Dobbiamo fare politica dalla cultura, dal diritto, difendendo quello che è giusto

«Il mondo ha urgenza», ha affermato nell’ emblematica Casa de las Américas, a L’ Avana, il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, intervenendo nel Primo Incontro Internazionale delle Pubblicazioni  Teoriche di Partiti e dei Movimenti di Sinistra.


Questa breve frase riassume il senso di una riflessione del mandatario, che ha partecipato alla riunione pomeridiana di un incontro che ha aperto i suoi momenti d’analisi dalla mattina di venerdì 10, con la partecipazione di circa cento delegati di 60 paesi.

Il Capo di Stato ha ringraziato per la presenza di coloro che sono giunti a quello che apprezza «come una continuità».

«Negli ultimi mesi abbiamo realizzato, con questo, tre evento di pensiero in Cuba, con un’ampia partecipazione di amiche e amici, di sorelle e fratelli di differenti parti del mondo e in particolare dell’America Latina e dei Caraibi», ha detto.

Díaz-Canel ha detto che «i temi sono comuni, le valutazioni sono comuni, i punti di vista sono comuni». E  questa realtà, ha commentato, ha confermato «la necessità d’eliminare la sindrome della pandemia, e renderci conto dell’importanza che ha una nostra unione più forte, che  si articoli il nostro dibattito sui problemi fondamentali che colpiscono il mondo; soprattutto  i problemi fondamentali che danneggiano i popoli, alla classe operaia in tutto il mondo, e a come affrontare anche tutto quello che cerca d’imporci l’impero».

Il mandatario ha condiviso con i partecipanti che «si riafferma maggiormente la convinzione sulla necessità di questi incontri , che sono necessari per costruire consensi di pensiero , ma soprattutto per costruire consensi d’azione. Io credo che ci dobbiamo proporre che in ogni incontro di dibattiti che faremo dalla sinistra si realizzino piani d’azione.

«Questo evento è molto significativo per noi», ha affermato il Capo di Stato , che ha segnalato lo scenario: «questa istituzione è la casa di tutti, è la Casa de las Américas, cha ha tanta storia anche in relazione al pensiero dell’ America  Latina e dei Caraibi».

LE ESSENZE DI UNA LOTTA

Díaz-Canel, commentando le contraddizioni del mondo nel quale viviamo, che secondo lui è pieno d’incertezze, ha detto che «siamo convinti che dobbiamo cambiare questo mondo.  E allora quello che dobbiamo risponderci è come lo cambieremo. E credo che abbiamo diagnosticato il mondo in cui viviamo, conosciamo le sue essenze, conosciamo le cause che provocano queste  contraddizioni, condividiamo idee comuni, principi, valori di come d’essere il mondo questo mondo che Fidel ci ha sempre insegnato che poteva essere migliore che era possibile che fosse migliore».

Il mandatario ha ricordato che la COVID-19 ha accresciuto le contraddizioni di un pianeta nel quale i paradigmi neoliberali sono falliti: «Con la pandemia i ricchi sono diventati molto più ricchi e i poveri più poveri.  Sono morti molti più poveri che ricchi e stanno ancora morendo i poveri. Le multinazionali non volevano che le vaccinazioni giungessero  a tutti, né che terminasse la malattia».

Nel  mezzo di tali contraddizioni –ha segnalato Díaz Canel– si sperava che il mondo fosse più solidale, più collaborativo, più cooperativo; ma è stato «tutto il contrario»: nel mondo è avanzato di più il linguaggio della guerra, il linguaggio nel quale i poderosi continuano ad imporsi con sanzioni ai più piccoli, nel quale si cerca d’imporre un’egemonia brutale, e ogni volta abbiamo meno spazio noi che non ci pieghiamo ai disegni dell’impero.

A proposito del ritorno delle idee fasciste il mandatario ha valutato che questo fenomeno «è un’espressione di deterioramento e che dobbiamo porre molta attenzione anche alle trappole (di natura comunicativa) che ci stanno mettendo».  Ha parlato di teorie disegnate per confondere che disegnano un capitalismo più blando, presumibilmente messo a fuoco maggiormente nel sociale.

