Maduro: Siamo riusciti a sconfiggere l’assemblea parallela

lantidiplomatico.it

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha presentato oggi all’Assemblea Nazionale (AN) la relazione annuale e il rendiconto del 2022, un anno che ha descritto come un anno di “resistenza” e di ”risultati positivi” per il Paese.

Un anno anche segnato da progressi per la nazione sudamericana in termini di dialogo nazionale e di sconfitta da parte del popolo della strategia statunitense di imporre istituzioni parallele, di consolidamento della pace politica, di stabilità interna e di funzionamento delle istituzioni.

Un 2022 segnato inoltre da un accresciuto ascendente politico e diplomatico di Caracas sulla scena geopolitica internazionale e nella costruzione di un mondo multipolare.

All’inizio del suo discorso, il presidente Maduro ha sottolineato che è ormai defunto il parlamento che ha terminato il suo ciclo nel 2020 e ha cercato di perpetuarsi tentando di creare un’assemblea parallela come parte di un’aggressione che è fallita e di cui non rimangono nemmeno le ceneri.

“Sapevamo come affrontarlo e come sconfiggerlo, e non esiste. Della vecchia Assemblea Nazionale che ha venduto la patria nel 2015 non sono rimaste nemmeno le ceneri”, ha detto Maduro, che ha invitato i venezuelani a “respingere all’unanimità l’interventismo imperialista e straniero” contro il Venezuela.

Il presidente venezuelano ha anche criticato il governo britannico per aver rilasciato giovedì una dichiarazione, “nel vecchio stile e come i vecchi imperi”, in cui riconosce l’assemblea del 2015 come la presunta assemblea legittima del Venezuela.

Maduro ha anche commentato che negli ultimi anni il Venezuela ha saputo difendere e far rispettare la propria Costituzione, di fronte all’odio e ai piani della “destra estremista e golpista” in America Latina e che in Venezuela ha ruotato attorno all’invenzione di un governo parallelo nella figura di Juan Guaidó.

Prima di recarsi in Parlamento, Maduro ha commentato che il 2022 è stato “un anno di obiettivi raggiunti” e di “sforzi senza precedenti”, che hanno permesso di ottenere progressi grazie al “lavoro collettivo”.

La presenza del presidente venezuelano davanti al potere legislativo risponde a un mandato costituzionale che prevede che entro i primi 10 giorni dall’insediamento dell’AN, il capo di Stato debba rendere conto degli aspetti politici, economici, sociali e amministrativi della sua gestione durante l’anno precedente.

Maduro ha sottolineato in altre occasioni che il 2022 ha visto anche il consolidamento della pace politica nel Paese, attraverso il dialogo con diversi settori dell’opposizione, e che l’economia è migliorata nonostante il blocco e le sanzioni imposte da Stati Uniti e Unione Europea contro Caracas.

Ha inoltre affermato che quanto raggiunto funge da preludio al 2023, che secondo le sue previsioni sarà “l’anno migliore di tutti”, perché porterà “prosperità” e “stabilità” economica al Paese, grazie agli investimenti stranieri e alla diversificazione del modello economico non più dipendente dai proventi del petrolio.

Le sanzioni contro il Venezuela

Le prospettive sono certamente migliori per Caracas, ma sull’economia del Venezuela pesa ancora il non indifferente fardello delle sanzioni unilaterali statunitensi.

Il viceministro venezuelano delle Politiche anti-blocco, William Castillo, ha denunciato la permanenza di 927 sanzioni imposte contro il suo Paese dai governi degli Stati Uniti (USA) e di altre nazioni, sottolineando chela vittima principale di queste misure illegali è il popolo.

In dichiarazioni rilasciate ai media nazionali, Castillo ha affermato che nel 2022 è stato pubblicato il libro “Los números del Bloqueo, relato de una estadística de una agresión 2014-2022”, che fornisce dati e informazioni sull’impatto della guerra economica sulla vita dei venezuelani.

Ha sottolineato che “le sanzioni sono in vigore al 100%” e ha evidenziato che i settori sociali sono stati i più colpiti, soprattutto quello sanitario, a causa della mancanza di forniture e medicinali.

Allo stesso modo, Castillo ha sottolineato che le misure coercitive hanno un impatto diretto sul significativo calo della produzione petrolifera e delle entrate pubbliche, che si riflette anche sui salari dei lavoratori.

Ma, nonostante le sanzioni illegali, ha sottolineato il ministro, il governo bolivariano ha concentrato i suoi sforzi sulla ripresa economica in un contesto internazionale sfavorevole.

Castillo ha ricordato l’ipocrisia del settore dell’opposizione che ha chiesto le sanzioni, lo stesso settore che si è messo a capo del “governo immaginario” creato dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea e che poi ha sperperato per tre anni e mezzo i beni sottratti al Venezuela.

A questo proposito, ha affermato che “hanno rubato almeno 2,3 miliardi di dollari dati loro dai gringos, e si sono impossessati di oltre 30 miliardi di beni venezuelani”.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.