciones educativas y culturales, debates, confrontación de opiniones en la búsqueda de las mejores soluciones; también emociones, motivaciones y compromisos con el proceso revolucionario.

Todo ello aconseja que se instrumenten formas más efectivas para la información oportuna de la militancia acerca de cuestiones de impacto nacional, territorial y sectorial que requieran de su mayor preparación para incidir en los entornos laborales y comunitarios.

En muchos lugares la responsabilidad del Partido con relación a los métodos de control interno y externo se diluye, se formaliza o esquematiza sin que pase nada, a pesar del daño que significa no hacer lo que le corresponde.

No cabe la menor duda de que el impulso que hoy se da a la participación y control popular requiere dar un vuelco a esa situación teniendo en cuenta el rol protagónico del Partido, sin menoscabo de las responsabilidades que también deben asumir los órganos del Poder Popular y la Central de Trabajadores de Cuba, entre otros.

Estas reflexiones que estamos compartiendo no son el resultado de un análisis individual desde la dirección del Partido. Son el fruto de estudios y debates permanentes en los que confluyen el aporte de la Academia y la confirmación de la práctica a partir de los sistemáticos encuentros que estamos teniendo con varios grupos de trabajo temporal que asesoran la labor del Partido en los temas ideológicos, de sistema político, de institucionalidad y democracia, de política de cuadros y de temas económicos, entre otros.

Sobre estas ideas debemos volver sistemáticamente para perfeccionar la labor en el camino hacia la II Conferencia Nacional del Partido.

Compañeras y compañeros:

Al evaluar el trabajo del Buró Político del Comité Central del Partido Comunista de Cuba observamos que se ha desarrollado en un escenario de progresiva complejidad económica y social.

En América Latina y el Caribe la movilización, la resistencia popular, la articulación y unidad de fuerzas políticas, movimientos sociales y organizaciones sectoriales contribuyeron a gestar una configuración política más favorable a gobiernos con proyectos orientados a la justicia social y a la defensa de la soberanía.

Estos avances políticos se producen frente a la desesperante situación que sufren los pueblos de nuestra América, como demuestran los niveles alarmantes de pobreza y desempleo.

Al mismo tiempo, se observa con preocupación el ascenso de fuerzas políticas con posiciones fascistas y de extrema derecha que tratan de contener el avance de fuerzas progresistas y de izquierda mediante la burda y agresiva manipulación, la intervención política en los sistemas judiciales, así como el empleo de medios de comunicación y de herramientas tecnológico-digitales.

En el contexto cubano, la confluencia de los efectos causados por las 243 medidas de la administración Trump que han recrudecido el bloqueo,  mantenidas por el actual gobierno; las afectaciones provocadas por la COVID-19; la complejidad en la implementación de la impostergable Tarea Ordenamiento y sus desviaciones en relación con lo previsto; la crisis global multidimensional impactada por el conflicto europeo; la inestabilidad del Sistema Eléctrico Nacional y el impacto de acontecimientos dramáticos como la explosión en el Hotel Saratoga, el incendio de la Base de Supertanqueros en Matanzas y la devastación provocada por el paso del huracán Ian, sumado a la acumulación de problemáticas sociales, han incidido en situaciones de desabastecimiento, inflación y afectaciones en la calidad de vida de la población, y en el crecimiento de manifestaciones no deseables, de conductas delictivas, ilegalidades, corrupción e indisciplina social y, por supuesto, descontento, molestias, incomprensiones e incertidumbre.

La política de máxima presión económica y el bloqueo han continuado siendo el eje principal que marca las relaciones bilaterales con los Estados Unidos.  La designación de Cuba como Estado patrocinador del terrorismo, las medidas coercitivas en vigor que obstaculizan la entrada de combustible al país, las dificultades asociadas al pago de bienes y servicios, dada la persecución financiera y la extraterritorialidad del bloqueo, así como la aplicación del Título Ill de la Ley Helms-Burton, causan graves perjuicios al país, con un impacto muy negativo en las condiciones socioeconómicas de la población cubana.

Se suma a ello la persistente y perniciosa campaña de amenazas a países que necesitan y reclaman la cooperación médica de Cuba.

El Gobierno estadounidense mantuvo vigentes políticas que estimulan la migración ilegal, en particular, las medidas de recrudecimiento extremo del bloqueo, el trato preferencial que reciben los cubanos que entran de manera ilegal a su territorio y la Ley de Ajuste Cubano.