«Tutto questo – ha denunciato– è una menzogna». Per tale motivo, il Presidente cubano ha parlato «di trappole e fenomeni nuovi che dobbiamo cominciare a guardare dalla sinistra».

In un altro momento, il dignitario ha spiegato che c’è una piattaforma mediatica brutale, di centri di potere, con risorse, accompagnata da un’industria d’intrattenimento che favorisce la banalità, la volgarità.

È  un’industria, ha detto «molto aggressiva, molto perversa», fatta per confondere.

Nell’ identificazione di questa logica imperialista – ha allertato Díaz-Canel,«noi dobbiamo essere capaci  di trovare le risposte dalla sinistra; nel caso nostro, dalla costruzione socialista, dalla logica socialista, per contrarrestare, per vincere questa logica capitalista.

Ed ha molto a che vedere con la forma in cui saremo capaci di costruire piattaforme contro la colonizzazione cultural».

È una sfida nella quale «dobbiamo mettere tutto i nostro impegno, tutta la nostra intelligenza, il talento dei nostri popoli».

Il Capo di Stato ha sostenuto che gli incontri di pensiero com quello di queste ore devono proiettarsi in «come uniamo gli sforzi per realizzare un programma di scontro alla colonizzazione culturale».

RESISTENZA E ARTICOLAZIONE, CAMMINI VITALI

Díaz-Canel Bermúdez, nelle sue parole nel Primo Incontro  Internazionale delle Pubblicazioni Teoriche di Partiti e i Movimenti di Sinistra  Izquierda, si è riferito al blocco indurito che soffre Cuba; questo assedio che, tra l’altro, ha negato all’Isola, letteralmente, l’ossigeno nei tempi critici della COVID-19 e all’inclusione di Cuba nella lista dei paesi che auspicano il terrorismo.

«Resistiamo a tutto questo. Tuttavia  resistiamo, e tuttavia siamo nella lista», ha esclamato il mandatario, ricordando che il nuovo Governo della Repubblica della Colombia, che ha l’appoggio dei colombiani ed è impegnato con la pace totale del paese, «ha dato tutti gli argomenti per dimostrare che questa (inclusione nella lista) è un inganno».

Il mandatario ha commentato, sugli sforzi di Cuba per andare avanti che si tratta di «una logica de perfezionamento della nostra costruzione  socialista, centrata nel lavoro, centrata nelle persone, centrata nell’esempio,  che vuole realizzare nel più breve tempo tutta la giustizia sociale possibile, indipendentemente dal fatto che noi abbiamo ottenuto alti livelli di giustizia sociale».

Poi ha affermato, al proposito, che «dobbiamo fare la politica dalla  cultura; dal Diritto, difendendo quello che è giusto; dalla verità; trattando di potenziare la nostra democrazia socialista; ampliando gli ambiti di partecipazione popolare; e non dobbiamo farci imporre la democrazia che vendono a tutto il mondo, nella quale stabiliscono che democrazia è multipartitismo».

La solidarietà è un’arma cardinale, ha affermato Díaz-Canel, e implica la possibilità d’aiutare, ma anche che è un cammino d’apprendistato. E a proposito della necessaria articolazione, ha detto:

«Credo che dovremo rinforzare le relazioni con tutte le organizzazioni che mostrano interesse e militano in difesa di queste idee che stiamo condividendo».

Poi ha commentato, sulle idee di progresso che stanno avanzando internazionalmente: «Ci sono molti giovani in altri luoghi del mondo che abbracciano il Marxismo, abbracciano il socialismo, abbracciano le cause della classe lavoratrice».

Ed ha espresso ai partecipanti: «Dobbiamo essere capaci d’approfittare del momento storico che viviamo in America Latina e nei Caraibi, con un gruppo di movimenti, con un gruppo di governi di sinistra che sono giunti al potere e che hanno piani importanti d’emancipazione dei loro popoli, e con i quali, io credo, in questi momenti possiamo costruire progetti concreti d’integrazione  latinoamericana e caraibica, efficaci».

Articolandoli in tempo reale, come si pubblicano immediatamente i  messaggi, come  va pubblicato tutto quanto si dibatte, si è chiesto:

«Perchè  non facciamo una biblioteca digitale, dei lavori teorici migliori della sinistra?. Lo dico a proposito delle esperienze delle quali si è già parlato , che hanno a che vedere con editoriali, reti virtuali e spazi diversi per amplificare le idee.

Dobbiamo  lavorare con persone di ogni età e anche con i giovani. Manca  una messa a fuoco di tutto quello che si fa; i contenuti devono essere  emancipatori, fatti per i popoli, per i lavoratori, per gli sfruttati, ha spiegato il Presidente, che ha detto ai suoi interlocutori: «Credo che la maniera in cui voi avete partecipato a questo dibattito, che è conseguenza del dibattito che avete svolto in tutto il tempo delle vostre vite possiamo dire che Fidel è qui presente, e anche Chávez».

Díaz-Canel ha ringraziato tutti per «la comprensione e la sensibilità con la causa cubana, e per l’appoggio che avete dato nella lotta contro il blocco».

Vi aspettiamo, ha detto il Capo di Stato, nel un prossimo Incontro Internazionale delle Pubblicazioni Teoriche dei Partiti e dei Movimenti di Sinistra, dedicato al 65º anniversario del trionfo della Rivoluzione Cubana, nel febbraio del 2024.


Interpretare il mondo e trasformare la vita sociale

13.02 – Il I Incontro internazionale delle pubblicazioni teoriche dei partiti e dei movimenti di sinistra si è concluso sabato scorso con una dichiarazione di fronte all’offensiva ideologica, mediatica, politica, economica e militare dell’imperialismo statunitense e dei suoi alleati.

Il I Incontro Internazionale delle Pubblicazioni Teoriche dei Partiti e Movimenti di Sinistra – inizialmente previsto per l’ottobre 2022 e rinviato a causa dell’uragano Ian – ha avuto la fortuna di essere riprogrammato nell’ambito del principale evento culturale cubano: la 31ª Fiera Internazionale del Libro Cuba 2023.

A giudicare dal bilancio quantitativo ottenuto dagli organizzatori – un centinaio di partecipanti accreditati, tra cui attivisti sociali, editori, traduttori, accademici e giornalisti – la realizzazione dell’evento ha superato le speranze di coloro che hanno trascorso due intense giornate di dibattito e fratellanza nella sala Che Guevara della Casa de las Américas.

Convocato dalla rivista Cuba Socialista – organo teorico e politico del Partito Comunista di Cuba – l’incontro di pubblicazioni di sinistra ha ricordato l’impronta della Rete di Intellettuali, Artisti e Movimenti Sociali in Difesa dell’Umanità (REDH), creata nel 2003.

In un contesto di accanimento mediatico e di crisi multipolare che ricorda l’epoca in cui Pablo González Casanova diffuse l’appello Alla coscienza del mondo, i delegati dell’Encuentro sono stati pervasi da quegli eventi epici promossi dalla REDH all’inizio di questo millennio. I protagonisti di quell’epoca fondativa dell’intellettualità impegnata condividono con i loro colleghi contemporanei il desiderio di contenere il dominio planetario dei media egemonici, di esaltare l’impatto socio-politico di azioni artistico-culturali con finalità decolonizzanti, di difendere la mobilitazione di intellettuali e artisti come espressione legittima di lotta sociale e di generare una rete di informazione che diffonda contenuti adeguati alla verità e all’obiettività giornalistica.

Nei due giorni di lavori, l’Encuentro ha messo in evidenza il contributo teorico ed esecutivo delle forze politiche di sinistra e dei movimenti sociali di varia natura – ecologisti, femministi, confessionali – alla formazione di un ordine geopolitico in cui prevalgano la pace planetaria, la difesa delle libertà pubbliche e la conquista della giustizia sociale.

In questo senso, il workshop Socialismo e gioventù, moderato da Yoerky Sánchez Cuellar, direttore di Juventud Rebelde, e composto dal professore universitario Marxlenin Pérez Valdés e dall’attivista Manolo de los Santos, ha rispecchiato la congruenza delle idee marxiste e leniniste non solo a livello filosofico ed ermeneutico, ma anche nella loro capacità di convocare e trasformare in un contesto segnato dall’apatia dei cittadini, dal consumismo acritico e dall’inerzia senza speranza.