Por otro lado, los anuncios del mes de mayo sobre vuelos, viajes y remesas, aunque en la dirección correcta, al decir de nuestro Canciller, no tuvieron un alcance significativo ni modificaron las medidas más extremas implementadas por el gobierno de Trump.

Se desató una feroz campaña mediática de descrédito al sistema socialista, al Gobierno, a los dirigentes y contra las bases populares de apoyo a la Revolución.

Se han aplicado los conceptos de Guerra No Convencional, promoviendo situaciones de supuesta ingobernabilidad, desconfianza en el sistema, la generación de una matriz de Estado fallido, el asesinato de reputación de los dirigentes, la exhortación a acciones vandálicas como barricadas, manifestaciones públicas violentas y el llamado al enfrentamiento del pueblo al Gobierno, en busca del estallido social.

Nada de esto nos intimida ni detiene. Hemos mantenido el seguimiento sistemático a la implementación de las ideas, conceptos y directrices del Octavo Congreso del Partido, centrando la atención en el aseguramiento político a las medidas político-ideológicas  y económicas para enfrentar la actual situación y, además, el apoyo valiente y decidido a importantes procesos políticos realizados  en medio de esta situación, como son el balance del Partido, las reuniones con la militancia por sectores, la consulta popular y referendo para aprobar el Código de las Familias, las elecciones municipales, el ejercicio legislativo, el perfeccionamiento de las organizaciones de masas y la culminación e inicio de los cursos escolares respectivos, entre otros.

Además, se han promovido programas y proyectos de profundo contenido humanista e ideológico, entre ellos, el concebido contra la colonización cultural, la enseñanza del marxismo y la historia, la vida y obra del Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz; contra el racismo y la discriminación racial; por el adelanto de la mujer, la prevención social, el perfeccionamiento de la democracia y la institucionalidad, y la gestión integral de la comunicación social.

Esta determinación es lo que explica la diversidad de temas abordados y atendidos en este Pleno, a partir de considerar las inquietudes y planteamientos de nuestra población, los criterios de la militancia del Partido y la Unión de Jóvenes Comunistas, las vivencias derivadas de la vinculación de los dirigentes partidistas con la población en los escenarios más complejos, las experiencias de las visitas a provincias, municipios y comunidades, y el aporte de los grupos de trabajo integrados por académicos, científicos y expertos para abordar diferentes problemáticas.

Todos estos programas y esfuerzos serían insostenibles en el tiempo sin acciones con la determinante actividad económica productiva.  No será posible saltar el elevado muro de dificultades que supone el bloqueo sin hacer las trasformaciones indispensables, aunque implique asumir nuevos riesgos.

Las medidas adoptadas en meses recientes para resolver los graves problemas de insolvencia financiera y desabastecimiento provocados por todos los factores enumerados no van a tener efecto en el corto plazo, pero abren el camino a su solución. Lo que no cabe es el freno, la insistencia en la práctica de fórmulas que no son funcionales.

Intensa ha sido la actividad internacional desde el Partido. Con éxito se desarrolló el XXII Encuentro Internacional de Partidos Comunistas y Obreros; se han fortalecido las relaciones partidistas con organizaciones políticas y partidos a nivel internacional y, más recientemente, las giras realizadas por países de África, Europa, Asia y el Caribe, que han profundizado y fortalecido vínculos históricos y creado nuevos lazos con países con los que compartimos la defensa del multilateralismo y la paz como principios de las relaciones internacionales.

Ambas giras nos permitieron sostener contactos al más alto nivel con los gobiernos de un grupo de países con los que tenemos proyectos económicos y de colaboración de vital importancia para Cuba, que en algunos casos se encuentran detenidos desde el 2019.

Se trata, además, de países con los que mantenemos un excelente nivel de diálogo político, pero con los que no se celebraban intercambios personales presenciales al más alto nivel desde hacía varios años debido a la pandemia.

Los encuentros sostenidos permitieron sensibilizar a las contrapartes con la difícil situación por la que atraviesa la economía cubana, el cerco al que ha estado sometida y los daños ocasionados por la pandemia y los eventos adversos que hemos sufrido, lo que ha incidido de manera negativa en la capacidad para acceder a las divisas necesarias para cumplir con nuestros compromisos financieros.

De manera general, hubo comprensión en las contrapartes y se suscribieron importantes acuerdos económicos, financieros y comerciales, a la vez que se ratificó el alto nivel de relaciones con todos los países visitados, basado en el legado del Comandante en Jefe Fidel Castro Ruz y al que dio continuidad el General de Ejército Raúl Castro Ruz, en cuanto a la solidaridad, la admiración, el reconocimiento y el compromiso de apoyarnos mutuamente en los momentos difíciles, con el propósito de continuar y ampliar la cooperación e identificar y abarcar nuevas áreas.