Di fronte alla questione della capacità di azione e di impegno di una generazione cresciuta sotto il tifo della “fine della storia” e della morte delle ideologie di sinistra, gli astuti relatori hanno dimostrato l’attualità di una formazione politica basata sullo studio dei classici del pensiero culturale – Antonio Gramsci, Michel Foucault, Paulo Freire, Franz Fanon – e sull’azione impegnata sia negli spazi pubblici che nelle reti sociali.

Durante lo spazio di scambio offerto ai delegati, sono stati affrontati in un dibattito aperto alcuni temi importanti, come l’obsolescenza programmata del sistema capitalistico – sia simbolico che di consumo -, la necessità di costruire spazi di svago in cui i giovani non cadano nell’evasione o nell’alienazione, e la condizione irriverente dei nuovi attori della scena socio-politica.

La poesia Qué les queda a los jóvenes di Mario Benedetti, che ha fatto da esordium per la presentazione del suddetto panel, è stata il filo conduttore di ciascuno degli interventi successivi, in cui si è espresso il livello di impegno sociale dei partecipanti nella difesa del multiculturalismo, dell’educazione inclusiva e del pensiero critico.

Tra gli organismi politici e le associazioni che hanno preso parte al dibattito c’erano i rappresentanti dei partiti comunisti di Russia, Argentina e Spagna; gli ammirevoli creatori di pubblicazioni come Diario del Pueblo (Cina), Nueva Hegemonía (Perù) e El Machete (Messico); e istituzioni nazionali di rilievo come il Movimiento Juvenil Martiano, il Centro Martin Luther King e il Centro de Estudios sobre la Juventud.

La giornata conclusiva ha suscitato particolare interesse con la presentazione del libro di Ignacio Ramonet La era del cospiracionismo, che esplora con encomiabile rigore e creatività l’emergere di fenomeni globali come la colonizzazione culturale, l’irrazionalismo epistemico e la manipolazione delle coscienze. Utilizzando come caso di studio l’assalto dei gruppi trumpisti a Capitol Hill durante la certificazione delle elezioni presidenziali, Ramonet approfondisce la portata della cultura della falsificazione e la spogliazione della razionalità delle cosiddette fake news.

Considerate come una manifestazione minoritaria, le famigerate teorie del complotto stanno attirando una crescente attenzione da parte del mondo accademico, dell’editoria e del giornalismo. Il loro carattere globale – favorito dal decollo delle tecnologie digitali – rappresenta un’indubbia minaccia per i sistemi democratici e per la conoscenza basata sulla scienza.

A conclusione dell’incontro, che ha evidenziato il prestigio internazionale di Cuba come scenario di discussione cordiale e di dialogo pieno, è stato approvato per consenso il Piano d’azione, che sottolinea la componente trasformativa della scienza e la natura complementare dei pilastri della convivenza umana, come la pace incondizionata, lo sviluppo sostenibile e l’equità sociale.

Tra gli accordi più importanti citati nel Piano ci sono l’articolazione di editori e pensatori in piattaforme come la REDH; la condanna permanente delle misure unilaterali che violano la sovranità delle nazioni e il diritto internazionale; il rifiuto della banalizzazione dei simboli rivoluzionari; la difesa della memoria storica nei suoi molteplici supporti e manifestazioni; la circolazione di pubblicazioni contro-egemoniche; il coordinamento delle strategie di comunicazione di un ampio spettro socio-informativo; il reperimento di fonti di finanziamento alternative per i futuri progetti editoriali.

Le aspettative sono alte per i prossimi incontri internazionali delle pubblicazioni di sinistra che si terranno nel novembre 2023 a Caracas e all’Avana nel febbraio 2024, in segno di rifiuto della Dottrina Monroe, a 200 anni dalla sua enunciazione e in omaggio al 65° anniversario del trionfo della Rivoluzione cubana.

Di fronte al riprovevole revival del panamericanismo e alle recenti vittorie elettorali in Brasile e Colombia – due espressioni opposte della complessità dello scenario politico latinoamericano – il contributo dei cittadini sarà decisivo per far prevalere gli interessi autentici dei popoli nell’epoca attuale.

Fonte: Juventud Rebelde

Traduzione: italiacuba.it

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