Compañeras y compañeros:

Los adversarios de nuestras ideas insisten en decir que los jóvenes cubanos están desencantados con la Revolución. Para probarlo acuden a los datos migratorios. No hablan del bloqueo, ni de las tendencias mundiales de la migración, ni de las lógicas de los movimientos humanos en tiempos de crisis.

La verdad, sin negar ningún tipo de razones, es mucho más compleja, diversa y está llena de estimulantes experiencias. Durante los dos últimos y más difíciles años no ha existido una tarea importante, un acontecimiento determinante para la suerte del país donde no hayamos encontrado a la juventud en la vanguardia.

Pero celebrar ese hecho soslayando las aristas críticas del trabajo del Partido y la UJC con la juventud y su militancia sería un suicidio político. Por eso la centralidad del tema en este Pleno y la trascendencia de la Estrategia aprobada para fortalecer el papel integral de la Unión de Jóvenes Comunistas en el presente y el futuro del país. El reto es ahora implementarla con la sistematicidad que amerita para garantizar su efectividad.

Como dijimos en el último Pleno de la UJC, aspiramos a tener con los jóvenes una relación en ambos sentidos y a pedirles que propongan ideas, cosas concretas.  Que la UJC y todas las organizaciones estudiantiles y los movimientos juveniles funcionen con una dinámica tal que todos los días quieran hacer algo nuevo e inventen algo nuevo. Que nuestra cotidianidad se llene de las propuestas de los jóvenes.

Que en la UJC, como organización de vanguardia, estén los mejores jóvenes, los que más quieran hacer por Cuba, y que la juventud cubana nos llene de alegría trabajando, aportando, haciendo, participando, transformando, pero sin restringir su incidencia en otros espacios más allá del marco institucional o territorio en que se organizan.

¡El momento de la juventud es ahora y es en todo!  ¡Juventud es sinónimo de Revolución y Revolución es sinónimo de Partido!

Compañeras y compañeros:

En las próximas horas abordaremos otros temas de la vida nacional y el contexto internacional en las sesiones finales de la Asamblea Nacional del Poder Popular.  Los debates de este Pleno animarán seguramente las discusiones del Parlamento en el cierre de un año difícil como pocos, y aleccionador como todos.

Nunca nada fue fácil para la Revolución Cubana. Los 64 años que cumple en unos días están plagados de dificultades y desafíos; pero, como respuesta, también están llenos de proezas y heroísmos.

Las actuales generaciones heredan una obra heroica que, al mismo tiempo, es una obra inconclusa.  Las revoluciones no terminan nunca, porque cada meta es un punto de partida en la eterna lucha del ser humano por su emancipación y de la sociedad por su evolución hacia estadios superiores.

La histórica frase de Fidel en la hora del triunfo:  “Quizás en lo adelante todo sea más difícil” conserva su vigencia, a pesar de los indiscutidos avances y conquistas de la Revolución.

La buena noticia es que solo por el camino más difícil se llega a los resultados duraderos  y que lo más bello de la obra humana está en retar y vencer la dificultad.  En esa certeza se afianza la virtud de los hombres y también la felicidad de los revolucionarios.

¡Hasta la Victoria Siempre!

¡Patria o Muerte!

¡Venceremos!


Cuba è un’unità di misura per la resistenza e la creatività

 

13.12 – Con il Partito al centro dei problemi, «abbiamo affrontato resistendo, tutti i colpi della natura e dei nostri stessi errori, senza piegare le ginocchia e senza rinunciare al sogno di una prosperità possibile».

Il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, lo ha affermato al termine, sabato 10, del  V Plenum del Comitato Centrale, con la presenza del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, leader storico della Rivoluzione Cubana.

Il Capo di Stato ha sostenuto che la forza del popolo di questo arcipelago supera ogni paragone possibile: «Cuba è già un’unità di misura. Una Cuba equivale a una massima resistenza con la massima creatività», ha dichiarato.

Con una messa a fuoco critica sui problemi attuali, ha sottolineato che la resistenza del popolo non può convivere con «la burocrazia, l’indolenza, la corruzione di certe cappe intermedie che pescano nel torbido delle difficoltà, ponendo ostacoli dove vanno le soluzioni».

A proposito del ruolo del Partito, ha spiegato che «essere la forza dirigente del sistema politico comprende l’enorme e insostituibile auto responsabilità per far sì che il lavoro sia più effettivo, nella misura in cui favorisce la presa di potere attraverso diversi canali, senza togliere meriti alla sua natura d’avanguardia. Tutto al contrario, la rinforza».

In conseguenza, ha invitato a rivedere quello che si fa in ogni ambiente del Partito per garantire il coinvolgimento popolare o lavorativo, che assicura la reale partecipazione delle masse alla presa delle decisioni.

«L’analisi –ha detto– non può essere compiacente, ma dev’essere molto critica di fornte alle esigenze del momento attuale».

Poi ha parlato di un’azione rivoluzionaria che cambi tutto quello non funziona nella società e che dev’essere cambiato; della militanza che deve agire e sentirsi come una grande famiglia di rivoluzionari che predicano con l’esempio, del ruolo protagonista dei suoi nuclei e delle loro potenzialità per fomentare la partecipazione e il controllo nei comitati di base della UJC, nelle sezioni sindacali e negli organi del Potere Popolare, e perfezionare metodi e stili di direzione che non si possono ridurre a richiami e esortazioni.

Poi ha citato diversi settori che domandano l’attenzione del partito, che trasformi, come il lavoro con i giovani, il vincolo con i rappresentanti della società civile e la lotta contro la colonizzazione culturale e il rafforzamento dell’istituzionalità.

Sottolineando che «niente è mai stato facile per la Rivoluzione», il Primo Segretario ha assicurato che la cosa più bella dell’opera umana è sfidare e vincere le difficoltà.

Con questa certezza si assicurano la virtù degli uomini e la felicità dei rivoluzionari.


Gli accordi nel Congresso del Partito sono azione viva

 

13.12 – Come parte del sistema di lavoro per la realizzazione delle idee, dei concetti e delle direttive emanate dal 8º Congresso del Partito Comunista di Cuba (PCC), il V Plenum del suo Comitato Centrale ha valutato venerdì 9, vari temi d’alto interesse politico e decisivo nello sviluppo economico e sociale della nazione.

La giornata di lavoro presieduta dal primo segretario del Comitato Centrale del Partito comunista e presidente di Cuba  Miguel Díaz-Canel, e guidata dal membro del Burò Politico e segretario dell’Organizzazione, Roberto Morales, è iniziata con un minuto di silenzio, in omaggio a due compagni deceduti: il membro del Burò Politico, generale di Divisione Luis Alberto Rodríguez López-Calleja, e il membro del Comitato Centrale, generale di Brigata, José Alberto Yanes Díaz.

Il primo punto nel dibattito ha analizzato l’impatto dell’investimento del Travaso Est-Ovest a nord della provincia di Holguín, a favore dell’incremento della produzione di alimenti nelle estensioni  agricole facilitata con questa infrastruttura.

Homero Acosta Álvarez, segretario dell’Assemblea Nazionale del Potere Popolare (ANPP), a proposito  delle misure adottate per il rafforzamento del Sistema del Potere Popolare, ha informato che tutti gli organi del sistema contano già con norme specifiche che regolano il suo funzionamento e che le strutture ausiliari dispongono di regolamenti e metodologie per il loro lavoro.

Il V Plenum ha anche analizzato gli accordi per rinforzare la Federazione delle Donne Cubane  (FMC) e i Comitati di Difesa della Rivoluzione (CDR), un processo che, è stato detto, va realizzato partendo dai concetti delle fondazioni, attualizzati al presente.

Sull’attività  agricola e industriale per la produzione delle canne e dello zucchero, sono stati analizzati i problemi associati al completamento della forza lavoro, alla creazione delle condizioni per organizzare gli organici, alla disciplina del lavoro e della tecnologia, alla preparazione dei quadri, delle amministrazioni di base produttive e delle fabbriche di zucchero, così come i limiti finanziari e di deficit delle attrezzature. Inoltre è stato riaffermato l’impegno di porre lo sguardo sulla prossima produzione di zucchero per superare l’attuale situazione.

La revisione della Strategia per rinforzare il ruolo integrale dell’Unione dei Giovani Comunisti ha generato un profondo dibattito, considerando che i forti impegni che ha di fronte Cuba sarebbero impossibili da realizzare senza il protagonismo delle nuove generazioni.

Alla chiusura della prima giornata  del V Plenum, i membri del  Comitato Centrale del PCC hanno approvato di realizzare la Seconda Conferenza Nazionale del Partito nell’ottobre del 2013, che avrà come obiettivo principale la valutazione del’implementazione e del compimento degli accordi del 8º Congresso dell’Organizzazione.

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